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05-06-2014, 12.17.31 | #55 |
Garbino Vento di Tempesta
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista
X Maral
Ti ringrazio per la tempestiva risposta alla mia domanda sull' apparire dell' apparire e anche per la spontanea, che rende la cosa più gradita, opinione sul ritenere che lo spirito Apollineo originariamente non avesse nulla a che vedere con l' armonia razionale. Anche se comunque poteva ritenersi una richiesta implicita nel modo in cui era stato impostato il discorso. Per altro annoverando caratteristiche che poco si addicono ad un Dio razionale, invece se non erro ( ma per evitare gaff sono andato a controllare ) la ragione nella cultura Greca risiedeva in Hermes ( Mercurio per i Romani). Per quanto riguarda la tua valutazione sull' oltreuomo non ti nascondo che le mie peregrinazioni nei meandri del pensiero di Nietzsche mi hanno portato a considerazioni molto simili, ma evito di distaccarmi dai suoi scritti perché in questa trattazione cerco di rimanere il più fedele possibile ai testi delle sue opere, appunto per evitare che si possa affermare tutto e il contrario di tutto. Che poi è quello che succede in molte considerazione di intellettuali interpretando come determinante la maschera, termine che appare spesso nei testi del filosofo, e che tutti pensano di esser capaci di rimuovere a Nietzsche per mettere a nudo il suo pensiero. E il risultato è appunto una varietà di interpretazioni che differiscono anche in modo abissale tra loro. Rispetto la tua opinione sul fatto che a tuo avviso Gesù Cristo non sia obiettivo di critica da parte di Nietzsche, ed ammetto che dei tre quello su cui si accanisce di più sia Socrate, e che Platone in fondo venga ritenuto colpevole solo di essersi fatto influenzare dal Grande Maestro, anche se poi li cita entrambi come decadens e antigreci. Ma a mio avviso non posso tralasciare sia i vari aforismi in cui interpreta le morti di Socrate e Gesù Cristo come i due più grandi suicidi dell' antichità, ma anche quel velato disprezzo per quella aureola di Persona che vive nelle sue allucinazioni credendole reali. Certo non ha nulla a che vedere con gli attacchi a Socrate, a S. Paolo o al Cristianesimo, ma non mi sembra che con lui sospenda il giudizio, ma soltanto che ritiene che sia l' unico Cristiano che sia esistito e che la Chiesa abbia costruito tutto il resto sulla menzogna, sulla negazione della Buona Novella. Non nascondo che mi fu molto difficile accettare questa che è una delle parti più aggressive della sua filosofia al pensiero comune, e lo è stato anche se ormai quando l' ho letto ero già agnostico. Ma il suo pensiero è dinamite. Scuote le nostre convinzioni dalle fondamenta e le fa vibrare come un terremoto. Ed è già molto accettare che lui abbia scritto quello che ha scritto accettandone anche le conseguenze. Ringrazio per la cortese attenzione e a presto. Garbino Vento di Tempesta |
08-06-2014, 02.24.20 | #56 |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista
X paul
Hilmann e Jung condividono solo in parte la strada, la direzione. Sulla grandezza di Jung come filosofo ho parecchie perplessità, non sembra in gradi di sviluppare un apparato critico sufficientemente paragonabile ai grandi del passato.Figuriamoci a Nietzsche. Ma entrambi condividono qualcosa, prima era una mia intuizione vaga, ora avendo deciso di rileggere UTU in modo più compatto, e cioè partendo dalla fine, ne ho la certezza: entrambi evocano spettri. Per poterlo intendere meglio ovviamente servirebbe una lettura più attenta di cosa sia l'ombra per Jung, nelle mie letture ancora non figura (e magari qualcuno mi può consigliare le fonti), ma sia dai famosi documentari sulla luce (forse li trovate ancora su You tube) che dalle conferenze di Zoja, ritengo quasi sicuro il coinvolgimento delle energie psichiche e quelle logiche. Hillman finora l'ho conosciuto solo tramite un video di Calciolari, dove con il solito acume, vengono messi a nudo gli errori del suo pensiero. Vado a memoria: mi sembra non riconoscesse l'inconscio come deduzione analitica, bensì come estensione-personalizzazione delle energie spirituali che governano il mondo. In questo chiaramente un alievo di Jung, con la differenza sostanziale che Jung non rinnega assolutamente l'inconscio, e anzi lo propone come chiave analitica per la ricostruzione "logica del mondo". Insomma c'è un errore gravissimo di costruzione, ma sicuramente andrà letto. Inoltre anche qui vado a sensazione, anch'egli è uno sciamano. Nietzsche li sorpassa non solo perchè l'inconscio l'ha inventato lui e cioè nel senso analitico critico (che poi è UTU), soppiantando di fatto la descrizione sostanzialmente fisica che l'illuminismo ne diede.