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21-06-2007, 22.54.21 | #23 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2006
Messaggi: 184
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Poi secondo me contribuiscono altri elementi:
Per esempio se sei pigro e nessuno ti aiuta in quello che vuoi fare ti arrabbi e puoi anche diventare cattivo se consideri la tua pigrizia come un diritto. Insomma potrebbe essere, per generalizzare un pò, che l'uomo che in qualsiasi circostanza si trovi a dare per scontato ciò che vuole o pensa, si ritrovi ad avere un alta probabilità di diventare cattivo. Dare la cattiveria come la bontà connaturate all'uomo mi sembrerebbe un pò semplicistico. E' una scelta etica ( paroloni un pò grossi per me ) che si impone di volta in volta a seconda delle circostanze??!! |
21-06-2007, 23.10.17 | #24 |
Ospite
Data registrazione: 20-11-2004
Messaggi: 41
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
L'uomo è buono per natura ed indole.
Se fa qualcosa di malvagio e cattivo non se ne rende conto in maniera completa, perchè vede solo ciò che vuol vedere. Si basa su valutazioni sbagliate. Crede di essere nel giusto, ammesso e non concesso che la sua salute mentale sia totale. L'uomo quindi fa e vuol fare sempre il bene, solo non si rende conto che a volte fa del male. In definitiva l'uomo sano di mente è buono, ma sembra tanto più cattivo quanto è più sciocco un abbraccio |
25-06-2007, 11.49.19 | #25 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-05-2007
Messaggi: 107
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Bisogna però stare molto attenti a non confondere la cattiveria con l'aggressività. Si tratta di due cose ben diverse. L'aggressività è un istinto che, se ben usato, può anche avere effetti positivi:se è necessario difendersi, ad esempio, non si può rimanere inerti, ma bisogna reagire e, quindi, una certa spinta aggressiva è indispensabile,altrimenti l'umanità si dividerebbe soltanto in vittime e carnefici.
La cattiveria (o malvagità)si ha quando si desidera il male dell'altro per puro piacere oppure quando una persona è disposta anche a far del male pur di ottenere un qualsivoglia vantaggio:anche in questo caso, però, la volontà umana è sempre orientata al BENE e mai al MALE. Qualsiasi cosa io faccia, agisco sempre per procurarmi un bene, mai per danneggiarmi. Ne deduco, quindi, che l'uomo è fondamentalmente buono:la malvagità nasce da un accecamento etico, per cui, in determinate circostanze e sotto precise pressioni, si sceglie di perseguire un bene minore rispetto ad un altro più degno e nobile (ad esempio si preferisce un vantaggio momentaneo e ci si dimentica di rispettare gli altri, ecc. ). |
25-06-2007, 13.44.01 | #26 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Un virus di nome uomo.
Per "fare" bisogna prima di ogni cosa "essere".
L'uomo ordinario, nella folla di ego che coesistono al suo interno non può mai fare, ma solo accadere. Il missionario in Africa ed il pusher di New York sono uguali anche se diversissimi nel modo di vivere. Il bene o il male che un uomo di tal schiatta può "fare" è sempre accidentale. Uomini nati in altri contesti con educazioni diverse sarebbero certamente diversi, questo dimostra che, per questo tipo umano, non vi è mai un'azione ma solo una reazione, non vi è un destino determinato, ma solo una causalità. Il concetto di fare (del bene o del male) sottintende due considerazioni generali. La prima che il bene e il male esista. La seconda che l'uomo possa autodeterminarsi, ovvero il principio della libera scelta o livero arbitrio che dir si volgia, quindi il concetto di libertà dell'individuo. Le cose sono vere entrambe, cioè il male e il bene esistono e non esistono; il libero arbitrio esiste e non esiste. E come possibile? Semplice. Dipende di che uomo stiamo parlando. L'Uomo padrone di se stesso è libero da se stesso, solo lui può agire, quindi fare il bene, cogliendone gli effetti a breve e a lunghissimo termine. L'uomo ordinario è vissuto, ma non vive. Che scelta potrà mai realizzare una persona del genere? Egli non è un Uomo è solo una macchina, prodotto di un condizionamento genetico (DNA) culturale (educazione, famiglia, società), accidentale (eventi casuali che concorrono alla fissazione in lui di alcuni dati che ritiene reali). Quindi solo l'Uomo libero può essere veramente malvagio oppure essere veramente buono. E' come diceva Pirandello: Beato l'uomo che vede nello stesso tempo, la bella maschera e il volto mostruoso che essa cela, poichè solo lui, con grazia e dignità può suonare il doppio flauto della vita e della morte. |
25-06-2007, 21.31.27 | #27 |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,959
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Riferimento: Un virus di nome uomo.
