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09-02-2009, 12.32.02 | #131 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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sintesi: Dio, l'onere Della Prova
Per quanto riguarda il mio pensiero riguardo a chi spetti l'onere della prova dell'esistenza di dio, l'ho espresso in vari post passati, in particolare qui e qui.
Assumendo una situazione in cui nessuno ha una buona prova dell'esistenza o dell'inesistenza di dio, allora l'onere spetta sia al teista sia all'ateo. Se non si riuscissero a trovare tali argomentazioni né da una parte né da un'altra, allora la posizione più razionale e corretta sarebbe l'agnosticismo. Per una visione più generale sulla teoria della conoscenza -- che quindi può essere applicata anche a questo caso -- si può vedere il mio coerentismo realista. |
09-02-2009, 13.00.05 | #133 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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Riferimento: sintesi: Dio, l'onere Della Prova
Citazione:
L'agnostico sostiene "non ci sono elementi sufficienti per decidere", sinteticamente: non si sa. Io avevo scritto "Assumendo una situazione in cui nessuno ha una buona prova dell'esistenza o dell'inesistenza di dio [...]", quindi ciò che sostiene l'agnostico è per ipotesi vero. Poi, è ovvio che (definito il termine "dio") dio esisterà o meno, ciò avrà ragione o l'ateo o il teista. Ma il punto qui è gnoseologico, cioè a cosa siamo giustificati a credere. |
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09-02-2009, 14.13.18 | #134 | ||
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
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Riferimento: sintesi: Dio, l'onere Della Prova
Citazione:
Infatti la filosofia è la disciplina che si occupa di studiare e definire i limiti e le possibilità della conoscenza, e, in generale, il tentativo di interpretare e capire il mondo e l'esistenza umana. E' dunque corretta la tua conclusione che, in definitiva, è uguale alla mia: ciò che sostiene l'agnostico è per ipotesi vero. Ho "dimenticato" la parola <ipotesi> forse peccando di presunzione riguardo al metodo filosofico ma, tuttavia, credo che il buon senso possa essere un valido sostituto. Citazione:
Vorrei uscire, fuor di metafora, da due millenni e più di filosofia (diciamo ordinaria) e tornare alla radice: "La filosofia (dal greco φιλοσοφία, composto di φιλείν (filèin), amare e σοφία (sofìa), sapienza, cioè amore per la sapienza)." La sapienza è raggiungibile per vie illogiche? O comunque rispondenti ad una logica per noi incomprensibile? Ma temo che questa sia tutta un'altra storia. Non inerente al tema del thread e quindi OT. Se a qualcuno interessa si può aprire una discussione a questo argomento dedicata. |
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09-02-2009, 14.14.04 | #135 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 06-01-2009
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Riferimento: Dio, l'onere Della Prova
Citazione:
Se la logica non è un'opinione tu non puoi dedurre l'invalicabilità del muro in base all'esperienza acquisita finora, al massimo puoi constatare che nessuno di quelli che hai visto è riuscito a valicarlo, nn pui escludere che qualcuno lo abbia fatto (prima, dopo, durante) senza che tu ne abbia avuto esperienza. Citazione:
Che tu le consideri insufficienti l'avevo capito, ma nn basta reputarle tali o disinteressarsene affinchè lo siano effettivamente, in qsto modo un'affermazione resta del tutto personale e quindi ipotetica, sai anche argomentarla? sai motivarla? sai trovare le contraddizioni? Il senso comune sarà anche comune come dici ma che sia buono è un altro paio di maniche. Infine: puoi forse escludere che qualche pazzo eremita lo abbia dimostrato e il popolo non ne sappia nulla? e se il popolo sapesse a te che differenza farebbe? forse che se il popolo sapesse tu ne saresti automaticamente informato? tutto ciò di cui la coscienza ha esperienza non sono dati ma interpretazioni, interpretazione anche il linguaggio come modalità convenzionale di comunicazione, interpretazione anche la molteplicità di coscienze empiriche di cui riteniamo di avere esperienza, interpretazione il rapporto dialogico intersoggettivo e il rapporto individuo-società. |
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09-02-2009, 21.09.10 | #136 | ||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: sintesi: Dio, l'onere Della Prova
Citazione:
Forse mi sono espresso male, comunque non è tanto questione di metodo filosofico. La questione è che se si ipotizza che non ci siano prove né a favore né contro l'esistenza di dio, allora la posizione agnostica è la più corretta e onesta. Ho aggiunto "se si ipotizza", perché mi pare ovvio che se si ipotizza che (per esempio) un ateo disponga di una prova (valida) contro l'esistenza di dio, allora la questione dell'onere della prova & affini non ha più senso, infatti in quel caso sarebbe la posizione dell'ateo quella più corretta e onesta. Citazione:
Come ti ho appena scritto, non è tanto questione di metodo filosofico o procedimento logico. Se non si sa una cosa, allora non si sa. Se invece si sa, non si pone il problema di dove ricada l'onere della prova. |
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