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Vecchio 30-06-2009, 15.00.34   #91
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

“ amore e innamoramento” nell'ultimo tema di maturità


Mi chiedo quali difficoltà avranno avuto i maturandi sull'argomentare su innamoramento e amore, sul rapporto tra letteratura e psicoanalisi, sulla creatività, sulla cultura giovanile, vintage compresa, sui social network, previsti dalla prova. Gl' insegnanti avranno proposto loro in precedenza qualche espressione scritta sul loro mondo interiore, in tempi di anestesia emotiva? I maschi in particolare, per trincerarsi dietro la parvenza di una forza che non possiedono. Scambiata dalle donne per una virilità da assecondare secondo voleri e mode. Il maschio compete anche con armi spuntate, la donna ancora collabora e negozia, ascolta e s'immedesima, ma fino a quando? Il suo rischio è la dipendenza psicologica nei confronti dell'uomo che, psichicamente prevedibile,limita l'amore a una genitalità anafettiva .Spesso le donne subiscono l'amore nocivo, nemmeno sapendo perchè risulta loro difficile liberarsene. Una teoria vuole che che ci s'innamori di chi in qualche modo alla fine snuda il nostro mondo inconscio ,abissi di desideri e disperazioni sepolte in profondità. Evento raro ,ma non mi sembra scateni passioni; esistono alcune resistenze anche nelle coazioni a ripetere sempre gli stessi errori.
Gli amanti possono convivere una vita intera ignorando cosa vogliono l'uno dall'altro, Che non sia solo la fusione carnale o la stabilità data dal matrimonio. Non si è mai certi di conoscere le persone che amiamo ed il confine delle rispettive identità. Anche a stesse e prolungate esperienze non corrispondono stessi vissuti per perfette sintonie. Può sembrare di appropriarsi del corpo dell'altro, ma dell'identità profonda appare impossibile, finchè emerge qualche indizio dalle zone oscure. Tra gli altri documenti proposti ai maturandi a corredo del tema, c'era anche il quadro di Magritte “Gli amanti”. In stretto contatto ma con i volti velati.
Ho riletto il De rerum natura di Lucrezio e per alcuni passi riporto il capitolo sulla passione amorosa. Anche affinchè non si dica che l'amore fu un tema sempre estraneo alla razionalità filosofica.

Gli amanti ... stringono con forza l'oggetto del loro desiderio, al punto da procurargli dolore, mordono le labbra con i denti, tengono le bocche attaccate, così che non si tratta di un piacere del tutto puro: impulsi irrazionali spingono a ferire proprio quella persona, chiunque essa sia, della quale viene accesa la passione.
L'amore attenua di poco il tormento mitigando i morsi del male con sensazioni di piacere: vi è infatti la speranza che quello stesso corpo che accende il desiderio, possa anche procurare la soddisfazione che lo spegnerà. La natura impedisce tuttavia che ciò avvenga: l'amore è infatti la sola cosa di cui, quanto più pieno è il possesso, tanto più ardente è il desiderio. (...) la bellezza dell'amato e la bellezza della sua persona non entrano in noi a procurarci piacere, se non in forma di immagini fugaci che in un istante si disperdono come rapite dal vento. (...) il fatto di avere davanti a sé il suo volto non può placare il desiderio di possesso, né le mani che vagano avide lungo tutto il corpo, possono staccarne una parte per sé. (...) gli amanti nulla possono strappare dal corpo dell'amato, né possono entrare in esso fino a fondersi con tutto il corpo, che è quanto talvolta sembrano volere fortemente coloro che si amano. (...) poi ritorna la medesima rabbia, la follia nuovamente li assale, e si chiedono che cosa mai desiderano per sé, finchè non potendo trovare un rimedio a quel tormento, si struggono incerti in un'insanabile ferita. (...) e tutto questo invano perchè al gusto di questi piaceri si mescola un sapore amaro, qualcosa di sgradevole in mezzo a tante delizie (...) l'amato ha lasciato cadere un'espressione ambigua che,confitta nel cuore dell'innamorato brucia come fuoco; o ancora l'innamorato si convince che lei si guarda troppo attorno, e crede di scorgere nel suo viso tracce di un sorriso destinato,infatti, ad un altro. (...) ... se non fossimo proprio noi, come spesso accade, a ostacolarci, quando ad esempio non vogliamo ammettere i difetti del comportamento e dell'aspetto di colei che desideriamo e bramiamo. Questo infatti fanno generalmente gli innamorati, accecati dal desiderio, attribuendo all'amata pregi che essa non possiede.
Da notare che,come per Freud, è l'uomo a subire gli abbagli amorosi da parte della donna ingannevole.
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Vecchio 02-07-2009, 19.36.52   #92
nevealsole
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Innamoramento e Amore

