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22-02-2005, 14.23.07 | #63 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-12-2004
Messaggi: 398
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Citazione:
Si Hertz, a me è capitato così...soprattutto per quanto riguarda l'igiene quotidiana. Penso ad una persona che mi ha causato un "terremoto emotivo" che non ero pronto a vivere. Non comprendendo e non collocando quell'esperienza nel modo giusto ho finito per causarmi da solo del male più di quanto in realtà quella persona me ne abbia fatto ( la quale persona non mi ha fatto del male, ma ero io che lo percepivo così...). Per usare parole scritte qui: una costante igiene della mente - analisi, introspezione, ricerca di comprensione e significato e (per quanto mi riguarda) - un modo di vivere che nel fare e nel pensare fosse un "fluire". Ovviamente non mi ritengo comunque immune dal dolore, ma ho potuto verificare una certa facoltà di ricreare la realtà che ci circonda attribuendo (successivamente) un modo nuovo di vedere le cose. Tale facoltà (ognuno la può chiamare come vuole; penso che spesso venga usata la parola Amore, che però assume significati troppo ampli e soggettivi per potere permetterci qui di capirci su cosa stiamo parlando). |
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22-02-2005, 14.31.48 | #65 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Citazione:
Allora ha ragione zio Gurdy che dice che siamo delle macchine!!! |
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22-02-2005, 14.36.59 | #66 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Citazione:
Ma no, dai, non fare così! Se fai fatica a scrivere per esteso mi sforzerò io di leggerti. Al limite potrà succedere che capisco male, nel caso dimmelo. |
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22-02-2005, 15.29.10 | #67 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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siamo delle makkine, ma no nn e' cosi' solo ke abbiamo deglia utormatrismi io ad esempio pendo velocemente e scrivo allo stesso maodo cosi
sono un poketto skizzata lo so ma devo fare tremila battute al secondo poi posso rileggere, magari ricorregegre e lo faccios emper , perke' altrmeti davero nn si capirebbe un tubo d quello ke scrivo... esempio solo ke certe rikieste mi sembrano davvero un po' come dire ipocrite perke' ke' si kelegge come che e' uguale, d come di, nn e' ke se salto una o nel non e scrivo nn e' tanto arabo, qlkno e' comptrendibilissimo ... trovo solo un capriccio kiedere cose cosi' insulse, se v mandassi tt le volte una csoa scritta cosi' allor av potrei capier, am cosi sembrano delle peretese un po' stupide, sikke' nn mi sembra giusto assecondarle tt qui sikke' se io sono dislessica nello scrivere, e frag nel leggere nn c pairemo mai e dunque tanto vale eviatare d incrociare le due cose no'? anke einstain era dislessico eh? nn e' necessariamente una csao brutta |
22-02-2005, 15.33.19 | #68 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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Re: Parliamo un pò del male.
Citazione:
mi sto rendendo conto ora che fino ad ora abbiamo guardato ad un tipo di 'male', quello evitabile con il proprio atteggiamento. E della tua domanda iniziale rimane fuori quello che ci casca addosso a prescindere dal nostro approccio alla vita. Una malattia, la morte di una persona cara, la chiusura della società per la quale lavoriamo... Eventi esterni e non determinati da noi, nè direttamente, nè indirettamente eventi che in qualche modo subiamo. Non sembra anche a voi che però anche in questo caso la differenza della percezione di tale eventi dipenda in gran parte dall'approccio che noi abbiamo nei riguardi del problema? Ci sono persone che ne risultano annientate e che si lamentano per tutta la vita, ce ne sono altre che da questo traggono lo spunto per iniziare una vera crescita interiore e li ritrovi si doloranti ma anche consapevoli e forse più comprensivi di prima dei dolori altrui. Trasformano quell'evento da una cosa negativa in una che è positiva, anche se dolorosa. Non dipende dalla quantità di dolore preso (in un modo o nell'altro) è qualcosa che scatta dentro. Mi sono venute in mente queste considerazioni parlando poco fa al telefono con una amica, che ha la mamma paralizzata da sempre e alla quale la vita ha dato un percorso decisamente in salita, eppure vedo che in lei questo dolore ha prodotto una comprensione degli altri non comune...non astio, non risentimento... comprensione. Mi ha fatto tornare in mente anche altre persone. E le considerazioni conseguenti sono sempre più sulla strada che tutto dipenda noi e dacome ci rapportiamo nei confronti della vita. |
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22-02-2005, 15.36.08 | #69 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-12-2004
Messaggi: 404
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D'accordo, caro hec, però, sia chiaro, io non penso che lo scopo sia quello di diventare immuni al dolore o al male...essi fanno parte e devono far parte della nostra vita...quello che si può raggiungere (ed è il massimo, secondo me) è l'accettazione del dolore (e del male) come componenente necessaria (e, spesso, fertile e costruttiva, almeno per quanto riguarda il dolore) della vita...ci sono dolori e mali ai quali possiamo "prepararci" ed altri che ci piombano addosso all'improvviso...e, se non sappiamo accettare il dolore (e il male) come componente della nostra vita, rischiamo, a nostra volta, di crearne dell'altro, attraverso la nostra sofferenza...però, questo circolo ben poco virtuoso si può spezzare...e molto dipende da noi...
Herzog |
22-02-2005, 15.38.22 | #70 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-12-2004
Messaggi: 398
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Citazione:
Ok, infatti avevo inteso così.. |
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