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23-12-2015, 14.22.15 | #123 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 18-12-2015
Messaggi: 78
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Riferimento: Perdono.
Alla cortese attenzione di chi gestisce questo bel Forum.
Sono Giuscip, alias Giuseppe, vorrei suggerirvi di moderare i post senza tenerli bloccati per un qualche tempo. Non poterli leggerli in tempo reale comporta che non si forma il dialogo. Comprendo che ci siano post da bloccare ma questo potete farlo in ogni caso a posteriori. Con l'occasione auguro un Buon Natale. |
23-12-2015, 14.48.02 | #124 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Riferimento: Perdono.
Citazione:
non elimino il tuo post solo perchè mi dà l'opportunità di ricordare, a beneficio dei nuovi utenti, perchè i post sono pre-moderati. In seguito o anche solo per rispondere a questo mio post ti prego d'indirizzare le tue parole al Webmaster. Così come gentilmente devi fare per ogni quesito presente o futuro non attinente al Thread. C'è stato un tempo nel quale i post erano pubblicati in tempo reale ma, un pò per l'onerosità della cosa un pò per altri motivi che sarebbe lungo spiegare, si è deciso di pre-moderarli. Questa, come tutte le altre regole del Forum, sono soggette all'accettazione dell'utente che, iscrivendosi, ha espresso il suo parere positivo. Buon Natale anche a te. Cordiali saluti |
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23-12-2015, 15.04.50 | #125 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Perdono.
Citazione:
Condivido alcune considerazioni. Per quanto mi riguarda sono credente proprio perchè dopo le sensazioni e percezioni la nostra coscienza (o mente) cerca un senso, che sia il linguaggio scientifico e o spirituale a costruirne una logica. Se si pensa che ogni cosa o fenomeno sia disgiunto da tutti gli altri fenomeni o addirittura indifferente, vivremmo nel caos e nella stocastica totale. ma leggi stesse scientifiche sono per definizione universali dentro un dominio naturale, intendo dire che la cinematica o la gravità, per fare esempi sono applicabili a qualunque cosa, basta saperne le proprietà di quella cosa e quella cosa avrà un nome che definisce le sue proprietà. Ora , se tutto a un senso, questo senso o è dentro le infinitesime particelle che compongono gli elementi ,via via più complesse , oppure esiste una forma di intelligenza aprioristica(ma non scarta l'ipotesi che quelle particelle infinitesimali abbia un senso): ma in entrambi i casi ci appare imperscrutabile sia un disegno naturale che divino. Ma se mutano le premesse, mutano le risposte, perchè cambiano i significati. Se un bambino nasce con problemi fisici o mentali è imputabile alla legge della probabilità applicata alla genetica, e diamo colpa al dna o a chi per esso. Se invece il disegno imperscrutabile è divino, cambia anche il rapporto con il dominio della natura, in quanto il divino lo sovrasta gerarchicamente. Allora se un essere vivente nasce con anomalie o un bambino muore prima di avere discernimento e ci chiediamo come può un Dio non essere misericordioso, l'unica risposta che mi sento di darti (e che si trova anche nel Libro di Giobbe) è che la nostra intelligenza e potenza non può nemmeno essere avvicinata a quella divina, e se ciò avviene deve esserci quell'imperscrutabilità per cui il Giudizio di Bene e Male può solo essere limitato in quanto noi non possediamo" il punto di vista di Dio". Ma altrettanto mi sento di dire che chi crede solo nella natura dovrebbe COERENTEMENTE togliere completamente tutte le illusioni sociali, emancipative, di giustizia, cioè tutte le retoriche pleonastiche che non hanno alcun fondamento dentro le leggi della natura. La natura non ha bene o male e quindi giustizia, ha sensi e significati arbitrari che la nostra mente analogica legge a suo modo e costruttivamente con una realtà, semplicemente modellandola e rappresentandola linguisticamente laddove la cultura diventa il luogo della giustificazione delle azioni, cioè le prassi vengono giustificate dalle strumentalizzazioni teoriche. Quindi non esiste etica e morale, la crudeltà è parte della natura, ma è solo definizione e non giudizio valoriale, Hitler equivale a Gandhi, e non è una provocazione è dentro la regola della natura . Quindi un handicap è maledire la sorte probabilistica, la lotteria dell'esistenza. Ecco perchè ritengo inaccettabile, in quanto incoerente, un giudizio morale da parte di un ateo, o le prosopopee narrative del perchè Dio ha creato un mondo crudele. Se non fosse crudele questo mondo saremmo in Paradiso, potrei rispondere. Non esiste il Paradiso e Dio? O.K dico io, allora COERENTEMENTE tutto è costruzione culturale basato su retoriche e rapporti di forza, e dove oggetti metafisici come persona giuridica, Stato, diritto,ecc. sono invenzioni "per tener buona la gente" e renderla supina nei rapporti potere di pochi privilegiati/popolo e la filosofia diventa elucubrazione linguistica come i giochi di parole O l'una o l'latra, in mezzo solo ipocrisia. e ...Buon Natale |
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23-12-2015, 19.09.40 | #126 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
Messaggi: 177
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Riferimento: Perdono.