(e prima ancora cartesio col suo genio maligno).Ma sopratutto perchè la sua costruzione del mondo è assai più estesa e mi vien da dire profonda. La profondità così per accennare è ovviamente la costruzione della volontà di potenza come tecnica, del nichilismo come suo esito, e della ri-costruzione della stessa (volontà) come riappropriazione dell'io, ossia non dell'io condizionato dallo stato e dalla religione giudaica, bensì dell'io che ha attraversato il non-io (illusione apollinea come meglio detto da maral e garbino) come illusione della sua vanità, e ha attraversato i suoi demoni (che poi è il dionisiaco) come riappropiazione del proprio livello sub-conscio. C'è un piccolo particolare per me evidente, e magari come cristiano tu lo potresti capire meglio...i demoni (gli stessi scacciati da Cristo) sono reali. Ecco qui c'è da riconsiderare una marea di cose. MA ora capisco per esteso il perchè si firmasse gesù cristo. x Garbino Tornando un attimo alla differenza tra prefazione e prima inattuale. Non ho capito bene a cosa ti riferisci. di quale prefazione stai parlando? se intendi quella di ecce homo... (dico per forza in quanto nella mia edizione newton non c'è alla prima inattuale) mi pare quasi banale come considerazione, fra i 2 testi ci scorre l'intera opera maggiore del filosofo, è ovvio che vi siano 2 sentimenti diversi.(non ho capito bene la questione probabilmente) Comunque leggendo qualche testo introduttivo (ho deciso di leggere tutto in contemporanea) ecce homo viene considerato un seria autobiografia da Giammetta, e uno dei "testi della follia" secondo il dizionario nietzchiano americano. Interessante...a questo punto balza primo fra le mie letture. Sempre dall'introduzione del dizionario americano, viene considerato come punto focale di polemica quello di cui stiamo parlando in questo 3d. Ossia come avevo già scritto il problema del giusnaturalismo nietzschiano. (ossia del suo naturalismo). Sono arrivato al punto in cui si parla della ricezione in ambito tedesco dove a ridosso dei suoi scritti, Nietzsche veniva accostato alla scuola mainstream del naturalismo spiritualista dai salottti weimariani, e allo stesso tempo rigettato dagli stessi naturalisti. In effeti la questione è spinosa perchè se da una parte si legge un determinato Nietzsche tralasciandone un altro, lo stesso dicasi per la fazione partitica avversa. Il punto è che avendone letto abbastanza(non proprio evidentemente ), non ho ancora capito quale sia l'anello (ossia l'aforisma) mancante. Se da una parte c'è una netta polemica contro le mistificazioni e le convenzioni religioso-sociali, dall'altra si offrono come dati certi mistificazioni e circonvenzioni come lo sono l'antigiudaesimo. In particolarmodo è quest'ultimo che non capisco, in quanto la concezione di guerra e l'antifemminismo altro non sono altro che costruzione dell'inconscio. Ma il giudaesimo non capisco proprio come possa esserlo. Approposito di enigmi, in una simpatica e interessante conversazione tra amici alla tokio philosophy "qualcosa" su you tube, si è parlato proprio del ruolo di educazione nel Maestro (relazionato a UTU). Mi è piaciuto sopratutto il ricordo di un aforisma sulla grandezza: la grandezza di un UOMO si calcola in base alla sua capacità di direzionare gli educandi, togliendoli sia dai propri limiti che da quelli statali. In effetti dunque è già in UTU presente questa tematica (non NE ha ancora il nome). La volontà di potenza potrebbe essere dunque la convinzione che smaschera le altre convenzioni (sempre secondo i 3 amici). Mi viene in mente anche la discussione (sempre su youtube, Carlo Sini, Florinda Cambria, _Storia e ragione_, 27 gennaio 2008) sulla seconda inattuale, in cui Sini spiega che il nichilismo nietzschiano sembrerebbe portare ad un relativismo assoluto, in quanto anche il suo discorso è comunque una costruzione (considerazione della giovane Cambria), insomma come dice anche Paul "è ancora dentro la cultura". Il fatto è però questo: quale storia narra? Assolutumente Nietzsche come anche Fabrizio Desideri scirve nella prefazione alla prima inattuale, non è all'interno del postmoderno, ma ne è un evidente (per chi sa leggere) sorpasso. [ ricordo che il post-moderno non è però un movimento propositivo del decostruzionismo, come immagino Desideri capisca, ma esattamente un ripensamento al (pensiero) moderno (ossia ottocentesco) e cioè alle sue domande non risposte. Nietzche insomma non solo lo capisce prima di qualsiasi post-moderno (la genealogia l'ha inventata lui tra l'altro) ma ve subito ben oltre, perchè quelle domande, le ha già in testa. ora che queste domande siano di pertinenza dell'hegelismo, del kantismo e insomma della tradizione occidentale mi è chiaro, non mi è chiaro il peso del giusnaturalismo (c'è pure un 3d recente!) in tutto ciò. Ossia se valorizzo la fisica invece che l'uomo, la fisica sarà una personificazione e cioè qualcosa di non controvertibile, rispetto alla relazione uomo-cosa. E non è che Nietzsche non lo scriva nei suo attacchi alla scienza "debole". Eppure il giusnaturalismo è una scienza debole: veramente un paradosso!!! Così la volontà di potenza, se da una parte è una ricostruzione della realazione, d'altra viene presa come oggetto del super-uomo.