Comandante ad Aushwitz
L'autobiografia di Rudolf Höss.
Visto che già esiste una buona prefazione di Primo Levi, io mi limito a trascrivere:
"Di solito chi accetta di scrivere la prefazione di un libro lo fa perchè gli sembra bello: gradevole da leggersi, di nobile livello letterario, tale da suscitare simpatia o almeno ammirazione per chi lo ha scritto. Questo libro sta esattamente all'estremo opposto.
E' pieno di nefandezze raccontate con una ottusità burocratica che sconvolge; la sua lettura opprime, il suo livello letterario è scadente, ed il suo autore, a dispetto dei suoi sforzi di difesa, appare qual è, un furfante stupido, verboso, rozzo, pieno di boria, ed a tratti palesemente mendace.
Eppure questa autobiografia del Comandante di Auschwitz è uno dei libri più istruttivi che mai siano stati pubblicati, perchè descrive con precisione un itinerario umano che è, a suo modo, esemplare: in un clima diverso da quello in cui gli è toccato di crescere, secondo ogni previsione Rudolf Höss sarebbe diventatoun grigio funzionario qualunque, ligio alla disciplina ed amant dell'ordine: tutt'al più un carrierista dalle ambizioni moderate.
Invece passo dopo passo si è trasformato in uno dei maggiori criminali della storia umana."
Oggi, con il revisionismo più becero che incalza attraverso le bocche e le menti degli ignoranti, è utile conoscere le cose che vengono descritte in questo testo. Ma è un'altra la dimensione che mi interessa maggiormente: potevo non proporvi il libro, avendo poi questa frase come firma?
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