ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
25-11-2004, 08.18.06 | #43 | ||
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
|
Re: Re: Re: Re: Re: x Il Pensiero
Citazione:
Ma ci hai pensato bene? Se pensi non lo capisci. Quello che propone J.K. non ha molto senso. Per chi non lo ascolta col cuore Auspica l'abbandono da parte nostra di tutta la nostra esperienza, ci suggerisce di far finta che tutti abbiamo le stesse necessità nel medesimo momento, ci chiede di fare tabula rasa completa della nostra personalità… e poi pensare tutti insieme alla soluzione dei problemi come se fossimo una sola persona,… ma quale???? Hai scritto elaborando con la tua crapa distorta e non con un cervello attivo, e disinibito. Scusa se posso apparire critico, ma non ti pare che si farebbe prima a prendere uno qualunque, nominarlo capo e demandargli il compito di pensare e decidere per noi da allora in poi? Sei critico!, e la tua critica non ha valore perché non è libera dal tuo credo. Cosa siamo noi senza le nostre esperienze, senza la precisa nozione di cosa vorremmo in un determinato momento, …senza la nostra personale realtà? Siamo COSTRETTI a pensare da singoli individui per vivere la nostra singola vita in un determinato e certo singolo momento. Appiattire tutto e tutti non ha mai risolto le cose se non nel modo peggiore. La Verità è che ognuno ha la libertà di decidere per sé fino a quando non arriva al confine della libertà altrui. Lì ha il dovere di rispettare il comune diritto di scelta personale altrui. Noi siamo tutte quelle cose che hai negato e non siamo quelle che hai affermato. *...ogni perdita ci rende più poveri. Perdere un amico ci rende meno vivi...* A me questo non comunica niente ad altri potrebbe indurre rabbia, depressione, paura, tristezza, ecc... Cita! |
||
25-11-2004, 09.25.50 | #44 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
|
Pillola
Ora ho capito! ...
Non puoi citare perché non hai mai letto niente di lui... Critichi “per sentito dire”... . Allora ti somministro una... ....pillola.... di saggezza: Se volete vivere a questo modo, vivete a questo modo. La maggior parte del mondo, comunque, lo fa; ma se volete essere liberi dalla sofferenza dovete comprendere l'intera struttura del piacere. Comprendere il piacere non vuoi dire negarlo. Non lo stiamo condannando né stiamo dicendo che è giusto o sbagliato, ma se lo ricerchiamo, facciamolo con gli occhi aperti, sapendo che una mente che cerca sempre il piacere deve inevitabilmente trovare anche la sua ombra, il dolore. Non possono essere separati, sebbene noi si corra dietro al piacere tentando di evitare il dolore. Ora, perché la mente cerca sempre il piacere? Qual è il motivo per cui facciamo cose nobili e turpi sotto la segreta influenza del piacere? Perché ci sacrifichiamo e soffriamo sul sottile filo del piacere? Cos'è il piacere e come nasce? Mi chiedo se qualcuno di voi si è posto queste domande ed ha seguito le risposte proprio sino alla fine. Il piacere nasce attraverso quattro stadi - percezione, sensazione, contatto e desiderio. Vedo una bellissima macchina, e allora provo una sensazione, una reazione per averla vista; quindi la tocco o immagino di toccarla, e sorge così il desiderio di possederla e di farmici vedere sopra. Oppure vedo una bella nuvola, o una montagna che si delinea netta contro il cielo, o una foglia appena nata in primavera, o una profonda valle ricca di incanto e di splendore, o uno splendido tramonto, oppure un bel viso, intelligente, sveglio, ma non conscio di se stesso e quindi non più bello. Guardo tutto ciò con intensa gioia e per il modo con cui osservo non esiste osservatore ma solamente vera e propria bellezza come amore. Per un momento tutti i miei problemi, ansietà e miserie sono assenti - esiste solamente quella cosa meravigliosa. Posso guardarla con gioia e il momento dopo dimenticarla, oppure interviene la mente, e allora ha inizio il problema; la mia mente continua a pensare a quello che ha visto e alla sua bellezza; mi dico che mi piacerebbe rivederla ancora molte volte. Il pensiero comincia a far paragoni, a giudicare e a dire, "voglio averla di nuovo domani". Il protrarsi di una esperienza che per un solo secondo ha prodotto gioia è sostenuto dal pensiero. La stessa cosa succede per il desiderio sessuale o per qualsiasi altra forma di desiderio. Non c'è niente di sbagliato nel desiderio. (Reagire è perfettamente normale. Se mi pungete con una spilla io reagirò a meno che non sia paralizzato.) Ma a tal punto interviene il pensiero che continua a ripensare alla gioia e la trasforma in piacere. Il pensiero vuole ripetere l'esperienza, e tante più volte la ripetete, tanto più essa diventa meccanica; più ci pensate, più il pensiero da