Grazie Ars per il nuovo spunto.
L'ho pensato anche io, appresi i titoli, cosa avrei scritto nei miei 17 anni sul tema innamoramento e amore...
Adoro Magritte, ho sempre trovato tristissimo il quadro con gli amanti velati, velati e sconfitti mi verrebbe da dire. Velati senza spiragli che lascino pensare alla possibile caduta del velo. Consapevoli dell'impossibilità di guardarsi sino in fondo per ciò che sono, forse.
L'innamoramento, mi verrebbe da dire - ma chissà forse si è anche già detto negli anni passati - è quello che ti fa amare l'idea. 'L'idea di lui', la chiamerei. Quello che ti pare di intravedere sia, perché è quello tu avresti bisogno fosse, perché magari è solo una parte di te, che si riflette... o forse solo una reazione chimica sulla quale abbiamo bisogno di argomentare spiegazioni filosofiche.
L'amore arriva quando cade il velo. E si vede. Non con gli occhi ma con la consapevolezza. Consapevolezza su ciò che siamo noi, su ciò che è l'altro. Consapevolezza delle nostre grandezze e, forse di più, delle nostre miserie.
L'amore è incondizionato, si disinteressa dell'esclusività, dei tradimenti, delle ripicche e dei rancori che condizionano la nostra vita. Se ne disinteressa nel senso che li supera, anche grazie alla stanchezza verso l'innamoramento, che assorbe troppe energie in un solo minuto, e poi lascia spossati per mesi. L'amore fa accettare l'amato per come è, talmente tanto per come è che alla fine si finisce per preferire star da sé...
Caro Ars, esiste l'amore? Sì
Esiste l'amore incondizionato, monogamico, che duri tutta la vita terrena di due persone? ....
E' più frequente l'inganno o l'autoinganno quando si parla di amore? ....

nevealsole is offline  
Vecchio 04-07-2009, 06.38.58   #93
arsenio
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Riferimento: Innamoramento e Amore

Citazione:
Originalmente inviato da nevealsole
Grazie Ars per il nuovo spunto.
L'ho pensato anche io, appresi i titoli, cosa avrei scritto nei miei 17 anni sul tema innamoramento e amore...
Adoro Magritte, ho sempre trovato tristissimo il quadro con gli amanti velati, velati e sconfitti mi verrebbe da dire. Velati senza spiragli che lascino pensare alla possibile caduta del velo. Consapevoli dell'impossibilità di guardarsi sino in fondo per ciò che sono, forse.
L'innamoramento, mi verrebbe da dire - ma chissà forse si è anche già detto negli anni passati - è quello che ti fa amare l'idea. 'L'idea di lui', la chiamerei. Quello che ti pare di intravedere sia, perché è quello tu avresti bisogno fosse, perché magari è solo una parte di te, che si riflette... o forse solo una reazione chimica sulla quale abbiamo bisogno di argomentare spiegazioni filosofiche.
L'amore arriva quando cade il velo. E si vede. Non con gli occhi ma con la consapevolezza. Consapevolezza su ciò che siamo noi, su ciò che è l'altro. Consapevolezza delle nostre grandezze e, forse di più, delle nostre miserie.
L'amore è incondizionato, si disinteressa dell'esclusività, dei tradimenti, delle ripicche e dei rancori che condizionano la nostra vita. Se ne disinteressa nel senso che li supera, anche grazie alla stanchezza verso l'innamoramento, che assorbe troppe energie in un solo minuto, e poi lascia spossati per mesi. L'amore fa accettare l'amato per come è, talmente tanto per come è che alla fine si finisce per preferire star da sé...
Caro Ars, esiste l'amore? Sì
Esiste l'amore incondizionato, monogamico, che duri tutta la vita terrena di due persone? ....
E' più frequente l'inganno o l'autoinganno quando si parla di amore? ....