La cattiveria, potrebbe essere banalmente mentire a se stessi ritenendosi migliori di altri ed ecco che ci sia auto assolve per tutte le prevaricazioni che esercitiamo, perché in fondo “il nostro essere migliori ci autorizza”.
Non voler vedere il male porta ad arrampicarsi sugli specchi per dimostrare che il male non esiste, con assunti del tipo che buono e cattivo, bene e malòe, sono soggettivi o che l’uomo è buono per indole divina etc. Ma il bambino piegato alle voglie animali dell’adulto sente sulla sua pelle un dolore lacerante dato da violenza, ingiustizia e prevaricazione e l’adulto che lo fa non è solo cattivo ma è malvagio, non perché non controlla la sua brama, e le sue voglie animali, (nulla da dire sulle voglie animali tra adulti consenzienti anzi)….ma perché sopraffà chi è impossibilitato a difendersi, chi è inerme, debole, e per di più usa la sua intelligenza per sentirsi giustificato a farlo. Quell’uso strumentale dell’intelletto come scudo per non vedere il male dentro di noi, quella menzogna reiterata, è la cattiveria e l’uomo due volte sapiens usa ed abusa di quella strumentalizzazione dell’intelligenza ed è cattivo oh se è cattivo... e non stò parlando di sofismi ma di vita reale attorno a noi... che pulsa nella carne e nei nervi di chi vive e di riflesso pulsa dentro di noi. |
25-06-2007, 22.20.11 | #28 | |
Ogni tanto siate gentili.
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Messaggi: 665
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
elusin
Citazione:
Il presidente americano Bush: dove lo vogliamo collocare? Secondo il mio teorema, più gli uomini si collocano in alto più sono dei cac.........sotto. Infatti se Bush dovrebbe andare personalmente in guerra, dopo cinque secondi firmerebbe la pace anche con i Marziani. Ribadisco che il male che l'uomo esercita è la risultante della paura e dell'egoismo che lo attanaglia: togliete questi due impostori e si avvererà quello riportato nel vecchio testamento: le spade diverranno omeri ecc. Oppure: si potrà sostare sulla tana del cobra ecc. e così via. In ogni modo mi sembra che in linea di massima gli intervenuti sono tutti d'accordo, me compreso, nell'affermare che la cattiveria non faccia parte delle caratteristiche fondamentali dell'uomo; bene: troviamo le motivazioni per cui la applica e la manifesta. Per quanto mi riguarda nel primo post ho formulato la mia tesi, mi piacerebbe se ne uscisse qualcun altra. |
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26-06-2007, 12.47.16 | #29 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Il brutto, il buono e il cattivo.
Rispondo a Kat ed integro il mio precedente intervento.
Il concetto di cattiveria come quello di bontà, di bellezza ecc. ecc. appartengono alla morale. La morale non è un dato oggettivo, ma soggettivo. Per un talebano e un sefardita non vi potrà mai essere un incontro su questo piano. Il punto di unione tra gli uomini deve essere oltre questo confine, che è di fatto una prigione. La morale ha sempre diviso. Il punto di unione quindi può avvenire solo su dati oggettivi, e di dati oggettivi bisogna parlare, se in qualche modo vogliamo capire la natura di cui siamo fatti. Non dobbiamo fare mai confusione fra ciò che è soggettivo e temporaneo e ciò che è oggettivo ed atemporale. Sulla natura dell'uomo possiamo dire tutto e il contrario di tutto finchè restiamo su un piano concettuale, diversamente se andiamo a vederne gli elementi costitutivi dell'uomo siamo tutti d'accordo, ma soprattutto vi è un incontro e una trasformazione. Per esercitare un diritto (fossanche fare il bene) bisogna essere liberi, lo ribadisco per i più distratti. Senza questa condizione non vi è vero bene, ne vero male, ma solo fatti che visti da prospettive diverse possono essere giudicate in maniera diversa. Le cosiddette persone ordinarie o civili, non si conoscono. Per conoscersi sono necessarie alcune condizioni che a ben vedere nessuno, o quasi, auspica per se stesso. La condizione principe è la difficoltà. La seconda condizione è la solitudine. La terza è la capacità di pensare correttamente. La difficoltà non deve essere subita, tipo mi investe un camion e resto in ospedale per tre mesi, oppure perdo tutto il mio denaro e devo ricominciare da zero. La difficoltà deve essere scelta liberamente. Oggettivamente, ad un esame esteriore