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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 24-05-2005, 10.18.43   #21
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da nemesi
io vedo il suicidio come una sconfitta verso se stessi...non ce l'ahi fatta a sconfiggere quel male che ti induce ad ucciderti. come ho scritto nella discussione "chiudere col passato" io ho pensato al suicidio più di una volta, ma alla fine col discorso della mia amica mi sono accorta che non è una soluzione.
provo a spiegarmi meglio: la vita è fatta di sfide, sono queste sfide che bisogna vincere per andare avanti. vinta una sfida c'è il livello successivo da superare. il siucidio è una rinuncia, un arrendersi, un atto da codardi se permettete. all'idea del suicidio bisognerebbe reagire a testa alta, con un'aria di sfida. non si vince contro qualcuno, si vincono le proprie paure e si vince la sfida della vita.
il fallimento non è di chi sta intorno alla persona che si vuole o si è suicidata, il fallimento è della persona stessa... a mio parere
mai lasciarsi andare!

la vita come percorso di guerra è una visione diffusa, e ha in se una certa verità.
la guerra è contro il mondo, fisico sociale, che può ostacolare il cammino deciso dalla nostra volontà. il cammino che porta all'affermazione di sè, padrone della propria vita, sovrano assoluto, che conquista poco a poco il suo territorio vitale, avanzando abbattendo ostacoli uno dopo l'altro.
sconfitto è chi diventa schiavo delle circostanze, che lo mettono in ginocchio e lo frustano, che lo rendono passivo e impotente.
la vita è lotta per il potere, il potere di sè sulla propria vita e il suo contorno, lotta per farsi re della propria realtà.

e come dicevano i fascisti, "boia chi molla".
r.rubin is offline  
Vecchio 24-05-2005, 11.07.15   #22
nemesi
Ospite
 
Data registrazione: 10-05-2005
Messaggi: 14
la mia visione di vita non è tanto di guerra, più che altro è paragonabile ad un percorso ad ostacoli. superato il primo ci sono tutti gli altri, ma se arrivi alla fine della corsa e li hai superati tutti è una grande soddisfazione. poco importa se sei caduto, l'importante è rialzarsi e riprendere la corsa a testa alta.

non sempre è facile, ma è propriio per questo che se ci si riesce si è soddisfatti. pensate se fosse tutto facile e scontato...

gli ostacoli (o le sfide) della vita sono infiniti e imprevedibili, fatti per essere superati solo dalla persona stessa, senza l'aiuto ola compassione di altri. sono fatti apposta per renderci più forti, chi molla ha perso, ma se ha lottato con tutte le sue forze non è un perdente!
nemesi is offline  
Vecchio 24-05-2005, 14.07.17   #23
Fragola
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Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
La fine della corsa è la morte. E se c'è una cosa sicura è che ci arriveremo tutti.

Comunque succede che la visione della vita, inoltrandosi nella vita, cambia. Che in un momento vedi una corsa ad ostacoli, in un alto una scalata, in un altro una passeggiata lunfo un sentiero tre i boschi.

Il problema, quello vero, è quando non vedi nulla. Non quando cadi, quando sei impastoiato ed immodìbile.

Fragola is offline  
Vecchio 24-05-2005, 15.47.34   #24
Sudha
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 09-01-2005
Messaggi: 97
Anticipare la morte naturale con una morte innaturale come il suicidio , secondo me, è una sconfitta nei riguardi di noi stessi e basta. Perché non ce l'abbiamo fatta ad amarci a tal punto da superare tutti gli ostacoli che il tuo personale percorso di vita ti ha proposto (non tutti i percorsi sono uguali e se ti capita quello sempre irto di ostacoli è dura!). Credo che molti di noi almeno una volta nella vita abbiano pensato di passare al di là. Chi ha avuto il coraggio , la forza, la curiosità di resistere secondo me non è un eroe, ma , ripeto, uno che si ama a sufficienza per continuare a dirsi proviamo ancora ad andare avanti nonostante tutto e per sperare che dietro l'angolo ci sia anche per lui un raggio di sole, come poi spesso succede.
Chi ha scelto di morire non si ama a sufficienza ( e ci possono essere mille ragioni dolorosissime per non amarsi). Io non lo giudico, attenzione, faccio solo una constatazione. Per chi si suicida anche se non lo conosco mi viene sempre spontaneo un moto di dispiacere e di pietà.
Sudha is offline  
Vecchio 24-05-2005, 15.47.44   #25
spada di fuoco
Ospite abituale
 
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Messaggi: 195
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Messaggio originale inviato da Fragola
Una sconfitta? In che senso? Dire che una cosa è una sconfitta implica pensare che un'altra cosa è una vittoria. Che nella vita ci sono perdenti e vincenti. Che cosa è una vittoria? Come è fatto un vincente? E contro chi ha vinto? Contro chi siamo in guerra per vincere o perdere?
Credo che queste siano le domande le cui risposte potrebbero farci comprendere come noi viviamo la Vita.
E, forse, proprio per questo tendiamo ad eluderle... potrebbero farci vedere quello che non vogliamo vedere... come siamo.
Se ci piacesse come siamo non avremmo problemi a rispondere, ma, forse, dal momento che non lo facciamo... non ci piace ciò che siamo? Perchè riteniamo sia meglio ciò che vorremmo essere...?


ciao
spada di fuoco
spada di fuoco is offline  
Vecchio 24-05-2005, 18.59.53   #26
nicola185
al di là della Porta
 