Citazione:
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23-12-2015, 20.44.03 | #127 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 18-12-2015
Messaggi: 78
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Riferimento: Perdono.
Continuiamo a parlare di verità senza specificare cosa vogliamo sapere se è vero o no.
Personalmente sempre ho sottointeso che la verità della quale vorrei venire a conoscenza riguarda il mio essere. Non tanto sapere se sbaglio quanto più sapere se SONO SBAGLIATO come persona. Per scoprirlo è molto semplice anche se costa tanto perché superbia ed orgoglio non ne sono contenti. BASTA VEDERE SE AMO IL MIO PROSSIMO! Dopo tutto è l'unica certezza che ci è concessa senza ombra di dubbio se avremo il coraggio di entrare nella nostra coscienza e se metteremo le nostre opere a confronto con quanto dicono i comandamenti, i quali sono una certezza, comprovata dal fatto che chi li vive sente la pace. Domando: Per altri di quale verità si tratta? |
24-12-2015, 00.12.23 | #128 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Perdono.
Citazione:
Conosco bene, per averla seguita in altri tuoi interessanti interventi su questo forum, la tua decisa e ferma posizione su questo punto. Il problema che sorge però, dal mio punto di vista, è che questa specie di scommessa al buio sulla natura del Reale appare priva di sostanza , arbitraria. Se parliamo dal punto di vista di un credente, come potremmo essere giudicati sulla base di una scelta fatta in questa maniera, senza nessun elemento oggettivo per preferire una ipotesi rispetto ad un'altra? Sarebbe paragonabile ad un'insegnante che pretendesse di valutare i suoi allievi senza aver impartito alcuna nozione, alcun insegnamento. L'affermare che esistono dei testi in cui viene "rivelata" la Verità aiuta fino ad un certo punto perchè: -Non si evidenzia oggettivamente alcuna presenza rivelatoria se non come atto di fede. -I testi sono discordi e spesso contradditori ( il Divino viene visto in vari modi a seconda dei popoli, delle culture, dei periodi storici,ecc.) -Non tutti hanno, hanno avuto o avranno accesso o comprensione ai suddetti testi che spesso sono criptici, necessitano di interpretazione, di competenze linguistiche particolari. L'interpretazione stessa varia di continuo al variare delle epoche. Ci si deve affidare/fidare di interpretazioni altre e fondare le nostre scelte non sulla base di una qualche nostra comprensione, ma sulla base della comprensione di altri e quindi dipendere dall'"autorità". Ora, se posso accettare una forma di autorità che può darmi un'evidenza oggettiva e sperimentabile, per es. quella di uno scienziato su un particolare campo, diventa problematico accettare l'autorità fondata su interpretazioni di qualcosa non evidente e non sperimentabile. Ma le stesse obiezioni si possono portare anche alla visione e alle convinzioni del non credente in quanto il fatto che una cosa non sia oggettivamente sperimentabile "da noi", non significa che non possa essere sperimentata da altri, o in altro modo, o in altri ambienti, ecc. Non possiamo avere alcuna certezza che le cose che non appaiono non esistano lo stesso, anche se non sperimentabili. Quindi su quale criterio investire le proprie scelte e la propria vita ? Su un azzardo, su una scommessa ? Sul lancio di una monetina ' Testa credo, croce non credo ? Si può vivere senza operare questa scelta, questa distinzione che mi appare più un quesito del pensiero discorsivo che non una necessità intrinseca? Come un uomo che si trova ad un bivio. Ha di fronte due strade ( ma sono veramente solo due?) e non conosce la destinazione di nessuna della due. Deve necessariamente scegliere ( e questo mi sembra il tuo punto fermo) o...c'è un'altra possibilità ? Può percorrerne una per un tratto poi, accortosi che si fa buio e che la strada non porta da nessuna parte, decide di tornare indietro. All'alba affronta l'altra, ma pure questa non porta da nessuna parte e cala nuovamente la notte. Che fare allora ? Sai cosa penso che succeda realmente alla fine ? Che l'uomo deluso ( e disilluso) cominci a guardarsi intorno e notare che ...questo bivio potrebbe pure essere la destinazione. Il paesaggio non è poi male, si dice tra sè e , piano piano, comincia a vedere dissolversi le due strade di fronte. L'alba sorge e l'uomo, non più in preda alla frenesia di dover per forza andare da qualche parte, si siede ad ammirare la Bellezza che pian piano si rivela , nella Luce, proprio in quel luogo. Il luogo dove non c'è necessità di alcuna scelta di andare o venire. Forse potrebbe anche chiamare quel luogo "Casa", nel suo pieno significato spirituale e umano.Si potrebbe anche definire come il luogo dove "Sei" e dove vivi. Non il luogo dove pensi/scegli di essere o pensi/scegli di vivere. Se sei veramente in questo Luogo, ami ma non pensi di amare, soffri, ma non pensi di soffrire, sei capace di giocare ancora come un bimbo ma puoi essere astuto come una volpe, ogni attimo è visto come la prima volta. Questa casa è la meta. Questo Luogo è l'Altra Riva. Ma saper dimorare al bivio è cosa da pochi, purtroppo. Da Aquile che volano alte sulle cime dei monti. Mentre noi siamo al massimo delle anatre di palude. E, persi nella palude, non ci resta altro che continuare a fare scelte , come giustamente affermi tu. |
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24-12-2015, 01.12.28 | #129 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Perdono.
