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19-02-2005, 15.29.24 | #73 |
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..piccolo saggio d'arte intorno alla vita di Siddharta..
"..Riflettè a lungo sulla propria trasformazione e portò ascolto all'usignolo, come cantava di gioia. Non era morto in lui questo uccello?non ne aveva sentito la morte? No, qualcos'altro era morto in lui, che già da tempo agognava la morte. Non era questo ciò ch'egli aveva voluto uccidere negli anni ardenti della sua penitenza?Non era il suo Io, il piccolo, pavido e orgoglioso Io col quale aveva combattuto per tanti anni, e che sempre l'aveva vinto, ucciso, ed era risorto ogni volta, a vietargli la gioia, a ispirargli paura?..
Ora Siddharta intuì pure perché da Brahmino, da penitente, avesse invano lottato col proprio Io. Troppa scienza l'aveva impacciato, troppi sacri versetti, troppe regole per i sacrifici, troppa mortificazione, troppo affanno di azione! Pieno di orgoglio era stato, sempre il più intelligente,sempre il più diligente, sempre di un passo davanti agli altri, sempre lui a sapere, sempre lui a vivere nello spirito, sempre lui il sacerdote o il saggio. In questo sacerdozio, in quest'orgoglio, in questa spiritualità, s'era annidato il suo Io, là sedeva indisturbato e prosperava, mentr'egli credeva d'ucciderlo con digiuni e penitenza. Ora se ne accorgeva, ora vedeva che la voce segreta aveva avuto ragione, che nessun maestro mai lo avrebbe potuto liberare.Per questo aveva dovuto scendere nel mondo, perdersi nel piacere e nel potere, nelle donne e nell'oro, aveva dovuto diventare un mercante, un giocatore di dadi, un beone e un avaro, finché il sacerdote e il Samana in lui non fossero morti.Per questo aveva dovuto continuare a sopportare quegli anni odiosi, sopportare il disgusto, la dottrina, l'insensatezza d'una vita squallida e perduta, fino al fondo, fino all'amararezza della disperazione, finché anche Siddharta il gaudiente, anche Siddharta l'avaro, potesse morire.Adesso era morto, un nuovo Siddharta s'era ridesto da quel sonno. Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno avrebbe dovuto morire; Siddharta era caduco, caduca ogni forma sensibile.Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. Questi pensieri meditava, e ascoltava sorridendo il proprio stomaco, ascoltava riconoscente il ronzio d'un'ape. Serenamente contemplava la corrente del fiume; mai un'acqua gli era tanto piaciuta come questa, mai aveva sentito così forti e così belli la voce e il significato dell'acqua che passa. Gli pareva che il fiume avesse qualcosa di speciale da dirgli, qualcosa ch'egli non sapeva ancora, qualcosa che s'aspettava proprio da lui. In quel fiume Siddharta s'era voluto annegare, in quel fiume oggi s'era annegato il vecchio, stanco, disperato Siddharta. Ma il nuovo Siddharta sentiva un amore profondo per quest'acqua fluente, e decise tra sé di non abbandonarla tanto presto.." da "Siddharta" (Hermann Hesse) Ultima modifica di gyta : 19-02-2005 alle ore 15.32.24. |