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27-12-2008, 16.40.31 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Sui fondamenti della scienza
Sì, Nexus6, io ho tratto lo spunto dalle scienze dell’uomo, ma credo che neanche le scienze della natura resistano a questa critica. Perché se è vero che nel momento che il neurone di uno scienziato è soltanto neurone e non un pensiero, il pensiero però è già balzato fuori di esso, magari invadendo un intero cosmo: E – giacché siamo passati dalla piccola alla grande storia - possiamo riconoscere che ciò che diciamo incide sul meccanismo e il senso stesso dell’evoluzione, mentre le scienze si allargano, come per un irreprimibile bisogno di totalità, un assillo olistico che le spinge oltre di esse, quasi a cercare una giustificazione mentre manca loro sempre qualcosa, a livello di metodo o forse di logica. E se anche gli scienziati si giustificano affermando di essere istituzionalmente condizionati dalla relatività delle teorie e di non avere una cattiva logica o una cattiva coscienza, è però tassativo che nessuno si muoverebbe se non fosse convinto che una verità assoluta esiste e che nel momento che gridano “Eureka!” la verità è proprio quella - mentre la verità, anzi l’assoluta verità certamente esiste proprio perché non arriviamo a conoscerla perché, se la conoscessimo, diverrebbe subito relativa.
Allora, tanto per non eludere l’argomento, accettiamo di buon grado la posizione degli scienziati quando aspirano a raggiungere la verità, e accettiamoli quando l’hanno trovata perché in quello stesso momento l’hanno perduta, mentre la filosofia può forse insegnare qualcosa visto che continua ad esistere anche se i filosofi….beh, è meglio non indagare, perché forse (forse) anche loro pretendono di conoscere la verità quando, come ho detto, la verità, anzi la verità assoluta esiste proprio perché non la trovano, visto che se la trovassero diverrebbe una verità relativa. Il guaio è che se abbiamo iniziato rifiutando espressamente di coinvolgere nell’argomento il problema fede, tutto questo discorso sembra assomigliare a una parabola religiosa: basta sostituire al termine verità il termine Dio…Ebbene, si potrebbe rispondere, è proprio il contrario di quello che credi, cioè sono le religioni che falsano la verità, chiamando Dio quello che fin dal big-bang è solo la verità. Ma chi vuole entrare nel labirinto delle religioni, non sapendo che paradiso o che mostro lo attende? |
27-12-2008, 23.37.55 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
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Riferimento: Sui fondamenti della scienza
Citazione:
Il punto è che il soggetto non è sempre l'uomo, ma si postula che senza l'esperienza dell'uomo non si può fare scienza. Risposta alla domanda (_?_): No!Non dobbiamo immaginarceli separati, l'uomo e la sua realtà sono una cosa unica e irripetibile. L'uomo poi studia altre realtà, quella della formica e quella della balena e in ultima istanza quella del fotone, ma non è la stessa realtà che vive l'uomo. L'uomo intende studiare le leggi generali che riguardano le formiche, le balene, i fotoni e lui stesso, ma le realtà sono differenti. Non basta studiare le leggi generali per comprendere le realtà differenti. Infatti non sappiamo quale sia la realtà della balena o della formica (o cosa provano loro, nessuno li ha mai portati su un lettino dallo psicanalista) e ancora meno quella del fotone. Infatti siamo disposti a dire che il fotone non ne abbia nemmeno una... quindi la scienza non studia la "Realtà" con la R maiuscola... quella dovrebbe essere materia della metafisica...o materia filosofica. |
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28-12-2008, 01.16.13 | #10 | |
Moderatore
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Riferimento: Sui fondamenti della scienza
Citazione:
Saluti |
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