non cambia nulla, ma interiormente la differenza è grandissima. Il dolore di una colica e quello del parto sono molto simili, ma lo spirito con cui si affrontano sono molto diversi, e la trasformazione che operano in noi va di pari passo (qualsiasi madre mi capirà). La seconda condizione: la solitudine, fa ancora più paura e la si rifugge peggio della scabbia. Vi sono solo tre modi per essere soli a questo mondo. Sul campo di battaglia, oppure quando la propria vita è realmente in pericolo. In prigione. In meditazione. Altri modi non c'è ne. La terza condizione, cioè il pensare correttamente, è ancora più rara e difficile. Tutti pensano di saper pensare in maniera logica e giusta, ma in realtà non è così. Per saper pensare correttamente la mente DEVE estirpare da se stessa come un cancro maligno tutti quei processi inutili che non corrispondono a dati reali e soprattutto attuali. Quindi la capacità di distinguere ciò che è da ciò che appare ma anche da cosa è solo immaginato. Un buon dato di realtà è il tempo presente, se una cosa è accaduta non esiste, se forse accadrà non esiste lo stesso. Per realizzare un corretto pensare si utilizzano delle tecniche di respirazione speciali, in quanto mente e pensiero sono intimamente legate. Realizzati questi presupposti e grazie ad infiniti sforzi e sofferenze volontarie è possibile cominciare a conoscersi e autodeterminarsi, tutto il resto sono chiacchiere per far prendere aria i denti. Chi non ha vissuto almeno una di queste esperienze con totale coivolgimento non può dire di conoscersi, neanche parzialmente, quindi non può dire nulla a proposito del bene nè del male. |
27-06-2007, 09.16.41 | #30 | |||
Ospite abituale
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Messaggi: 127
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Riferimento: Un virus di nome uomo.
Citazione:
Per quanto mi riguarda,neanche io sto parlando per sofismi.La vita "reale" lasciamola stare,l'unica vita di cui possiamo parlare è quella che ci appare,e che giudichiamo tramite valori. Il problema,come dicevo,è la natura dei valori adoperati nella formulazione del giudizio.I concetti di bene e di male,quelli di bontà e cattiveria,sono concetti morali,quindi utilizzandoli ci avviciniamo alla vita "reale" con la lente della morale. L'idea che ho espressa è che questa lente è una lente particolare,non l'unica,non l'unico modo in cui poter guardare alla vita. Quindi... Citazione:
...il male "esiste",ma esiste quando formuliamo un giudizio morale sulle cose,e quindi quando siamo abbastanza civilizzati da formularlo;ed è sensato formulare un giudizio morale,a mio avviso,quando ciò che giudichiamo è abbastanza civilizzato -o riteniamo che dovrebbe esserlo- per poter essere interpretato in senso morale. Difatti,antropomorfizzazioni a parte,noi non giudichiamo in senso morale il mondo animale,o quello vegetale. In questi regni una delle regole che vige è quella della sopravvivenza e della fortuna del più forte:talvolta,le piante più alte coprono della loro ombra quelle più basse,non c'è un accordo generale affinchè ogni pianta cresca allo stesso modo e quella che potrebbe crescere di più non lo fa per il "bene comune". Citazione:
le sopraffazioni accadono anche nel mondo animale e vegetale,pure se gli animali o le piante non mi pare che provino il senso di colpa,e quindi non debbono giustificare le loro azioni. La differenza più importante che c'è fra il branco di leoni che sbrana il cucciolo di zebra e il pedofilo che sopraffà il bambino,è a mio parere nel fatto che l'uomo dispone di una coscienza più sviluppata di quella di altri esseri,e che proprio in quanto "uomo" dovrebbe essere una persona civile,nel senso che dovrebbe aver fatto sue alcune regole comportamentali di tipo morale. La maggior parte dei mali di questo mondo non è spiegabile semplicemente con l'istinto,ma lo è con la mancanza di un forte senso morale,con la perdita del senso del dovere e del rispetto,con la perdita di senso delle costruzioni sociali volte a controllare l'individuo. A mio parere,infine,l'intelligenza aiuta,talvolta,a compiere il male,perchè essa non è identificabile con il senso morale.L'intelligenza,da vocabolario,è semplicemente la capacità di comprendere e padroneggiare le situazioni che ci si presentano. |
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