ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
05-01-2009, 16.44.23 | #42 | ||
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
|
realtà
Citazione:
Citazione:
Spiegando la realtà noi viviamo realtà sempre più vaste. |
||
05-01-2009, 17.56.23 | #43 |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
|
Ulteriori precisazioni...
Il problema sta in come interpretare questa pluralità di mappe che in certo od in molti casi pare si sovrappongono nella spiegazione di dati fenomeni. C'è da domandarsi su quello che sembra essere uno dei presupposti delle mie domande: seppur con gli stessi termini descriviamo gli enti di base di differenti teorie (“spazio”, “tempo”, etc...) possono questi termini essere paragonati tra loro o forse acquistano il loro significato e carattere esplicativo solo all'interno di una certa teoria e sarebbero come si dice “non commensurabili” con altre? Un po' come lo stesso concetto di “verità” che può vivere solo all'interno di certe coordinate. Per intenderci, lo spaziotempo descritto da Einstein nella sua Relatività generale può essere veramente paragonabile allo spazio-tempo su cui si basa la teoria della gravitazione newtoniana? (il trattino tra spazio e tempo non è casuale). Ovvero possiamo veramente dire che Einstein descrive “più precisamente”, in modo più accurato, con una mappa più fine i concetti di “spazio” e “tempo”?
Tale questione è dibattuta (e da reminiscenze credo si chiami “varianza o invarianza di significato” e invito Arsenio, se legge, a fornircene un compendio); tendo ad essere, contrariamente a SpiritoLibero, per la varianza di significato ovvero, come abbozzato parlando delle mappe, lo spazio-tempo descritto da Newton non può essere semplicemente paragonato a quello di Einstein. I significati degli stessi termini in realtà variano quando si passa da una teoria all'altra, anche se una vorrebbe incorporare l'altra. Sembra lo faccia, ma è una illusione. Teorie diverse assumono dunque l'aspetto di veri e propri linguaggi differenti: ecco il senso di una mia affermazione precedente sul fatto che in realtà non è propriamente vero che la teoria di Newton si ottiene come limite di quella di Einstein. Se è vero ciò, comunque, non c'è alcuna sovrapposizione, ma non per i motivi addotti da SpiritoLibero, ma perchè non può esservi vero paragone tra le due teorie. Ed allora Newton ha pari dignità scientifica nella descrizione dello spazio e del tempo? Ciò implica un confronto e sembra semplice, ma non lo è, poiché a monte si dovrebbe porre l'ulteriore questione: cosa è lo spazio ed il tempo svincolati dalle teorie che ne danno descrizione e/o li assumono come postulati? Per rispondere a questa domanda non avremmo forse bisogno di modi di “tradurre” i concetti di una teoria in un'altra in modo da paragonarli? Forse questo è un aspetto di ciò che intendeva andrea1972 a proposito dei "puntelli". Tutto ciò è ancora un altro problema epistemologico... ora lo sottolineo per non dare proprio l'impressione di star ragionando sull'aria fritta. Se invece si assume, come sembra io abbia fatto per parte della discussione mostrando un atteggiamento ambivalente, che entrambi realisticamente descrivano lo “spazio” ed il “tempo” allora alla questione è facile rispondere e lo fa SpiritoLibero: dato che la teoria di Newton è stata falsificata, la descrizione migliore, più accurata ed attualmente accettata è quella di Einstein. Spero di aver mostrato dove sta il punto cruciale: se si ha un'immagine della scienza a-storica, che guarda con sospetto alla filosofia, che sia razionale e lineare, con un rigido metodo che la guida, la risposta di SpiritoLibero è quella che sembra essere corretta, nonostante continui, secondo me, a pensare inconsciamente, visto il suo “realismo”, che Newton continui a disturbare, a “interferire” in un comune campo con Einstein (questo gli ho chiesto nei miei post precedenti). Se invece a tale immagine statica, si sostituisce un'immagine della scienza, a mio parere beninteso, più profonda ovvero realistica del procedere storico della scienza, allora zampillano tante questioni che i “razionalisti” non si pongono od a cui rispondono più facilmente, sembra, ma solo poiché stanno più in superficie. Ed allora ciò che inconsciamente si pensa viene alla luce: che ruolo dobbiamo assegnare alle “vecchie” teorie in confronto alle nuove? Come confrontarle? Si può veramente farlo? Perché, nel loro ambito di applicazione, funzionano dignitosamente bene, visto frutto di concezioni che ora riteniamo “errate” o meglio profondamente differenti da quelle attuali? Facendo un po' il critico di me stesso, la mia domanda, in fondo, sembra essere puramente metafisica: assunta questa seconda immagine della scienza, ma assunto anch'io un inconscio realismo per spiegare l'efficacia predittiva, alla fin fine a cosa si riferisce la scienza? Cos'è la conoscenza scientifica? Poiché è chiaro, Andrea1972, che le mappe non sono il territorio (o come diceva Bohr che la fisica non riguarda come è fatta la natura, ma ciò che possiamo dire su di essa), ma è pure chiaro che la storia della scienza ci insegna non solo che è un'impresa non-lineare e molto tumultuosa, ma anche che esista un territorio, un mondo là fuori o qui dentro che si lascia descrivere, sembra, in modo sempre più ampio. Forse non è proprio così, come mostrano molti epistemologi; ma questa forma di ingenuità ancora non mi ha abbandonato. L'inconscio è potente. °°° Probabilmente il vaccino sta nell'osservare che non è affatto straordinario, come affermava Einstein, che il mondo sia intelligibile, poiché non siamo separati da esso, non c'è da una parte un territorio alieno studiato e dall'altra le nostre mappe, questa una delle lezioni (mistiche) della fisica del novecento: sarebbe un po' come meravigliarsi che due fratelli si comprendono! Ed il fatto che questi due fratelli possano parlare con tante lingue differenti ed in mutazione? Beh, questo sembra essere il carattere umano, il carattere della nostra conoscenza del mondo, come vi accediamo insomma. Non un solo concetto di spaziotempo, dunque, ma molteplici e forse pure non paragonabili tra loro, a seconda 1) del nostro sviluppo storico-sociale, 2) di ciò che dobbiamo farci (ovvero delle “richieste” che poniamo in quel momento al mondo) e 3) pure delle personalità di spicco che li hanno creati (e ciò è collegato al punto 1) ). Comunque l'inconscio continua a farsi sentire. Saluti. |
05-01-2009, 19.44.28 | #44 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
|
Riferimento: My ideas...
Citazione:
Saluti |
|
05-01-2009, 22.11.52 | #45 | |||
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
|
Riferimento: My ideas...
Citazione:
Per dirla con Feyerabend ("Contro il metodo", pg. 137, ed. Feltrinelli): “abbiamo scoperto che l'apprendimento non va dall'osservazione alla teoria, ma implica sempre entrambi gli elementi. L'esperienza ha origine assieme ad assunti teorici, non prima di essi ed un'esperienza senza teoria è altrettanto incomprensibile come (si presume sia) una teoria senza esperienza: se si elimina una parte della conoscenza sensibile di un soggetto senziente si avrà una persona completamente disorientata e incapace di eseguire l'azione più semplice.” Citazione:
Citazione:
|
|||
06-01-2009, 01.15.47 | #46 | |||||||||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
|
Riferimento: Sui fondamenti della scienza
Prima di rispondere a Nexus devo una risposta ad Albert che credo abbia male interpretato le mie parole.
