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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 24-05-2005, 23.38.09   #31
rodi
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
Citazione:
Messaggio originale inviato da nicola185
L'importante diceva un mio vecchio allenatore di pallavolo è che chi può dare 5 dia 5 e chi 10 dia 10. Rispetto alla scientificità del recidere i contratti con l'esterno concordo pienamente e infatti le cronache sono piene di commenti su persone suicide della serie "ma era tanto felice". Ma se si osserva con il cuore, se si impara a guardare il proprio buio c'è almeno una piccola e remota possibilità che si possa intuire anche quello di chi ci sta vicino. La logica razionale da sola, per quanto arguta, non arriva a nulla se non accompagnata dalla forza dirompente della logica emotiva spesso in contraddizione con la prima.

Se si osserva con il cuore forse si arriva a scorgere qualcosa di ciò che passa nell'animo dell'altro.
Forse si arriva a vedere quello sconforto che può far arrivare all'autodistruzione attraverso il suicidio.
Forse si può far arrivare un messaggio della forza necessaria a far deviare l'altro dall'intento, magari solo l'input...ma già sufficiente per farlo passare oltre.
Forse...se tutto questo non entra in collisione con quelle che sono le esigenze interiori del momento della persona che dovrebbe produrre la deviazione.

Non basta la logica, non bastano le tecniche, non bastano gli studi.
Forse entra in ballo una sorta di carica vitale che alcuni hanno ed altri no...semplicemente per caratteristiche proprie e non per meriti.

Se tutti questi forse fossimo capaci di trasformarli in certezze, probabilmente avremmo capito il senso vero della vita e saremmo in grado di risolvere la sofferenza di ciascun essere umano...

Ma non è nelle nostre possibilità questo, non sempre.

Ed allora non resta che seguire il consiglio del tuo allenatore e metterci quello che abbiamo, che possiamo, che siamo in grado di... senza andare oltre...che non è da noi.

Troppo delicato per me il meccanismo che porta un essere umano a togliersi la vita, suscita rabbia ma anche pietà ed anche analisi su noi stessi e sul perchè non siamo stati in grado di comprendere e deviare.

Mi viene dentro solo il rispetto verso qualcosa che sento molto più grande di me e di fronte al quale posso mettermi solo con rispetto e con amore.

Non mi sento di giudicare, non riesco a non provare pietà per un gesto così...non riesco a credere che possa essere spiegato da stupide 'dinamiche'...non credo che nessuno di noi possa dare una certezza.
E nessuno mi toglierà mai dalla testa che alla base del gesto non ci sia una sostanziale quota di dolore.
rodi is offline  
Vecchio 26-05-2005, 21.30.15   #32
nemesi
Ospite
 
Data registrazione: 10-05-2005
Messaggi: 14
[quote]
Vedo che ognuno di noi ipotizza quali possano essere le motivazioni che spingono al suicidio ma chi di noi realmente ha parlato con un suicida?
Chi di noi ha provato almeno una volta nella vita a rinchiudersi in casa, staccare deliberatamente il telefono, far credere di essere da un'altra parte e con lucidità quasi maniacale creare un cocktail mortale da potersi iniettare in vena?
...
E' l'attenzione che può permettere a chi medita di morire di ricredersi nei suoi intenti. Non lasciatevi sfuggire i segnali mi raccomando. [quote]

Le motivazioni di un suicidio variano da caso a caso, di fondo c'è un grande disagio e uno star male interiore.

Ti dirò che ho sia parlato con un ragazzo che voleva suicidarsi, sia io stessa ci ho pensato, ho preparato tutto e stavo per farlo. a fermare quel ragazzo c'era il suo migliore amico, e a fermare me la mia migliore amica, perchè hanno colto i segnali che, come dici tu, sono molto importanti! poco importa parlare con suicidi, l'importante è essere consapevoli di questa cosa e imparare a cogliere in tempo i segnali... siamo troppo egoisti per accorgerci dei mali degli altri, ma troppo menefreghisti per voler bene a noi stessi. almeno io la penso così...
nemesi is offline  
Vecchio 27-05-2005, 19.22.09   #33
nicola185
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[quote]Messaggio originale inviato da nemesi
Citazione:
... siamo troppo egoisti per accorgerci dei mali degli altri, ma troppo menefreghisti per voler bene a noi stessi. almeno io la penso così...

Perchè non sostituire le parole egoismo e menefreghismo con fragilità e debolezza? Volersi bene non è semplice, perchè se da una parte può essere facile amare le nostre parti più piacevoli dall'altra, invece difficile sarà accettare i nostri lati oscuri, certi reconditi desideri, gli stessi che talvolta e in taluni casi posso spingere a compiere gesti estremi contro noi stessi e gli altri.
Posso non accorgermi del "male" degli altri non per menefreghismo od egoismo ma per il rischio molto più elevato di scoprire attraverso gli altri il "male" che c'è in me. Questo è quello che sento io. Nicola

Ultima modifica di nicola185 : 27-05-2005 alle ore 19.24.38.
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Vecchio 28-05-2005, 20.50.51   #34
uranio
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Re: Suicidio...perche'?

Citazione:
Messaggio originale inviato da medea
Ciao a tutti,
Vorrei trattare qui un tema molto delicato, ma del quale mi piacerebbe sapere le vostre opinioni, e credo che la sezione di psicologia sia la + ideale.

Cosa ne pensate del SUICIDIO, un atto tanto tragico quanto (se me lo concedete) coraggioso....??

Perche' la gente preferisce togliersi la vita piuttosto che cercare di affrontarla?

Aspetto le vostre risposte
(sempre che ne abbiate!)