forza al piacere. Così il pensiero crea e sostiene il piacere per mezzo del desiderio, e gli da continuità, e la naturale reazione di desiderio ad ogni cosa bella è corrotta dal pensiero. Il pensiero la trasforma in un ricordo e il ricordo è nutrito dal continuo pensarci. Naturalmente a un certo livello il ricordo ha un posto. Nella vita di tutti i giorni non potremmo assolutamente andare avanti senza di esso. Nel suo campo deve essere efficiente ma c'è uno stato della mente in cui ha pochissimo spazio. Una mente che non sia paralizzata dal ricordo gode di una vera libertà. Avete mai notato che quando reagite a qualcosa in modo totale, con tutto il vostro cuore, il ricordo compare pochissimo? È solamente quando non reagite a una provocazione con tutto il vostro essere che compare il conflitto, la lotta, e questo genera confusione, e piacere o dolore. E la lotta da origine al ricordo. Per tutto il tempo quel ricordo viene accresciuto da altri ricordi e sono essi che reagiscono. Qualsiasi cosa che sia risultato del ricordo è vecchia e.quindi mai libera. Non esiste niente di simile alla libertà del pensiero. È pura assurdità. Il pensiero non è mai nuovo, poiché il pensiero è la risposta del ricordo, dell'esperienza, della conoscenza. Poiché è vecchio, il pensiero rende vecchio quello che avete guardato con gioia e percepito in modo straordinario per un momento. Derivate il piacere da ciò che è vecchio mai da ciò che è nuovo. Nel nuovo non c'è tempo. Se potrete dunque guardare qualsiasi cosa senza lasciare che il pensiero si insinui - se potrete guardare un viso, un uccello, il colore di un sari, la bellezza di uno specchio d'acqua scintillante al sole, o qualsiasi cosa che vi procuri gioia - se potrete guardare senza poi volere che l'esperienza si ripeta, allora non ci sarà dolore, paura, ma piuttosto una straordinaria gioia. È la lotta per ripetere e protrarre il piacere che si trasforma in sofferenza. Guardatelo in voi stessi. Proprio il volere che il piacere si ripeta genera dolore, poiché esso non è lo stesso di ieri. Lottate per raggiungere la stessa gioia, non solo per il vostro senso estetico ma per la stessa intima qualità della mente, e siete urtati e dispiaciuti perché vi è negato. Avete osservato cosa vi accade quando vi viene negato un piccolo piacere? Quando non ottenete quello che volete diventate ansiosi, invidiosi, pieni di odio. Avete mai notato quando vi viene negato il piacere di bere o di fumare o del sesso o di qualsiasi cosa - avete notato che battaglie dovete fare? E tutto ciò è una forma di paura, non è vero? Avete paura di non ottenere quello che volete o di perdere quello che avete. Quando qualche particolare fede o ideologia in cui avete creduto per anni è scossa o vi viene strappata via dalla logica o dalla vita, non avete paura di restare soli? Quella fede vi ha dato per anni soddisfazione e piacere, e quando vi vien portata via vi lascia in difficoltà, vuoti, e la paura rimane finché non trovate un'altra forma di piacere, un'altra fede. Mi sembra talmente semplice, e proprio perché è talmente semplice ci rifiutiamo di vederne la semplicità. Ci piace complicare le cose. Quando vostra moglie si allontana, non siete gelosi? Non siete arrabbiati? Non odiate l'uomo che l'ha attratta? E che cos'è tutto ciò se non paura di perdere qualcosa che vi ha dato molto piacere, compagnia, un certo senso di sicurezza e la soddisfazione di possedere? Se dunque capite che dove c'è una ricerca del piacere deve esserci anche dolore, vivete nel modo che volete, ma non andate proprio a cacciarvici. Se tuttavia volete por fine al piacere, dovete essere totalmente attenti, è questo il modo per por fine al piacere, all'intera struttura del piacere - non tagliarlo fuori come fanno i monaci o i sannyasi, senza mai guardare una donna perché credono che sia peccato e che quindi distrugga la vitalità della loro comprensione - ma vedendone l'intero significato e importanza. Allora proverete una straordinaria gioia nella vita. Non potete pensare alla gioia. La gioia è qualcosa di immediato e, pensandoci, la trasformate in piacere. Vivere nel presente è la percezione istantanea della bellezza e la grande gioia che ne deriva senza richiederne piacere. Commenta! |
25-11-2004, 10.04.40 | #45 | |
Utente bannato
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 2,116
|
Re: Pillola
Citazione:
Esatto! Kannon |
|
25-11-2004, 14.27.03 | #50 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
|
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: x Il Pensiero
Citazione:
m'hai rubato 'a battuta..m'hai rubato! ma i pescetti dove li prendi?...ufficio sinistri?...sei del clan di Fantozzi? sai che è stato il mio primo Guru? ahahah (tanto per non uscire dal tema) |
|