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19-11-2004, 20.48.56 | #63 | ||
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
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Non mi sono fatto capire...
Ma possibile che sia così difficile parlare di una cosa che non esiste?...
Adesso vi dico la mia esperienza su questo benedetto tempo! Chi scrive, se guarda e ascolta, guarda e ascolta.(punto) Esso dice questo senza timore di essere smentito da un contestatore che nello stesso istante avesse messo in atto una registrazione video sonora digitale del guardato ed ascoltato e che dopo, il contestatore verificatore, gli rivolgesse delle domande per confrontare le due memorie. (1) Chi scrive, se continua a guardare ed ascoltare, riconosce di essere in uno modo di essere in cui non percepisce il tempo perché non avverte il disturbo di quello che potrebbe essere definito il già guardato ed il già sentito. Chi scrive riconosce che nella frase precedente c’è una imprecisione il riconoscere, (che potrebbe essere impropriamente confuso con una attività del pensiero) ma non saprei quale altra parola utilizzare. Probabilmente quella frase incriminata (1) è possibile scriverla per il semplice (???) fatto che ci sono anche dei momenti dove chi scrive riconosce di riconoscere anche il disturbo del suo pensiero di lui che gli ripresenta dei ricordi precedenti. Citazione:
Ovvero esistono solo nei cervelli che sono in grado di detectarle. Credo sì che sia così. Citazione:
P.S. Non vorrei che qualche mio fratello pensasse che ci stiamo dilettando in inutili disquisizioni... temporali che ci porteranno alla morte... A me mi voglio creare una base per una riflessione efficace sulla morte. |
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22-11-2004, 03.05.24 | #64 |
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Re: la morte ...
Penso sia molto importante far rientrare il termine 'morte' nell'ambito del quotidiano privandolo di tutte quelle accezioni al negativo..!
Poiché -di massima- 'morte' è intesa come negazione assoluta o similare.. Privandola dello spauracchio di 'fine di tutto' e perciò 'non senso d'ogni cosa' rinizieremmo a ridare un'impronta di 'essere' all'individualismo al negativo socialmente dilagante.. ! Mi spiego.. Se l'individualismo al negativo è affermazione egoistica del proprio vivere in un contesto di non senso collettivo, esiste anche un individualismo proiettato al senso di cooperazione, dove il concetto di propria felicità non è staccato dalla felicità dell'altro.. Allora in questo senso reintegrando il reale concetto di morte nel nostro vivere sociale, il senso di individualismo al negativo andrebbe man mano scomparendo evolvendosi in una visione unitaria della realtà umana (e realtà di vita in senso assoluto!).. ! La morte per cui da vedersi per quello che realmente è, cioè una naturale trasformazione della materia, cosa che tranquillamente accade sotto i nostri occhi negli atomi che compongono il nostro corpo, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.. Come dice Rolando 'il corpo' come un vestito della vita che è tutt'uno con tutto e non concepisce 'morte' ma 'abiti' diversi.. E questo è perfettamente in grado di essere compreso anche da un piccolo bambino..!! Se invece 'spieghiamo'/vediamo la morte come 'fine d'un qualcosa' -e non qualcosa che fluisce in qualcos'altro attraverso la trasformazione- questo sì che diventa molto difficile da spiegare.. poiché dovremmo per antitesi anche spiegare il perché d'un ipotetico 'inizio'.. Senza dover chiamare in ballo reincarnazioni o fedi ultraterrene la morte dovrebbe rientrare prepotentemente in vita ridando all'umano ed alla natura il suo ruolo immanente d' 'infinitezza'.. 'Dov'è andato mio padre, mia madre, il mio fratellino.. ?' domanda seriamente il bambino..? Hanno CAMBIATO il loro 'abito', li puoi vedere, sentire dentro il tuo cuore nelle carezze che ti hanno donato e se sei molto attento puoi vederli in ogni tuo sentire ed ogni volta che guardi al tramonto del sole ed attendi l'alba nel suo sorgere.. Il tuo padre, la tua madre, il tuo fratellino ora sono diventati padri, madri, fratellini di tutti gli altri bambini.. anche dei vecchi e degli adulti.. Ciò che ti hanno dato nel loro essere tua madre, tu porterai per il mondo nel bene rendendolo manifesto in te, nel male superando in te la loro limitatezza e così farà ogni persona che verrà in contatto con te, durante questo tuo bellissimo 'abito', quando anche tu lo cambierai per un abito molto più 'vasto'.. "..si intende per morte e cioè la fine dell'EGO. L'EGO muore mentre il corpo è più vivo che mai.." (kantaishi) A Tutti.. ! Gyta |
22-11-2004, 11.02.11 | #65 |
Utente bannato
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Chi scrive, se continua a guardare ed ascoltare, riconosce di essere in uno modo di essere in cui non percepisce il tempo perché non avverte il disturbo di quello che potrebbe essere definito il già guardato ed il già sentito.