nevealsole

Talora un verso di una poesia o un dipinto esprimono l'enigmaticità amorosa meglio di un trattato. Ricordo ancora un bellissimo quadro di Paul Delvaux, dove una donna di esuberante carnalità abbraccia una marmorea statua maschile. Ogni opera artistica si presta a più letture polisemantiche. Gli amanti velati significano un'impossibile totale conoscenza, ma anche l'amore che richiede sempre qualcosa di celato da scoprire, qualche zona intima che deve restare nascosta? L'uomo che non rivela mai totalmente se stesso, ma che deve essere un'avventura imprevedibile e mai conclusa?
Intimità è svelarsi reciprocamente i sogni, le paure, le emozioni. Difficile, perchè è contrario alla natura maschile, dove incidono pesanti condizionamenti educativi.
Anche nel mito l'intesa affettiva e passionale eterna avviene solo una volta eccezionalmente per grazia di Zeus, che esaudisce il desiderio di Filemone e Bauci: “Poichè abbiamo vissuto in armonia, la medesima ora porti via tutti e due. Che io non veda mai il sepolcro di mia moglie, ne io sia sepolto da lei” ( in Ovidio, Le metamorfosi)

Amore è una nostra creazione: s'incontra attraverso l'altro il maschile o il femminile che abbiamo dentro, specchio che non corrisponde alla persona in carne ed ossa che ci sta davanti. L'amore non c'è, è il cuore che lo crea, eludendo la mente analitica. Ognuno proietta sulla donna la sua parte femminile, ma il maschio deve amare e stimare il femminile che sta dentro lui stesso. Amore è libertà, movimento, fantasia, perchè il sesso si fa con l'immaginazione: due pensieri uniti fanno infinite proiezioni di desiderio. Un uomo lo puoi conoscere dalle fantasie che ha. Manifestate da due visioni simili e allo stesso tempo diverse,per una collaborativa apertura. Amore è l'anima che accoglie tutto, non intesa come spirito “Uno” superiore e assoluto delle trascendenze, ma come immaginazione, passione, riflessione: è la psychè greca. La durata no c'entra: un amore vero può durare un week-end , e penso ai “Ponti di Madison County. Ma la nostra società è intrisa di veleni antisentimentali.
Amore è condividere un progetto, ma anche una poesia, un dipinto, un libro, un film, un racconto che ci fa desiderare e sognare. Ma se si contempla il vuoto la visione poetica e letteraria dell'amore non interessa più, anzi, s'irride.

Cara nevealsole, apprezzo sempre la tua sensibilità femminile nell'affrontare temi affettivi e cedo il passo alle intuizioni femminili
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Vecchio 04-07-2009, 11.57.26   #94
nevealsole
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Può una ‘femmina’ squagliare il marmo?

Mi son cercata il quadro di Delvaux, e l’ho osservato. Singolare.
Ti dico cosa ci vedrei io. Una giunonica presenza femminile abbraccia una piccola statua maschile, di marmo. Una statua senza braccia, così non c’è possibilità di dover rendere l’abbraccio, e senza gambe… impossibile la fuga… l’unico elemento umano della statua è lo sguardo, che si è sciolto, sì, divenendo non di marmo – mi vengono in mente le greche fissità nel vuoto – ma di terrore… guarda lei, ‘che ne sarà di me?’ sembra domandarsi. Tanto più singolare se si pensa al titolo ‘Pigmalione’, ma non dovevano essere invertiti i ruoli, lei giovane e bisognosa d’aiuto e lui… un pigmalione, appunto?
Il frammento di Ovidio, poi, mi ha riportato alla mente una bellissima canzone di De Gregori, “Possa bruciare sempre la tua mano, nella mia mano, E consumarsi il mio destino col tuo destino.” (Baci da Pompei).
Grazie, sai sempre trovare uno spiraglio di luce nella nebbia, nella mia nebbia (sentimentale, perlopiù), per riportarmi a vedere il mondo – e l’amore – in positivo.

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Vecchio 04-07-2009, 18.36.08   #95
emmeci
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Visto che l’argomento proposto da Arsenio ha prodotto ormai interpretazioni decisamente poetiche, vorrei ricordare i due versi dal Flauto Magico di Mozart che forse racchiudono tutto quello che si può dire sul tema: “Mann und Weib, und Weib und Mann – reichen an die Gottheit an”. (Che in traduzione potrebbero dire: “Uomo e donna, o donna e uomo – a cercare insieme il divino”).
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Vecchio 05-07-2009, 18.12.53   #96
arsenio
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Riferimento: Può una ‘femmina’ squagliare il marmo?

