Ritengo si debba rifondare la politica.
Per farlo occorre mettere a fuoco i problemi, prima ancora delle possibilità di riuscita.
Credo innanzi tutto che manchino soprattutto le idee, o forse che ce ne sono troppe e confuse, il che fa lo stesso.
Innanzi tutto, e parlo per piccolissima esperienza personale, nell’ambiente politico è difficile affrontare seriamente i problemi.
Infatti questi si dividono in due categorie: quelli che contrappongono gli schieramenti e quelli cosiddetti trasversali.
Sui primi si fanno battaglie interminabili, con contrapposizioni frontali, spesso ideologiche al di là del giusto e si finisce per applicare la teoria del “tanto peggio tanto meglio”.
In ogni caso ci si preoccupa sempre e solo del bene dello schieramento e mai del bene comune.
Sui secondi manca totalmente ogni interesse. Normalmente vengono messi da parte ed ignorati, talvolta quando le circostanze lo impongono, e non possono essere oggetto di bandiera di schieramento, si tende a dare la prima soluzione che capita pur di toglierseli di torno.
Questo ci dice che se evitiamo di cadere nel gioco delle contrapposizioni e cerchiamo il più possibile di manifestare sulle scelte politiche un chiaro convincimento, avremo fatto qualcosa che certamente non fa la stampa ed i mass-media.
Possiamo fare questo in questo ed in consimili forum, oppure discutendo fra amici, votando nelle cabine elettorali, e votando anche mediante la scelta del giornale o del programma televisivo.
Occorre soprattutto prendere posizione sui singoli problemi, evitando di schierarsi a priori.
Oggi oltretutto non è molto difficile: di ciascun schieramento si può facilmente credere quello che ne dice l’altro!
(ma questo è qualunquismo!)
Poi si dovrebbero avanzare soluzioni per problemi di fondo.
Capita a volte che attecchiscano.
Ottima l’idea di Giovanni sul voto contro, anche se mi sembra sia rimasta non chiaramente espressa.
Io la vedo come la necessità di neutralizzare il favoritismo ed il voto di scambio. Si possono avere facilmente un gran numero di voti facendo un ingiusto favore al proprio distretto elettorale. Bisognerebbe dare ai votanti non dello stesso distretto una sorta di diritto di veto.
Non è facile e ci vorrebbe una nuova legge elettorale, ma pensarla e porre il problema non è vietato.
Se il meccanismo di selezione dei partiti è malato (e credo fermamente che lo sia) si potrebbe fare una costituente con selezione stocastica, cioè scegliendo a caso chi deve andarci.
Difficilmente ci andrebbe peggio che con i necessari metodi di selezione della politica ed avremmo una assemblea veramente rappresentativa percentualmente della popolazione reale.
C’è il problema di fare coincidere i centri di tassazione (sgraditi ai cittadini) con i centri di spesa (mediante cui si colgono favori) e quindi di capire i livelli di intervento delle varie strutture pubbliche.
C’è il problema dell’uninominale e del proporzionale, da valutare non sulla base di una immediata convenienza per questo o quello schieramento come fanno i partiti, ma vedendone i problemi ed i risultati, oggi perché se ne torna a parlare e per l’ottimo motivo che il nostro è ancora un sistema misto e le modifiche non sono così lontane da non ricordare e potere confrontare le vecchie e le nuove soluzioni.
Credo di avere scritto troppo. Non vogliatemene.
Un caro saluto
Wuaw