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03-01-2009, 16.00.46 | #3 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
Strawson è citato per il suo concetto di verità pragmatica e performativa e quanto citato pur essendo assai sintetico rappresenta il suo pensiero.
La metafisica non è in questione anche perchè Strawson che era docente di metafisica ha operato un "riconducimento della metafisica dal cielo alla terra" ma reputa la metafisica una filosofia perenne. Non è, tuttavia, su Strawson che intendevo focalizzare il topic (anche se Strawson è molto interessante come tutti quelli capaci di demitizzare con efficacia: ha messo sotto il vaglio il principio di non contraddizione che gli è parso niente affatto indiscutibile ...così come ha fatto in altro modo Adorno ). "Segno dei tempi" perchè spero in un contributo che veda, nel corso della storia del pensiero, il dissolversi dei fondamenti sui quali hanno riposato per secoli le certezze di verità e "segno dei tempi" per invitare a delineare possibili scenari futuri. Non in chiave negativa, anche se gli aspetti negativi non mancano e non mancheranno come sempre, ma in positivo evidenziando gli aspetti di progresso e di rinascenza. Dal principio di autorità si è fatta un bel pezzo di strada o perlomeno un pezzetto. (Con relativismo, mi riferisco ad una concezione filosofica che non ammetta verità assolute nel campo della conoscenza o principi immutabili in sede morale.) Secondo me uno degli esiti sarà un salutare pragmatismo, lontano dal museo della scienza e della filosofia. Ciao a tutti Ultima modifica di Giorgiosan : 04-01-2009 alle ore 15.26.43. |
04-01-2009, 09.31.40 | #4 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
L'impostazione storica è divenuta fondamentale, occorre ribadirlo.
Così scrive Feyerband nel suo "Dialogo sul metodo": "...ho imparato molto da Kuhn. Fu lui, insieme a Carl Friedrich von Weiszacher, a convincermi che bisogna avvicinarsi alla scienza, alle arti ecc. ecc., storicamente, ripercorrendo la storia della loro vita, e non logicamente, cioè cercando di catturare qualche struttura permanente " (P.K. Feyerband, Dialogo sul metodo, Laterza, Bari 1989, pag. 142) |
04-01-2009, 11.54.29 | #5 |
Moderatore
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Riferimento: Verità... inutile
La verita' e' un termine dal cui uso non ci si puo' esimere sia in religione,sia in filosofia sia nella scienza, e questo perche' questi tre ambiti del sapere umano sono essi stessi fondati graniticamente sopra questo termine; mentre la verita' religiosa procede, per cosi' dire, dalla rivelazione o dalla credenza verso un' autorita' divina , i greci credettero di poter inseguire un certo tipo di verita' che si potesse sostenere da sola, che potesse ,cioe', reggersi e camminare con le proprie gambe,o ,meglio, con le gambe della logica, la chiamarono episteme ( “star su” da sola), da cui in latino “scientia”; “episteme” fu quindi messa al centro della ricerca della “ filein sofia” fin dall'antichita'.
Giunti ai nostri giorni, pero', la filosofia stessa si e' accorta che la verita' di un sistema logico e' insostenibile dal suo interno, per quanto quel sistema possa essere logicamente potente, ci sono verita' che la logica non riesce a dimostrare...nemmeno partendo da degli assiomi indimostrabili per definizione; e' come se un campione di sollevamento pesi volesse sollevare tutto se' stesso da terra con il solo aiuto delle proprie braccia, potra' certamente sollevare centinaia di kg in una volta sola, ma i 100 kg del proprio corpo non li muovera' di un solo mm da terra. Non stupiamoci ,quindi, che la verita' sia stata , ed e', al centro di ogni ricerca del sapere umano, non scandalizziamoci se essa e' pure talvolta citata un po' a sproposito, e' la sola cosa che puo' dar senso al bisogno umano di avere delle risposte che non siano ulteriori domande. Saluti |
05-01-2009, 17.35.36 | #6 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
Vorrei precisare la mia posizione:
non che io abbia approvato intellettualmente il relativismo culturale ...ma ormai la frittata è fatta e non si torna indietro. Prendere dunque dal relativismo quello che ci può dare per fare un passo avanti. |
06-01-2009, 09.36.00 | #7 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
Sono d’accordo con il pensiero di And1972rea, con questa ulteriore precisazione: che il concetto di verità può reggersi anche se non abbiamo possibilità di soddisfarlo cioè di convincerci che questa o quest’altra cosa sia vera. Direi di più: che verità assoluta c’è solo se non c’è, e che questa logica paradossale sia la sola imbattibile. Infatti, tutte le altre formule (perfino il famoso principio di contraddizione) non sono assolutamente logiche, perché il dubbio è una serpe riottosa, e basta un guizzo a distruggere qualsiasi logica; ma non quella che si può chiamare “logica dell’assoluto”, cioè l’affermazione che una verità assoluta c’è e non può non esserci in quanto essa non è risolvibile in alcuna formula, o meglio le può accogliere tutte, perfino l’affermazione che tutto questo è un non-senso e una verità assoluta non c’è….e come puoi smontare una logica che afferma la verità mentre la distrugge? Però questo significa che per quanto io mi sforzi non arriverò mai a raggiungerla e mi devo accontentare di cercarla mettendo nel conto una delusione infinita, o forse qualcosa che può apparire come una spada di fuoco, ma che non è un limite imposto dalla religione, dalla scienza o dalla filosofia, ma dalla verità stessa. Che in tal modo, anche nel nostro tempo di incertezze e di pensiero debole, ci lascia la possibilità e quasi il dovere di avere un pensiero forte anzi fortissimo: quello appunto che afferma che una verità assoluta c’è anche se non la troviamo e non la troveremo mai.
