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27-02-2004, 13.44.29 | #81 |
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Capitalismo del popolo (II)
Dove sono infatti gli uomini in grado di assumere questo ruolo in qualche schieramento? (altra domanda da un milione di dollari)!
Ho voluto fare questa premessa, perché è necessario, a scanso di equivoci, intendermi con i lettori, soprattutto con quelli più giovani (spinellari e non spinellari) in merito a queste pagine, che dal 1999 ho incominciato ad approntare su internet non per comunicare agli italiani ciò che non andava e che non va, soprattutto in merito all'economia manipolata dai banchieri, ma per avvisare che le proposte relative alle esigenze sociali attuali esistono. Io ho scoperto che esistono e che non appartengono a quel tale, a Tizio o a Caio. Esistono nel cuore di tutti, esattamente come il regno dei cieli di cui parlava Gesù. Esistono in te. Molti sono coloro che mi hanno scritto insulti o dicendomi che sbagliavo, e che ero ingenuo o matto a mettermi contro le banche. Vi sono stati perfino "amici" che per questo motivo mi hanno dimostrato massimamente il loro odio... Mi dispiace per loro. In realtà costoro non capivano che il mio discorso non era rivolto alle banche intese come struttura, ma ai banchieri, tant'è vero che proposi come nome di questo sito "La Banca degli italiani" (http://digilander.libero.it/afimo/proposta.htm), seguendo l'esempio della "Banca del popolo" ideata da Proudhon (http://digilander.libero.it/afimo/nereo07.htm). A onor del vero devo dire anche che vi furono persone ed alcuni rari giornalisti che mi incoraggiarono, perché capirono... Speravamo insieme che tutti questi tasselli di verità sulle banche, sulla cultura e sul diritto, un giorno sarebbero esplosi. Ed oggi (febbraio 2004) sta succedendo questo proprio a proposito della banca d'Italia, pardon, dei banchieri... So in me stesso che questo è solo l'inizio... Anche quando sarò partito da questo pianeta... sarò dunque ancora felice di questo successo, che resterà segno e testimonianza in internet che quanto comunicato all'inizio del secolo e del millennio non fu un errore... Coloro che invece continueranno a credere che tutto va bene, secondo la religione new age del "buonismo fazioso" (http://digilander.libero.it/afimo/apostoli3.htm) e acefalo del loro partito di destra o di sinistra, e che continueranno moralisticamente a predicarmi - anche nella tomba - di vedere gli errori che sono dentro di me, e non quelli che sono fuori di me, questi non pensanti, mascherati da ben pensanti, difenderanno, come struzzi, i banchieri... Ed oggi già si incominciano a vedere coloro che difendono gli intoccabili, i bravi, gli innominati, gli illuminati... Anzi, lo fanno in nome delle tue tasche, in nome del popolo... come pesci che si uniscono boccheggianti per vivere del loro trasudato psichico-partitocratico, in mancanza d'acqua vitale. Come è strano l'uomo! È strana l'umanità di costoro. Pare che l'unico motivo che li fa essere così attaccati ai loro prodotti di scarto, ai loro sottoprodotti mentali, cioè ai loro errori mentali, fino al punto di perdere la visione reale del vero, sia il loro essere innamorati di questi sottoprodotti. Sembra proprio che in nome di questo amore combattano tutto e tutti. È un'umanità che adora gli errori... scarti che oltretutto appaiono ad essa come gli elementi egoistico-illusivi sub-umani da redimere negli altri... Perciò l'antipatia, la goffaggine e la fetenzia di diffidenza che questi uomini emanano per volerli adorare, proviene proprio dal fatto che si identificano talmente nel loro errore da apparire essi stessi prodotti di scarto, sottoprodotti, escrementi... Quindi puzzano, impuzzolendo anche tutt'intorno a loro... Perché a un certo punto l'umano, cioè la nostra parte umana, va condannata e non assolta. Se no, non ce ne possiamo mai distaccare. E questo è difficile... Ammettere di avere sbagliato è difficile perché è come non avere più niente di nostro che ci giustifichi e che venga scambiato per autocoscienza... eppure sappiamo tutti benissimo che una coscienza fasulla non è che un ostacolo alla verità ed alla libertà... Quando dunque me ne andrò da questo pianeta me ne andrò soddisfatto di aver lasciato questo segno su internet, una specie di cartello stradale per indicare la via... dal mondo delle idee viventi in me, al tuo mondo delle idee. Anziché combattere il capitalismo, occorre dunque vedere all'interno dell'essere umano come sia possibile godere universalmente del capitalismo. Ma perfino l'uso della parola "capitalismo" porta oggi ad una descrizione tronca e aggressiva dell'economia e dei rapporti sociali. Non si arriva, in genere, a pensare che l'accumulazione dei capitali è conseguenza e non causa del regime nel quale viviamo. Il