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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 24-11-2003, 08.24.24   #1
alessandro
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tra il dire e il fare

Forse è meglio che la smettiamo con le parole e iniziamo ad occuparci delle proposte. Dileggiamo le utopie e auspichiamo dei risvegli di coscienza, critichiamo la cristianità e attendiamo la parusia; se manca un discorso propositivo concreto dov'è la differenza tra i parolai e i rassegnati? Quello che sosteniamo nelle molte discussioni in corso è tutto corretto, ma non basta più, è forma ma non sostanza . Appartengo alla sfera dei disillusi e sono consapevole che molto probabilmente è un problema mio, ma i 50 eurini ogni tanto alla FAO non bastano a farmi sentire meno assassino, le manifestazioncine nelle piazze non attenuano il mio senso di impotenza. Abbiamo tutti voglia di dire , ma non abbiamo voglia o non sappiamo fare, guardiamo le sconfitte le nostre e quelle del mondo, ma lo facciamo da un "osservatorio privilegiato" tutti col culo al caldo e qualcosa in frigo. Il risveglio delle coscienze è una bufala terrificante, insostenibile anche come speranza. In un mondo abitato da 7 miliardi di persone che raddoppieranno in una ventina d’anni sarebbe meglio occuparsi più di immanenza che di trascendenza. Le Monde della scorsa settimana, ha definito il popolo next, new, post o come lo vogliamo chiamare global “altromondisti”; personalmente è una definizione che mi attira, a patto che questo altro non sia un totalmente altro, altrimenti pure questo diventerebbe irraggiungibile.
alessandro
alessandro is offline  
Vecchio 24-11-2003, 11.37.44   #2
Marco_532
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Re: tra il dire e il fare

Mi sento chiamato in causa....

Citazione:
Messaggio originale inviato da alessandro
Forse è meglio che la smettiamo con le parole e iniziamo ad occuparci delle proposte. Dileggiamo le utopie e auspichiamo dei risvegli di coscienza, critichiamo la cristianità e attendiamo la parusia; se manca un discorso propositivo concreto dov'è la differenza tra i parolai e i rassegnati?

La mia idea di coscienza, non è un'dea religiosa, ma vuole esprimere la facoltà umana di distinzione tra bene e male in maniera razionale, abbandonate le illusioni che tu critichi. Su questo credo siamo daccordo.

Citazione:
Quello che sosteniamo nelle molte discussioni in corso è tutto corretto, ma non basta più, è forma ma non sostanza. Abbiamo tutti voglia di dire , ma non abbiamo voglia o non sappiamo fare... Il risveglio delle coscienze è una bufala terrificante, insostenibile anche come speranza.
In un mondo abitato da 7 miliardi di persone che raddoppieranno in una ventina d’anni sarebbe meglio occuparsi più di immanenza che di trascendenza.

Con il risveglio delle coscienze, non mi riferivo a niente di trascendentale, ma all'acquisizione di una maggior consapevolezza di cos'è bene o male per l'uomo e questo non è affatto irraggiungibile. Solo l'idea della consapevolezza assoluta è irragiungibile, ma la consapevolezza è in continuo aumento dentro di noi, basta abbandonare le illusioni e dare spazio alla coerenza per agire e trovare soluzioni tendenti al "vero utile".
Marco_532 is offline  
Vecchio 24-11-2003, 12.01.27   #3
moni
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Ti porto un esempio che se vuoi sicuramente molto semplicistico, ma in questo modo ti faccio vedere il mio punto di vista:

parliamo ai minimi termini.

Il mio paese è formato da 3000 persone, questo paese ha un comune ma 4 parrocchie. Queste 4 parrocchie sono 4 cognate. Non si va mai d'accordo perchè ognuno vorrebbe che determinate cose, proposte, attività e quant'altro si facessero nel loro paese. Ti basti pensare che oggi nel 2003 non abbiamo ancora una palestra, non tanto come palazzetto, ma manco per le scuole medie nelle quali scendono tutti i ragazzi della valle e non solo del mio comune.

Ogni volta che viene fatta un'attività di un certo tipo, che sia a sfondo parrocchiale, sportivo, alpinistica (si gli alpini ci sono sempre dappertutto...) ritrovi sempre dietro ad organizzare quelle 4 persone... e di fronte a partecipare, altre 10 persone e in platea a non partecipare ma a sputare sentenze di negatività, di pochezza e quant'altro le altre 2986 persone...

Al che mi dico, ok il mondo sta andando per certi versi a rotoli, ok il mondo sta morendo dal punto di vista di natura, dal punto di vista di umanità, dal punto di vista di valori e chi più ne ha più ne metta... ma che senso ha che io mi metta a predicare sulla salvezza del "mondo" nel quale io sono per prima protagonista, abitandolo, quando nel mio piccolo mi metto in cattedra addito e non intervengo... ??

Mettersi in piazza... secondo me; fare, anzichè solo dire è: agire nel proprio campo, nei propri spazi...perchè sul "totale"... sull'immensità non è data possibilità ad ognuno di agire, ma nel piccolo ad ognuno è data... Ma quanto siamo disposti a giocarci? A darci a prenderci in mano? Se non abbiamo un tornaconto non ci spostiamo di mezzo cm... E' vero che tutti abbiamo il fondoschiena parato, chi più chi meno... Ma c'è tanto da fare, probabilmente però... magari là dove non ne abbiamo molta voglia o dove sicuramente costa meno fatica puntare il dito

coscienza, conoscenza, consapevolezza... tante parole, vero tante parole... io parlo diciamo molto terra terra, però nel mio piccolo "mi muovo" e mi faccio sentire... spesso sono anche stanchi di "sentirmi" alcuni... ma ciò non mi ha mai impedito di continuare a far sentire la mia voce...

