Son tre giorni che cerco di inserire il mio messaggio! Faccio evidentemente qualcosa che impedisce al server di accettarlo, ma non conosco l'inglese e non so cos'è...
Ci riprovo: oltre a complimentarmi per aver aperto una area di recensione sui libri, volevo proporne alcuni letti da me:
1) TIZIANO TERZANI "Lettere contro la guerra":
si tratta di una raccolta di articoli e riflessioni nate in seguito all'evento di cui sta per cadere il primo anniversario: l'attentato terroristico dell'11 Settembre 2001. Terzani cerca faticosamente di percorrete le ragioni degli "altri", animato dal desiderio di conoscere, di comprendere. Il suo è un discorso lucido, doloroso, mai scontato, ottenuto da una testimonianza diretta raccolta in luoghi dimenticati dall'Occidente opulento. Emerge un caleidoscopio di umanità che chiede principalmente di non essere annullata da una società che ci vuole tutti uguali, tutti al servizio del consumismo, e che sceglie spesso delle strade integrali e violente. Ma siamo proprio sicuri di essere, noi, immuni dal Male?
2) RAY BRADBURY "Fahrenheit 451":
scritto nel 1953, oggi appare un libro veramente profetico. Una società caratterizzata dalla presenza supinamente accettata di una televisione "a 4 pareti", chiassosa e ciarliera, rifiuta e persegue i libri, chi li legge e li raccoglie. Per far ciò si serve dell'operato dei pompieri, i quali non spengono più fuochi, ma li accendono, per bruciare ogni libro che trovano. Uno di loro, però, per circostanze fortuite, comincia a vedere le cose sotto un punto di vista differente, comincia a leggere, a nascondere libri. Perseguitato a sua volta perderà tutto conquistando in cambio la libertà del pensiero. François Truffaut ne fece un film, ma leggere il libro è un'esperienza destinata comunque a sorprendere: il finale, diverso nel libro, accenna ad una "strana" guerra e ad aerei che puntano sulla città...
3) MICHAEL ENDE "La storia infinita":
libro a cui debbo i nik che uso su internet... Spesso scambiato per una favola, è in realtà un difficile viaggio all'interno dell'inconscio collettivo prima, individuale poi. Il tutto abilmente trattato sotto le mentite spoglie di un linguaggio che sembrava perso: la metafora. La quale si serve di immagini dantesche, di ricordi della mitologia greca e di quella nordica, del ciclo cavalleresco bretone, di ricordi celtici, di immagini pittoriche quali quelle dell'Arcimboldo e dei più recenti Surrealisti (il padre dell'autore era uno di questi ultimi). La storia Infinita mantiene la sua promessa: si potrebbe leggerlo 10000 volte e lo si troverebbe sempre diverso, nel turbinìo di caleidoscopiche immagini ogni volta si trova un messaggio nuovo.