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23-01-2009, 01.07.36 | #22 | |||||||
Moderatore
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Riferimento: Verità... inutile
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2) rimane immutato e 3 anche. Il senso quindi è: visto che tutti, secondo te, sono legittimati culturamente ad agire in un certo modo e visto che di conseguenza non si possono criticare queste scelte, per te si poteva sostenere la legittimita morale (e non giuridica) della posizione 1) e della posizione 2)? Inoltre, 1) e 2) hanno la stessa legittimità con 3)? Sono cioè equivalenti sul piano morale oppure differiscono? Se differicono, come sembra che tu ammetta con: Citazione:
Koli |
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23-01-2009, 01.28.00 | #23 | ||||||
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
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Precisazioni...
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Bello rispondere così... Saluti |
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23-01-2009, 17.42.13 | #24 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
Ho scritto:
...si deve seguire la propria coscienza anche quando questa sia erronea. Mi hai risposto: Citazione:
La coscienza è la norma ultima dell'agire morale. Il giudizio della coscienza è: questa azione è ingiusta o questa azione è giusta. La coscienza dà quel giudizio dopo aver sintetizzato la conoscenza personale che viene polarizzata su bene o male . (coscienza è una forma contratta di conoscenza) . Anche quando sia erronea lo si dice dal punto di vista di una coscienza divina o da altro assoluto, quale che sia. Alcune considerazioni per chiarire cosa intendo: Come fenomeno vitale anche la coscienza ha una nascita ed una evoluzione. E evidente che la coscienza di un bambino sia diversa da quella di un adulto e che il bambino abbia una conoscenza morale minore. Non avrà rimorsi se seguirà la coscienza. Si può proporre come vero, si può imporre ad altri nell'attuale clima culturale? Penso che non sia opportuno ma dico che dà luogo a conseguenze pratiche soddisfacenti, relativamente alle esigenze vitali ed esistenziali più profonde Se c'è altro riguardante la coscienza ti pregherei di esporlo subito per poter archiviare e passare agli altri argomenti Essendo il dialogo "atomizzizato" ci vorrà del tempo per rispondere alle due o tre "lenzualate" di obiezioni e di commenti che hai fatto. Dovrai armarti di pazienza Ciao Koli |
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23-01-2009, 21.12.40 | #25 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità... inutile
Giorgiosan
Proprio perchè quei popoli o quelle persone hanno una concezione assolutistica della morale e del diritto e della propria ragione e della propria religione pensano come pensano e agiscono come agiscono Koli Questo punto non mi è chiaro. Lo potresti rispiegare? Giorgiosan La morale riguarda solo l'individuo e la sua coscienza, se si pretende di giudicare la moralità di un atto compiuto da un altro col criterio della propria allora si ritiene che quella coscienza morale sia un assoluto. E non si può fare a meno di identificarla con la legge. -------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------- Koli Il piano giuridico lo possiamo tralasciare perchè, non è problematico, per quello che stiamo trattando, la legitttimità di un atto in ambito giuridico. Tutti gli atti che saranno previsti dalla legge sono semplicemente leggitimati. Può quindi essere legittimo tutto quello che decidiamo che lo sia. Giorgiosan Considerare il diritto non mi pare superfluo per le conseguenze che ha nell'esistenza umana. Il diritto mi sembra una categoria pregnante. I vari e differenti diritti "operativi" non suggeriscono un atteggiamento relativista? -------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------- Koli Vero che ognuno giudica (e agisce) secondo coscienza districandosi fra ciò che considera bene e male ma questo non vuol che egli è immune da una valutazione esterna che si propone di mostrare che la sua credenza è discutibile se non errata o comunque non giusta. Se decido di rubare e truffare la gente, agiro pur sempre secondo la mia coscienza; questo mio agire tuttavia, non può precludere la