Forse a volte basta partire "dal piccolo" per poi fare qualcosa di grande... forse... chi lo sa!!

un abbraccio




Ultima modifica di moni : 24-11-2003 alle ore 12.03.54.
moni is offline  
Vecchio 24-11-2003, 13.08.21   #4
alessandro
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Quello che mi premeva di sottolineare, è la vacuità che assumono le idee, quando si riduce tutto a semplici fonemi privi di senso. Il modo che abbiamo di esprimere il dissenso, è un accozzaglia disorganica, perchè manca il vero tessuto antagonista. Da qualche tempo ho la sensazione che si stia giocando con la partecipazione, simulando apparenti empatie. Probabilmente, la spettacolarizzazione degli eventi e del dolore hanno contribuito ad una diversa percezione del reale, ma rimane il fatto che il peggiore dei mondi possibili è quello dove si calpesta l'altrui dignità.
alessandro

X Marco
niente in contrario al fatto che tu ti senta chiamato in causa, ma non ho mai creduto che tu intendessi una "trascendente illuminazione", ti leggo volentieri ed un idea del tuo pensiero ce l'ho
alessandro is offline  
Vecchio 24-11-2003, 15.22.21   #5
Marco_532
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...sono contento di non essere frainteso sul fatto dell'illuminazione trascendente....
...ma mi piacerebbe sapere quel sarebbe la tua idea del mio pensiero...anche in privato, per non sviare la discussione...sarei contento anche di un'eventuale critica....

Ciao.
Marco_532 is offline  
Vecchio 24-11-2003, 21.53.34   #6
VanLag
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Re: tra il dire e il fare

Citazione:
Messaggio originale inviato da alessandro
Forse è meglio che la smettiamo con le parole e iniziamo ad occuparci delle proposte.
E’ il mio pensiero e quindi ha la validità di ogni altro pensiero, comunque io ritengo che se non si sgombra il campo dai falsi obbiettivi non si arriva da nessuna parte.
Prima di armarsi e partire occorre decidere almeno – per dove partire e contro chi – Personalmente ho una reale passione per il discorso sociale, ma ho visto in forum che i problemi di questa nostra società interessano a ben pochi….. forse per tutti viene prima il proprio problema personale, (e non è una critica bensì una costatazione).

Comunque nel mio scrivere mi sento attivo, vedo chiaro il “problema” e lo denuncio in continuazione e non do spazio a ciò che secondo mè è falsità, (anche se rischio l’impopolarità).
Potrò sbagliare ma solo se lasciamo cadere i falsi problemi ci troveremo faccia a faccia con quelli veri ed allora veramente dovremo dare le risposte adeguate.
VanLag is offline  
Vecchio 25-11-2003, 07.38.01   #7
alessandro
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Armarsi e partire significherebbe avventurarsi in crociate di cui è pieno il mondo, ma cercare qualcosa che travalichi le parole e possa concretamente occuparsi, o meglio realmente compartecipare, lo trovo doveroso. Non so se esisite questa aleatorietà ai problemi sociali che tu denunci, nel forum, ma un po' di persone che stanno dirigendo il pensiero in una direzione c'è; partiamo da lì poi si vedrà.
alesssandro
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Vecchio 27-11-2003, 18.31.44   #8
Fragola
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Solo una piccola cosa....

Diffondere informazione, certo diffondere informazione è importante. Però c'è già tanta gente che lo fa e lo sa fare bene. L'informazione alternativa esiste.
Personalemente io non mi ritengo in grado di occuparmi di informazione. Nel mio piccolo appoggerò volentieri chi lo vuole fare.
Però volevo dire che il primo fare che serva veramente a qualcosa, in questo momento storico, si fa al supermercato!
Prima ancora di parlare, di leggere, di agire... facciamo attenzione a cosa comperiamo, a quali multinazionali finanziamo con i nostri acquisti, a quali scempi esse compiano la dove è possibile sfruttare.
Facciamo attenzione a non sprecare risorse, carta, energia.
Ricicliamo.
Non lasciamoci convincere che tutto quello che vediamo è necessario...
Piccole cose, piccolissime cose, ma è un microscopico potere che abbiamo in mano tutti e che possiamo esercitare facilmente con un briciolo di consapevolezza e pochissimi sacrifici.

ciao
Fragola is offline  
Vecchio 27-11-2003, 19.21.16   #9
alessandro
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hai ragione è giusto, l'hanno fatto in tanti, ma facciamolo anche noi, pubblichiamolo anche noi l'albero genealogico della Nestlè. Il consumo consapevole, come giustamente sottolinei, è un mezzo di risposta forte, un diritto esercitabile. Fare è portare è portare a conoscenza anche noi, non è questione di alternativa, ma di mettere una voce in più
alessandro
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Vecchio 28-11-2003, 19.29.12   #10
Fragola
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Non solo Nestlè...

Fosse solo al Nestlè, Alessandro!
Nelle botteghe del commercio equo e solidale sono disponibili dei libricini che costano una cirfra davvero irrisoria con l'enenco delle multinazionali che sfruttano il lavoro minorile o esercitano altre forme di sfruttamento.

ciao
Fragola is offline  

 



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