Citazione:
L’iniqua distribuzione del dolore E’ la distribuzione del dolore il vero problema. E’ l’iniqua distribuzione del dolore che mi porta a dire che non c’è governo. Se il dolore avvenisse in maniera matematica esattamente sulla testa dei malvagi, come per altro molti sostenevano, se ci fosse il filo diretto dolore-malvagità e viceversa, prosperità e bontà personale, non ci sarebbe problema ma ciò che fa problema è questa iniqua distribuzione del dolore. Già il profeta Geremia (cap.12) diceva: “Vorrei disputare con te sulla giustizia, perché le cose dei malvagi vanno bene e quelle dei buoni vanno male?” e così dice il profeta Abacuc, con parole durissime rivolte a Dio: “Tu dagli occhi così puri che non puoi vedere niente di male, ma perché invece adesso, tutto questo male che vedo? E tu che cosa fai, dove sei? Il problema vero è l’iniqua distribuzione del dolore: ma come si esce da questo problema? Per non guardare in faccia all’iniqua distribuzione, per non voler riconoscere l’iniqua, la casuale distribuzione del dolore, il caso del dolore gli uomini, hanno caricato per secoli molti genitori di dolore infinito, ancora più infinito di quanto non fosse ricevere un figlio così, di colpevolezza. Pensare che ci possa essere una positiva volontà divina di far nascere un bambino disabile al 100%, mi è francamente difficile e, secondo me, è anche ingiusto pensare che Dio ponga al mondo volutamente un essere così, per educare l’anima di qualcuno. Non sarebbe giusto. Questo è il biglietto che Ivan Karamazov restituiva: “Se le lacrime di un solo bambino dovessero contribuire all’eterna armonia”, diceva nel notissimo dialogo con il fratello Alioscia ne I Fratelli Karamazov. Anch’io restituirei quel biglietto dovendo pensare a un Dio così. tratto da VITO MANCUSO L'abisso del male Il dolore innocente Riporto queste interessantissime valutazioni del noto teologo Mancuso per definire soprattutto non la difficoltà di credere ad un Principio Creatore astratto, un Dio impersonale, ecc. Ma la difficoltà di credere proprio all'idea di un Dio personale, di un Uomo-Dio, di un Dio che è solo amore e giustizia, che si prende cura di noi dal nostro primo battito, ecc. Abbiamo qualcosa tra le nostre mani, che chiamiamo vita, che sembra oltremodo urtare con questa Idea sublime che percorre la storia dell'uomo occidentale da duemila anni. Che è poi quello che viene definito il Silenzio di Dio, il mistero della sua apparente Assenza. Sull'incoerenza sono d'accordo con te. Tutti ne siamo soggetti. L'ateo nega l'esistenza di Dio , ma spesso agisce come se esistesse ( e da qui tutte le varie figure e istituzioni metafisiche). Dall'altro lato il credente, che afferma con forza l'esistenza di Dio, ma agisce come se non esistesse ( e le tristi vicende di cronaca vaticana di questi tempi ne sono purtroppo conferma...). Non è che il credere o non credere sia solo una posizione mentale , ma che poi l'uomo, in definitiva, agisca e scelga sotto la vera spinta di altre forze interne un pò meno...nobili ? |
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