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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 05-04-2014, 23.51.39   #1
bandollaccio
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Che ne pensate... (cambiare prospettiva di 180 gradi)

dunque non so cosa scrivo ma voglio scrivere qualcosa,è tanto che non espongo il mio pensiero al mondo,anzi è una vita che non parlo di quello che penso e credo che prima o poi io lo debba fare e visto che non ci riesco nella realtà preferisco farlo attraverso uno schermo dove i giudizi delle persone mi toccano di meno..io ho una teoriaer me cambiare fisicamente punto di vista nella realtà ci aiuta a vedere gli altri in modo diverso,cioè se io mi siedo sempre nello stesso posto per 10 anni e intorno a me la disposizione degli oggetti/persone non cambia vedrò,penserò,proverò per 10 anni sempre le stesse identiche cose,le ragioni sono queste,partendo dal presupposto che l'occhio destro invia informazioni all'emisfero sinistro e l'occhio sinistro al destro se io mi ruoto di 180 gradi in direzione di quello che vedevo pure prima quello che prima era a destra ora è a sinistra e viceversa perciò a questo punto il cervello dovrebbe interpretare gli stessi input di prima in ordine diverso e così facendolo i segnali dovranno passare per altre aree del cervello,magari prima restate inattive...no???????
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Vecchio 06-04-2014, 05.52.35   #2
acquario69
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Riferimento: Che ne pensate... (cambiare prospettiva di 180 gradi)

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Originalmente inviato da bandollaccio
dunque non so cosa scrivo ma voglio scrivere qualcosa,è tanto che non espongo il mio pensiero al mondo,anzi è una vita che non parlo di quello che penso e credo che prima o poi io lo debba fare e visto che non ci riesco nella realtà preferisco farlo attraverso uno schermo dove i giudizi delle persone mi toccano di meno..io ho una teoriaer me cambiare fisicamente punto di vista nella realtà ci aiuta a vedere gli altri in modo diverso,cioè se io mi siedo sempre nello stesso posto per 10 anni e intorno a me la disposizione degli oggetti/persone non cambia vedrò,penserò,proverò per 10 anni sempre le stesse identiche cose,le ragioni sono queste,partendo dal presupposto che l'occhio destro invia informazioni all'emisfero sinistro e l'occhio sinistro al destro se io mi ruoto di 180 gradi in direzione di quello che vedevo pure prima quello che prima era a destra ora è a sinistra e viceversa perciò a questo punto il cervello dovrebbe interpretare gli stessi input di prima in ordine diverso e così facendolo i segnali dovranno passare per altre aree del cervello,magari prima restate inattive...no???????

trovo interessante quello che esponi,un po mi e' venuto pure da ridere,ma non fraintendermi..non per quello che dici ma per il fatto generale che mi e' venuto da pensare che e' davvero stimolante sentirne di tutti i colori
comunque trovo vero che cambiando posizione,si cambia punto di vista,del resto cambia proprio la prospettiva e questo si può riscontrare facilmente anche nella vita pratica di tutti i giorni..a me e' già capitato di fare una riflessione simile alla tua,per esempio guardare un oggetto da un punto,poi cambi posizione,magari anche casualmente ed ecco che quello stesso oggetto di prima in un certo senso sembra non essere più quello di prima perlomeno non come te lo raffiguravi nel punto precedente ed anche tutto quello che gli ruota intorno assume un "significato" che in precedenza non sarebbe potuto comparire..li per li può sembrare pure una cosa banale,invece secondo me,puo portare a delle considerazioni molto interessanti...non so se capisce quello che voglio intendere.

