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24-07-2014, 10.01.11 | #22 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
** scritto da maral:
Citazione:
Bello e interiormente terapeutico tutto il tuo ultimo pensiero, ma questa ultima frase mi porta a riflettere sul fatto che questa lunga malattia, per Socrate, è la vita; e se una persona tende a morire come è vissuta (anche psicologicamente), e la sua esistenza la ritiena una infermità continua (soprattutto psicologimente), sicuramente il solo termine Morte gli produrrà senso d'angoscia, d'ingiustizia, di scandalo. Qualcuno ha detto:- "...non è la morte che ci separa ma la mancanza di amore!..."; infatti se guardiamo ai momenti più dolorosi della nostra vita, quando abbiamo perso una persona cara, ci accorgiamo che, anche nel dramma della perdita, anche lacerati dal distacco, sale dal cuore la convinzione che non può essere tutto finito, che il bene dato e ricevuto non è stato inutile. C’è un intuito potente dentro di noi, che ci dice che la nostra vita non finisce con la morte, o che almeno il solo e sincero sentimento d'amore, rivolto a quel nostro defunto con il pensiero, permette che egli possa rivivere nel nostro cuore, e quindi la Morte già non è piu'. Pace&Bene |
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24-07-2014, 23.09.07 | #23 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Citazione:
sì è solo quello! ne parla anche lucarelli in un video recente che trovi su youtube, in cui si parla chiaramente di come nei tg e nei rotocalchi fino agli anni 70 il corpo morto era mostrato, e nessuno stava male, se oggi si mostrasse il direttore sarebbe seduta stante licenziato. stessa cosa in america, se vai su archive.org e vedi i cinegiornali di allora rimani sorpresa, eppure erano solo 40 anni fa! è incredibile come la meccanica del pharmacon (inventato il veleno, si trova il farmaco) trovi così facile piede nella sensibilità di massa. ricordiamoci che in psicologia non contano i modelli ontologici e metafisici, ma i metamodelli epistemologici della costruzione mentale del soggetto. (la psicoanalisi è altra cosa) il veleno ovviamente è l'angoscia non la morte! la paura dell'ignoto nel calduccio di casa tua. (immobilismo e bla bla dei 3d di filosofia) |
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01-08-2014, 00.24.40 | #24 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-04-2014
Messaggi: 268
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Citazione:
Ci penso e ripenso da quando l'hai scritto (e grazie di averlo scritto). Per come son fatta...fa enorme fatica a "tornarmi". Mi chiedo quale effetto potrebbe farmi vedere salme ogni giorno...e riesco solo a rispondermi quel che mi ossessionava quando le ho viste davvero, e cioè "ma perchè, ma dove sei ora, ma dov'è tutto quello che hai pensato e vissuto?"............ |
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01-08-2014, 11.03.17 | #25 |
Nuovo ospite
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Messaggi: 189
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Ho apprezzato tutti gli interventi e la loro misura (come si conviene a tal argomento) di questo bel 3d e mi onoro di metterci qualche parola.
Mio padre è morto in casa e gli addetti delle pompe funebri si son occupati (con professionalità e sensibilità) di comporlo nella cassa, ben vestito e nella posa classica, le mani sul petto. Nel soggiorno, con le imposte abbassate, son arrivati i pochi amici che ancora erano in vita, venuti per l’ultimo saluto, intrattenuti da me e un mio fratello. Uno portò un mazzo di fiori raccolti in qualche giardino, avvolti con della carta. Li rammento tra tutti. Trascorsi pochi minuti in silenzio son cominciati i ricordi e man mano che procedevano si scioglieva la triste atmosfera, tanto che mia madre affranta riuscì a prenderne un po’ parte. A un certo punto mi son reso conto, quasi la vedessi dall’esterno, della scena: eravamo a cerchio intorno alla cassa e due amici s’erano appoggiati con le braccia come ci s’appoggia su un tavolo, continuando a conversare. Quei ricordi erano e sono la voce che resta dentro di noi di chi si diparte. Se accade di non esser schiantati dall’evento doloroso tutto avviene con una certa naturalezza, in un’atmosfera di rispetto e dignità. Ritengo che ove possibile abbia importanza render l’ultimo saluto, e vi suggerisco di vedere il film “Departures” (a mio avviso un capolavoro anche di contenuti). A mio padre, malato da tempo, una mattina cedettero le vertebre e schiantò a terra. Era solo in camera in quel momento e un mio fratello con cui viveva accorse dopo un pò, trovandolo ormai senza vita. Non sopportando di vederlo sul pavimento con uno sforzo sovrumano (era alto e pesante) riuscì a metterlo sul letto e mi telefonò. Tremendamente sofferente da tempo non trovava pace, volendo resistere dal prender troppe sostanze per mantener la coscienza sveglia, tra l’incredulità del dottore che riteneva impossibile sopportar tali dolori, esortandolo a lasciarsi andare. Il volto ne era lo specchio implacabile e gli occhi azzurri erano diventati biancastri, infossati e spenti. Quando arrivai nella camera non provavo ancora nulla, c’era una sorta di sospensione nei miei meccanismi mentali e in quella sorta di vuoto mi sedetti vicino a mio padre per trascorrere del tempo da soli per l’ultima volta, io e lui. Lo guardai, aveva gli occhi aperti… ritornati incredibilmente azzurri, luminosi e dolci, il volto disteso. Tutta la sofferenza scomparsa… direi annullata… Ma quello che non scorderò mai è l’espressione di quegli occhi: sorpresi, sbalorditi come quelli d’un bimbo di fronte a un grandioso regalo inatteso. Non vado oltre. Ringrazio d’aver la memoria e di ricordar questo e gran parte della mia vita, bello e brutto. Io sono quel percorso, il lettore di tutti gli eventi che mi son successi. E trovo che sia una cosa grandiosa. |
