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13-01-2009, 11.29.48 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
Grazie! Post interessante ed equilibrato, con pertinenti richiami letterari, spero induca a continuare un discorso per niente superfluo. Le facce dell'attuale maschilismo anche tragico risaltano più in alcuni saggi e ricerche. Ad esempio in “Amorosi assassini” a cura di D. Maraini. Incredibile numero di violenze fisiche, verbali, di stupri, assassinii, in Italia. Punta di un iceberg per reticenze, opportunità, cultura, paura, ecc. Mobbing e stalkerismo sono altri termini nuovi che impauriscono le donne. E la Chiesa si rivela misogina nelle encicliche. Sempre fedele a San Paolo: “ La donna si salva a patto di partorire, perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione con modestia.”. Demonizzate nella corporeità sulle orme di Sant'Agostino che la riconobbe come prima fonte di peccato. Infatti nell'inconscio teologico l'omosessualità clericale è sempre stata implicitamente più tollerante. I monoteismi sono maschilisti anche se non c'è più l'iconografia di un Dio antropomorfico come nei catechismi di un tempo. Anche se di Wojtila appena morto si disse: “ora siede al fianco di Dio” come negli spot per il caffè. Per il Corano la donna vale il 50% e questo spiega l'estrema durezza verso le trasgressioni sessuali solo femminili. Ogni monoteismo aspira a unire Stato, politica, Chiesa, imponendo precetti su cosa bisogna o non bisogna fare, donne comprese. Che in nome dell'unità familiare dovrebbero tollerare anche di farsi massacrare. Oggi l'ultimo dei giornalisti vale come la prima delle donne giornaliste, ecc. Rimedi? Comprendere l'enorme potenzialità della doppia natura per ognuno: Uomo più Donna; scoprire il femminile dentro e fuori di noi per una maggior ricchezza. Le donne siano impietose verso pirati, bastardi, prevaricatori,manipolatori, violenti, ecc. solo i deboli temono il potere femminile. Non scansare di raccogliere l'invito a parlare di tali temi, anche per esplorare il pianeta donna. Certe astensioni sono molto significative. Senza alzare al testa al cielo come Talete.Di donne angelicate di tempi non più casti ma più ipocirti, credo non ce ne sia piùbisogno .... |
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13-01-2009, 15.29.06 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Afferma M. Foucoult che la sessualità è strumento del potere politico che la “piega” alle esigenze del potere stesso.
Lui coglie questo aspetto ed in parte posso essere d’accordo ma a me preme esprimere un diverso punto di vista.. Non considero la diversità di genere ma la sessualità nei suoi aspetti relativi alla libertà e quindi, se si vuole, al potere. La libertà della persona può essere certamente compromessa dalla potenza della sessualità; uomo e donna esercitano un potere che s’indirizza reciprocamente. E’ difficile sottrarsi a questa attrazione-potere attuandosi nella sessualità una delle più potenti forze biologiche integrata al piacere. Questa attrazione può diventare fatale e ridurre in schiavitù la persona , o almeno incidere pesantemente nelle sue scelte esistenziali. Credo sia meglio al fine di avvicinarsi alla felicità controllare e dominare la sessualità; anche il mancato controllo ha la sua parte in tutti quei fenomeni indicati, in ordine sparso, nel post di apertura.. Nessuna tecnica, nessuna competenza, professionale può essere acquisita senza esercizio; non si può imparare neanche l’arte di vivere, la tècne tou bìou, senza una askesis che bisogna pensare come una formazione di sé da parte di se stessi. E’ questo uno dei principi tradizionali a cui i pitagorici, i socratici, i cinici avevano attribuito grande importanza da molto tempo e credo sia sensato. Ciao |
13-01-2009, 15.36.43 | #8 |
Ospite abituale
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Sì, tendere all’uno come prevenzione o rimedio all’egoismo è in fondo quello che ci suggerisce la stessa natura dai suoi gradi infimi a quelli più alti, cioè – come direbbe Schiller – dalla voluttà del verme all’estasi del cherubino….Ma no, è meglio lasciare in pace Dio che forse non è né maschio né femmina e non ha nessuna responsabilità per come la Bibbia lo ha tratteggiato e le chiese fanno ogni sforzo per mantenere il loro diritto a definirlo e dipingerlo. Sì, perché se lasciamo da parte quello che esse dicono e accettiamo Dio come appare all’uomo più semplice nello spirito, cioè come il suo anelito verso l’assoluto, dobbiamo riconoscere che è qualcosa di tanto sublime da privare le chiese di ogni potere. C’è un aforisma (questa volta orientale) che afferma: tutto quello che si dice del Tao non è il Tao. Io potrei, da buon europeo, dire: tutto ciò che si dice di Dio non è Dio.
