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30-04-2003, 14.14.36 | #36 | |
Ospite
Data registrazione: 29-04-2003
Messaggi: 13
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Citazione:
Devo dire che oggi forse, dopo l'ennesima delusione/illusione, inizio a capire cosa voglio. Sono sempre piu' convinta che amare, al di la' della stima, del rispetto e dell'attrazione reciproci, sia principalmente prendersi cura dell'altro e volere il suo bene. Ho appena concluso una relazione con un uomo che continuava a giurarmi amore sincero ma che, nei fatti, mi lasciava sola ad affrontare il mondo senza preoccuparsi di come mi sentivo o se riuscivo a cavarmela. Non sto dicendo che d'ora in poi cerchero' qualcuno a cui appoggiarmi, perche' so che la forza, la sicurezza, la motivazione, l'energia per vivere dobbiamo cercarle dentro di noi, ma almeno avro' un modo per riconoscere l'amore. Voglio un uomo che mi faccia sentire con la sua capacita' di prendersi a cuore la mia causa, (io), che lui c'e'. Solo questo puo' darmi abbastanza fiducia nella coppia per impegnarmi a farla crescere. Ovviamente dovro' fare su di me la stessa analisi: quanto mi prendo cura della persona che ho vicino? Quanto la ascolto? Quanto la sostengo? Per capire innanzitutto se IO amo quella persona o se mi sto solo illudendo/accontentando per attrazione, per paura... |
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30-04-2003, 14.32.07 | #37 | |
Ospite
Data registrazione: 18-03-2003
Messaggi: 32
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a Fragola....
Citazione:
Cara Fragola, quella che proponi è una bella sfida...la piu' importante sfida con cui noi "donne che amiamo troppo" (mi permetto di includerti nella cerchia...) dobbiamo ogni giorno confrontarci. A proposito...hai mai letto il libro della Norwood (psicoloa americana) "Donne che amano troppo"? Nonostante sia diventato un best-seller fin troppo popolare, e ad una prima occhiata possa sembrare banale, è stato un libro per me ricco di molti spunti di rilfessione. Ne conservo una copia che ho letto qualche anno fa e che ho sottolineato fin al punto di renderlo illeggibile....il tema fondamentale che tratta è quello delle dipendenze affettive e relazionali, individuando nei vissuti familiari la causa di molti dei disturbi che spesso ci attanagliano nel nostro modo di amare.....amare che spesso diventa "amare troppo". Dove questo "troppo" non allude tanto alla quantità dell'amore profuso nei confronti dell'altro, quanto alla negatività di rapporti in cui la donna tende ad accettare tutto dall'amato pur di non perderlo, annulla se stessa, gioca il ruolo della crocerossina per cercare di raiutare e di giustificare una persona che di per sè ha delle mancanze nella sfera relazionale. Io purtroppo mi trovo un po' in questa condizione, e non sempre è facile affrontare la situazione. Per questo tutte le mie domande non hanno ancora trovato risposta.... Un abbraccio. Ale |
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30-04-2003, 14.44.20 | #38 | |
Ospite
Data registrazione: 18-03-2003
Messaggi: 32
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A BJV....
Citazione:
Cara BJV (ma che significa il tuo pseudonimo?? Se non sono indiscreta..), concordo con la tua definizione di amore, anche se penso che sia davvero difficile, considerando l'amore in questa accezione, imparare ad amare veramente. Questo perche', se inteso in questo senso, amare è prima di tutto rinunciare ad un po' di noi stessi per il bene dell'altro, imparare a decentrarsi, a capire che non ci sono solo i nostri bisogni ma che i bisogni dell'altro sono degni di uguale importanza. Amare significa quindi n po' "sacrificarsi" per l'altro, e non sempre è facile. A volte mi rendo conto di chiedere al mio compagno ciò che io stessa, con un' attenta auto-analisi, non sono in grado forse di dargli. Lui mi ha detto con molta chiarezza, ancora prima di iniziare la nostra convivenza, quali erano i suoi bisogni in termini di libertà personale da mantenere e di spazi da gestirsi in maniera autonoma...io ho creduto di avere capito, ma spesso non riesco ad accettare di sentirmi messa in secondo piano....il senso di "posposizione" che provo è per me difficilissimo da gestire e mi crea sempre molti problemi. Non riesco a farmi entrare in testa, o meglio nella "pancia", che se lui fa altre cose o va via un weekend per i fatti suoi questo non significa necessariamente che mi ami meno di quanto faccia io...eppure tutte le volte che mi comunica questo suo desiderio, vengono fuori discussioni su discussioni.... Spero davvero di riuscire ad uscire da questa dinamica perche' mi fa sentire schiava di me stessa e delle mie emozioni, che in quelle situazioni diventano letteralmente incontrollabili!!! A te è mai capitato'? Un bacio, Ale |
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30-04-2003, 15.36.23 | #39 |
Ospite
Data registrazione: 29-04-2003
Messaggi: 13
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E' un nomignolo affibiatomi dal mio ex. Il significato e' scemo ma il suono ci piaceva. L'ho usato qui solo per mantenere un anonimato fintanto che non avessi capito bene di che si trattava. Ma ormai e' inutile e lo cambiero'.
