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10-09-2003, 12.05.16 | #17 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Citazione:
Su questo sono abbastanza d'accordo. Però noi adesso viviamo in questo contesto culturale e, anche se non lo condividiamo, non possiamo prescindere. Non possiamo scegliere di non essere umani, di non essere occidentali... Sono convinta che moltissimi disagi dipendano dal modo in cui viviamo. Per cambiare le cose, anche le cose piccole, ci vuole coraggio e equilibrio. Come trovarli se stai male? Sai, io non sono una fanatica della psicoterapia. Non mi piace che si spari a zero su qualcosa senza conoscerlo a fondo e non mi sta bene che qualcuno dica "non serve a niente perchè no". Io ti ho spiegato perchè credo che la psicoterapia possa essere utile a chi sceglie di farla, perchè è una cosa che va scelta. Tu invece come pensi che una persona debba affrontare il suo malessere? ciao |
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10-09-2003, 18.30.11 | #18 |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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Fragola...
Complimenti per le tue risposte: sono state complete, esaurienti e precise. Leggo da un pò questo 3ad senza intervenire (ahimè, mi sono un pò stancata di fare da bersaglio a causa del mio mestiere...). Ma ora non posso fare a meno di farti i miei complimenti.
Vorrei fare una precisazione su un aspetto che è stato toccato più volte: la malattia mentale. Purtroppo non è un dato culturale, la malattia mentale vera e propria, ossia le varie forme di schizofrenia, il disturbo bipolare e forse alcune forme di depressione psicotica. Sono malattie ubiquitarie, sono sempre esistite in tutti i tempi e in tutte le culture. Se c'è una differenza culturale, questa è nell'estrinsecarsi dei sintomi. Faccio un esempio: nel delirio degli schizofrenici è frequentissimo quello di controllo del pensiero. Ora, il delirio di controllo del pensiero vien letto in modo diverso a seconda della cultura di provenienza. I miei pazienti parlano di microchips nel cervello che controllano i pensieri servendosi dei cellulari, di Internet, di satelliti artificiali o quant'altro. In zone meno avanzate dal punto di vista tecnologico o in epoche passate era frequente l'immagine di demoni o del diavolo, idee di possessione demoniaca in generale. I disturbi di cui ho parlato si manifestano con la stessa percentuale in tutte le culture (esistono bellissimi studi di psichiatria transculturale che hanno cercato proprio di conoscere l'impatto della cultura nelle psicosi). Il fatto è che questi disturbi hanno una base genetica molto importante, per cui si possono trovare come "raggruppati" in certe famiglie (indipendentemente dalle capacità dei genitori di allevare con amore i propri figli), gli studi condotti su gemelli monozigoti separati alla nascita confermano il dato genetico. Ciò che cambia moltissimo nelle varie culture è il gruppo, molto vasto, dei disturbi che un tempo venivano definiti "nevrotici" e i disturbi della personalità (almeno alcuni). Mentre i primi non sono aggredibili in prima battuta dalle psicoterapie (anche se le psicoterapie possono svolgere un ruolo importantissimo una volta stabilizzato il disturbo), i secondi invece rispondono benissimo a questo tipo di intervento. Se vogliamo parlare della definizione di normalità come concetto filosofico, allora possiamo spostarci di livello. In fondo, anche le percezioni di un essere umano "normale" sono in fondo delle allucinazioni, nessuno può sapere che cosa realmente ci sia al di fuori di ciò che percepiscono i nostri sensi. La differenza è che queste "allucinazioni" in qualche modo sono condivise da tutti. Amo molto quello che dice Castaneda sulla realtà e sulle realtà separate, e probabilmente ciò che dice ha un riscontro reale. noi utilizziamo solo uno dei modi possibili di orientare la nostra energia percettiva. Forse i cosiddetti "matti" hanno una realtà fluida, percepiscono le cose in modo più instabile e quindi provano sgomento, disorientamento, confusione, che spingono loro ad avere una lettura delirante di ciò che succede, e ad assumere comportamenti che ci sembrano strani o bizzarri, o che sono francamente pericolosi. Non lo so. Mi piace pensare che possa anche essere così... |
10-09-2003, 19.11.30 | #19 |
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Messaggi: 2,110
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Seguire gli insegnamenti di Castaneda è il modo migliore e più veloce per impazzire
Io ho sempre creduto che Castaneda sia uno schizofrenico.Il Tonal,il Nagual;gli Esseri Inorganici,il Punto di Unione,il Sognare...non sono altro che colorite "metafore" di quelle che la cultura occidentale chiama malattie mentali (dandogli il nome di schizofrenia, allucinazioni, paranoia...).Ora io mi chiedo,ma sono solo aberrazioni della mente o sono qualcosa di più "reale"?La mia curiosità mi spinge verso queste terre inesplorate ma la conoscenza può essere pericolosa e la paura di conseguenza mi frena.Perchè rischisare di impazzire per pura curiosità?Perchè rischiare di rimanere limitato e dannatamente ignorante per futile paura?
Certi libri era meglio non scriverli mai.Certe cose vanno oltre la conoscenza umana,anzi,oltre la sfera dell'umano...però la tentazione di mettere ordine al kaos è troppo forte...solo che poi la forza distruttrice del kaos ha la meglio anche sul poco ordine che risiede nella nostra testolina... Ok,sto già svalvolando,quindi chiudo il discorso(prima che il kaos si impossessi di me!!!Hum,accuso i primi sintomi di schizofrenia...) |
10-09-2003, 19.34.35 | #20 |
Anima Antica
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Catharsis
Ho letto la maggior parte dei libri di Castaneda, ma quello che scrive non è delirante. Non ha nulla di delirante. Ora, puoi crederci e prenderle per cose vere, o puoi non crederci e prenderle per opere frutto di una bella fantasia. Ma non sono deliri.
Oltrettutto a me è sembrata una visione dell'esistenza, della vita e della natura delle realtà molto bella, cruda forse, spietata, ma bellissima e affascinante. Le culture sciamaniche sono culture spietate e bellissime. Nessuno di noi ha il diritto di chiamarle folli solo perchè non le comprendiamo |