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21-02-2005, 16.07.28 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-12-2004
Messaggi: 398
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Citazione:
Mentre attendo la tua risposta rispondo (anche io sto lavorando...ma , va beh , nessuno mi sta guardando ora, eh,eh...) Nella mia testa non escludevo la psicologia del profondo, anche se il mio esempio era così banale che sembrava che fosse così.. Infatti presupponevo nell'esempio che il soggetto sia cosciente del motivo e della sofferenza che lo fa star male (ahimè, non è sempre così..) Questo discorso è molto complesso per me e andrebbe affrontato passo per passo. Ho citato una teoria fisica e una biologica per poter dire che il soggetto crea la propria realtà: non so se apparentemente tale affermazione delegittimi la psicologia del profondo. Integrare discipline e teorie diverse con una propria idea o con un proprio modo di intendere il mondo non è semplice... Comunque penso che si possa integrare la psicologia del profondo (o meglio gli aspetti inconsci del soggetto ) in questo contesto.. |
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21-02-2005, 16.46.24 | #25 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
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Sul fatto che non tutto il male viene per nuocere e non tutto il bene per giovare, sono completamente d'accordo. Altre volte è un pò più complicato. In certi casi i segni del male sono troppo profondi per essere cancellati, o almeno per rielabolarli e trarne un qualche profitto. A volte non si riescono neanche a riconoscere e piuttosto si identifica la causa del proprio male con qualcos'altro che la causa non è ... però è più facile da giustificare. I
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21-02-2005, 17.23.31 | #26 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Re: Parliamo un pò del male.
Ho seguito con estremo interesse ed apprezzamento i diversi sviluppi che avete prodotto sul tema che ho proposto e desidero veramente ringraziarvi di cuore per lo sforzo profuso. Soprattutto per la sincerità ed il garbo dimostrati.
Siete veramente belli. Purtuttavia desidero riproporre un breve stralcio del mio intervento. Non prendetemi per superficiale: so bene che non può esistere una ricetta valida per tutti e che ogni esperienza meriterebbe un'approfondimento ben maggiore di quello che noi stiamo facendo. E' solo per mantenere l'attenzione massimamente focalizzata sulla cosa che veramente ci interessa. Magari sbaglio..........nun cestinatemi. Citazione:
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21-02-2005, 17.30.19 | #27 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Re: Re: Parliamo un pò del male.
Citazione:
Ma io credevo di averti risposto |
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21-02-2005, 17.50.30 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-12-2004
Messaggi: 398
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Messaggio originale inviato da freedom
No anzi ........non parliamo dei meccanismi interiori del male, parliamo della difesa da esso. Ci dobbiamo "difendere" dal male? Per difenderci penso che dobbiamo evitarlo (se siamo bravi a riconoscerlo, se siamo consapevoli di esso). Talora è impossibile però, perchè ci azzanna di soppiato al buio come una tigre affamata.... Se ci salta addosso e ci ferisce che fare? Dobbiamo curarci e rimarginare la ferita...come? Visto che siamo in un forum di psicologia, faccio una domanda che avevo in mente di fare da un pò... Qualcuno sa se esiste una sorta di "AUTO-TERAPIA" psicologica o del profondo? E' possibile ? O è una contraddizione? Esistono "tecniche" fai da te? Con l'INTROSPEZIONE e l'ANALISI è possibile avere degli SBLOCCHI psicologici? Ha senso vedere e analizzare nei propri sogni da soli? Altra domanda connessa alla precedente: potrebbe esserci una AUTO-TERAPIA inconsapevole...Ossia un'attività artistica o sportiva ad esempio potrebbe aiutare la persona a muovere degli ingranaggi della psiche senza che lei lo faccia per questì ultimo motivo, ma solo perchè gli piace dipingere o scalare le montagne? |
21-02-2005, 19.12.22 | #29 | |
iscrizione annullata
