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18-01-2005, 16.18.04 | #61 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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un sacco di roba di cui parlare
10 messaggi in 24 ore! Ragazzi, comincia a diventare difficile tenere il filo, dunque perdonatemi se non sarò capace di dire la mia sui vari temi tirati in ballo. Anzi, più che rispondere direttamente, vorrei mettere sul tappeto alcuni concetti che credo correlati ai vostri ultimi commenti. Sono cose di cui chi ha pazienza troverà più informazioni, anche sulle fonti da cui sono derivate, a questo link: http://politicattiva.altervista.org/52.html ma che qui ho sintetizzato per agevolarne la rapida lettura.
Si tratta di un problema affascinante: cosa fa sì che le stesse informazioni, una volta acquisite da diversi soggetti, diano il via a conoscenze e comportamenti diversi, se non addirittura contrapposti? Leggete (se vi va) e giudicate. «Acquisendo informazioni su una data cosa, sovrastimiano gli aspetti più evidenti e si trascura il resto. Diamo molto più peso alle informazioni acquisite per prime. Inquadriamo la cosa secondo la precedente esperienza (lo stesso problema è religioso per il prete, economico per il commerciante, ecc.). Si tende a scoprire quel che ci si aspettava di trovare, cercando informazioni a conferma e scartando quelle contrarie. Confrontandoci con il passato, tendiamo a ricordare i successi, dimenticando gli insuccessi. Infine, diamo più peso alle informazioni concrete (tipo la nostra esperienza diretta o quella di una persona conosciuta) piuttosto che a quelle astratte (per esempio i dati statistici), anche quando i secondi avrebbero maggiore rilevanza. Valutiamo inconsistentemente le varie informazioni a disposizione. Formatici un'opinione, diventa difficile cambiarla anche di fronte a nuove informazioni. Quando esistano relazioni non lineari tra le variabili da considerare, più che una trattazione difficile e complessa, preferiamo scorciatoie euristiche più praticabili (segretamente sperando che siano anche efficienti). Ciò comporta l'uso di scelte rivelatesi efficaci in passato anche il presente richiederebbe altrimenti. Sovrastimiamo la stabilità dei dati in nostro possesso, rinunciando a verificare se le nuove informazioni modificano il quadro che ci si era costruiti. Così si fanno previsioni aggiustando le aspettative derivate dai nostri pregiudizi senza mai mettere in discussione il fatto che detti pregiudizi possano non mantenersi validi. Possiamo risentire del wishful thinking, il ritenere i risultati attesi più probabili di quanto non siano, e le conseguenze spiacevoli meno probabili (se non inesistenti). Infine, si soccombe facilmente all'illusione del controllo, cioè all'idea che l'esito delle nostre scelte, dipendendo da ciò su cui abbiamo potere, sia nelle nostre mani, e in questo sottostimiamo l'influenza di quei fattori sui quali invece nulla possiamo. In sintesi, possiamo (e spesso siamo) essere condizionati da: 1. il pregiudizio dell'attribuzione intellettuale: quando faccio una cosa bene è merito mio, quando la faccio male è colpa altrui 2. la tendenza a cercare conferme alle proprie opinioni.» Attendendo con calma che passi il mal di testa saluti Giovanni |
21-01-2005, 15.14.30 | #70 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
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Cari Tutti,
per quanto mi riguarda, ribadisco il mio pessimismo di poter rifondare la politca ai giorni nostri. Per una serie di motivi. Primo fra tutti è quello di cercare di associarsi l'un l'altro (intendo i partiti politici di adesso) per riuscire ad andare al potere. dopo di che litigare, fregare, accusare avversari e alleati. Perdendo di vista il loro unico scopo, che è quello di fare il meglio per il proprio paese. Io prendo come esempio alcuni degli argomenti trattati dai Radicali di Pannella e Bonino. Senza entrare troppo nello specifico, mi son sempre domandato : perchè quelle persone hanno delle idee giuste (nn sempre ma spesso) e non sono al potere ? Peggio, perchè quelle persone, nn sono nemmeno in Parlamento ? " Mi è stato risposto, che dare un voto a quel partito era come buttarlo, perchè tanto erano da soli e quindi non sarebbero andati da nessuna parte. " . questa risposta mi ha un pò sconcertato e mi ha fatto capire che se nn ti allei, se non giochi sporco, se non cedi a compromessi non arriverai da nessuna parte. Brutto da dire, ma secondo il mio punto di vista in Italia si ragiona cosi'. ma davvero siamo caduti cosi' in basso ? Saluti Francesco |