Ma tornando a noi... il punto e' proprio questo! Che volere il bene dell'altro non significa affatto rinunciare un po' a se stessi, ma sentirsi talmente in sintonia con l'altro che quello che a lui da' gioia la da' anche a te. Se vuole passare un weekend da solo dovresti essere felice per lui. Ma gia' nelle premesse capisco che per il tuo uomo evidentemente amare non e' proprio questo (anzi, chissa' cos'e'). Perche' mentre stai andando a vivere con qualcuno dovresti camminare a un metro da terra ed essere talmente in estasi da non farti venire in mente altro che comunione e non certo regole di comportamento: "Andiamo a vivere insieme ma ho bisogno dei miei spazi!". Cioe', stiamo facendo un passo decisivo per la nostra coppia, le stiamo dando una svolta costruttiva e a te non viene altro in mente che la limitazione della tua liberta'?!? E' vero, fa discutere un simile comportamento e non stento a credere che ti faccia innervosire ogni volta. Una persona che ama veramente e' sempre sullo stesso piano dell'altro. E' fuso con l'altro. E se stasera esco con un mio amico non ti sto mettendo da parte o levando qualcosa, sto solo vivendo. E tu dovresti essere contenta per me, per il mio amico e per te stessa che ti godi la serata in santa pace!!! Ma la cosa dovrebbe sorgere spontanea e non come regola, come minaccia (te l'avevo detto!!!) senza tenere in considerazione prima di tutto i progetti della coppia. Purtroppo la risposta che cerchi e' nelle tue parole di questo e di altri forum. Tu non sei affatto convinta di amare questa persona, addirittura gli chiedi cose che tu non faresti per lui! Ma forse cambiare le cose ti fa troppa fatica per accettarlo a livello cosciente... E chi di noi non ci si e' trovato 2, 10 volte? Perche' comunque sapere che quando torni c'e' qualcuno che, bene o male, ti aspetta riscalda comunque... Ed e' quello di cui forse tu hai bisogno in questo momento. E allora datti tutto il tempo che ti serve per metabolizzare la cosa. Non te la prendere sempre con te o peggio con lui per questa tua debolezza. Accettala e aspetta. La soluzione poi arriva da se. Sempre. L'importante e' cominciare piano piano a focalizzare le cose che vorremmo e quelle che proprio non ci vanno giu'. Per provare a cambiarle o per continuare la nostra ricerca in un'altra direzione piu' vicina al nostro modo di essere e di sentire... un bacio, |
02-05-2003, 15.47.00 | #40 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-03-2003
Messaggi: 70
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[color=blue][font=arial]Ciao a tutti, sono nuova del forum ma ho seguito il "dibattito" dall'inizio.... l'ansia da abbandono la conosco putroppo bene!
E ho letto con tantissimo interesse le riflessioni di ognuno di voi, anche con la speranza di trovare qualche formuletta quasi magica ma risolutrice ...So bene che non ce ne sono. E anche se ci fossero, non credo sarebbero valida per tutti. Abbandono...vuoto ..... solitudine .... Sensazioni e/o stati di fatto che mi hanno terrorizzato non poco in passato...E che adesso non mi spaventano solo perchè non c'è qualcuno che me li imponga, mi spiego: quando ripenso ai momenti peggiori legati a all'ansia di essere piantata in asso, mi rendo conto che sono sempre legati a qualcuno. In realtà, nella mia attuale singletudine sto bene:non mi sento sola e men che meno abbandonata. Niente ansia! Ma perchè mi sento bene con me stessa, so che se cerco delle conferme, devo prima di tutto cercarle in me; non sempre le trovo ma non è così frustrante come quando le chiedevo a "lui". La mia attuale salvezza è proprio non avere un compagno (che però vorrei), perchè in questo modo posso lavorare meglio su di me. Nonostante la condizione che vivo, spesso mi rendo conto che le dinamiche che creerei e vivrei, putroppo,sono molto simili a quelle del passato e che non ho fatto grandi passi avanti; non ho perso tutto l'ottimismo ma vi confesso di avere tanta paura di essere ancora delusa, da me stessa innanzitutto. Paura di non essere ancora maturata, di non avere ancora acquisito quella fiducia in me che ritengo fondamentale per non addossare all'altro il gravoso , e impossibile, compito di colmare tutte le mancanze, anche quelle che non gli appartengono e competono. Alla resa dei conti, so quello che voglio ma anche ciò che assolutamente non voglio: voglio poter scegliere liberamente e non essere più schiava di questa sete di conferme, amore e affetto. Ad ogni costo. Il problema è ci vuole coraggio e non sempre ne ho abbastanza per proseguire il mio cammino; mi sembra di regredire a volte, altre mi sembra di chiudermi nell'apatia o perfino nel pessimismo perchè così credo di essere più forte, mi sento più protetta dalla corazza della freddezza... ma tutto ciò non mi appartiene, e quando me ne accorgo ricomincio ad arrancare su questa strada in salita, sperando di non ricadere e rotolare troppo indietro. Non è una rivelazione che il segreto è la fiducia in noi stessi e amarci noi: lo ripeto perchè mi sembra così retorico che a volte me ne dimentico. A volte passo il tempo a pensare alle mie inadeguatezze, ma alle mie risorse non penso mai abbastanza...e mi scoraggio, mi chiudo nella tristezza che mi pervade perchè non vedo vie d'uscita e i miglioramenti che vorrei aver fatto. Non ho ricette nè risposte. Sono però fermamente convinta che la vitalità di un sentimento come l'amore non possa essere chiusa sotto corazze troppo pesanti, che ne mortificano la natura, in ogni sua forma e manifestazione. |