Citazione:
Non intendo errata in senso generale, volevo dire meno corretta nel senso che descrive un ambito più limitato rispetto alla RG. Come disse Quine si può considerare la fisica newtoniana un sottoinsieme di quella eisnteiniana. Io stesso più volte ho affermato che la scienza si perfeziona e difficilmente si contraddice, quindi concordo, noi cerchiamo sempre di migliorare le nostre conoscenze. Ora veniamo a NExus. Citazione:
Sto rispondendo alle tue obiezioni, non sto facendo un trattato epistemologico generale ecco perché ne viene fuori una visione superficiale. Citazione:
Partiamo dal fatto che secondo me la scienza non necessita di alcun fondamento, anzi l’idea stessa di fondamento a mio avviso non ha alcun senso poiché prevede la scoperta di qualcosa che abbia valore assoluto e universale. Questo per l’uomo è irraggiungibile ergo è inutile cercare il “fondamento” per l’etica, il “fondamento” per la scienza, il "fondamento" per il nulla. Citazione:
Se non hai affermato questo, ancora, viene meno la premessa dell’intero ragionamento. Poi volevo precisare che non devo ne voglio difendere la scienza (anche perché cosa sia la scienza io lo ignoro), voglio solo esprimere ciò che ritengo corretto. Citazione:
Questa è ancora una semplificazione. Ciò che non è corretto in Newton è il suo concetto di spazio-tempo. Nonostante questo errore di base, poiché per ciò che la teoria vuole descrivere il postulato spazio-temporale di Newton va bene, allora il modello funziona ma, ovviamente, solo dove non è rilevante la differenzazione spazio-temporale. Non è così difficile. Mi sembra che si faccia finta di non capire l’implicazione di tutto questo. Newton ha sbagliato ha ritenere i postulati dei suoi modelli universali e non già applicabili unicamente a determinate velocità, masse e grandezze. Anche lo spazio-tempo einsteiniano, per la cronaca, non è universale cioè applicabile in ogni ambito, se infatti scendiamo sotto la scala di Planck esso non è applicabile, per ora. Citazione:
Viene visto come il miglioramento continuo della descrizione della natura. Citazione:
Non capisco perché fai considerazioni che non sono legittime. a. Siamo in un forum di filosofia ergo le mie devono essere anche affermazioni filosofiche. Non ho mai detto che la filosofia non debba essere esercitata ne che non si possa parlare di scienza in senso filosofico. Ho detto invece che bisogna partire dai dati scientifici per fare della buona filosofia ed è proprio quello che stai facendo tu stesso partendo dalle teorie della fisica. b. Come già disse Popper è la filosofia che deve partire dalla scienza e non viceversa. E affermò altresì che l’epistemologia non deve dire alla scienza come e cosa fare, sarà ben il contrario. Citazione:
O forse sono le conseguenze “filosofiche” quelle che stai descrivendo ? Citazione:
Esatto, questo postulato si è rivelato matematicamente corretto a velocità non relativistiche semplicemente perché le variazioni temporali sono talmente irrilevanti da poter essere totalmente trascurate, mentre si è rivelato errato se le velocità del sistema si avvicinano a ‘c’. Come vedi è sempre chi vuole “l’assoluto” a trovarsi un pugno di mosche in mano, cioè chi dopo Newton (e forse lo fece Newton stesso) affermò: “il tempo è assolutamente assoluto”. Oggi noi sappiamo che non lo è. Potrei dire che la scienza moderna continua a distruggere ogni certezza, ogni universalità. Citazione:
Cosa significa “le cose di base” ? cos’è la base ? capisci che questa domanda non ha nessun senso ? Citazione:
Universale ? Oggi nessuna legge fisica viene ritenuta universale nel senso che vale per ogni ambito ! Planck, Buchi neri e altri ambiti non sono descritti dalle leggi fisiche note. Citazione:
Mi dispiace ma è ciò che dicono i fisici, intendendo ovviamente per “bene” l’ambito di applicazione. Citazione:
Diamine ! Non è vero che descrivono le stesse identiche cose, ma lo vuoi capire ? Saluti Andrea |
|||||||||||||
06-01-2009, 17.39.38 | #47 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
|
Riferimento: realtà
Citazione:
forse....,spiegando la realta', viviamo sogni e sonni sempre piu' profondi rischiando di non svegliarci in tempo...argh...per (indovina) Saluti |
