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26-07-2007, 22.33.06 | #92 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 11-06-2006
Messaggi: 114
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Citazione:
Ogni cultura ha una propria "tavola dei valori" con cui misura il bene ed il male, il giusto e lo sbagliato... ma ciò che può essere buono per il popolo 1, può essere magari totalmente immorale e cattivo per il popolo 2. Non esiste un vero "cattivo", ma tutto è relativo al proprio punto di vista. Ad esempio con la coscienza da Cristiano uccidere un uomo è sempre peccato, mentre con la coscienza da Confuciano uccidere un uomo che è dannoso alla società è un bene. Come questo esempio ce ne sono altri centinaia. |
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27-07-2007, 10.32.37 | #93 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Certo, ogni popolo ha le sue tavole dei valori, come dice Bige, anzi ogni individuo ha le sue tavole dei valori così come VanLag, che giudica l’uomo cattivo in base al metro che usa. Ed è giusto o sbagliato? Credo che, sotto le parole incise su queste tavole dei valori – cioè sotto tutti i decaloghi di questo pianeta – si celi o fermenti questo ideale o questa utopia: che si possa arrivare a una legge valida universalmente, come quella che io non ho saputo abbozzare se non attraverso la parola pietà, fuori della quale mi pare che tutte finiscano per contrapporsi e credersi reciprocamente errate. Pietà, come ho detto, che non si può esercitare senza tormento, anzi che va sempre contro di sé, visto l’orizzonte in cui si muove e che dovrebbe ispirarla, e che è un orizzonte infinito…e chi può credere di stringere l’infinito se non un pazzo o un innamorato? Eppure essa è qualcosa che fermenta dentro ogni uomo e – mi pare di poter dire – dentro ogni popolo, non appena si ricordano gli occhi di coloro che sono vittime della violenza e che ti guardano senza vederti, quasi vergognandosi di doverti mostrare un moncherino o una spaventosa ferita…Stante questo, e per tornare al tema iniziale, come giustamente pretende VanLag, chi può essere giudicato veramente cattivo se non colui (fosse uomo o dio) che non conosce pietà?
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27-07-2007, 12.31.57 | #94 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2007
Messaggi: 45
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Citazione:
ma non per questo allora non é cattivo, cosa ti sembra l'uomo? buono? relativamente all'ambiente in cui vive l'uomo acquista una concezione del bene e del male, e quella deve seguire.. |
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27-07-2007, 12.34.58 | #95 | |
Ospite
Data registrazione: 23-07-2007
Messaggi: 21
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Citazione:
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27-07-2007, 15.42.21 | #96 |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Ho l’impressione che, molto spesso, chi usa i termini giusto e sbagliato ha in mente una strategia per giungere ad affermare un tale relativismo, senza punti di riferimento stabili, dove, quindi, non possiamo orientarci a lungo termine. Ma io, come unica indicazione tangibile di tale assunto, ci vedo un’ammissione di inidoneità al compito di guida.
Lasciamo le categorie di giusto e sbagliato alla matematica che gli compete. Parliamo piuttosto di comportamento più o meno ottimale in diversi contesti. Questo argomento, a mio avviso, è affrontato nel migliore dei modi nel campo di studi chiamato “etica utilitarista” (il nome suona quasi antipatico ma non siate prevenuti) di cui Jeremy Bentham fu il fondatore. In etica utilitarista non ci sono cerchie di individui privilegiati: <<ciascuno deve contare per uno e nessuno per più di uno (Jeremy Bentham)>>, <<In altre parole, gli interessi di ogni essere coinvolto in un’azione devono essere presi in considerazione e valutati alla stessa stregua degli interessi analoghi di ogni altro essere. Un utilitarista posteriore, Henry Sidgwick, pose la questione in questi termini: “Il bene di ciascun individuo non è di maggiore importanza, dal punto di vista (se così si può dire) dell’Universo, del bene di ogni altro individuo”. Più di recente gli autori di maggior rilievo della filosofia morale contemporanea si sono dimostrati largamente concordi nell’indicare come presupposto fondamentale delle loro teorie etiche la presenza di un principio analogo, che operi in modo da garantire agli interessi di ognuno eguale considerazione – sebbene generalmente non riescano a concordare su quale sia la formulazione ottimale di tale principio.>> [...]<<La capacità di provare dolore - o, più precisamente, di provare dolore e/o piacere o felicità - non è semplicemente una caratteristica tra le altre come la capacità di parlare o di apprendere la matematica superiore. Bentam non sta dicendo che chi cerca di tracciare "la linea invalicabile" che stabilisce se gli interessi di un essere debbano essere presi in considerazione abbia scelto la caratteristica sbagliata. Sostenendo che dobbiamo considerare gli interessi di tutti gli esseri che possiedono la capacità di provare dolore o piacere, Bentham non esclude arbitrariamente dalla considerazione alcun interesse - come invece fa chi traccia la linea di separazione sulla base del possesso della ragione o del linguaggio. La capacità di provare dolore e piacere è un prerequisito per avere interessi in assoluto, una condizione che deve essere soddisfatta prima che si possa parlare di interessi in un modo che abbia senso. Sarebbe assurdo dire che non era nell’interesse di un sasso l’essere preso a calci lungo la strada da uno scolaro. Un sasso non ha interessi perché non può soffrire. Nulla di ciò che possiamo fargli può comportare una qualsiasi differenza per il suo benessere. La capacità di provare piacere o dolore è una condizione non solo necessaria ma anche sufficiente perché si possa dire che un essere ha interessi – come minimo assoluto, l’interesse a non soffrire. Un topo, per esempio, ha davvero l’interesse a non venire preso a calci per la strada, perché in tal caso soffrirà.>> Le citazioni sono tratte dal libro "Liberazione animale" di Peter Singer Ultima modifica di z4nz4r0 : 27-07-2007 alle ore 16.52.50. |
28-07-2007, 17.44.36 | #99 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2007
Messaggi: 45
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Citazione:
I miei parano nella cattiveria dell'uomo, e comunque non stavamo parlando di uomo cattivo chiedendoci come stabilire ciò che è giusto o no, stavamo cercando di indagare sulla causa della cattiveria.. |
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28-07-2007, 23.34.19 | #100 | |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Riferimento: Perché l’uomo è cattivo?
Citazione:
Già. Provo a porla in quest’altro modo: La “cattiveria dell’uomo” è dovuta al fatto che il suo campo visivo è breve rispetto al suo campo di azione. E attenzione perché la cecità è immanente. “Ho l’impressione che, molto spesso, chi si serve dei termini “giusto” e “sbagliato” ha in mente una strategia per giungere ad affermare un tale relativismo, senza punti di riferimento stabili, dove, quindi, non possiamo orientarci a lungo termine. Ma io, come unica indicazione tangibile di tale assunto, ci vedo un’ammissione di inidoneità al compito di guida.” |
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