io ho avuto la fortuna di viaggiare molto da quando ero giovanissimo e indubbiamente questo da la possibilità di vedere le cose in maniera più aperta…quello che può sembrare "normale" per noi,per altri al contrario potrebbe sembrare "strano" e viceversa,oppure cio' che può essere funzionale da una parte,può tranquillamente non esserlo da un altra,anzi forse potrebbe benissimo dare "risultati" opposti..e questo aiuta a comprendere come il nostro punto di vista sia allo stesso tempo relativo.."giusto" e "sbagliato" allo stesso tempo..inoltre,ti dico proprio per mia esperienza personale,che vivere in un luogo diverso,non solo significa cambiare prospettiva come dicevo prima ma allo stesso tempo cambia anche te…andando più a fondo nel discorso,la mia opinione infatti e' che tra oggetto e soggetto non vi e' separazione ma un interscambio dinamico continuo,percio come noi influenziamo le cose intorno a noi anche le cose intorno a noi a loro volta ci influenzano,proprio perché e' un "unico"..
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Vecchio 06-04-2014, 08.09.33   #3
oroboros
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Riferimento: Che ne pensate... (cambiare prospettiva di 180 gradi)

L'esistenza è soggetta all'incessante movimento imposto dal principio del movimento, che è universale e, dunque, fissa causa del muoversi del tutto cosmico. In questo vorticare i punti di vista cambiano necessariamente e, con essi, la qualità e la quantità della nostra consapevolezza. Non è necessario viaggiare per sapere cosa la vita è, lo si può scoprire anche stando sempre sdraiati sul divano di casa. Quello che conta è il prestare attenzione alla realtà, nella quale siamo immersi perché siamo una sua parte. Le questioni sollevate dall'essere attenti solo alla superficie di questa realtà, inducono a credere che l'esistenza sia il contrario di ciò che è in realtà, ma anche questo credere sarà oggetto del movimento, e del cambiamento che il muoversi alla ricerca di diversi e nuovi equilibri comporta. La vita non lascia in pace nemmeno i morti, perché la perfezione chiama tutti, intonando la stessa melodia, composta da stridule urla e miagolii di piacere. Solo al centro del vortice esistenziale si trova la calma, e l'unico conoscere che non cambierà più è in quel centro, dove si ha la consapevolezza assoluta della natura dei princìpi, che sono leggi emanate dall'Assoluto, dalle quali tutto inizia ciclicamente a ruotare al fine di ricomporsi nell'equilibrio migliore tra tutti: quello del Principio.

Ultima modifica di oroboros : 06-04-2014 alle ore 08.39.31.
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Vecchio 06-04-2014, 09.00.19   #4
acquario69
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Riferimento: Che ne pensate... (cambiare prospettiva di 180 gradi)

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Originalmente inviato da oroboros
Non è necessario viaggiare per sapere cosa la vita è, lo si può scoprire anche stando sempre sdraiati sul divano di casa.

ovviamente…nel mio caso e' stato fra questi un percorso possibile che mi ha aiutato a comprendere meglio cio' che avrei descritto all'amico bandollaccio e che fa parte percio della mia esperienza personale ..penso che prima di arrivare a capire che basta prestare attenzione alla realtà in cui siamo immersi,anche stando sempre sdraiati su un divano di casa,non si realizza così di punto in bianco…o no?!
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Vecchio 06-04-2014, 10.00.56   #5
oroboros
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Riferimento: Che ne pensate... (cambiare prospettiva di 180 gradi)

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Originalmente inviato da acquario69
ovviamente…nel mio caso e' stato fra questi un percorso possibile che mi ha aiutato a comprendere meglio cio' che avrei descritto all'amico bandollaccio e che fa parte percio della mia esperienza personale ..penso che prima di arrivare a capire che basta prestare attenzione alla realtà in cui siamo immersi,anche stando sempre sdraiati su un divano di casa,non si realizza così di punto in bianco…o no?!