Dunque riesce ad "oggettivare" questa condizione? ad "identificarla"? ed a "ricordarsela" per parlarcene qui? Chi scrive riconosce che nella frase precedente c’è una imprecisione il riconoscere, (che potrebbe essere impropriamente confuso con una attività del pensiero) ma non saprei quale altra parola utilizzare. nonimportachi, non conosce altri strumenti, oltre al pensiero, utili a "riconoscere", "identificare", "rendersi conto di"......e gradirebbe una maggior chiarezza nel chiarire chi è che riconosce lo "stato senza tempo" se non il pensiero di pensiero.... Probabilmente quella frase incriminata (1) è possibile scriverla per il semplice (???) fatto che ci sono anche dei momenti dove chi scrive riconosce di riconoscere anche il disturbo del suo pensiero di lui che gli ripresenta dei ricordi precedenti. dunque si possono riconoscere quei momenti in cui il pensiero ripropone ricordi, ma quelli in uno "stato senza tempo" nonimportachi non ha ancora capito come si possano riconoscere, e sopratutto come si possa mantenere la memoria di quei momenti. nonimportachi, non è in grado di esperire il "non tempo" e sopratutto, qualora lo sia, non sarebbe in grado di "ricordarselo", proprio non vedo come. --- "Come dire che le cose non esistono... Ovvero esistono solo nei cervelli che sono in grado di detectarle. Credo sì che sia così." nonoimportachi non vede come un uomo possa essere certo che qualcosa esista al di fuori della sua mente, sarebbe proprio curioso di sapre come fa. Allo stesso modo non vede come, alla luce di ciò, si possa pensare all' "esistenza" in se come caratteristica indipendente dal pensiero e non come semplice "etichetta" che il pensiero attribuisce ai suoi prodotti nel trattarli durante il suo svolazzare. |
22-11-2004, 14.37.34 | #66 |
Utente bannato
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Breve pausa... di sincronizzazione.
X nonimportachi,
Per favore puoi scrivere tutto quello che sai in riferimento alle seguenti tre parole?: Prima, adesso, dopo. P.S. Puoi aggiungere, se sei in grado e senza impegno, una risposta alla seguente ulteriore smania?: L’”adesso” è sperimentabile dall’uomo? E se sì, che qualità potrebbe possedere? |
22-11-2004, 15.07.20 | #67 |
Utente bannato
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non importachi non scriverà tutto quello che sa in merito, non ne ha ne il tempo ne la voglia.....
Ritiene che si possano scrivere una marea di cose su queste tre parole, se il pensiero volesse cortesemente specificare cosa intende conoscere da nonimportachi sulle 3 parole incriminate, lo scrivente sarà ben felice di accontentarlo. Per quanto riguarda l' "adesso", anche qui trova la domanda di pensiero vaga e terribilmente generica. Non vede alcun riferimento al suo precedente post e non sa bene come intenderla. Così posta, nonimportachi, è consapevole di soddisfarla con entrambe queste risposte: L'adesso è l'unica cosa realmente sperimentabile dall'uomo. L'adesso non è sperimentabile dall'uomo. Trova che entrambe queste affermazioni possano essere considerate vere con l'appropriata attribuizione di significato alle parole "uomo" e "sperimentabile", nomchè con una buona dose di approssimazione nell'intendere l'esistenza dell'adesso. Invita pensiero a maggior chiarezza e magari a dare un qualche barlume di replica a quanto precedentemente scritto, per avere un barlume di idea su quanto evinto da pensiero rispetto a quanto nonimportachi ha voluto rendere disponibile. |
22-11-2004, 17.00.48 | #69 |
Utente bannato
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P.S.
Il pensiero è alla spasmodica ricerca di una soluzione immediata per sfuggire alle tenebre annunciate da un ignoto forumista... A noi due fratello nonimportachisei. Si parlava ti tempo psicologico... e non di calendari tettati... Riferimento: L'adesso è l'unica cosa realmente sperimentabile dall'uomo. L'adesso non è sperimentabile dall'uomo. Trova che entrambe queste affermazioni possano essere considerate vere con l'appropriata attribuizione di significato alle parole "uomo" e "sperimentabile", nomchè con una buona dose di approssimazione nell'intendere l'esistenza dell'adesso. mhmmm... Wait che penso.... (...la prima mi conforta....) (...la seconda mi sconforta...) (uomo? Sperimentabile? Mha! che pignolo 'sto nonimportachiche gli va proprio di cavillare sull’uomosperimentale...) ... Wait che ripenso.... Io spero che me la cavo se parlo in astratto... ...e correggo il suo dire togliendo dal mazzo quello che sembra romper il ... ... poi eventualmente collocheremo dell’altro... L’adesso è l’unica cosa disinquinata. |
22-11-2004, 17.52.36 | #70 | ||
Utente bannato
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Citazione:
nonimportachi non da peso a quanto proferiscono gli annunciatori. nel dubbio che l'ignoto forumista cui si riferisce il pensiero sia proprio il sottoscritto, chiarisce di non essere un annuciatore, men che meno un annunciatore di "tenebre", lui preferisce essere ottimista.... Citazione:
Se ritieni che questa affermazione possa essere seguita da: ...il passato ed il futuro che risiedono nelle nostre capocce sono gli "inquinanti" trovo l'affermazione corretta anche se la metafora con l' "inquinamento" inserisce un'accezione negativa, che non vedo. In un certo senso lo scrivente si sente costituito da quest'inquinamento. |
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