Ma non vorrei neppure identificare l’Oriente con ciò che dicono o dicevano gli orientali ispirati (non i terroristi troppo simili a quello che eravamo noi in secoli passati): perché essi (gli orientali ispirati) non si fermano a sognare un’unità di maschio e di femmina, ma pensano addirittura che tutto sia uno, o almeno sia stato e forse sarà; e se il taoista si ferma a guardare il fiume che passa aspettando che il lieto evento avvenga, noi che ci picchiamo di essere più decisi ed attivi, vogliamo che questo avvenga il più presto – magari soltanto con un laico scambio di geni. Ho parlato abbastanza, Arsenio? |
14-01-2009, 16.46.00 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
Le identità di genere sono culturali e conformi alle mutevoli norme e modelli approvati del tempo. La paideia occidentale è stata sostituita dallo snack pensiero, dagli spot e dalle imposizioni dell'industria culturale,da miscellanee di parascientismi, misticismi, folklore delle psiche,sessismo de-femminilizzazione,briciole d'alto sapere in linguaggi ibridi e farraginosi. I modelli nella civiltà del visibile creano adolescenti aggressive con lingerie a vista, webcam girls d''ottima famiglia, piccole veline in attesa di crescita,ecc. Certe identità sono eterodirette o false concezioni sul “vero uomo” e sulla “vera donna”. Ma la mia premessa considera un futuro dialogo tra gli emisferi della tradizione, sul piano culturale e antropologico, per ridefinire le identità di genere attraverso il dialogo di culture. Emisfero sinistro, razionale, per convenzione maschile: sede del pensiero analitico e astratto, focalizzato sugli oggetti, razionale. Calcolo, controllo, dominazione sociale, cultura ed educazione occidentale. Destro: Intuitivo-emozionale, per convenzione femminile. Pensiero intuitivo, concreto, comprensivo, focalizzato su persone. Simultaneità, sintesi, globalità,estetica, arte, comunicazione psicoaffettiva, cultura ed educazione orientale. Logo, metafisica, scienza, virtus fisico-morale, eloquenza persuasiva, teoria contemplativa, sono ancora maschili. Metis, come spigliatezza mentale e pratica, è femminile. Le donne si fanno amare, accettare e diventano madri per confermare l'identità, e anche l'atrofia affettiva maschile entra in gioco per attribuzione di autoimmagini e ruoli sociali. Il maschio deve dimostrare l'appartenenza di genere, non abbandonandosi a sentimenti né alle sensazioni erotiche fuori dalla prestazione; l'interiorità distrugge la sua identità. Mentre l'amore è più un affare di donne. E' il desiderio femminile basato sulla parola. La parola è il cervello dell'amore ed il romanzo ne è l'archetipo. Non considero clichè come donna oca, strega, civetta, fata, puttana, santa,vergine, madonna, castratrice, zitella, lesbica, femminista, e sono equidistante da femminismi e maschilismi. Dilemma: Le donne non sono attratte dai sensibili politically correct e a parole nemmeno dai volgari detrattori delle donne oggi più autonome? Mitica ancestrale, letteraria e sociologica attrazione per il “rozzo”? Ma dobbiamo credere a queste recenti testimonianze di femministe storiche che ricevono migliaia di lettere? Aspesi: ... ma alle donne piacciono proprio quei rozzi, superficiali, indifferenti per i quali sono disposte a sopportare tutto. Gli altri, sensibili e colti non appartengono all'immaginario sentimentale ed erotico femminile”. Boralevi: “Le donne cercano tutte lo stesso tipo di uomo macho e villano. Il maschio ignorante attira di più; rozzo e sbrigativo, non deve chiedere perchè sa e ha già tutto”. Inspiegabilmente preferiscono