capitalismo proviene dal capo umano, che è la sede dell'Io. Combattendo il tuo io, sbagli. L'egoità umana è sacra. Occorre socializzare l'egoismo, non combatterlo. Se vado a fare la spesa e cerco nella compra-vendita il mio interesse, il mio egoismo è sano. Se vado a fare la spesa e cerco nella compra-vendita il tuo interesse, il mio egoismo non è né sano, né cristiano. Infatti: ama il prossimo tuo come te stesso, significa che prima dobbiamo interessarci di curare noi stessi, e poi gli altri come noi stessi. I manipolatori di capitali sopra accennati, coloro che sfruttano e commercializzano i beni del creato appartenenti a tutti e che sono in debito verso l'umanità, costoro insegnano il contrario. Per questo motivo sono detti "illuminati"... Perfino nelle università costoro insegnano, in nome dell'altruismo, che il loro debito è necessario... e che anche il debito pubblico lo è, in quanto è sempre stato così... per convenzione... dunque anche l'insegnamento delle politiche di deficit di bilancio o politiche del debito pubblico (così vengono chiamate la stampa di moneta senza corrispettivo di riserva aurea) sono per questi "illuminati" giuste. Di fronte a tali illuminazioni fatte spudoratamente alla luce del giorno occorre preferire la tenebra notturna, il riflesso lunare, la riflessione pensante individuale, capace di rendere l'uomo autodidatta nell'apprendimento della politica del credito pubblico, in luogo del debito pubblico. La prima esigenza oggi è dunque quella di creare un fondo per estinguere quel debito che gli "illuminati" di cui sopra hanno verso l'umanità. Grazie ai proventi dei canoni di concessione dei beni di pertinenza comune, attuare tale fondo sarebbe possibile, e ciò porterebbe anche alla fine dello schiavismo moderno. Porterebbe cioè all'importante risultato di decondizionare ogni cittadino dall'obbligo di lavorare per vivere. Chi ha oggi sul pianeta terra il potere di fare queste concessioni? Chi sono i manipolatori di capitali? Chi sono i banchieri? Chi sono coloro che vogliono tenere per sé i beni della terra anziché distribuirli? La produzione, meccanizzandosi, automatizzandosi e informatizzandosi, non rende più i lavoratori necessari come 50 anni fa. Lottare contro la disoccupazione per essere utili come prima è dunque un errore storico e tattico. Quando la vita era breve, i mezzi ridotti e l'istruzione limitata, ognuno doveva fare, nel più breve tempo possibile, ciò che gli era chiesto. Soltanto pochi privilegiati sfuggivano a questa condizione. Oggi c'è abbondanza di capacità materiali e umane. Le macchine producono beni, esattamente come un tempo era la forza del lavoro umano a farlo. E il mercato può solo prendere atto del valore commerciale di tali beni. Lottare perché esso sia più giusto è dunque un altro errore. La logica vuole che ci si liberi di un modo di valorizzazione divenuto arcaico. Il sano pensare umano impone, anzi, di invertire l'origine stessa dei redditi e del credito. Questi saranno distribuiti in proporzione alla quantità di prodotti disponibili e non in funzione degli utili realizzabili. I cambiamenti che risultano da questa inversione sono i seguenti: nessuno dovrà più temere né la disoccupazione né la pensione. Ad ogni età, ci si potrà dedicare ad attività scelte da noi, non più per avere un reddito, ma grazie al fatto di averlo. Non dovremo più accettare condizioni di lavoro umilianti o malsane. Si parlerà sempre più insomma di distribuzione dei beni e di prosperità (www.prosperdis.org) per tutti. L'economia della condivisione dei beni è dunque l'economia del futuro di cui parlava Pound negli anni '30, che fu stroncata sul nascere dalla fallacia umana, e che oggi va riproposta in quanto unica via d'uscita al caos sociale in cui siamo ripiombati. Speculare sulla scarsità, come fanno i politici attuali, è alquanto truffaldino. La concorrenza si farà sulla base dell'uso più pertinente o più indovinato di un bene. Niente più inflazione da temere. Niente più tributi. E addio alle "diplomazie armate"! Ciascuno disporrà dalla nascita alla morte di un reddito sufficiente per vivere e creare. Dall'avvento dell'industrialismo, uomini ancora capaci di pensiero sano, come Loriant, Duboin, Valois, Rodrigues, Bellamy, Even, Gesell, Pound e tutti coloro che egli cita in merito alla questione monetaria, mi portano a tentare di ipotizzare un progetto monetario "nuovo", in cui la "marca da bollo" per la datazione monetaria di cui parlavano Pound e Steiner possa essere sostituita da una banda elettronica e da un sistema tecnologico digitale, adatto ai tempi attuali. Per Maxemil: Ricambio i saluti. In ogni caso terrò in considerazione la logica delle tue idee. |
28-02-2004, 00.57.06 | #84 |
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Per Alessandro e Maxemill
Per Alessandro.