strada per criticarmi, a chi lo volgia fare. Ed è a questo a cui la tua posizione va incontro se accetti un relativismo radicale, se fai cioè fuori il concetto di verità o qualunque altro concetto che possa permetterci di distinguere, valutare e criticare le credenze altrui. Giorgiosan Quando uno agisce secondo coscienza non può fare meglio dal punto di vista morale. Chiunque potrà criticare quell'atto e la legge potrà punirlo ma dal punto di vista morale non significa nulla. Chi affermasse di aver agito secondo coscienza,mentendo, non può impedire il rimorso o il rimprovero morale da parte della propria coscienza. Posso o non posso accettare il comportamento di un altro ma non posso "entrare" nella sua coscienza e "vedere" se l'atto che ha compiuto è secondo coscienza. Ciao Koli Ultima modifica di Giorgiosan : 23-01-2009 alle ore 22.09.06. |
23-01-2009, 23.03.16 | #26 | ||||||||||||||||
Moderatore
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Riferimento: Verità... inutile
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Non bisogna incorrere nel relativismo concettuale che sotiene che qualcosa è vero solo grazie allo schemo concettuale che usiamo per descriverla. Cosi si esprime (cito Diego Marconi in Relativismo e filosofia pag. 66) Heidegger: Prima ancora che l'esserci in qualche modo fosse e dopo che l'esserci non sarà assolutamente più, nessuna verità era, né alcuna sarà Citazione:
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Io non ho sostenuto che una norma non vada argomentata. Comunque stai dicendo anche che sei disposto ad opporre la tua credenza anche con la forza se ritieni la credenza del tuo interlocutore come svilente. Imporresti quindi qualcosa con la forza? Questo lascia poco spazio all'argomentazione verbale che, subito dopo dici di voler sostenere. Comunque, questo di per sè non mi scandalizza perchè, come ho già detto, imporre qualcosa non è sempre un atto esecrabile. Citazione:
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P.S.Mi riesce difficile rispondere a messaggi lunghi quindi ti volevo chiedere se puoi essere un po' più sintetico. Dico questo senza volere incoraggiare post non argomentati che, come sapete, non sono ben visti. Ciao, Koli |
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24-01-2009, 07.46.47 | #27 | |||||
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Ciò naturalmente non porta a sostenere che la Terra non fosse sferica prima che gli uomini non la considerassero tale, ma significa che la percezione di quegli uomini era differente da quella odierna. C'è un esempio di un filosofo, non ricordo chi, che analizza il modo di percepire il sole ed i suoi movimenti da parte nostra e da parte di uomini che credevano nella teoria geocentrica. Semplicemente “vedevano” due cose differenti; dove noi oggi vediamo conigli, loro vedevano oche, per riprendere uno di quei famosi disegni della Gestalt in cui a seconda di come ci poniamo vediamo una cosa o l'altra. Dunque sostenere: Citazione:
Renderci conto di questo porta responsabilità, in quanto noi e solo noi siamo la radice delle nostre credenze ed anche quelle che riteniamo "intuitive" vanno ripensate e rinnovate ad ogni nostra azione, poiché non dogmaticamente le potremmo rivedere, precisare, adattare al contesto e a chi abbiamo davanti. Citazione:
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Infatti su alcune questioni, quelle che di base riguardano la vita delle persone, è difficile non concordare ed è semplice, come detto, argomentare a favore di ciò verso persone o gruppi che non ritengono un valore fondamentale la vita e la dignità altrui (quella delle persone non appartenenti al proprio gruppo). Se esistono, ed esistono purtroppo, il mio giudizio non può che essere negativo, come ho scritto in precedenza. |
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24-01-2009, 07.55.06 | #28 | |||||
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Riferimento: Verità... inutile