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Mi son cercata il quadro di Delvaux, e l’ho osservato. Singolare.
Ti dico cosa ci vedrei io. Una giunonica presenza femminile abbraccia una piccola statua maschile, di marmo. Una statua senza braccia, così non c’è possibilità di dover rendere l’abbraccio, e senza gambe… impossibile la fuga… l’unico elemento umano della statua è lo sguardo, che si è sciolto, sì, divenendo non di marmo – mi vengono in mente le greche fissità nel vuoto – ma di terrore… guarda lei, ‘che ne sarà di me?’ sembra domandarsi. Tanto più singolare se si pensa al titolo ‘Pigmalione’, ma non dovevano essere invertiti i ruoli, lei giovane e bisognosa d’aiuto e lui… un pigmalione, appunto?
Il frammento di Ovidio, poi, mi ha riportato alla mente una bellissima canzone di De Gregori, “Possa bruciare sempre la tua mano, nella mia mano, E consumarsi il mio destino col tuo destino.” (Baci da Pompei).
Grazie, sai sempre trovare uno spiraglio di luce nella nebbia, nella mia nebbia (sentimentale, perlopiù), per riportarmi a vedere il mondo – e l’amore – in positivo.

Mitici amori

Se “omnia amor vincit”, una donna può sciogliere un cuore indurito,diventato come di marmo. Il mito di Orfeo tramanda che riuscì a smuovere le pietre con il suo canto poetico. E gli fu concesso di scendere nell'Ade. Ma l'incauto si volse indietro trasgredendo il patto.
Pigmalione fu uno scultore di Cipro che scolpì l'immagine di Galatea e se ne innamorò. Venere pietosa le infuse la vita. Tuttavia come donna perse la perfezione e cominciò a parlare. Si lamentò per la barba di Pigmalione e ne impose il taglio. Lo scultore si ferì il mento e le gocce di sangue cadendo a terra si trasformarono in rose rosse, da cui l'uso di offrirle dopo ogni sacrificio d'amore. Il tempo passò e Pigmalione rimpianse quando la moglie era una statua silenziosa. Esiste una versione della leggenda anche nelle Metamorfosi di Ovidio, tra le opere latine che più amo e già studiate a scuola.. Noi conosciamo la versione di Shaw e quella filmica (My fair lady). L'opera pittorica tra quelle sul mito che preferisco è quella di Delvaux, anche se le parti sono invertite: la donna opera d'arte ha acquistato la vita e Pigmalione si è impietrito in statua priva di arti e dallo sguardo vuoto. Un simulacro femminile potrebbe far innamorare un uomo e annientarlo?
Nella psicoanalisi il complesso di Pigmalione è un tentativo di sublimazione che superì quella dell'arte stessa. E' una forma di narcisismo di chi s'innamora dell'”opera “ che crea. Ad esempio un pittore per la modella, un regista per l'attrice, un medico per la paziente, ecc. Gl' italiani, ma in senso ampio è una nevrosi del tempo, soffrirebbero di tale proiezione esclusiva di se stessi, totalmente autocentrati e senza alcun interesse ad ascoltare la donna che sta loro di fronte con le sue esigenze. Manca sempre più l'amore altruistico, relazionale, empatico, ma ne abbiamo parlato citando L'amore liquido e Le passioni tristi, saggi emblematici saggi dell'apatia affettiva. Ora stiamo sconfinando dal mito e dalla letteratura.
Huysmans ha scritto anche il romanzo poco noto L'abisso. Ad un artista appare in sogno la propria creatura e la possiede. Violenta così la figlia della sua anima, commettendo un “incesto”. Le derivazioni sono molte; il caso estremo è la necrofilia che fa prediligere le donne totalmente passive... tutte, purchè non respirino. Ricordo ancora i futuribili ma non troppo, robot iperreali giapponesi, alcuni molto costosi e con fattezze anche su commissione: il futuro dell'amore?
Volendo potremmo continuare in infiniti rimandi con riferimenti filosofici, mitici, psicoanalitici ,poetici, fantasy letterari, filmici ( l' I love you di Ferreri, ad esempio, con Christopher Lambert).
É molto bello il verso di De Gregori e tu per rifermenti di poesie musicate e perfettamente calzanti con il tema proposto sei irraggiungibile.
Tu, apri altri varchi ai miei suggerimenti, per fughe verso altre diramazioni sul tema, con qualche bagliore poetico in tempi dove si conferma che l'indissolubilità di amore, filosofia, poesia, letteratura, mito, psicoanalisi, sogno, fantasia, immaginazione,sono una dimensione perduta, anche se elementi presi singolarmente.
Non filosoferò più se non sull'amore. E su di un terreno umano, tra un uomo e una donna. Amore vero e carnale o immaginato, virtuale o reale, onirico, mitico, leggendario, poetico, quotidiano, sofferto o giocoso, fuori le coordinate spazio-temporali, impossibile ... ... ma mai inutile.

