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Vecchio 20-03-2015, 09.58.22   #71
maral
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Data registrazione: 03-02-2013
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica

Citazione:
Originalmente inviato da jeangene
Ciao Maral, ti sarei infinitamente grato se mi spiegassi perchè lo stesso esserci degli enti non può escludere il loro apparire.
Perché l'esserci è la manifestazione spazio temporale dell'ente che è compresa nella totalità dell'ente stesso in quanto essente.



Citazione:
Questa penna però oltre ad essere segno (significare) è anche presenza fisica, la fisicità che sento quando la stringo in mano è anch' essa segno, significato ?
Mi risulta difficile mettere sullo stesso piano la fisicità di un ente ed i significati che esso evoca, la presenza fisica di questa penna e l' immagine di Dante che scrive la Divina Commedia.
Penso che sia proprio la fisicità dell'ente che ne richiami il significare, fisicità che non si presenta mai in sé e per sé. Non ci è mai dato di conoscere questa penna come pura cosa oggettuale, ma sempre nella molteplicità di significati che richiama la stessa esperienza sensoriale che di essa abbiamo.


Ultima modifica di maral : 25-03-2015 alle ore 10.00.53.
maral is offline  
Vecchio 20-03-2015, 13.36.07   #72
Coscienza
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Data registrazione: 16-07-2011
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
La possibilità del "buco sulla mappa", semmai esiste, credo purtroppo che non sia realizzabile/trovabile col solo uso del pensiero, o col filosofare.
Quoto me stesso per correggermi, e dire che in realtà la questione del "buco sulla mappa", cioè di un modo per raggiungere il "vero reale" e quindi uscire dalla rappresentazione, è impossibile già solo come concetto: infatti il rappresentabile è statico e immutabile e non potremmo quindi viverci dentro; non si può fare esperienza senza movimento, senza divenire.
E se fossimo in Matrix (un rappresentabile mutabile, non statico), usciti da quella finta realtà, ci troveremmo in una nuova realtà dove le stesse questioni si riproporrebbero, sicchè la nuova realtà comunque trarrebbe da un tutto rappresentabile, che sarebbe di nuovo ancora da scoprire. E così via.
Coscienza is offline  
Vecchio 24-03-2015, 16.56.58   #73
and1972rea
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Messaggi: 781
Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Ed è proprio con Matrix e questa concezione solipsistica che mi ricollego al primissimo post del thread e alla prima cosa che ho quotato: vivendo dentro il sistema, è impossibile capire in toto l'essenza del sistema.
Il problema non è risolvibile dal di dentro del sistema.
Non sono d'accordo, il mondo creato in Matrix nasce dagli stessi elementi che compongono i creatori di quella realtà virtuale ,le due realtà non sono disgiunte. Allo stesso modo di come una terapia psichiatrica cambia biochimicamente il nostro cervello e scava nella carne quanto un bisturi agendo soltanto su sogni e rappresentazioni analizzabili comodamente sopra un divanetto, allo stesso modo il protagonista di quella realtà virtuale avrebbe potuto agire sul sistema che generava le sue rappresentazioni agendo in modo opportuno su quelle stesse rappresentazioni, e questo per il fatto che entrambi i sistemi ,l'uno generato dall'altro, quello padre e quello figlio, sono rappresentazioni , fenomeni generati dallo stesso piano del reale.
and1972rea is offline  
Vecchio 24-03-2015, 21.37.17   #74
Coscienza
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Data registrazione: 16-07-2011
Messaggi: 44
Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica

Lascia stare Matrix in sè dove appunto può esserci il "buco sulla mappa", come in effetti accade nel film (da Matrix si può uscire), ma dopo varie matrioske di realtà virtuali, arrivato alla realtà ultima, lì non puoi uscire perché dopo non c'è niente altro se non qualcosa che può essere conosciuto solo in parte, solo vivendone la rappresentazione, una realtà limitata, ovvero appunto la reltà dove sei arrivato. Più in là non si può andare.

Realtà virtuale B <- Realtà virtuale A <- Realtà vera <- Il Tutto.

Dal Tutto si genera la realtà vera, che è una rappresentazione generatasi dal Tutto.

Ora, per il rasoio di Occam, o semplicemente per comodità e per metterci alla fine del ragionamento, affermiamo che non siamo in una realtà virtuale, ma che siamo nella realtà "vera". La nostra realtà, per esistere, per essere movimento, energia, deve essere manifestazione, rappresentazione che attinge dal Tutto.
Se elimini questa rappresentazione rimane solo il Tutto. Ma il tutto, essendo appunto tutto ciò che esiste, il totale, non può essere conosciuto perché è un controsenso. Per farne esperienza deve esistere il binomio tutto-osservatore.

Ecco perché secondo me, più in là non si può andare.
Il trascendente è inconoscibile.
Coscienza is offline  
Vecchio 24-03-2015, 23.17.17   #75
maral
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica

Il problema è che questo Tutto come il Totale assomiglia terribilmente al Niente (e come tale appunto si presenta). Terribilmente in effetti poiché per cogliere il totale, quel punto finale, non ci si può non venire a sentirsi annientati.
maral is offline  

 



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