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27-07-2009, 12.07.39 | #103 | |
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Citazione:
http://www.corriere.it/editoriali/al...4f02aabc.shtml >>Il segreto dell’amore eterno? Quel continuo perdersi e ritrovarsi Il segreto è la continua ricerca del mistero dell’altro Ho studiato a lungo l’innamoramento, il processo in cui rapidamente siamo affascinati da una persona, pensiamo solo a lei, la desideriamo disperatamente, non possiamo farne a meno e vogliamo vivere insieme per sempre. E ho approfondito soprattutto il processo di fusione, in cui gli innamorati cercano una unione totale del corpo e dello spirito. Si raccontano e rivivono insieme le proprie vite, sciolgono i legami amorosi di un tempo, si identificano e si plasmano l’uno sull’altro fino a provare gli stessi sentimenti, a desiderare le stesse cose, a costruire un comune progetto di vita. La fusione spiega la forza della passione amorosa nel periodo dell’innamoramento. Ma non spiega perché la passione, il continuo bisogno dell’altro e il desiderio erotico in certi casi possano durare anni e anni e addirittura crescere. Nei romanzi e nei film, il desiderio dura perché c’è un ostacolo, un impedimento, un nemico, un rivale che impedisce la sua realizzazione. Quando cioè il processo di fusione viene rallentato o impedito da fattori esterni. Quando questi cessano di agire i due finalmente si amano e la storia finisce. Di essi si dice solo che «vissero felici e contenti». Nella realtà di solito resta un amore intenso ma in cui lentamente l’erotismo si attenua finché non prevalgono la tenerezza e l’affetto. Però ci sono anche dei casi in cui invece la passione amorosa ed erotica continua con la forza delle origini. Quando avviene? Quando i due innamorati, pur amandosi appassionatamente, ricreano in se stessi la distanza e il desiderio. E come possono farlo? Quando riscoprono continuamente la loro incolmabile diversità, per cui, anche se si raccontano tutto, sentono che le loro esperienze restano inaccessibili. Perfino quando sono eroticamente uniti, fusi, sono consapevoli di non sapere cosa prova veramente l’amato. Il grande amore che dura è perciò una continua ricerca e una continua scoperta del mistero dell’altro. L’amato è infinitamente vicino eppure, di colpo, anche infinitamente lontano. Allora rinasce il desiderio. L’amore è costituito strutturalmente tanto dalla distanza e dalla mancanza come dalla ricerca e dal ritrovamento. L’amore che dura non è uno stato, ma un succedersi di oscurità e di luci incantevoli. È un continuo perdersi e un meraviglioso ritrovarsi nuovi. È come un cuore che pulsa: un susseguirsi del vuoto — la diastole, e del pieno — la sistole. Non è statico, è fatto di onde, come il mare, come la luce.>> Quindi, direi che potremmo cassare senza appello ulteriore la concezione tipicamente femminile di un sentimento di relazione a due che non conosca oscillazioni, che non necessiti di distanza non proprio fisica, che non consideri la fusione dei due sè come una fase acmeica da pagare prima o poi al prezzo del perdersi e solo dell'eventuale ritrovarsi (a quel punto, del tutto legittimamente, molte/i si perdono e basta...). Domanda : capito questo, quante energie usualmente mal direzionate rimarrebbero ad una donna, da utilizzare per fare altro? Obiezione possibile : ma cosi è come se tu dicessi che l'amore non può finire, e finiremmo dal sarcasmo circa la kostante mistica alberoniana alla brace dell'affermare l'eternità di amore...... risp. : l'amore, tolto l'innamoramento iniziale, altro non è che un legame ulteriormente scomponibile di sentimenti varii, intensi e pervasivi quali un affetto profondo, una stima ontologica, un eros non di rado consunto ma anche lucido nel senso di levigato, automatico, sicuro e solido, a seconda della fase attraversata e/o dell'ottica di osservazione adottata. Due persone decidono o meno di continuare sulla base della loro capacità di portare avanti una relazione fatta di queste cose, dove cioè le medesime non siano sovrascritte da altre che spingano in direzione contraria.Dunque una relazione come altre, che può continuare per la vita come no a seconda di parametri del tutto concreti e alla quale i caratteri di maggiore intimità presunta e più o meno tale non conferiscono status particolare rispetto all'amicizia. Due persone si lasciano quando anche ad innamoramento finito da un lustro il ricordo dell'amore dato non viene più custodito gelosamente come un valore. |
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02-08-2009, 11.56.08 | #107 | |
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Riferimento: Sognando il 'grande giorno'
Citazione:
Il raggiungimento della meta dipende essenzialmente dalla consapevolezza di ciò che si vuole. Quando l'obiettivo è chiaro, e si è tenaci, lo si raggiunge. Il vero problema, sempre più spesso, è la poca chiarezza di obiettivi. Te lo dico, perché lo vivo sulla mia pelle. E' una sorta di bombardamento continuo proveniente da mille direzioni. Stai ad un bivio, trivio, quadrivio... o meglio dal tuo centro partono infinite strade e vorresti percorrerle tutte in un'unica vita. Tutto questo genera stallo, o peggio, avanzamento per poi dover tornare indietro. Cambiamento di strada. Tentativo di percorrere due strade tra loro incompatibili. Sempre sul Corriere on line, pochi giorni fa. Una famosa avvocatessa inglese si toglie la vita buttandosi nel Tamigi. Depressione post partum? Dopo l'arrivo del terzo figlio pare avesse preso coscienza dell'impossibilità di essere una buona madre e un avvocato ai massimi livelli. E così ha deciso di essere nessuna delle due cose. Chi apparentemente ha molto può non avere niente, chi non ha niente può avere in realtà molto. Molto difficile restare salde e tapparsi le orecchie per non sentire i "canti delle sirene". Osservando il movimento del mare ed i surfisti contemplavo la seguente frase 'rimango in equilibrio nel mare in tempesta'... Piccola parentesi assertiva: Io sono donna, mi sposerò e avrò dei figli. Con amore e per amore: di me stessa, del mio compagno, della vita. Altra piccola riflessione al femminile in clima vacanziero. |
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03-08-2009, 11.46.29 | #108 |
farabutta
Data registrazione: 05-02-2008
Messaggi: 327
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
Riflessioni sul "femminile":
Concepire il femminile senza immaginare un confronto con l'altra metà del cielo forse non si può. Quindi è femminile ciò che non è maschile e viceversa. Rifletto su quali caratteristiche mi appartengano quindi con questa esclusività. Si più o meno sono le solite, ma il problema mi pare lo si sollevi negli ultimi messaggi. Femminilità è la possibilità di una femmina di esprimere la propria differenza di genere qualsiasi essa sia. Peccato che ci si confronti con una società non saprei dire se maschilista (Diciamo voglio immaginare diverse le caratteristiche di genere maschili)ma fortemente improntate su un mito rozzo del maschio predatore di femmine e risorse. Nulla di nuovo lo so, questo vezzo economicamente vincente pare esserlo ormai anche politicamente. Politica ed economia le sorelle pragmatiche che si confrontano con la "Realtà" di tutte le discipline filosofiche s'influenzano a vicenda e a volte si corrompono. Credo che come essere umano ho diritto a voler esprimere la mia differenza di genere senza che essa rappresenti un gap.L'economia rappresenta sicuramente la sorella cinica con questo sistema economico. Trovo quindi la politica l'unica possibilità che Noi donne abbiamo di rendere la Nostra femminilità un'alternativa o offerta dignitosa che renderà dignitoso anche al vero uomo un confronto finalmente non attraverso sterili stereotipi. |
03-08-2009, 19.25.09 | #109 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
La natura non dà pari oppurtunità.
Il maschio è più forte muscolarmente in genere, è più forte economicamente in genere perché anche l'economia non dà pari opportunità e ne ha dato ancor meno in passato, il capitale è stato acquisito con la forza e con la forza delle leggi, il maschio era ed è più forte culturalmente in genere, perchè la cultura era ed è strettamente collegata all'economia, in sintesi era ed è più forte politicamente. Lo stato di questa supremazia ha visto una evoluzione naturale ed una evoluzione culturale. L'evoluzione naturale è che il maschio è sempre meno maschio e la femmina è sempre meno femmina: i poli si sono avvicinati considerevolmente e la tendenza va in questa direzione. L'evoluzione culturale, per le lotte, per l'evoluzione della coscienza morale, per la consapevolezza delle persone è ancora più evidente e la tendenza va nella stessa direzione. Direi che è un tema ed un problema superato in sè e per sè, anche se vi sono ostacoli pratici da superare. Se si ritorna alla natura le riflessioni sono innumerevoli ma sono ormai scontate ed anche un poco folkloristiche. Le femmine ed i maschi possono riconoscersi come persone, ed abitare un luogo intellettuale dove le differenze sono riconosciute e accettate e sono ovvie e piacevoli e lasciare maschilismo e femminismo ai ritardari. Queste posizioni fanatiche sono sconfitte anche dal ridicolo. |
04-08-2009, 12.22.12 | #110 | |||||||
farabutta
Data registrazione: 05-02-2008
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"
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