:abbracco

Grazie a emmeci : una perla poetica oggi è come un filo d'erba che spunta da una fessura nell'asfalto.
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Vecchio 05-07-2009, 21.20.35   #97
AntOne
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Da questi discorsi continua ad emergere la donna arcaica, bisognosa di protezione, in buona o cattiva fede. A volte infatti è lei la prima maschilista. Abbiamo già detto che l'anaffettività viene da alcune (non potrei mai dire "la donna") erroneamente identificata con la virilità. Inoltre però esce fuori un altro aspetto della faccenda, cioè accettando la logica per cui l'emotività sia femminile e per gli uomini nella storia è sempre stata sinonimo di debolezza da reprimere, le suddette donna disprezzerebbero un po' se stesse. Uomo nella storia dei significati simbolici ancora accettati da alcune donne: Affettività=debolezza; affettivita=femminilità; -->affettivita nell'uomo= debolezza e non-virilita e per triste conclusione accetterebbero "femminilità=debolezza psicologica di cui i "veri uomini" sarebbero l'antitesi.
Per il momento mi fermo qui. Salve di nuovo a tutti.
AntOne is offline  
Vecchio 08-07-2009, 01.20.30   #98
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

X AntOne e altri

prima parte

Uomini e donne: due pianeti diversi?

E' difficile con una breve sintesi onorare la complessa ricchezza dell'universo femminile, inesplorabile, indecifrabile, imprevedibile, che rende le donne ancora diverse dalle identità maschili, anche se evolveranno in un prossimo futuro verso un' emancipatoria assimilazione, senza più notevoli differenze di genere.
Propongo una riassuntiva conclusione, e non mi si accusi di generalizzare o di essere riduttivo nelle mie riflessioni sull'esporre alcune tendenze desunte da svariate fonti di cui ho tenuto conto nel tempo.
Ho presenti tre livelli: la diversità tra il genere Uomini ,pianeta Marte, per convenzione e il genere Donne ,pianeta Venere; i vari tipi di uomini e donne presi nella loro irripetibile singolarità di individui, e le differenze di uomini e donne oggi nel terzo millennio. Su cosa è storico, cosa è biologico, cosa un atavico oggetto del desiderio.
Argomento necessariamente interdisciplinare che non espongo con formalizzazioni astratte né opinioni da ritenere di tono perentorio. Mi scuso se ripeterò alcune cose già dette.
Ci sono certo punti di contatto, ma non sovrapponibilità, con l'eclissi delle emozioni e l'incapacità di verbalizzarle, se non quelle spettacolarizzate; la tecnologia, l'estinzione dei sentimenti favorita dalla rivoluzione informatica, dalla spersonalizzazione di Internet, dalle simulazioni ed artifici verbali, la civiltà dell'immagine, l'omologazione ai trend indicati, lo svalorizzarsi della comunicazione faccia a faccia, sostituita da quella da tastiera.
Gli anaffettivi spesso hanno sofferto di carenze durante l'infanzia, in famiglie che non hanno riconosciuto i loro bisogni emotivi, durante l'età dell'attaccamento , ecc. Mentre i tratti di genere sono perlopiù dovuti a una tradizione educativa e sociale. I maschi sono ipoemotivi perchè è stato loro insegnato che non sono “femminucce” e che devono rimuovere ogni sconfinamento sentimentale, non sdilinquirsi in chiacchiere donnesche. Mentre viceversa chi rappresenta il sesso virile e forte deve saper valorizzare e conteggiare una donna, starle accanto con un'autentica vicinanza emotiva, esserle intimo nelle confidenze. Ma oggi si educa alla competizione per vincere e avere ragione anche in modi scorretti e niente altro. Amore è calarsi nell'oscurità dell'altro, ed il sè si evolve con la vitalità delle relazioni e degli affetti.
La donna è dissociata tra un inconscio ed inquieto eros ed una ragionata scelta che tenga conto della sicurezza istituzionale di un'unione stabile. Così oscilla tra l'attrazione per uomini teneri e affidabili e per chi è moralmente e intellettualmente inferiore perchè sul piano istintuale sono loro che scatenano il desiderio sessuale. A volte si agganciano ai disprezzabili più che ai virtuosi anche per vincere la loro scarsa autostima e sentirsi così a lui superiori. Ma ricadono in una ben peggiore sottomissione che quella sotto un uomo con qualità superiori. Danno tanto in cambio di niente, assecondando un masochismo di origine genetica e ambientale, per cui “ non si meritano l'amore”. All'origine spesso c'è un condizionamento familiare.
I gentili e buoni sono giudicati noiosi e non sempre a torto, se non sanno aggiungere alla loro mitezza una creatività che possa stupire. Così più avventuroso potrebbe essere il violento, incolto, sfuggente e privo di profondità concettuale. Oggi sono di moda le apatiche trascendenze disimpegnanti ed elusive, una visone del mondo perlopiù antipoetica e antiletteraria, se non per adesioni a ciò che viene indicato dall'industria culturale e dal kitsch di massa. Mentre i romanzi sono utili ad entrambi i sessi, per l'educazione dell'intelletto, dell'immaginazione, del cuore, oltre a far scandagliare meglio le dimensioni dell'interiorità. E' un falso intellettuale chi è incapace di una conversazione libera, imprevedibile, a misura di donna. Ci sono ancora strascichi del gelo e della noia new age, per chi non riesce ad accostarsi ad altro. Ma anche l'attuale degrado socio culturale ne è responsabile. Gli esempi politici vincenti sono improntati a istrionismo, ostentazione, arroganza, pressapochismo, disprezzo delle regole. Siamo ben lontani dall'”essere” di Fromm che raccomandò di rimpossessarsi di amore, verità, giustizia, solidarietà, creatività.
arsenio is offline  
Vecchio 08-07-2009, 01.23.13   #99
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

