Ospite abituale
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
|
Non abolizione ma semplice spostamento dei prelievi
Non si tratta di abolire le imposte ma di spostare il prelievo fiscale dal reddito alla massa monetaria. In tal modo si potrebbe ottenere finalmente una fiscalità veramente uguale per tutti, a cui ognuno concorrerebbe in modo progressivo a seconda della sua ricchezza. Oggi invece, con il sistema fiscale vigente (fiscalità reddituale), le tasse le pagano praticamente solo i più poveri, coloro cioè che hanno una busta paga che è possibile controllare. Tutti coloro che, invece, hanno una libera professione sono possibili evasori fiscali e lo Stato nonostante tutti gli sforzi non potrà mai sapere in realtà quanto è il loro effettivo reddito. Si basa così su un forfait (ovviamente molto iniquo) e poi, ogni tanto, è costretto a fare un condono per recuperare ciò che con questi sistemi primitivamente idioti, non riesce, appunto, ad ottenere. C'è da tener presente, inoltre, che il sistema di tassazione vigente tratta allo stesso modo il gioielliere che ha il suo negozio in via Montenapoleone a Milano come il fruttivendolo che ha il suo negozio in un paese sfigato.
Inoltre, un'ulteriore iniquità rappresentata dall'attuale sistema, è che chi commercia scarica le proprie tasse sui prezzi di vendita, e dunque sono i più poveri a dover sostenere due volte (e in modo esponenziale) le tasse: le tasse sul proprio reddito e le tasse su ogni bene di consumo.
Ovviamente, tutto ciò, oltre a rendere difficile la vita ad ognuno di noi, sia lavoratore indipendente, che lavora sempre con l'ansia che la sua evasione fiscale venga scoperta, che lavoratore dipendente, che lavora come uno schiavo con retribuzione da terzo mondo e succube per la paura di perdere anche questo lavoro da schiavi, provoca depressioni dell'economia generale, incatenata com'è da vincoli statali, che non ne permettono la normale espansione.
Con la fiscalità monetaria, invece, tutti questi "problemucci" non esisterebbero.
E' ovvio che i politici marci che ci governano (ma anche quelli che sono all'opposizione) non sarebbero mai d'accordo su una "rivoluzione" di questo genere. Loro sono dei privilegiati, non hanno problemi economici, tutti gli leccano il culo, non pagano un cazzo, il treno, gli aerei, i giornali, il barbiere, la colazione al bar, ecc., ecc., ecc. E dunque sono i meno adatti paradossalmente a risolvere i problemi economici, dato che loro non ne hanno.
Faranno perciò di tutto per fare rimanere le cose come stanno, in modo che loro continuino ad essere monarchi e noi sudditi. Sta quindi a noi ribellarci. Ci sono però alcuni problemi riguardo a noi sudditi: ci sono molti di noi che in fondo preferiscono la sudditanza a vita, al diritto alla vita. E' incredibile, ma c'è anche chi se tu gli proponi una giustizia fiscale ed un conseguente reddito di cittadinanza come riconoscimento di sacrosanto diritto alla vita per ognuno che mette piede su questa terra, sostiene che non è giusto. Costoro, che appartengono alla enorme schiera dei bambocci sostenitori del "perché star bene quando si può soffrire", purtroppo sono stati talmente rincretiniti dal sistema kulturale, che credono giusta la sofferenza in nome probabilmente del fatto che ci hanno sempre tenuti con la testa bassa dicendoci che nasciamo col peccato.
Si tratta dunque, prima di tutto, di un problema culturale, più che attuativo di una equa economia e politica. Occorre uno straordinario cambiamento del modo ordinario di pensare, e ciò è l'ostacolo maggiore. Se tutti si nutrono continuamente solo di programmi televisivi di regime e di articoli di giornali di regime (e per regime non intendo quello di chi comanda al momento, ma la kultura di Stato in generale), è ovvio che il nuovo modo farà molta fatica ad affermarsi. E' per questo motivo che io ho creduto molto in internet, perché è il nuovo, è ciò che non è ancora contaminato dallo statalismo incatenatore, ed è l'unico ambito in cui si può respirare una certa libertà. Non so fino a quando.
Mi fermo qui.
Ciao
|