per franco, emmeci, giorgiosan, nexus, nevealsole, ornella e altri
Ho sempre incoraggiato il colloquio confidente, faccia a faccia, off line, con donne di ogni età.
Il miglior adattamento per entrambi i sessi è avere caratteristiche sia maschili che femminili. Questo implica un funzionamento più flessibile e una maggior capacità di comprensione e di relazione tra i sessi. Freud, sebbene teorico fallocrate pur riconobbe la bisessualità, fondamentale per l'identificazione con entrambi i genitori, per ogni essere umano. Non si tratta certo della confusione dei sessi ermafrodita, ma di una virile escatologia. Sulla stessa linea troviamo teologhe (la
Zarri) analisti non certo “progressisti”, come il già citato Risè, Bollelli, nel suo saggio “Con il cuore e con le palle”, che potremmo verificare con maggior attenzione.
Altra verità è l'attrazione femminile per l'uomo ingannatore e freddo, vero maschio nell'immaginario femminile tra natura e cultura. Può certo “amare” uomini simpatici e teneri, ma fisicamente è attratta da chi è moralmente e intellettualmente inferiore. Come detto, sull'argomento esiste una vasta bibliografia, letteratura, saggistica, filmografia, sia al maschile che al femminile, oltre a testimonianze giornaliere.
E' un topos letterario di grandi romanzieri, poeti, e analisti, anche se mi fido più delle illuminazioni degli scrittori per il mondo della problematicità affettiva.
Ad esempio, Dostoevskij, in Le notti bianche:
Nasten 'ka afferma: “voi siete migliore dei lui eppure vi amo meno”; Anche se egli mi ha abbandonato,anche se mi ha dimenticato ... sebbene io l'ami ancora”.
E Nadia Fusini, in l'Amore necessario (2008) : “l'amore di cui a te non piace parlare, perchè sei un uomo taciturno, ironico. Hai in sospetto il sentimento, anzi lo ignori come fosse una malattia di cui è bene tacere”.
Non sono le virtù e le doti morali a far nascere automaticamente le passioni fatali. Le persone irresponsabili, infedeli, pigre, attirano tante donne: è una scelta inconscia verso gli anafettivi. Tra le molte ipotesi c'è il frequente e indotto da un'educazione familiare, senso di colpa e disistima per cui credono di non meritare l'amore.
Ma la vera forza di un maschio è di non avere bisogno di un altrui debolezza, parodiando una becera virilità da spot, da media, da inculcati cliches tradizionalisti.
L'uomo vero non dovrebbe mai devitalizzarsi ma essere un conquistatore in una forte relazione col mondo nella sua totalità, quello della relazionalità affettiva “femminile” compreso.
Non deve rinchiudersi in un monismo teorico ma aprirsi alla molteplicità, varietà, ricchezza, beltà, poesia. La nostra oggettività di maschi dev'essere filtrata dalla soggettività, portando alla luce parti inesplorate per un'identità pluralistica e non semplificata.
Il percorso edipico fallico non è chiaro, se esteso per entrambi i sessi. Vi si correla il complesso di castrazione, ma la bambina com'è marcata dal complesso di castrazione non avendo ancora scoperto il genitale femminile?
L'antitesi è tra avere il fallo o essere evirati, e il maschio razionalizza tale mancanza come una punizione per una colpa femminile. Il clitoride non è oggetto di sanzioni o divieti. La vagina è solo la dimora del pene simbolo fallico. Freud infine rifiutò le simmetrie e ammise un Edipo al femminile, ma l'approfondimento, ora con svolta sociale, è ancora aperto.
Oggi il femminismo ha rinunciato alla rivendicazione della differenza di genere. Non rivendicano più la loro peculiarità e ammettono implicitamente di essere un “maschio imperfetto” alla conquista di modelli più assertivi. Il terreno è del conflitto.
Nel '68 scoprono la fragilità del maschio e nel 200o vi si assoggettano.
Infatti nei group dove certe suggestioni e identificazioni sono facili, le più fiere mie avversatrici, se non totalmente distaccate, sono le nick femminili. Sia quando ho accennato alla “differenza”,sia quando ho affrontato con una certa serietà argomenti sull'affettività in genere. Questo soprattutto nei tempi di crisi identitarie e culturali degli ultimi anni. In alcuni forum molte preferiscono interagire quando dietro il monitor c' il nulla.
Ammetto che se si deve filosofare sull'amore con una filosofia di dubbia scientificità o con una mentalità inadatta e sterile, è meglio astenersi. Ma io ho affrontato tali argomenti con pluridisciplinarità e soprattutto con l'occhio dell'educatore.