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24-11-2003, 12.01.27 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-11-2003
Messaggi: 78
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Ti porto un esempio che se vuoi sicuramente molto semplicistico, ma in questo modo ti faccio vedere il mio punto di vista:
parliamo ai minimi termini. Il mio paese è formato da 3000 persone, questo paese ha un comune ma 4 parrocchie. Queste 4 parrocchie sono 4 cognate. Non si va mai d'accordo perchè ognuno vorrebbe che determinate cose, proposte, attività e quant'altro si facessero nel loro paese. Ti basti pensare che oggi nel 2003 non abbiamo ancora una palestra, non tanto come palazzetto, ma manco per le scuole medie nelle quali scendono tutti i ragazzi della valle e non solo del mio comune. Ogni volta che viene fatta un'attività di un certo tipo, che sia a sfondo parrocchiale, sportivo, alpinistica (si gli alpini ci sono sempre dappertutto...) ritrovi sempre dietro ad organizzare quelle 4 persone... e di fronte a partecipare, altre 10 persone e in platea a non partecipare ma a sputare sentenze di negatività, di pochezza e quant'altro le altre 2986 persone... Al che mi dico, ok il mondo sta andando per certi versi a rotoli, ok il mondo sta morendo dal punto di vista di natura, dal punto di vista di umanità, dal punto di vista di valori e chi più ne ha più ne metta... ma che senso ha che io mi metta a predicare sulla salvezza del "mondo" nel quale io sono per prima protagonista, abitandolo, quando nel mio piccolo mi metto in cattedra addito e non intervengo... ?? Mettersi in piazza... secondo me; fare, anzichè solo dire è: agire nel proprio campo, nei propri spazi...perchè sul "totale"... sull'immensità non è data possibilità ad ognuno di agire, ma nel piccolo ad ognuno è data... Ma quanto siamo disposti a giocarci? A darci a prenderci in mano? Se non abbiamo un tornaconto non ci spostiamo di mezzo cm... E' vero che tutti abbiamo il fondoschiena parato, chi più chi meno... Ma c'è tanto da fare, probabilmente però... magari là dove non ne abbiamo molta voglia o dove sicuramente costa meno fatica puntare il dito coscienza, conoscenza, consapevolezza... tante parole, vero tante parole... io parlo diciamo molto terra terra, però nel mio piccolo "mi muovo" e mi faccio sentire... spesso sono anche stanchi di "sentirmi" alcuni... ma ciò non mi ha mai impedito di continuare a far sentire la mia voce... Forse a volte basta partire "dal piccolo" per poi fare qualcosa di grande... forse... chi lo sa!! un abbraccio Ultima modifica di moni : 24-11-2003 alle ore 12.03.54. |
24-11-2003, 13.08.21 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 176
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Quello che mi premeva di sottolineare, è la vacuità che assumono le idee, quando si riduce tutto a semplici fonemi privi di senso. Il modo che abbiamo di esprimere il dissenso, è un accozzaglia disorganica, perchè manca il vero tessuto antagonista. Da qualche tempo ho la sensazione che si stia giocando con la partecipazione, simulando apparenti empatie. Probabilmente, la spettacolarizzazione degli eventi e del dolore hanno contribuito ad una diversa percezione del reale, ma rimane il fatto che il peggiore dei mondi possibili è quello dove si calpesta l'altrui dignità.
alessandro X Marco niente in contrario al fatto che tu ti senta chiamato in causa, ma non ho mai creduto che tu intendessi una "trascendente illuminazione", ti leggo volentieri ed un idea del tuo pensiero ce l'ho |
24-11-2003, 15.22.21 | #5 |
Vivi!
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
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...sono contento di non essere frainteso sul fatto dell'illuminazione trascendente....
...ma mi piacerebbe sapere quel sarebbe la tua idea del mio pensiero...anche in privato, per non sviare la discussione...sarei contento anche di un'eventuale critica.... Ciao. |
24-11-2003, 21.53.34 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Re: tra il dire e il fare
Citazione:
Prima di armarsi e partire occorre decidere almeno – per dove partire e contro chi – Personalmente ho una reale passione per il discorso sociale, ma ho visto in forum che i problemi di questa nostra società interessano a ben pochi….. forse per tutti viene prima il proprio problema personale, (e non è una critica bensì una costatazione). Comunque nel mio scrivere mi sento attivo, vedo chiaro il “problema” e lo denuncio in continuazione e non do spazio a ciò che secondo mè è falsità, (anche se rischio l’impopolarità). Potrò sbagliare ma solo se lasciamo cadere i falsi problemi ci troveremo faccia a faccia con quelli veri ed allora veramente dovremo dare le risposte adeguate. |
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25-11-2003, 07.38.01 | #7 |
Ospite abituale
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Armarsi e partire significherebbe avventurarsi in crociate di cui è pieno il mondo, ma cercare qualcosa che travalichi le parole e possa concretamente occuparsi, o meglio realmente compartecipare, lo trovo doveroso. Non so se esisite questa aleatorietà ai problemi sociali che tu denunci, nel forum, ma un po' di persone che stanno dirigendo il pensiero in una direzione c'è; partiamo da lì poi si vedrà.
alesssandro |
27-11-2003, 18.31.44 | #8 |
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Solo una piccola cosa....
Diffondere informazione, certo diffondere informazione è importante. Però c'è già tanta gente che lo fa e lo sa fare bene. L'informazione alternativa esiste.
Personalemente io non mi ritengo in grado di occuparmi di informazione. Nel mio piccolo appoggerò volentieri chi lo vuole fare. Però volevo dire che il primo fare che serva veramente a qualcosa, in questo momento storico, si fa al supermercato! Prima ancora di parlare, di leggere, di agire... facciamo attenzione a cosa comperiamo, a quali multinazionali finanziamo con i nostri acquisti, a quali scempi esse compiano la dove è possibile sfruttare. Facciamo attenzione a non sprecare risorse, carta, energia. Ricicliamo. Non lasciamoci convincere che tutto quello che vediamo è necessario... Piccole cose, piccolissime cose, ma è un microscopico potere che abbiamo in mano tutti e che possiamo esercitare facilmente con un briciolo di consapevolezza e pochissimi sacrifici. ciao |
27-11-2003, 19.21.16 | #9 |
Ospite abituale
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hai ragione è giusto, l'hanno fatto in tanti, ma facciamolo anche noi, pubblichiamolo anche noi l'albero genealogico della Nestlè. Il consumo consapevole, come giustamente sottolinei, è un mezzo di risposta forte, un diritto esercitabile. Fare è portare è portare a conoscenza anche noi, non è questione di alternativa, ma di mettere una voce in più
alessandro |
28-11-2003, 19.29.12 | #10 |
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Non solo Nestlè...
Fosse solo al Nestlè, Alessandro!
Nelle botteghe del commercio equo e solidale sono disponibili dei libricini che costano una cirfra davvero irrisoria con l'enenco delle multinazionali che sfruttano il lavoro minorile o esercitano altre forme di sfruttamento. ciao |