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13-07-2005, 14.01.48 | #4 |
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Cosa significa la "Morte di Dio"
Nel secolo delle neuroscienze, dei quanti e della complessità, la filosofia fatica a raccogliersi concettualmente intorno ad una immagine del mondo.
Ma ti pongo, Flavia, alcuni interrogativi che la Natura che andiamo rivelando, ci impone. 1) Il progetto di Dio deve "davvero" esprimersi nel tempo lineare e biunivoco della fisica classica? Non potrebbe darsi, invece, dentro l'irreversibilità dei fenomeni complessi, ossia lontano dall'equilibrio? Se così fosse, non assomiglierebbe, questo progetto, alla pura e semplice libertà? 2) Sappiamo che l'organizzazione intrinseca del nostro cervello è unica dentro il mondo animale, ma che, ciononostante, nulla della struttura funzionale del sistema nervoso umana è specificamente propria della nostra specie. Siamo ancora certi che la "modalità" della "relazione" possa essere applicata, in qualsiasi modo, ai rapporti tra "anima" e "psiche"? 3) La fisica quantistica ci costringe ad una revisione radicale dei nostri concetti categoriali riguardanti la "realtà" e la "possibilità". Molti eventi possibili sono operanti tanto quanto quelli cui attribuiamo il valore di "reali". Ha ancora senso interrogarci sull'oggettività storica della Rivelazione? Io penso che Dio non abbia avuto alcuna necessità di "creare" il mondo: è sufficiente che un sogno, ossia l'Uomo, lo abbia destato dal Suo sonno. |
13-07-2005, 14.17.13 | #5 |
Ospite
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caro weyl
temo di nn aver capito molto della tua risposta, forse hai usato una terminologia che non sono ancora in grado di comprendere...i'm sorry!!
Quello che ho capito ,o meglio che credo di aver capito, è che tu credi in un Dio assolutamente non provvidenziale e, forse, gli sottrai anche il suo ruolo creazionale,ma non sono certa fosse questo il senso... |
13-07-2005, 23.23.25 | #6 |
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Sì, cara Flavia, hai capito perfettamente
La "Provvidenza divina" è un attributo aggiunto al senso di Dio.
Il Dio di Abramo non ha nulla di provvidenziale, nè il Suo disegno supera il semplice mettere alla prova "assolutamente" la fiducia umana. In fin dei conti è una pretesa arrogante quella di darGli un nome: una debolezza del nostro sentire. In forza di che cosa il Suo progetto deve darsi "prima" delle nostre azioni? Il "prima" e il "dopo" appartengono al modo "naivè" dell'Uomo di concepire i propri e gli altrui percorsi. Quando noi stessi consideriamo il "senso" intimo ed ultimo del nostro agire quel "prima" e "dopo" perdono molto del loro significato. Una tragedia può ispirare decisioni che rendono evidente l'autenticità di una scelta: persino nella morte può sprigionarsi il valore di una vita. Perchè pensare a un Dio "Hal", scacchista perfetto, che giochi con il simulacro di un Destino? |
14-07-2005, 10.57.44 | #7 |
Ospite
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si,concordo
le tue argomentazioni sono convincenti. Ma allora torna la mia iniziale domanda: il senso della divinazione qual'è??
La finalità della preghiera perde la sua trascendenza e si trasforma in un mero mezzo che possa consentire agli uomini l'illusione di essere sottoposti nel bene e nel male ad uno "sguardo" Divino.Uno sguardo che imponga implicitamente delle norme morali ,che possa punire ma anche ricompensare, salvare... Tutto resta su questa terra,la preghiera stessa-negando l'esistenza di un Dio provvidenziale- perde la sua intellegibilità, il suo ruolo di tramite con Dio. |
14-07-2005, 12.07.58 | #9 | |
può anche essere...
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Citazione:
io non sono d'accordo... non vedo la necessità di parlare di "illusione", e non vedo la necessità di passare dalla considerazione dell'inutilità della preghiera come mezzo per far agire dio nel mondo, alla negazione della trascendenza. La preghiera non serve a stimolare l’azione divina nel mondo mondano, ma non per questo è inutile. Se ci poniamo in un ottica mistica, attraverso la preghiera, continuativa, assorta, compiuta nella più totale concentrazione, possiamo entrare in comunione con Dio. La preghiera è il mezzo con cui sciogliamo la nostra identità e la fondiamo nell’Assoluto. La preghiera è un mezzo per entrare in Dio, non un mezzo per fare agire dio dentro la nostra vita quotidiana, per risolvere i problemi spiccioli che ci affliggono. La preghiera è l’organo sessuale della spiritualità, che permette l’orgasmo mistico che risulta dall'unione con Dio. un mezzo per entrare nella trascendenza quindi, e per ricevere la conferma dell'esistenza di questa trascendenza, poichè non esiste mistico che dopo "l'unione" si senta in dubbio circa l'esistenza effettiva di dio (anche se bisogna ammettere che non ne dubitava nemmeno prima altimenti non sarebbe potuto entrare in contatto con dio). la preghiera è stata poi privata del suo senso mistico, per convincere i non credenti a divenire fedeli, promettendo loro qualcosa che non può non far gola, ossia l'acquisizione di queste straordinarie formule magiche che possono chiamare lo Spirito ad intervenire nella vita quotidiana per portare chissà quale manna! Ultima modifica di r.rubin : 14-07-2005 alle ore 12.22.53. |
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14-07-2005, 12.11.41 | #10 | |
può anche essere...
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Citazione:
svolge anche questa funzione, anche se questa non è una motivazione sufficiente per assicurarci che la religione e Dio si riducono a questa funzione. |
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