Ogni caso è diverso da ogni altro, in dipendenza del punto di partenza nel quale l'essere si trova. Non diamo limiti a ciò che limiti non può avere. Da ragazzo viaggiavo molto e non da turista, spesso senza un soldo e per molto tempo, ma è servito a poco anche se, devo riconoscerlo, mi ha condotto in un vicolo cieco che mi ha costretto a chiudere gli occhi prima della capocciata contro il muro della mia stupidità

Ultima modifica di oroboros : 06-04-2014 alle ore 12.16.16.
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Vecchio 06-04-2014, 18.17.25   #6
Koirè
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Riferimento: Che ne pensate... (cambiare prospettiva di 180 gradi)

Penso che è normale che cambiando posizione si cambi prospettiva,e cambiando prospettiva si aprono altre strade........Stare sdraiati su un divano e cambiare prospettiva(scusate le ripetizioni) agli oggetti penso che sia un utile esercizio anche per il quesito sui veli di Maya....si sgretola lentamente la finta realtà e pian piano si vede tutto x quel che è...o non è........

Un abbraccio al Forum.
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Vecchio 22-04-2014, 23.50.27   #7
vanina
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Originalmente inviato da bandollaccio
io ho una teoriaer me cambiare fisicamente punto di vista nella realtà ci aiuta a vedere gli altri in modo diverso,cioè se io mi siedo sempre nello stesso posto per 10 anni e intorno a me la disposizione degli oggetti/persone non cambia vedrò,penserò,proverò per 10 anni sempre le stesse identiche cose,le ragioni sono queste,partendo dal presupposto che l'occhio destro invia informazioni all'emisfero sinistro e l'occhio sinistro al destro se io mi ruoto di 180 gradi in direzione di quello che vedevo pure prima quello che prima era a destra ora è a sinistra e viceversa perciò a questo punto il cervello dovrebbe interpretare gli stessi input di prima in ordine diverso e così facendolo i segnali dovranno passare per altre aree del cervello,magari prima restate inattive...no???????

Mi piace il tema (cambiamento del punto di vista) e ne sono una sostenitrice quasi patologica.
Però non l'ho mai inteso nel senso illustrato , e proprio perchè mi interessa tanto, posso chiedere?

Perchè legare il cambio di prospettiva ad una dinamica solo fisiologico-meccanicistica?

Potrei dire (risultando antipatica) che che di punti di vista cambiati radicalmente restando sullo stesso posto e con la stessa ottica fisico-visiva ne ho sia visti che vissuti da sbalordire. Ma ciò sarebbe noioso e probabilmente inutile narrare.

Ne derivo soltanto la mia sintesi ad oggi : l'esplorazione di prospettive diverse credo sia vita (talvolta salvezza della vita).
Però non credo affatto possa dipendere da altro che dalla elasticità della mente (non dalla motilità del fisico, men che mai del solo apparato visivo) .

E timidamente osserverei (da vedente) che ...esattamente molti non vedenti...sono Maestri del Cambio (positivo e fertile) di Prospettiva Esistenziale.
Diversamente da molti vedenti e persino iper-cinetici, che però ...restano sempre con lo stesso punto di vista...

vanina is offline  
Vecchio 28-04-2014, 23.13.29   #8
bandollaccio
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Originalmente inviato da vanina
Mi piace il tema (cambiamento del punto di vista) e ne sono una sostenitrice quasi patologica.
Però non l'ho mai inteso nel senso illustrato , e proprio perchè mi interessa tanto, posso chiedere?

Perchè legare il cambio di prospettiva ad una dinamica solo fisiologico-meccanicistica?

Potrei dire (risultando antipatica) che che di punti di vista cambiati radicalmente restando sullo stesso posto e con la stessa ottica fisico-visiva ne ho sia visti che vissuti da sbalordire. Ma ciò sarebbe noioso e probabilmente inutile narrare.

Ne derivo soltanto la mia sintesi ad oggi : l'esplorazione di prospettive diverse credo sia vita (talvolta salvezza della vita).
Però non credo affatto possa dipendere da altro che dalla elasticità della mente (non dalla motilità del fisico, men che mai del solo apparato visivo) .

