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25-09-2010, 09.02.02 | #123 | |
Ospite
Data registrazione: 30-08-2010
Messaggi: 16
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
Purtroppo non tutti gli uomini , nè tutte le donne ascendono all'impulso etico. Certo, i genomi non possono spiegare in toto le differenze di genere e dunque forse il femminile come categoria a sè non esiste, nè tantomeno il maschile. E' come se vi fossero delle contaminazioni evolutive tra i due sessi, ma allo stesso modo delle differenze che possono valere per una coppia di uomo-donna ma non per un'altra. Io credo molto nel determinismo biologico inteso come spinta ormonale che fa prevalere certe tendenze comportamentali ( ed anche certe idee intese come prodotto culturale e biologico insieme) |
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25-09-2010, 11.01.11 | #124 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Mi pare - Emy76 - di poter essere d’accordo su quanto dici, e cioè che i sessi si siano evoluti su una sola base genetica e biologica, ma anche che la diversificazione è lo strumento principe dell’evoluzione come, d’altra parte, dimostrano visivamente gli alberi evolutivi della flora e della fauna presenti nei libri di divulgazione e possiamo pensare riflettendo su quella che può essere stata un’evoluzione dell’umanità dai suoi esordi forse caotici alle differenze vistose di popoli, culture, religioni.
Certo ci sarà chi oppone a questa idea “evolutiva” quella che era la fede dei padri pellegrini quando sbarcarono nelle Americhe del primo Seicento, e che fu ripetuto in sostanza nelle assemblee fondatrici dell’ONU: e cioè che tutti gli uomini hanno uguali diritti. Ma questo non è vero: i diritti non sono fatti naturali (cioè appunto biologici e genetici) ma invenzioni degli uomini: cioè principi etici che si sovrappongono a quelli naturali e possono portare all’idea finale di una sola umanità. Sarebbe troppo bello se questa fosse alla base di tutte le ideologie e di tutti i fondamentalismi, e gli uomini d’oggi vedessero le cose come potevano vederle quei padri sbarcati dal Mayflower o quegli esploratori e missionari che, arrivati in Amazzonia, furono almeno a prima vista convinti che quei nudi uomini delle tribù non fossero selvaggi ma esseri, come Adamo ed Eva, appena usciti dalle mani di Dio. . |
25-09-2010, 13.41.30 | #125 | ||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
Un'identità sociale di genere ben definita è un modello stabile in cui si incontrano le aspettative del singolo e quelle della comunità rispetto al singolo.L'identità di genere sociale dell'uomo, e quindi quella definita rispetto all'altro genere, è stabile più o meno da sempre, mentre quella della donna vive di elaborazioni e di scosse strutturali da secoli, essendo stata, ai primordi, assoggettata dalla semplice dominanza fisica del maschio. Citazione:
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26-09-2010, 13.50.25 | #126 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
Per quanto ricordo, la storia della riproduzione, dalle origini, potrebbe essere essenzialmente esplicata in quanto segue, ove per semplicità, evito parole come mitosi, miosi, partenogenesi, ermafroditismo, ecc: niente di scientifico, quindi, per ora, ma i più esperti, magari biologi, antropologi, ecc... ci potrebbero lavorare ulteriormente. Nei primi organismi la riproduzione era asessuata: le cellule si riproducevano per duplicazione generando cellule identiche…come anche oggi, del resto, nei pluricellulari asessuati: forse le lumache ..ad esempio...sono ermafrodite(???). Comunque anche nei pluricellulari la generazione era originalmente asessuata…come dire che i figli erano cloni perfetti dei padri…cioè dei generanti, dato che ancora non esistevano generi...e quindi non c'era l'apporto commisto del cromosoma maschile asieme a quello femminile. In verità, la riproduzione asessuata (piuttosto l’indistinzione dei generi) funziona ancora con certi organismi…pur pluricellulari…sembra che certi tipi di pesci siano contemporaneamente o alternativamente maschi o femmine, a seconda delle condizioni ambientali, della disponibilità o tipo di cibo, ecc…. Se ne scoprissimo il segreto ne potrebbbero approfittare le signore per trasferire ai maschi l'onere del generare...scaricandosi così degli handicap di cui ora sono vittime...e gioiose fruitrici...nel contempo. Comunque la riproduzione asessuata, era meno sicura: o eri un clone o niente e tutto s’incasinava. Per funzionare, mantenersi e trasmettere i caratteri originali, tale tipo di riproduzione, oltre a non offrire alcun premio extra, aveva bisogno (ed ha bisogno nei casi odierni) di ambienti stabili e invarianti…particolari nicchie ambientali non certo frequenti nel globo terracqueo....erano cioè piu' sensibili alla varianti ambientali con un piu' difficoltoso adattamento genetico/evolutivo. Gli errori genetici erano, infatti, inevitabilmente trasmessi come caratteri del solo generante e ampliati nelle successive generazioni. Ne era facilitata, così, l’estinzione delle specie asessuate ….come in effetti è avvenuto, per lo più, fra i pluricellulari. Al contrario la riproduzione sessuale, che, oltre a dare il premio a chi ci provava, generava (e genera) individui meglio adattabili e flessibili alle variazioni ambientali…ha avuto la meglio...specie negli ordini superiori. Infatti la fortuna fu che, fra i miliardi di errori di programma finiti tragicamente, qualcuno è stato più fortunato e ha dato luogo a individui figli non perfettamente cloni e nemmeno mostri, ma con certe diversità…che, fra le tante, qualcuna poteva anche apparire come fitness di maschio, altre come di femmina. Ora, certo non so bene come, ma qualcuno scoprì anche il premio annesso e cioè che ci si poteva accoppiare e che l’atto aveva in sé una certa intrinseca desiderabilità e piacevolezza….per cui la riproduzione asessuata andò definitivamente a carte quarantotto…con grande disdoro dei sostenitori della tradizione. Il colpo definitivo, i sessuati lo sferrarono quando le ragazze scoprirono di essere incinta…senza nemmeno sapere come o chi…magari uno spirito o un Dio! Infatti, all’origine, la correlazione non era ben compresa, ma le ragazze, cominciarono a fare i conti e, pur con grande stupore e correlato sviluppo dell’aritmetica a dei calendari, scoprirono la strana coincidenza dei nove mesi…pardon, delle nove lune.... ma poichè intanto..tanti erano passati di lì…propalarono il detto che in latino così suona: “mater semper certa est…pater incertus!”