02-08-2014, 12.43.18 | #26 | ||
Nuovo ospite
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Messaggi: 268
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Citazione:
Questo concetto (stupendo e grandioso, per me) è anche il mio rifugio essenziale, da sempre. Però....mentre mi sento colpevolmente criminale nel solo discuterlo, non riesco più a negare che.....proprio esperienze diverse dalla tua (e che io stessa non avrei mai immaginato) ...possono finire per obbligare a discuterlo.... Citazione:
Mi spiego, col sincero senso di colpa (anche verso me stessa) di chi ha sempre creduto in quel che credi Tu, ma che oggi non riesce più a farselo bastare per miliardi di "ragioni". Posso persino prendere una morte che non mi coinvolge per amore verso il defunto. Non lo amavo, non lo stimavo. E' mio suocero. Ed evocare altre morti mi farebbe troppo male, oltre che annoiarVi oltre il lecito. Aveva cura della propria salute come pochi al mondo, e ci teneva assai a vivere. Nell'autunno scorso ha una banalissima influenzina. E' a letto per semplice precauzione (ed assistito oltre misura, in casa di tanti medici a cominciare dall'amatissima moglie). Mangia la sua minestrina, poi si attarda piacevolmente in conversazione con sua moglie. E' un dialogo sereno, in cui è lui che consola sua moglie e in quel momento di pace domestica ha anche il piacere e la voglia di rinnovarle il proprio attestato di amore di una vita. (Ansioso e pauroso e irrisolto per una vita intera, però.) E' nel corso di questa conversazione amabile che d'improvviso dice "Maria...cosa succede? Non vedo più!"............... Il tempo di applicare gli strumenti di rilevazione di battito e pressione....e ...il battito non c'è più.... Ed ecco che...ai tanti ricordi che vorrei non avere...si aggiunge questo scambio dialogico e quella frase "non vedo più".... E pur non avendo mai potuto amare chi l'ha sofferta, non riesco a sfuggire ad un rispetto umano che mi fa chiedere ossessivamente : "per come era, comunque fosse, quanta DISPERAZIONE deve aver provato in quei secondi di lucidità terminale che gli hanno fatto dire , con terrore, "non vedo più, cosa succede?"................... |
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02-08-2014, 20.24.11 | #27 | ||
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Citazione:
Citazione:
Certo è tutto spiegabile e in modo assai più credibile, eppure mi piace pensare che ciò che si potrà vedere o non vedere in quel momento dipenderà dal senso che abbiamo ricevuto dalla nostra intera vita vissuta ed esso ci apparirà dinnanzi per l'eternità. |
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02-08-2014, 23.37.07 | #28 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-04-2014
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Citazione:
Toccante come sempre, Maral. Piace anche a me pensare questo. E sai che forse c'è un aggancino scientifico che autorizza a pensarlo? Leggevo un estratto da autorevole rivista scientifica, poco tempo fa (magari lo conoscete tutti meglio di me, e in tal caso vi chiederei di parlarne meglio di me). Studi di neuroscienze in cerca di spiegare le cosiddette "esperienze di pre-morte" (la solita storia del tunnel e della luce , ecc. ). Sembrerebbe che attività cardiaca e cerebrale abbiano tempi diversi di ...spegnimento. E che il cervello continui ad avere attività per almeno un minuto dopo che l'attività cardiaca è cessata. Bene : pare che esattamente in quel minuto (in quel minuto senza battito cardiaco) ...l'attività cerebrale sia rilevabile su livelli di massima espansione e completezza........ |
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02-08-2014, 23.44.58 | #29 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Citazione:
Quale infinita presunzione... Tu pensi che il tuo misero cervello, alimentato solo dai più che orchestrati e diretti media occidentali, superi 2mila anni di Storia scritta dai migliori di ogni generazione e di ogni epoca... Un atomo del pulviscolo che fluttua in un raggio di sole che attraversa la tua stanza: esso parla dell'infinito, ne parla nel suo moto browniano nell'aria. E tu, tu pensi davvero di poter valere di più di quell'atomo! E, nella tua stolida arroganza,TU credi che ottanta generazioni di esseri umani valgano quanto te, solo perché il tuo oggi brilla... Solo perché il tuo istante di coscienza brilla "come un filo" di paglia perduto nel granaio deserto? Sei figlio e sei interprete della miseria morale di questo tempo. (Absit injuria verbis, mi raccomando. Non definisco la persona, mai, seppur usando i prenomi. Intendo discutere le parole ed i concetti, sempre, non chi o perché egli li esprime. In italia la libertà di espressione si è molto contratta, e la censura opera per omissum.) Massimamente vale il silenzio. Ultima modifica di acquario69 : 03-08-2014 alle ore 03.53.49. |
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02-08-2014, 23.47.24 | #30 |
Nuovo ospite
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Riferimento: La morte... ne parliamo?