E timidamente osserverei (da vedente) che ...esattamente molti non vedenti...sono Maestri del Cambio (positivo e fertile) di Prospettiva Esistenziale.
Diversamente da molti vedenti e persino iper-cinetici, che però ...restano sempre con lo stesso punto di vista...


effettivamente ai non vedenti non ci avevo pensato però pensavo se l'emisfero destro del cervello è quello maggiormente coinvolto nelle emozioni e quello sinistro è invece quello più analitico è possibile che magari le persone che si trovano ad esempio a tavola a pranzo sulla tua sinistra tendano e evocare maggiormente emozioni mentre quelli dall altra parte maggiormente fatti mnemotici o bo chissà che cosa...no??che ne dici,poi bo questa idea l'ho tirata fuori perché fondamentalmente sono stufo delle persone che mi circondano e questo probabilmente è soltanto un altro tentativo inutile di farmele andare bene!!!
bandollaccio is offline  
Vecchio 05-08-2014, 22.44.10   #9
iole
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Originalmente inviato da bandollaccio
effettivamente ai non vedenti non ci avevo pensato però pensavo se l'emisfero destro del cervello è quello maggiormente coinvolto nelle emozioni e quello sinistro è invece quello più analitico è possibile che magari le persone che si trovano ad esempio a tavola a pranzo sulla tua sinistra tendano e evocare maggiormente emozioni mentre quelli dall altra parte maggiormente fatti mnemotici o bo chissà che cosa...no??che ne dici,poi bo questa idea l'ho tirata fuori perché fondamentalmente sono stufo delle persone che mi circondano e questo probabilmente è soltanto un altro tentativo inutile di farmele andare bene!!!
Per me più che altro è il sentire le persone o percepirle,ampliando il proprio spazio interiore, capita che alcune cose poi vanno "strette" cambiando il punto di vista cambia la realtà. Persone che prima ci andavano bene, ora non le sentiamo più, questo perché se tu sei andato oltre, loro sono rimaste ferme, e non le senti "consone" col tuo nuovo sentire, allora preferisci rimanere solo, piuttosto che stare per forza con persone che non senti più, cerchi persone simili a te, con quel tipo di energia. Non c'è niente di male in questo, e se continuerai ad andar oltre arriverai ad un punto che quelle stesse persone si autoeliminano da sole perché di conseguenza anche loro non si sentono a loro agio, oppure avendo anche compreso il trucco del coinvolgimento con i suoi bastoni, sai essere in grado di gestire il sentire di ognuno a seconda di come viene, ma a quel punto non è più un "problema"
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Vecchio 06-08-2014, 19.16.36   #10
altamarea
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Riferimento: Che ne pensate... (cambiare prospettiva di 180 gradi)

Per il relativismo (filosofico, culturale, scientifico, ecc.) non esistono verità e valori assoluti, se esistono, non sono conoscibili o relativamente conoscibili.

Nel V sec. a.C. il sofista e relativista Protagora diceva che non esiste una verità oggettiva, perché la conoscenza è condizionata dal soggetto che percepisce e pensa, e non esistono criteri universali che consentano di discriminare la verità e la falsità delle conoscenze soggettive.

Il filosofo e storico scozzese David Hume (1711 – 1776) si chiedeva cosa serve pensare se l'oggettività non esiste. Sostenere che "ogni cosa che è potrebbe anche non essere", può esser valido quando si fanno delle ipotesi o quando si criticano aspetti ritenuti negativi. Nel mondo, osservò Hume, niente è uniforme, perciò non prevedibile. Le proposizioni descrittive che parlano di fatti si possono logicamente dedurre soltanto da altre proposizioni descrittive e non mai proposizioni normative.

In tempi a noi più vicini c’è il filosofo ed epistemologo Karl Popper (1902 –1994), noto per aver proposto la falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza. Egli disse che la nostra conoscenza rimane fallibile, congetturale.

Penso che il tema di questo thread possa avere maggiore sviluppo collegandolo al relativismo.

Ultima modifica di altamarea : 07-08-2014 alle ore 00.13.33.
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