X AntOne e altri

seconda parte

Anche nello spazio virtuale,dopo anni in alcuni forum e non qui,osservo che i nick più gettonati dalle donne sono i più freddi e falsi. Perfino neonazisti teorici della razza pura, clericali fuori di testa ,stralunati e falsi psichiatri che erano solo spacconi dalla psiche malata, inventori di koan balzani con cui catturavano l'attenzione per settimane. Eppure dubito che non si rendessero conto che dietro il monitor c'era il nulla. Rilevo la duttilità femminile nell'aggregarsi ai gruppi di appartenenza, si accattiva le attenzioni dei prototipi più visibili e rappresentativi della nostra epoca delle passioni tristi e del caos della mente. Infatti nei forum nessuna donna (o eccezioni) asseconda il mio voler rendere giustizia alle donne, pur non misconoscendo le loro zone d'ombra. Ma reagiscono con ancor più dissenso dei maschi, o con subdoli disinneschi delle mie idee . Nella civiltà che non pensa anche le donne sfuggono complicazioni intellettuali, avviate verso le semplificazioni, le astrologie dei mistici del Tutto, le formalizzazioni dei “razionali”, i surrogati religiosi, l'irrazional-spirituale, a misura e modellamento maschile.
Molte si accorgono a loro spese che l'uomo per natura non è un dialogante, nemmeno quello che sembrava e su cui fecero affidamento. Se parla, parla sono per fare bella figura ,sbrigativo, se è in fase di disamore, invita a “venire al sodo”. Non è un affabulatore ,se non in caso di maldestre competizioni, di vita sentimentale. Non sa che per arricchire l'amore bisogna anche saperne parlare, che l'amplesso non è solo una prestazione genitale, che l'immaginario viene attivato solo dalla dimensione amorosa, anche per scoprire inedite erogeneità e per alimentare una necessaria riserva di sogno. Per un gioco sensuale tenero e ironico che oltrepassi il feticismo di tette e chiappe.
Le loro partner affamate di parole se ne accorgeranno. Per accordarsi al sentimento e sesso inteso come totalità dell'eros dovrebbe accedere a quel tanto che è concesso alla sua parte femminile che in tale discorso non viene considerato un tratto tipico di genere, ma neutro perchè indica una serie di qualità relazionali. Intendo quelle dell ' emisfero destro femminile sede dei sogni, favole miti, follia, creatività, sintonia con l'umore dell'altro. Cos'è l'amore se non emozione,bellezza, poesia, gioco,autoironia, humour?
Gli uomini non parlano non affascinano, non irretiscono. Le donne lamentano ancora che mancano di carattere ,vogliono comandare, mancano di fantasia, sono incapaci di corteggiare. Se non peggio, perchè dopo anni di convivenza non poche affermano che il loro uomo si è rivelato inadeguato, puerile e sciocco. Non ha mai raggiunto la maturità psicoaffettiva con una crescita emotiva di espressività e controllo. Ma poi molte si confortano perchè così è l'uomo che rappresenta il maschio. E il fallocentrismo va assecondato e difeso dalle donne per la futura uguaglianza che si fonderà sull'estinzione della femminilità e perchè fa parte della seduttività maschile. Salvo mantenere i soliti stereotipi maschili: la donna per l'uomo sarà sempre vergine o puttana, strega o madonna, massaia e angelo del focolare, macchina riproduttrice di figli, ecc.
Il movimento delle donne si estingue in grottesche deformazioni del maschile o sottomissione ai suoi clichè per rendere loro tributo e ricavarne.
Ma nulla cambierà se l'elemento maschile non si integra con quello femminile per il potere della doppia natura di Uomo e Donna. Jung: “la differenza tra i sessi sta soltanto nella proporzione in cui il maschile e il femminile si combinano.
arsenio is offline  
Vecchio 09-07-2009, 12.42.33   #100
chlobbygarl
Lance Kilkenny
 