Vorrei suggerire che la conformazione psicologica di un individuo all’avvicinarsi (più o meno velocemente del momento finale) si modifica pur se non cambia del tutto.
Avendone l’interesse si potrebbe far una ricerca in proposito, dal mio canto mi affido a quel che ho sperimentato di persona e colto nei racconti di parenti e amici. Per me è sufficiente, e condivido con i lettori un altro episodio. Mio nonno materno, grande fumatore, subì l’amputazione di una gamba. Lo stato generale, ammesso si fosse ripreso, non lasciava sperare una stabilizzazione delle sue condizioni, tanto che non gli furono né tolte né consigliato di abbandonare le sue amate/velenose (per lui) sigarette che l’avevano accompagnato, nel bene e nel male, per tutta la vita. La grande ferita non cicatrizzava, tutt’altro… e a un punto non rimaneva che irrorare continuamente di alcool il grosso bendaggio, per tanti motivi. Quando ritornai a trovarlo, in quelle condizioni, sapevo che non ne avrebbe avuto per molto e naturalmente mi sentivo triste, domandandomi come potesse affrontare rimanendo tranquillo quello che anche per lui era ormai evidente. Così gli feci delle domande dirette, a che scopo fingere? Mi ascoltava, fumando la sua sigaretta, e rimaneva come in distanza, quasi le mie domande, ben calibrate, non lo raggiungessero davvero. Poi ebbi una specie d’intuizione e gli chiesi se avesse pensieri riguardo sua moglie (mia nonna) deceduta da molti anni. Gli occhi (eh sì, davvero lo specchio dell’anima) ripresero vita e mi guardò davvero… mi disse che aveva dei buoni pensieri, al ché gli chiesi se avesse anche qualche sensazione, se provasse delle emozioni e continuai: “ … la senti vicina, nei tuoi ricordi..? ” - … sì, è così… “…intendi che ne hai un’immagine chiara, reale? Forse la sogni?” - … no, non nel sogno… qui… (guardando la stanza) Poi guardò da un’altra parte e gli occhi si spensero nuovamente, ma un attimo prima, nell’incrociare il mio sguardo vi colsi qualcosa che in parole si può tradurre così: “… ti ho detto più di quello che potevo… non insistere…” Non ho insistito, ho recitato la parte di chi fa finta, incoraggiandolo… e quello che mi ha detto lo considero il più bel regalo che mi ha mai fatto… Maral - … mi piace pensare che ciò che si potrà vedere o non vedere in quel momento dipenderà dal senso che abbiamo ricevuto dalla nostra intera vita vissuta ed esso ci apparirà dinnanzi per l'eternità. Concordo con te, Maral, come si vive fa la differenza… (ma le parti in commedia son molte e diverse, a qualcuno tocca far il tiranno ed altri le vittime... “quando” finisce lo spettacolo, all’applauso del pubblico o all’uscir degli attori mentre si accendon le luci? Pur se piccola c’è una pausa, una zona che non è né questo né quello.) « Vaghe stelle dell'orsa, io non credea tornare ancor per uso a contemplarvi » Secondo la testimonianza di Antonio Ranieri, Leopardi si spense alle ore 21 fra le sue braccia. Le sue ultime parole furono "Addio, Totonno, non veggo più luce". « E 'l naufragar m'è dolce in questo mare » |