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06-01-2009, 11.14.29 | #8 |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Verità... inutile
La verità se è tale,non ha campi in cui suddividersi o relativizzarsi (sia esso spirituale come scientifico..)
Non sarebbe opinabile,ma solo constatabile per quel che è. La verità è “Ciò che è” :dunque non può che essere assoluta ,e tutto ciò che si può contraddire non è più verità ,ma opinione,come ormai lo è qualsiasi dibattito in filosofia,ed è credo che ciò intendesse constatare e dire Giorgio. |
06-01-2009, 18.40.57 | #9 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
Alcuni momenti della genesi del relativismo…secondo me.
Lo dobbiamo anche a Kant e all’influenza che ha avuto il suo pensiero se si è sbriciolata l’ idea di verità: possiamo conoscere soltanto il fenomeno, l’oggettività è noumeno. Il noumeno non si conosce né si può conoscere quindi la ragione che voglia indagare sulla verità,sull’oggettività, sulla realtà non fenomenica è una ragione impotente e inutile. Un passaggio importante è stato quello caratterizzato dalla guerra anti-metafisica combattuta con l’intenzione di colpire le teologie che con la metafisica avevano costruito edifici teologici troppo pretenziosi e la religione. Nella foga ideologica si è tentato di demolire tutto ma la metafisica è sempre presente anche nel discorso anti-metafisico. (Solo chi non sa cosa sia può pensare che sia un modo di filosofare eliminabile.) Un altro aspetto del percorso verso l’inutilità dell’uso della parola verità si è avuta con la denuncia dell’etnocentrismo, che rivelava sì una concezione di parte, troppo di parte, ma l’anti-etnocentrismo nel suo furore ideologico dichiarava che ogni cultura, sia pure una cultura che elimina i vecchi non produttivi o sopprime i nati femmina, aveva una sua legittimazione. Dunque ognuno è legittimato culturalmente ad avere una propria cultura personale, autoreferenziale ed autonoma e lo stesso dicasi per la morale. C’era una espressione molto di moda per denigrare chiunque avesse pretese di affermare una qualche verità: “Cosa credi di avere la verità in tasca ? “ E tanto bastava per delegittimare chiunque fosse dicitore di una qualche verità. Per Noor. La mia intenzione sarebbe intravvedere, però, cosa c'è oltre. Ultima modifica di Giorgiosan : 07-01-2009 alle ore 13.05.23. |
08-01-2009, 09.23.04 | #10 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
La cultura relativista, che segna il tempo in cui viviamo, ha lasciato, positivamente, una impronta di umiltà.
I convincimenti politici, quelli religiosi, quelli culturali sono stati investiti da una disillusione critica diffusa anche a livello popolare. Non si può più fare il rinvio ad una ideologia ed ai suoi dogmi come se ci si riferisse ad una verità indiscutibile, e lo stesso vale per la religione, per la scienza e per la cultura in generale. Per non cercare una genesi che ripercorra tutta la storia umana, si può fare riferimento all’illuminismo come momento culturale decisivo e alla demitizzazione come fase destruens di quella rinascenza. L’analisi può essere fatta usando altre categorie culturali ma la sostanza non cambia. Vero, oggi, può essere considerato ciò che dà luogo a conseguenze pratiche soddisfacenti, relativamente alle esigenze vitali ed esistenziali più profonde degli individui? A me sembra di sì. Ciao |