Non credo che esistano culture opposte. La cultura, cioè il culto di Ur, è anche coltura, cioè coltivazione della luce. E quando rispettiamo la nostra vita intuitiva, anche illuminando da più punti di vista il medesimo oggetto di percezione, la cultura è uguale per tutti. L’accordo tra umani avviene solo sul piano della comunione di idee. Ci si sente in comunione perché si condivide lo stesso patrimonio ideale. Qualsiasi altro tipo di unione, non avendo come garante l'universalità del pensare, è soggetto a non durare. E né un Dio umanamente personale, né energia o materia, né la volontà senza idee di Schopenhauer o la cosiddetta "coscienza" possono fare da unità universale fra gli uomini… Anche mio padre era un partigiano (brigata Franco, nome di battaglia Ginetto) e ne vado orgoglioso. Oltretutto è stato schiaffeggiato da un repubblichino perché non faceva il saluto alla romana. Io non riconosco e non riconoscerò mai autorità alcuna, neanche davanti al mitra. Figuriamoci se riconosco una dittatura. Dunque se capiterà ci accenderemo un bel joint, e sarei molto felice di farlo di fronte a Fini (da quando sono uscite quelle scritte ipocrite di monopolio "il fumo uccide", "il fumo provoca il cancro", ecc. ho smesso di fumare anche le marlboro; mi incazzavo troppo a leggere quella roba, ed alla mia età non fa bene arrabbiarsi tanto. Vuoi vedere che costoro mi ammazzano davvero facendomi scoppiare la bile? - mi dicevo. Così ho smesso). Ciao vecchio freack. Nereo Per Maxemil No. Non ci sono stonature perché sento di essere con te. Credo tu abbia capito male. Oppure non mi sono espresso bene. Perciò ti prego di indicarmi i punti esatti di quanto dici che affermo. Io dicevo "non avrei alcun problema di fronte al potere di uno Stato o di un sistema politico che si mostrasse mio avversario o volesse contestare i miei beni" intendendo affermare che se tu finanziere o carabiniere vuoi proprio multarmi per un motivo qualsiasi, io l'osso lo mollo, perché ti un po' come un cane affamato. Perciò con l'osso in bocca poi vai tranquillo e non rompi più. Il discorso è: se ho anche un solo miliardo, chi se ne frega di pagare una grossa multa. Se proprio vuoi darmi la multa, dammela, pigliati i soldi ma poi sparisci, o cane! Tutto qui. Io non sono attaccato ai miei averi (una misera R4, questo computer e qualche tastiera). Però se tu agente della SIAE, mi dai la multa perché ho dimenticato di segnare quella determinata canzone sui tuoi dannati fogli, ti becchi di sicuro anche un bel cazzotto (così almeno ho sempre ragionato con i controllori cretini della SIAE). Credo che lo Stato siano i cittadini, e che se i cittadini sono truffati, non solo hanno il diritto di essere risarciti, ma il dovere di fare in modo che ciò non avvenga più. I miei pochi soldi li tengo in casa e da un paio d'anni circa. Non credo nei banchieri e neanche nel servizio bancario postale. Perché dovrei dare a loro i pochi soldi che ho? Non mi interessano gli "interessi". Chi se ne frega. A me interessa il credito pubblico, non il debito pubblico-truffa. Quando queste cose saranno chiarite, mi servirò ancora di quei servizi. Fino ad allora è illusorio pretendere di servirsene, perché come tu dici, siamo noi a loro servizio. Meglio le pezze al culo. La mia musica è abbastanza rock. Ti manderò un CD con l'ultimo pezzo dal titolo "BANKENSTEIN" che finirò di registrare domani (spero) http://digilander.libero.it/afimo/az..._cristiana.htm al recapito postale che mi indicherai. Puoi comunque già prelevare i brani degli "Atomix", che è il mio gruppo (http://stage.vitaminic.it/atomix/). Leggerò il tuo articolo. Anche tu hai la mia stima. Nereo |
06-03-2004, 15.22.50 | #86 |
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Per Mary con stima
Cara Mary,
oggi è una giornata di belle notizie. Sto usando la tua bella lettera per incominciare il 3° capitolo di "Capitalismo del popolo" (http://digilander.libero.it/afimo/ca...l_popolo03.htm). Ti sfrutterò fino all'ultima virgola. Inoltre il postino mi ha recapitato la rivista "Ricerca '90" di aprile 2004 con la pubblicazione del mio saggio "Il cielo di tutti" (http://digilander.libero.it/afimo/ne...ia_cosmica.htm) che già avevo pubblicato nel mio sito il 30 aprile 2003 dunque prima del caso Tanzi (in realtà ho incominciato a scriverlo nel 2000 utilizzando vecchi miei appunti del 1986. Lo dico non tanto per vantarmi (anche se un po', mi vanto) ma perché ciò che sto scrivendo ora è una specie di prospetto (basato sullo scandalo Enron) di come andranno le cose relativamente allo scandalo Tanzi, se non vi saranno persone dotate di pensiero a impedirlo. Ciao Nereo |