|
06-01-2009, 18.30.24 | #48 | |||||
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
|
Citazione:
E' strano l'atteggiamento che hai nei riguardi della scienza: da un lato la senti molto ancorata alla realtà, non potrebbe essere altrimenti dici, è il miglior modo che abbiamo per conoscere ed orizzontarci nel mondo, le particelle o qualsiasi altro ente hanno una qualche esistenza, poiché le possiamo oggettivamente studiare con la scienza ed addirittura pensare prima della loro scoperta; potrei dire un punto di vista realista? Dall'altro sembri non voler ammettere che uno dei caratteri principali della scienza è la sua pretesa di fare affermazioni generali, in questo senso intendevo “universali”, non che valgono in ogni ambito naturalmente, ma che dalla particolare nostra situazione di esseri senzienti che qui ed ora osservano la realtà più o meno quotidiana, il nostro sguardo si estende al di là dei limiti che ci sono propri nel mondo microscopico e nell'infinitamente grande. E' in effetti con questa fiducia verso la scienza, che è fiducia verso la bontà e la clemenza della natura che parliamo, a volte con troppa certezza secondo me, di atomi, di quarks oppure di ciò che accade su galassie lontane o addirittura dell'universo nel suo insieme, nascita, vita e morte. Il principio di relatività, hai presente? E' questa la potenza della scienza, secondo me, non solo il distruggere false certezze o false universalità, come dici, ma tentare di capire il nostro posto nel mondo; forse questo ci divide: hai un atteggiamento razionale e molto ortodosso e pensi ad una scienza che abbia uno sguardo limitato che si dovrebbe accontentare del "qui ed ora". Io invece penso di avere un atteggiamento meno ortodosso, ma che la conoscenza scientifica, analizzandola, ci possa dire molto su di noi, su chi siamo o almeno farci giungere a quel limite dove la ragione non può più. Nessuna certezza assoluta dunque, non ne esistono per definizione, ma solo ipotesi certo “universali” nel senso suddetto, sul nostro posto nel cosmo. Potrebbero essere illazioni senza fondamento, ma pare che la natura si accordi piuttosto bene con molti dei postulati che ci servono; questa la differenza di base con i dogmi della fede, il riscontro sperimentale ed il fatto che, anche se a fatica proprio per l'umano bisogno di certezze, possano mutare nel corso del tempo, così da capire in modo migliore il nostro posto nel mondo ed esso cambia appresso con le spiegazioni che ne diamo, questo il senso anche di ciò che dice Zenzero, secondo me. Lo fa con i suoi metodi, giusti o no che siano. Gli artisti, i poeti, i filosofi, i teologi, i mistici ed i politici ahinoi, hanno i loro. E' per questo che mi dolgo, il mio cuore e tutto il resto, quando sento nei confronti di questa disciplina frasi apodittiche del tipo “questo è quello che dicono i fisici” mostrando una sorta di situazione in bianco e nero, al massimo scala di grigi, dove sono assenti discussioni, riflessioni, contraddizioni ed anzi dove i colori, le domande ne debbano rimanere fuori. Infatti dici che non ha senso chiedersi come stiano le cose alla base, i fondamenti, ma che non abbia senso è una risposta ed è pure lecito rispondere in modo differente. Per fondamento non intendo la ricerca di qualcosa che abbia valore “assoluto” e “universale”, anche se dovremmo intenderci su questi termini (poiché per esempio la Relatività fa tante affermazioni “assolute”, tanti enti sono assoluti nel senso di indipendenti dai sistemi di riferimento, ogni legge fisica che aspiri ad essere chiamata tale lo dovrebbe essere! La covarianza, hai presente?). Per fondamenti intendo la terra su cui poggiamo i piedi e come ci muoviamo su di essa, lo spazio ed il tempo, dunque. Penso sia lecito interrogarsi su cosa significhi lo spaziotempo in Relatività e cosa invece significhi in Newton e come questi due stiano in relazione e perché, nell'ambito d'applicazione di Newton, in cui non si riesce a differenziare, come dici!, le loro spiegazioni si sovrappongano (come fai dire anche a Quine). Citazione:
Considerare la scienza senza questa pretesa, ne snatura semplicemente il carattere e questo non lo affermo solo io naturalmente, anche se non dico che “è quello che affermano i fisici”. Quest'affermazione, Spirito, o difesa che dir si voglia, non vuol dire nulla, come quelle politiche del tipo “questo è quello che vuole il popolo italiano” etc.; si tratta di semplice demagogia, quando non si hanno altri argomenti per discutere. La teoria di Newton è stata falsificata poiché si è scoperto che il mondo è più grande dell'immagine che ne dà la sua meccanica, così come è più grande di quello che ne danno relatività e quantistica, questo ciò che accade con le teorie scientifiche, ma non per questo affermiamo che relatività e quantistica “hanno sbagliato”, ma solo che ci sono ambiti o fatti, come hai ricordato, che sembrano essere non coperti dalle teorie esistenti. Non trovi assurdo asserire che Newton abbia “sbagliato” perché ha pensato applicabile la sua meccanica ad ogni velocità, visto non poteva sapere dell'esistenza della velocità limite? Era lecita e scientifica la sua pretesa, così come è scientifica la pretesa della relatività e della quantistica. Sarà poi la realtà a mostrare se queste pretese sono troppo ampie oppure no. Non è possibile conoscere qualcosa prima della sua scoperta, mi pare banale. L'intera scienza è un'enorme scommessa sulla clemenza della natura, un casinò (ed anche un casino, a volte). Citazione:
Il resto di ciò che hai scritto sono frasi estrapolate fuori dal contesto, dunque non trovo utilità nel discuterle; per esempio se avessi letto, invece di guardato semplicemente, la mia frase "permettano di descrivere le stesse identiche cose" a cui rispondi: Citazione:
Citazione:
Non vorrei scusarmi per la lunghezza; se ad una persona non interessa veramente riflettere o non ha tempo che non legga, lo preferisco, ma non che mi risponda raffazzonando qua e là qualche frase. Saluti... |
|||||
07-01-2009, 12.16.55 | #49 | ||||||||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
|
Riferimento: Sui fondamenti della scienza
Citazione:
Ritengo sia l'unico atteggiamento prettamente razionale si possa avere dopo che si è appurato che le certezze non siano cosa degli uomini. E' poi senz'altro interessante interrogarsi su tutto il resto, ma poiché qui si sta chiedendo quale sia il fondamento della scienza.... Citazione:
Si certo, è certamente qualcosa di istruttivo cercare le implicazioni filosofiche delle scoperte scientifiche, non l'ho mai negato. Quello che nego è che tali implicazioni abbiano valore scientifico e soprattutto che tali implicazioni mettano in qualche modo in dubbio la realtà stessa. Citazione:
Già. Citazione:
Ma io quando lo affermo faccio una mera constatazione. I fisici dicono così, possono sbagliarsi certo, ma quello che dicono rimane. Citazione:
Certo, ma allora occorre che chi afferma ciò tenti anche di dare questi fondamenti. Quello che voglio dire è che la scienza è senza “fondamenti” nel senso di assolutismi come qualsiasi altra cosa “umana” semplicemente perchè non esistono fondamenti per nulla. Citazione:
Se è per questo allora i fondamenti esistono già e sono i postulati generali della ricerca scientifica alcuni dei quali li hai nominati tu stesso. Citazione:
Certo che è lecito. Citazione:
Già, peccato che invece Newton pensava in ogni ambito. Quindi l'errore di Newton fu proprio quello di ritenere i suoi postulati “troppo” universali. Ma dimmi quale impresa umana ha compreso che invece esistono ambiti diversi ? che le leggi non sono così totalmente universali ? Citazione:
Certo, questo è vero, cioè ad ambiti (sistemi) uguali corrispondono leggi fisiche uguali, questo è, per dirla con le tue parole, il fondamento della scienza. Citazione:
Non sono d'accordo. Il paragone tra popolo italiano e i fisici non è corretto. Il popolo italiano è eterogeneo i fisici no. Non credo io debba specificare il perchè, se parliamo di cosa sosteiene la fisica dovrò rivolgermi ai fisici, mi sembra elementare. Citazione:
Che abbia sbagliato è palese, la causa del suo errore è l'ignoranza. Io non ho scritto che lui ha “colpa” per questo, non stiamo facendo un processo, semplicemente alla luce delle nuove acquisizioni sappiamo che N. sbagliò nel ritenere applicabile il proprio modello a tutte le velocità possibili. Citazione:
Scusa, se applico Einstein esso funziona a tutte le velocità, comprese quelle “newtoniane” se invece applico Newton funziona solo alle velocità “newtoniane” e non a quelle relativistiche, mi sembra evidente quale delle due teorie funzioni meglio. Se ex-ipothesi domani si scoprisse un modello per descrivere correttamente le velocità del mondo tachionico,ove, sempre ex-ipothesi, i modelli relativistici non funzionassero, e che inoltre riuscisse a rendere conto anche di tutte le velcità sub-luminali (newtoniane ed einsteiniane), direi senza ombra di dubbio che il modello tachionico funziona meglio di quello di Einstein. Saluti Andrea |
||||||||||||
07-01-2009, 12.19.06 | #50 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
|
Riferimento: Sui fondamenti della scienza
Citazione:
Con il secolo della psicoanalisi è finita anche la sua credibilità scientifica. Preclusa dalla ricerca epistemologica e ontologica. Freud ne ammise il carattere ipotetico, aperto e riformulabile, difficilmente “scienza” tradizionale. Da neurologo mancato per carenza di mezzi strumentali (oggi esistono le neuroimmagini) intuì l'avvento delle neuroscienze e della psicofarmacologia, se nel '38 afferma: Spero che un giorno l'equilibrio psicologico possa essere raggiunto anche con un farmaco”. Popper ne indica i limiti con la teoria della falsificabilità. Superabili a volte in sé con ulteriori ricerche, o imboccando applicazioni alternative,ridimensionandone le pretese. Come avviene per la psicoanalisi tra ermeneutica interpretativa ed epistemologia della natura. Può essere scienza dello psichismo per il funzionamento della mente (Freud precursore cognitivista?) o solo peculiarità tra analista e analizzando tra due specifiche personalità? In dimensioni del desiderio e del dramma, in campi della fantasia e dell'autoinganno o delle passioni. Ma se l'Io è al centro, va oltre quello dell'Homo psycologicus. Per revisionare la psicoanalisi si dovrebbe dimostrare l'efficacia del metodo induttivo in una svolta neopopperiana,alla luce di risultati clinici, ma come, se entrano in gioco altri fattori oltre la teoria in se stessa, che non separano persona e tecnica, per analogia come gli antidepressivi e l'effetto placebo? Infatti si dice conti più la qualità della relazione che qualsiasi teoria applicata. Allora? Ricondurla alla parola e al linguaggio come da nuovi percorsi proposti dai neofreudiani? Per esempio la struttura linguistica dell'inconscio lacaniana, la rivalutazione dell'età evolutiva della Klein, ecc. Come comunicazione intersoggettiva con una dialettica storico-culturale, per la dimensione del senso e come scienza della comprensione. Per previsioni comportamentali, etiche di autocura, anche con l'alleanza della filosofia? ma Freud è sempre ostico a certe menti, in quanto maestro del sospetto al di là della coscienza cartesiana, la cui autentica faccia è falsa e dubbia. Disciplina vitale per autoesplorazioni interiori e avventura delle idee, per il lessico imprescindibile per la cultura e non solo ristretto nel suo ambito teorico, ma pure per descrivere situazioni della normale quotidianità (esempio, transfert, controtransfert, difese, ecc.), revisionabile nell' edipo,ancora da completare per indagini sulla sessualità femminile, ecc. Ma chi mai oggi progetta un'esplorazione del sé, o meglio, dell'Io? Se in qualche modo “scienza” (oggi scienza è anche la new age e il creazionismo!) dovrebbe fare i conti con tante verità parziali, porre domande sensate, proponendo dubbi e smentite. Senza fondamenti impropri al di fuori di fallibilismo e infallibilismo. Avendo fiducia di conoscere a partire dagli errori e dall'esporsi a critica. Procedere per congetture e confutazioni per la demarcazione tra scienza e non scienza, E' il fondamento della scienza moderna. Alla luce di ciò sminuire la psicoanalisi tout court e le sue derivazioni come non rigorose scienze esatte è tipico di una mentalità antiscientifica. Infine, compito della filosofia della scienza, qual'è se non l'analisi dei discorsi scientifici? |
|