Il suicidio non viene pensato, è una forma di una forte debolezza interna che ad un certo punto ti crea confusione, paura, hai paura di affrontare la vita perchè pensi di non farcela. In quel momento non serve nessun coraggio agisci e via senza pensare e senza comunicare la tua idea, perchè al momento che la pensi la stai mettendo in atto.
uranio is offline  
Vecchio 28-05-2005, 22.39.09   #35
dana
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Forse si può far arrivare un messaggio della forza necessaria a far deviare l'altro dall'intento, magari solo l'input...ma già sufficiente per farlo passare oltre.

Posso non accorgermi del "male" degli altri non per menefreghismo od egoismo ma per il rischio molto più elevato di scoprire attraverso gli altri il "male" che c'è in me.

agisci e via senza pensare e senza comunicare la tua idea

Non si comunica l’idea del suicidio a parole, certo, ma qualche segnale probabilmente viene lanciato, tutto sta nel saperlo cogliere.

A volte per disattenzione, per indifferenza, a volte per paura, spesso chi è intorno non riesce a cogliere quest’abisso di dolore e autodistruzione. E a volte basterebbero veramente l’ascolto e la condivisione per far superare il momento critico.

Fa paura sentire il dolore altrui, disturba, colpisce.
Ricordo l’ultimo mese di vita di mio papà, i parenti e gli amici avevano paura di venirlo a trovare, paura di restare sconvolti di fronte alla morte imminente, paura dell’addio, paura del suo sorriso e della sua serena accettazione. Tutte emozioni forti che disturbano, che lasciano il segno, per questo cercavano di evitarle.

Allo stesso modo probabilmente chi dovrebbe cogliere i segnali di autodistruzione della persona che ha accanto, prova paura di fronte all’intensità di questo abisso che si intravede, e ignorandolo, spera di annullarlo.

Di fronte alla disperazione e alla morte, l’unico aiuto che umanamente si può dare è la condivisione, l’essere presenti, l’ascolto, il non essere soli.
Il problema rimane, ma il dolore condiviso è dimezzato.





Ultima modifica di dana : 28-05-2005 alle ore 22.41.22.
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Vecchio 29-05-2005, 22.56.15   #36
uranio
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Hai ragione condividere un dolore vuol dir tanto, però non sempre si è in questa situazione, il grosso problema è quando ti trovi solo allora che fai......
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Vecchio 29-05-2005, 23.45.54   #37
dana
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Cara Uranio, il più delle volte infatti si è soli ad affrontare le difficoltà della vita, e se si può contare solo sulle proprie risorse si può in certi momenti arrivare vicini ..... a farla finita.

Credo che il suicidio sia anche un problema di solitudine, non fisica naturalmente, ma interiore, emotiva.

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Vecchio 30-05-2005, 00.49.43   #38
Fragola
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Non si comunica l’idea del suicidio a parole, certo, ma qualche segnale probabilmente viene lanciato, tutto sta nel saperlo cogliere.


Purtroppo molto spesso non è così. Le persone che si suicidano molto spesso non mandano davvero nessun segnale che sia possibile cogliere. E questo è uno dei più grandi tormenti per chi è stato loro accanto: "come ho fatto a non accorgermene?".
E molto spesso ciò che porta al suicidio non è il dolore ma il vuoto. Il dolore lacerante, quello che ti strazia dentro, fa pensare al suicidio, ma di solito chi è in quella situazione ci pensa, a volte lo dice anche, ma non lo fa. O fa dei tentativi, cercando, più o meno inconsciamente, di essere preso in tempo. Il dolore è, a suo modo, vita!
Quelli che arrivano fino in fondo spesso lasciano di stucco proprio tutti, perfino le persone più vicine.
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Vecchio 30-05-2005, 07.28.57   #39
nicola185
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Purtroppo molto spesso non è così. Le persone che si suicidano molto spesso non mandano davvero nessun segnale che sia possibile cogliere. E questo è uno dei più grandi tormenti per chi è stato loro accanto: "come ho fatto a non accorgermene?".
E molto spesso ciò che porta al suicidio non è il dolore ma il vuoto. Il dolore lacerante, quello che ti strazia dentro, fa pensare al suicidio, ma di solito chi è in quella situazione ci pensa, a volte lo dice anche, ma non lo fa. O fa dei tentativi, cercando, più o meno inconsciamente, di essere preso in tempo. Il dolore è, a suo modo, vita!
Quelli che arrivano fino in fondo spesso lasciano di stucco proprio tutti, perfino le persone più vicine.

E' come quando si vorrebbe anticipare un terremoto. E' praticamente quasi impossibile. Ma i segnali ci sono sempre. Riprendo il discorso stasera. Buona giornata a tutti
nicola185 is offline  
Vecchio 30-05-2005, 17.42.44   #40
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Messaggio originale inviato da Fragola
Purtroppo molto spesso non è così. Le persone che si suicidano molto spesso non mandano davvero nessun segnale che sia possibile cogliere.


Vi sono forse segnali impossibili da cogliere? La mia è una domanda, non una provocazione, io penso che forse la difficoltà, o la quasi impossibilutà non sta nel cogliergli ma nel leggerli e decifrarli. Penso peraltro che vi sia un confine di non ritorno un punto oltre il quale effettivamente non sia più possibile far nulla. Il nostro malessere di vivere lo possiamo esprimere in migliaia di modi, con migliaia di modalità è nella quotidianità che si possono cogliere moltissimi segnali. E' inutile tentar di fermare un suicidia quando "si è puntato la pistola alle tempie", lo si può però anticipare quando magari l'idea del suicidio è ancora ben lungi da lui.
nicola185 is offline  

 



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