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04-09-2014, 11.09.53 | #12 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
Ma qua cadi ancora nella trappola ontologica. Se non c'è niente 'sotto', se non si possono raggiungere certezze non si può parlare? certo che si può - tenendo conto che niente di quanto diciamo può essere certezza. |
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04-09-2014, 11.59.12 | #13 | ||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2012
Messaggi: 335
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
Ma il parlare quotidiano continuerebbe ad avere senso, è il parlare che tenta di cogliere Verità che lo perderebbe. Frasi come: "Vado al cinema", "La penna è sul tavolo", "Questo tavolo è marrone" continuerebbero ad avere senso. Con "Questo tavolo è marrone" non voglio dire altro che vedo questo tavolo marrone, non mi interessa sapere nè cosa significa vedere, nè cosa è il tavolo, nè cosa è il marrone. Citazione:
Certo, si può parlare, ma sarebbe un parlare senza senso. A cosa serve parlare se continuo a mettere in dubbio ogni mia affermazione? Meglio tacere... |
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04-09-2014, 13.51.30 | #14 | |
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
Messaggi: 241
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
Nella Bibbia Dio assegna ad Adamo il compito di dare il nome alle cose. Questa è la prima forma di rappresentazione, poiché questo nome non identifica la cosa in sé ma solo la sua apparenza agli occhi di Adamo, che è sempre limitata ad uno o pochi aspetti che Adamo ritiene interessanti per qualche ragione. I lemmi di un dizionario sono quindi le prime forme di rappresentazione, e la realtà sottostante, che ovviamente esiste, è indipendente dalle rappresentazioni che ognuno ne dà. Ogni affermazione è una costruzione lessicale formata da più parole, ed è quindi una forma complessa di rappresentazione, che si avvale già di per sé di rappresentazioni convenzionali basiche che sono appunto i vocaboli. Più si articolerà il discorso e più si dovranno utilizzare forme rappresentative sempre più complesse, e quindi sempre meno ci si avvicinerà alla realtà effettiva di ciò di cui stiamo parlando. Rappresentazione è quindi l'idea che noi ci facciamo della realtà (a cominciare dalla convinzione che la stessa sia costituita di enti separati e autonomi) e che poi comunichiamo ai nostri simili con tutti i vari metodi che sono stati inventati nella storia. Ma la realtà esiste di per sé indipendentemente da qualsiasi rappresentazione l'uomo voglia utilizzare per descriverla, e non si lascia ingabbiare in schemi precostituiti quali filosofie, ideologie eccetera. Queste potranno al massimo evocarla, o evocarne qualche particolare aspetto, ma è necessario guardarsi bene dall'identificare la realtà con la sua rappresentazione, perché sarebbe come scambiare la città di Roma con la sua mappa, o il menu del ristorante con il pranzo. |
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04-09-2014, 13.53.12 | #15 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
secondo me perché l'uomo ha in se la sua stessa essenza e il suo stesso principio di appartenenza,per cui si sente richiamato |
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04-09-2014, 14.29.07 | #16 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
Non metto in dubbio ogni affermazione, tengo conto del fatto che non può essere verità assoluta. Ci possono essere livelli diversi di confidenza in ciò che si dice. E' quello che facciamo abitualmente |
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04-09-2014, 15.13.08 | #17 | |||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2012
Messaggi: 335
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
Lungi da me identificare la realtà con la sua rappresentazione. Comunque sia, come si diceva sopra, l' idea stessa di realtà e rappresentazione potrebbe essere anch' essa una rappresentazione. Ammessa l' esistenza di una realtà/verità indipendente da qualsiasi rappresentazione come posso sperare di coglierla vivendo in una rappresentazione? Citazione:
Cosa intendi dire con: "l'uomo ha in se la sua stessa essenza e il suo stesso principio di appartenenza" ? Che la realtà si risolve nel soggetto? Citazione:
Se realizzo di vivere in una rappresentazione e che ogni mio tentativo di descrivere una ipotetica realtà/verità si riduce anch' esso a rappresentazione non vedo il motivo per continuare a tentare di descriverla. Mi rendo conto di aver ripetuto la parola "rappresentazione" una infinità di volte, ma non trovo un vocabolo altrettanto efficace. |
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04-09-2014, 16.15.56 | #18 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
No. ..che nel soggetto (che forse non sarebbe nemmeno corretto esprimerlo in questo modo) risiede,o e' costituito nella sua profonda essenza,allo stesso identico principio,permanente ed immutabile..da cui proviene la tua stessa domanda ..ma la risposta a questa domanda non la trovi nel "soggetto" poiché non siamo enti separati. spero qualcosa ti sia arrivato,pur nella inevitabile imperfezione della mia descrizione |
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04-09-2014, 16.53.37 | #19 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Citazione:
realizzo di vivere in una rappresentazione ma questa consapevolezza si stempera nel pensiero che tutto è rappresentazione. magari mi piace la mia vita e trovo interessante/utile organizzare comunque la mia conoscenza (per quanto limitata). personalmente il motivo lo vedo eccome, ma ovviamente è una scelta soggettiva |
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04-09-2014, 16.56.34 | #20 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Rappresentazione e verità ontologica
Maral:
Ci deve pur essere qualcosa perché si possa dirne qualcosa no? Albert: Qua però stai di nuovo usando l'argomento che ho contestato. Secondo me questa frase non è vera, e probabilmente decidere se è vera o no dipende solo da una decisione soggettiva ed arbitraria Sgiombo: (Scusate se mi intrometto con le mie opinioni in proposito): Ci deve pur essere qualcosa perché si possa dire qualsiasi cosa di qualsiasi cosa: se non altro (x lo -) il fatto di dire qualsiasi cosa di qualsiasi cosa (questo a qualcuno ricorderà -a ragione- il "cogito" cartesiano). Però può benissimo non esserci qualcosa potendone comunque dirsi qualcosa (del nulla, il non-esistente di cui si tratta): per esempio si sono scritti migiaia di volumi di teologia (o, per chi fosse credente, centinaia di volumi di fiabe e favole che parlano di maghi, fate, gnomi, e chi più ne ha più ne metta, o romanzi di fantascienza, ecc.). Oppure posso sempre parlare dell' attuale re di Francia; se sensatamente o meno -anzi, se veracemente o meno; che un senso le parole "re di Francia attualmente in carica" ce l' hanno eccome, tant' é vero che si può stabilire se sia vero o falso predicare l' esistenza di ciò che connotano, cosa che sarebbe impossibile se non fossero sensate- non é rilevante per questa questione. Ergo: si può benissimo dire qualcosa (e sono di fatto state dette molte cose) di qualcosa che non esiste (anzi: di molte cose che non esistono). Grazie per l' attenzione. |