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Nonostante io e te, a causa dei nostri differenti valori e credenze, consideriamo queste affermazioni frutto di una mentalità paternalistica e maschilista, vorresti arrivare e dire: “ah, ma io intuisco diversamente”? E chi sei tu in confronto a Dio? Non serve a nulla, non è dialogo, penso tu lo possa capire. Molte donne musulmane, soprattutto cresciute in paesi moderati o che crescono qui da noi, lo vedono da sole, da loro stesse scaturisce la decisione di fare diversamente. L'Islam non è solo quello arabo e non è un monolite, ci sono tante scuole interpretative e quello che dovremo fare noi è non mettere tutti in un gran calderone, ma favorire il dialogo con quelle moderate, poiché è solo da dinamiche interne alla loro cultura che può verificarsi un cambiamento. Non dimentichiamoci che anche da noi la chiesa cattolica fino a non molto tempo fa si comportava allo stesso identico modo delle correnti islamiche più ortodosse e violente. Il maschilismo è problema comune a quasi tutte le culture umane che si sono succedute nel corso della storia; non limitiamolo per pregiudizi a singole culture, poiché è ben presente anche da noi, anche se "le donne le facciamo guidare ed addirittura votare". Citazione:
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Il mio è solo un discorso riguardante le modalità più utili di dialogo e confronto con culture differenti affinché non vi sia lo scontro che tutti paventano, ma al quale pochi si oppongono. E' la strada più semplice e seducente quella dell'imposizione e dello scontro. Non ci si può rapportare come fanno il Papa e molti nostri politici. Abbiamo millenni di filosofia alle spalle e ce l'hanno pure tutti gli altri, anche più di noi; non buttiamola 'a mmare, ritenendoci i detentori delle verità assolute. Ciao. |
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24-01-2009, 08.44.23 | #29 | |
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P.s.
Precisando ancora sulla questione delle donne islamiche. L'uomo, come detto, è ciò che è in relazione all'ambiente e al tempo in cui nasce. Se imponessi ad una donna islamica cresciuta in un certo modo ortodosso di comportarsi come una occidentale, si sentirebbe inizialmente frustrata e non rispettata e farebbe di tutto per ritornare alla situazione precedente. Percepirebbe se stessa contro la sua morale, la sua coscienza.
Se invece, in virtù di ciò in cui credo (ovvero che differenze -artificiali- tra le persone portano sempre conflitti in se stessi e nella società), le mostrassi dialogando che esistono più modi di compiacere Dio, poiché le interpretazioni del Corano sono molteplici ed inoltre sono “storiche”, poiché in raffigurazioni di secoli fa le donne erano ritratte senza velo, ad esempio, beh allora potrei almeno sperare di insinuare il dubbio che la parola del profeta può voler dire più cose, poiché contestuali al tempo in cui scritte ed interpretate. Se poi continua a pensare “E' dio che vuole così, non c'entra nulla l'uomo”, posso solo sperare che sui passi dove sta scritto di uccidere gli infedeli, continuino a prevalere le interpretazioni islamiche moderate che contestualizzano quelle frasi, così come avvenuto (nel tempo e dopo tanti genocidi) con simili passi biblici. Vorrei inoltre evidenziare queste parole di Giorgiosan: Citazione:
Un passo che mi è sempre stato d'ispirazione. Domanda di un giudice a Gandhi: «Per quanto onestamente un uomo possa procedere nella ricerca della verità, la sua nozione di verità può essere differente dalla nozione di altri. A chi spetta, dunque, il compito di definire la verità?» Gandhi: «Tale compito spetta all'individuo stesso» Ciao. |
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24-01-2009, 15.44.18 | #30 | |
Ospite abituale
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Riferimento: P.s.
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Si caro Nexus6, Gandhi aveva ragione;Il compito di definire la VERITA' spetta all'individuo stesso,e riuscirà ad avvicinarcisi colui che rapportando la sua ricerca a quella di tutti gli altri, riuscirà ad individuare e far condividere il sentiero meno arduo che fà avvicinare alla meta desiderata e condivisa da tutto il genere umano,cioè La Felicità, Beatitudine,il paradiso, godibile su questa terra. Istituendo una esistenza umana fondata sull'Amore reciproco. Sradicando quel gene della violenza che è entrato ad occupare la mente umana già da qualche millennio,in un certo sfortunato momento della sua evoluzione. Un amichevole saluto espert37 |
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