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Messaggi: 2,913
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Citazione:
Tra questo post e quello di prima mi hai dato un bel po' di lavoro!!! Rispondo a questo perchè mi sembra che possa interessare anche agli altri. La risposta è sì a tutte le domande. E' possibile anche "fare da soli" ma bisogna avere degli "attributi" (in senso figurato, ovvio) grandi come una casa! Iniziare con una guida è più semplice, ma poi, una volta trovata la chiave d'accesso all'inconscio si deve andare avanti da soli. Il modello terapeutico junghiano propone di solito analisi brevi. 2 o 3 anni contro i 10-20 di quello freudiano. E come "regalo d'uscita", Jung insegnava una tecnica-non-tecnica che si chiama "immaginazione attiva". Ne hai mai sentito parlare? Moltissimi junghiani l'hanno abbandonata, ma è un po' il cuore del percorso junghiano. Come lo sono le terapie non verbali. Disegno, scultura, sand play, danza. E anche la scrittura ha una grandissima potenza autoterapeutica. Tutti i processi creativi ce l'hanno. E anche scalare le montagne, certo! Tutto dipende da come lo fai. Per farti un'idea di come può essere un persorso "fai da te" potresti leggere "Sogni, ricordi, riflessioni", l'autobiografia di Jung. Ma poi dipende anche da dove parti. Se parti da un baratro di dolore, è davvero difficile farcela da soli. Anche l'autointerpretazione dei sogni da soli è difficile. E' così facile finire con l'intellettualizzare tutto ed entrare in un loop un po' perverso di autocompiacimento, autointerpretandosi. Quello che cura, in una relazione terapeutica, è proprio la relazione e quella da solo non ce l'hai. Non è che l'analista ti cura perchè lui conosce, e tu no, il significato dei simboli o la topografia della psiche. La terapia vera è un'arte e non è fatta di teoria ma di ... amore. Questo non vuol dire che la teoria non serva a nulla, ma da sola non basta. Lo so, questa risposta è solo un assaggio di quello che ci sarebbe da dire. Ma non voglio nemmeno troppo andare fuori tema. In questo 3d mi sembra si abbia voglia di stare con i piedi per terra. |
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21-02-2005, 20.33.29 | #30 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 191
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Non ho perso una parola di questa discussione.
Come si combatte il male? Non so, posso solo dire quello che ho fatto io. Quando il male entra in una casa, improvviso, silenzioso, come una bestia immonda che ti prende alle spalle, si resta annichiliti, sospesi sull'orlo di un baratro di rabbia e di disperazione nera. Ma non si ha nemmeno il tempo di piangere perchè quello che si deve fare è rimboccarsi le maniche, e lottare, sfidare questo male che vuole distruggere . E non mi riferisco solo a quel male che può essere fisico. Accanto a questo c'è un male ancora più insidioso, che ti parte da dentro, ed è quello che ti toglie la speranza e ti distrugge: la disperazione è il male più deleterio per l'anima. E', come dice Kierkegaard, "la malattia per la morte". Davanti alle grandi prove, è necessario riaffermare questa volontà per la vita, questa determinazione a non lasciarsi espropriare di se stessi, dei propri progetti, dei propri sogni, del proprio diritto a una esistenza di qualità. Il rifiuto del ruolo della vittima è una mia caratteristica innata. La sfortuna non esiste. Esistono degli eventi. Eventi che bisogna affrontare a muso duro, con fierezza e con coraggio. ------- Citazione:
Il dolore puro è inesprimibile e incomunicabile. (Non esistono terapie e soluzioni indotte, cara Fragola, ti assicuro ). Come se ne esce? Solo l'amore ci può salvare. Mi riferisco ad una particolare qualità d'amore, possibile solo con un sovrumano salto interiore. Una specie di rivoluzione spirituale, dove non conta più ciò che ti manca di tangibile, ma ha valore l'esperienza del dono sublime, dell'amore gratuito ricevuto che continua a tessere rapporti e costruire ponti, aldilà di ogni pensiero razionale. Questa capacità d'amore cambia la vita e trasforma il dolore in una esperienza di crescita umana e spirituale. Ragazzi, inteso, questa è solo la mia esperienza |
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