. Quindi si puo’ anche dire che la base biologica unica si è poi suddivisa nei due generi principali, maschile e femminile...biologicamente diversi, che si sobbarcano l’onere della riproduzione e della cura.... dando così continuità alla specie. Mentre sempre dallo stesso ceppo uscirono anche alcuni generi collaterali di più incerta definizione e, comunque, non molto interessati alla riproduzione…al premio sì però! Comunque, il grande miracolo della evoluzione, in genere col solo utilizo del desiderio e reciproco piacersi sessualmente (scelta sessuale), ha praticamene scolpito, quasi creato, dai millenni passati e sempre più nel futuro, il nostro corpo e la nostra psiche specchiantisi nel reciproco adattamento e adattamento all’ambiente….ma non solo per noi…per i tutti i viventi sessuati. Alla fine la grande ricerca di Dio potrebbe dichiararsi conclusa: Darwin l’ha trovato per noi! … ….Un Dio Panteista (già filosoficamente ipotizzato) non assoluto, non divino e non perfetto, ma egli stesso in evoluzione… con l’universo stesso… con cui ha avuto origine ed avrà fine…ammesso che l’universo possa avere una origine ed una fine. Un Dio che, senza intromettersi negli affari nostri, nelle nostre menti e senza pretese di adorazione, sacrifici, preghiere o altro...(sarebbe inutile!)…niente ci chiede.... se non di annaffiare le piante in giardino ogni tanto. Andrà sempre meglio, comunque, per la nostra fitness psicofisica e intellettuale...se andremo in palestra e se non interviene il male a sparigliare le carte (tipo chirurghi plastici, case di moda, stilisti, case di profumi, ecc...). La specie, sotto la spinta sessule del desiderio e della libera scelta, migliorerà, evolverà sempre...sotto l'aspetto fisico,psichico ed anche intellettule e culturale. E' dimostrato?...non saprei!...ma basta guardare le signore ad ogni primavera e fare i confronti! Per gli animali meno...magari solo sul piano fisico e psichico...però la mia gatta comincia a modulare i suoni e ne ha, ne abbiamo, coscienza del significato...forse lo trasmetterà ai piccini....peccato che sia sterile: una sorta di chirurgo plastico (il Male) è intervenuto! Ultima modifica di ulysse : 26-09-2010 alle ore 19.50.53. |
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27-09-2010, 09.30.01 | #127 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Tanto per stare all’oggi e non a un domani ancora fumoso, ecco che Einaudi annuncia la prossima uscita di un libro di Umberto Veronesi dal titolo “Dell’amore e del dolore delle donne” che sembra in qualche modo entrare nel vivo dei problemi che stiamo dibattendo nel forum. Come racconta Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere, non è un libro fatto soltanto di amabili ricordi e straordinarie figure femminili incontrate dallo scienziato, ma anche di ragionamenti sull’amore, il dolore, la malattia, la religione, la famiglia, il sesso. Veronesi profetizza, sulla base della crescente mascolinizzazione delle donne e la contemporanea femminizzazione degli uomini (per cui abbiamo per un verso soldatesse e generalesse e per l’altro sempre più numerosi “mammi”), che la reciproca attrazione è destinata a calare ulteriormente, mentre il mondo di domani vedrà una supremazia femminile.
Mi domando se questa potrà essere una soluzione in linea con la realtà del genoma e con le forze evolutive degli individui e della specie – senza parlare delle tradizioni, della cultura, di una storia che conta milioni di anni. Questo non significa – come ho già detto – che l’obiettivo di un’unità della specie al di là dei sessi e delle differenze di etnia e di cultura non sia concepibile e anzi auspicabile, ma proprio come obiettivo cioè come qualcosa che ha la sua forza nell’essere non una banale realtà ma un ideale (da aggiungere magari agli ideali ipotizzati da Kant). Certo, se vogliamo trascurare i limiti biologici e culturali, il problema potrebbe sembrare vicino alla soluzione – ma con quale risultato? Diminuirebbe il tasso di litigiosità e il numero dei delitti? Forse i delitti coinvolgerebbero altri stati e altri rapporti, e poi anche senza ricorrere a imprimatur religiosi o immaginette con la sacra famiglia, è ben possibile pensare a quello che di buono, ricco e veramente fecondo è venuto e potrà venire con l’esistenza dei sessi, anche se robot e computer sembrano prometterci di pensare loro a tutto allontanando sempre più il ricordo e la nostalgia del passato. Ma qui sfioriamo il campo dell’immaginario se non della fantascienza. E allora ci basti l’ideale – o la presunzione? - di rendere la società il più possibile unita attraverso quello che è, e non attraverso quello che desideriamo che sia, e limitiamoci semmai a esclamare, come i membri dell’assemblea costituente francese a chi profetizzava una società degli uguali: ”Tutti veramente uguali? No, vive la différance!” |
25-02-2011, 21.40.34 | #128 | |
Ospite
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
Eppure l'ideale molto spesso è reale, lo crea e lo plasma.Non più differenze di genere, solo differenti livelli di accettazione delle non differenze uomo-donna. |
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