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Messaggi: 0
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Messaggio originale inviato da nicola185
E togliersi la vita perchè la si ritiene troppo bella per essere vissuta? Talmente bella da non esserne degni?
Io l'ho posta come domanda ma la mia risposta è che oggi vivo per le stesse ragioni che in passato ritenevo alla base dell'inutilità della mia vita e quindi come fondamento per quello che avrebbe dovuto essere il mio suicidio.
Le ragioni per cui ieri desideravo ardentemente morire oggi sono le stesse che mi tengono aggrappato alla vita.
Suicidio? E' paradossalmente il più estremo dei gesti che viene compiuto in nome della VITA, non in nome della morte. Almeno per me, non la morte avrei cercato con il suicidio, ma la Vita, la Vita che in vita non riuscivo a riconoscere, perchè ero già morto. Cosa avrei voluto uccidere con il suicidio? La morte che c'era in me.

E io che pensavo di essere quotato da almeno una decina di voi.
Mi tocca quotarmi da solo. Nulla di personale per carità ma a quanto pare il Buio vissuto spaventa al punto tale che la miglior arma di difesa resta l'indifferenza. Vedo che ognuno di noi ipotizza quali possano essere le motivazioni che spingono al suicidio ma chi di noi realmente ha parlato con un suicida?
Chi di noi ha provato almeno una volta nella vita a rinchiudersi in casa, staccare deliberatamente il telefono, far credere di essere da un'altra parte e con lucidità quasi maniacale creare un cocktail mortale da potersi iniettare in vena?
Un ragazzo che conoscevo è morto così, un ragazzo che viveva nello stesso appartamento dove io e altri 5 ragazzi vivevamo a completamento di un programma comunitario finalizzato al recupero e al reinserimento di persone tossicodipendenti. E' stata la nostra disattenzione, la nostra indifferenza al Buio che stava vivendo a facilitargli il suo "lavoro", a permettergli di attuare comodamente il suo piano. E' l'attenzione che può permettere a chi medita di morire di ricredersi nei suoi intenti. Non lasciatevi sfuggire i segnali mi raccomando. E non sto parlando di me ma del buio che è racchiuso nel cuore di chi spesso ci è a fianco e che invece noi pensiamo felice.

Ultima modifica di nicola185 : 24-05-2005 alle ore 19.05.55.
nicola185 is offline  
Vecchio 24-05-2005, 19.07.40   #27
La_viandante
stella danzante
 
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Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
ognuno vede solo fin dove riesce a vedere nic
se non hai mai provato dentro il buio, non potrai mai capirlo, ne' vederlo negli altri
e oltretutto quando recidi tutti i contatti con l'esterno lo fai scientificamente in modo che nessuno possa sospettare quello che stai passando
La_viandante is offline  
Vecchio 24-05-2005, 19.16.54   #28
nicola185
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Messaggio originale inviato da La_viandante
ognuno vede solo fin dove riesce a vedere nic
se non hai mai provato dentro il buio, non potrai mai capirlo, ne' vederlo negli altri
e oltretutto quando recidi tutti i contatti con l'esterno lo fai scientificamente in modo che nessuno possa sospettare quello che stai passando

L'importante diceva un mio vecchio allenatore di pallavolo è che chi può dare 5 dia 5 e chi 10 dia 10. Rispetto alla scientificità del recidere i contratti con l'esterno concordo pienamente e infatti le cronache sono piene di commenti su persone suicide della serie "ma era tanto felice". Ma se si osserva con il cuore, se si impara a guardare il proprio buio c'è almeno una piccola e remota possibilità che si possa intuire anche quello di chi ci sta vicino. La logica razionale da sola, per quanto arguta, non arriva a nulla se non accompagnata dalla forza dirompente della logica emotiva spesso in contraddizione con la prima.
nicola185 is offline  
Vecchio 24-05-2005, 22.40.02   #29
Kim
Utente bannato
 
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Messaggi: 1,288
E' se per caso si volesse ammettere che esistono a parte tutto (passatemi il termine) "i non salvabili?"
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Vecchio 24-05-2005, 23.19.58   #30
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Messaggio originale inviato da Kim
E' se per caso si volesse ammettere che esistono a parte tutto (passatemi il termine) "i non salvabili?"

Francamente frequentando certi luoghi mi viene da pensare vi siano molte persone non salvabili. Basti pensare a bimbi che hanno situazioni familiari spaventose, potrei riportarti qualche caso, stesso discorso vale per persone tossicomani da trent'anni, con aids conclamato e fegato inesistente. Posso pensare a mio cugino, chissà mi chiedo, se avesse la forza di alzarsi dalla sedia a rotelle sulla quale è stato messo dal tumore al cervello che in due mesi lo ha letteralmente disintegrato, dicevo appunto chissà se prenderebbe e si butterebbe giù dalla finestra. Ciò non toglie però che mi abbia ascoltato quando standogli silenziosamente a fianco gli ho urlato di non arrendersi. E' condannato? Non lo so, esistono i non salvabili? non lo so però sono propenso a credere che la forza del dolore, la forza del silenzio, la forza dell'amore, la forza della rabbia, possano compiere dei miracoli inspiegabili all'occhio di qualsiasi studio scentifico, chi ha questa forza, chi riesce a farla sua, ha il sacrosanto dovere di provare a trasmetterla, ha il sacrosanto dovere di tentare di far conoscere e comprendere che la sua è scaturita dal profondo di sè stesso, ognuno di noi qui dentro può donare questo se solo decide di farlo.
nicola185 is offline  

 



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