uomini sfuggenti ed egoisti. Desiderano chi le fa soffrire, chi non telefona, poi magari tornano e con uno sguardo si riprendono la vittima”. Sotis : piacciono gli uomini che maltrattano, fanno soffrire e tengono sulle corde. Non piacciono i teneri e accondiscendenti. Uomo e donna s'incontrano solo nei rapporti psicotici. Intestardite nell'inseguire gl' impossibili impermeabili a seduzione, e giurano di sentirsi amate proprio perchè lui le ignora. (...) amano chi usa parole per insultarle. Le femministe consapevoli disprezzano i rozzi, eppure prediligono averli quali interlocutori. Amano chi non desiderano ,desiderano chi non amano. Sono mistero a se stesse. Più sono mascalzoni più ci piacciono. Tutto cambia ma signore e signorine, nello scorrere di decenni e millenni, l'uomo piace sempre uguale” franco: per te la donna è “essere con genitali femminili” ... sia come prostituta che come madre”? Ma altro? E' vero che le donne che vengono a patti con la maschilità nuocciono a se stesse. Siamo noi che non comprendiamo la sessualità femminile, ora in mutazione, ma per molte rimasta pervasiva su tutta l'epidermide. Affettiva e interna come il suo apparato, misteriosa e indicibile a loro stesse. Aristotele è citabile ma senza più un sottinteso Ipse dixit.. Perchè i filosofi non parlano dell'irrazionalità dell'amore e del pathos della sessualità? Ti mando al mio “filosofia dell'amore”. Freud scrisse qualcosa sull'amore patologico e sulle donne si bloccò perchè l' edipo non è riferibile al clitoride. Più che “ebreo” (genialità introspettiva) per il nostro discorso, è stato un patriarcal-fallocentrico inserito nella borghesia di allora. C' è comunque una divaricazione tra la cultura al maschile e quella al femminile, a prescindere dal fattore limitativo del tempo libero. La donna ama il gossip, noi laconici in famiglia esibirci in banalità enfatiche. Ma secondo ricerche pedagogiche le donne hanno maggior intelligenza emotiva e fluidità verbale. Noi maggior capacità spaziale. Sei un maschietto intuitivo in ottima convivenza con il tuo corpo? Dimostra che non è lecito generalizzare. |
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15-01-2009, 10.44.46 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
Ottimo spunto a cui non avevo pensato! Le donne nel patriarcato acquisivano valore e protezione solo se diventavano madri e per sopravvivere onestamente imparavano ad attrarre un uomo. Per cui la femminilità fu intesa come capacità di piacere e sedurre gli uomini, dipendendone e perpetuandone il potere. “Femminile” significò essere eccitanti per esistere ed è questo il nostro potere nei loro confronti. Ma in tali reciproci giochi di potere si possono travisare le vere essenze dell'essere uomini e donne: mezzi, strumenti, e non fini. Amore e potere sono entrambi ambivalenti, con vari significati, motivazioni e verità inespresse. Tra desiderio e infelicità, estasi e tormento, peso d'un vincolo di responsabilità o gratificante disimpegno. Tra finzione e realtà, verità e menzogna, scopi nobili e doppi fini inconfessabili,istinto e ragione dialettici in alterne fortune, simulazioni e dissimulazioni. Ancora la grande maestra è la letteratura. Amore o potere? Amore come potere e amore del potere? Esercizi continui anche filosofici per un modo sempre adattivo di pensare e vivere. La creatività scientifica richiede di conoscere tutto ciò che è stato già prima scoperto, più duro lavoro. La creatività artistica richiede solo un personalità singola, più stimoli e duro lavoro. |
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