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

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si desidera massimamente solo ciò che non si ha, si gode del possesso solo esercitandolo come gesto preciso, dunque diversificandolo dall'abitudine consueta, dalla posizione reciproca fin lì raggiunta nel rapporto, dall'ethos tessuto e condiviso.Una 'rottura' dell'ethos facilita il pathos che a sua volta avvicina l'eros....rompere, ridiscutere, rivoluzionare l'ethos è però un patto col diavolo che può portare parimenti alla morte di quel rapporto, di quella tensione.Questo grossolano modello indica abbastanza bene la strada obbligata per un rapporto : la dinamicità, la evolutività, la capacità di ricorrere al logos più astratto per ricreare il proprio particolare ethos e ri-cadere preda di eros passando per pathos!
Questo mi sembra interessante ma non lo colgo del tutto, quando hai voglia se me lo spieghi meglio

Neve....il paradosso di quanto chiamiamo 'amore' è che il possesso, sua componente essenziale, è massimamente percepibile quanto più breve è il tempo in cui viene esercitato e quanto maggiore è la distanza (non necessariamente fisica) che deve coprire per espletarsi.Su queste basi si può serenamente affermare che un rapporto tra due persone, classicamente inteso, sia costituzionalmente il carnefice fisiologico di 'amore'.Come uscire allora da questo impasse?Evitando proprio quanto spesso auspicato, vale a dire la costruzione di un terreno condiviso di esperienze e di vissuti che totalizzi le due essenze in gioco : è quello che avviene quando si dice che alla lunga i due della coppia finiscono per assomigliarsi.Si assomigliano essendosi persi ognuno nell'altro ritengono, in realtà si è perso sia l'uno sia l'altro, rimasta un' entità senza identità possibile che poi si dissolve lasciando ovvi traumi (il 'mi ero persa/o ho dovuto ritrovarmi' presente alla fine di molti rapporti non è come sembra una metafora esplicativa del dolore ma una verità effettuale, "fisica", pronunciata inconsapevolmente).L'ethos condiviso nella, dalla coppia, più è fisso e strutturato più stabilizza la coppia a discapito dell' "amore".Ridiscuterlo continuamente, certo non per il piacere di farlo in sè, è un rischio da correre se si vuole un rapporto emozionalmente soddisfacente.
Ma ridiscuterlo significa intanto prendere atto senza omettersi nulla della evoluzione del partner, del suo spostamento naturale lungo l'orbita dell'esistenza, senza averne paura e accettandone le possibili conseguenze.
Che prendono il nome sintetico di pathos.E il pathos affrontato con coraggio e lealtà ricrea spesso le condizioni in cui l'eros esiste naturalmente.In sostanza e a mio avviso un rapporto è soltanto la presenza contemporanea di due essenze precise e distinte che tali devono rimanere, mai la loro somma.
chlobbygarl is offline  

 



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