(come dicevo l'altro paradosso, in fin dei conti figlio del primo). A quel punto ovviamente sono d'accordo con le tue considerazioni Garbino, non esite alcuna volontà ente-impersonificazione, ma un tutto... fenomenologico (aggiungo e sintetizzo io). Sul fatto che dici che le masse vincono sul debole, e che "nietzsche non lo considerava" mi fai rimanere allibito...voglio dire è proprio la questione su cui si scontra fin dall'infanzia, nel suo ambiente pietista, e che ritroverò nell'evangelica Berna. Spero ti fai perdonare nella prossima, perchè se da una parte la tua visione nicciana, anticristiana è capibile (tra l'altro è il cruccio delle introduzioni della puritana america) anche se non capisco come fai ad intenderla cruciale, questa del debole che vince sul forte è eresia ! |
09-06-2014, 09.20.32 | #57 |
Garbino Vento di Tempesta
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista
X Green&Grey Pocket.
Per togliermi qualche dubbio su ciò che aveva precedentemente affermato su UTU, lo sto rileggendo per l' ennesima volta con uno sguardo indagatore e per il momento rimango su quanto ho detto anche se ti devo ringraziare perché sto riscoprendo argomenti che, essendo collaterali, erano abbastanza appannati se non cancellati nell' enorme numero di argomenti che Nietzsche ha affrontato nel suo stile aforismico. Non mi sembrava che fosse un fatto riconosciuto che tra Ecce Homo ed il suo prologo ci fosse una differenza di tono, ma se così è niente male, anche se penso che tu ti sia confuso con UTU e il suo prologo che necessariamente è stato scritto in epoche molto diverse, cosa che non mi sembra sia scontata con Ecce Homo. Sulla critica a fine post sulle masse che vincono sul debole, ma penso che intendessi dire sul forte, e quanto da me affermato nel precedente post, è tutto tratto dalla sua opera, è lui che dice che il Cristianesimo ha vinto, pur rappresentando una fine, un anelito di vita in cancrena, una vita che vuole autodistruggersi, un desiderio di morte. Da Ecce Homo, Perché sono un destino par. 7: .....Quest' unica morale che è stata insegnata sinora,....tradisce una volontà di morte,...... . - Resterebbe qui una possibilità, che non già l' umanità sia degenerata, ma solo...............il prete,.............- quello che ha trovato nella morale Cristiana i suoi strumenti di potere. E in effetti questa è la mia opinione: i maestri,......, i teologi tutti, sono stati anche tutti decadents:...... - Ed in fondo continua - Definizione della morale: morale - idiosincrasia di decadents, con il secondo fine di vendicarsi sulla vita - E CON SUCCESSO (!!!!!!). Questa la contraddizione di fondo tra la volontà di potenza e il debole che vince sul forte e che Nietzsche addita come decisa dal numero. Ma è la stessa che fa ipotizzare a Maral che è possibile che la volontà di potenza sia rappresentata dalla malattia. Ed è anche lo spunto che mi ha fatto ammettere che anche i miei pensieri sul non scritto da Nietzsche sono arrivati a ipotesi simili, ma avrei fatto meglio a dire "anche" ad ipotesi simili. Ma l' interpretazione di Nietzsche non può e non deve passare sul non scritto, su quella maschera fatta cadere anche dal suo pensiero, perché come ho già detto aprirebbe la possibilità ad interpretazioni anche di differenza abissale, come del resto tu stesso citi nel tuo post e che, a mio avviso, sono inutili, pericolose, e assolutamente inaffidabili. E' fare un processo alle intenzioni senza che esse siano manifeste, in altre parole Metafisica. Nietzsche sappiamo benissimo che ha fatto di tutto per distruggere la Metafisica e il fantasma ontologico di un ente oltre il percepibile e quanto abbia definitivamente distrutto la stessa idea di IO ( Al di là del bene e del male,Capitolo Sui Pregiudizi dei Filosofi, par. 16-17. Per altro non bisogna dimenticare che sul Cogito ergo sum di Cartesio Nietzsche ha specificato chiaramente che non si tratta di un sillogismo e mi appare accettabile comunque che abbia una valenza di affermazione di identità. Ma di una identità supposta visto che manca un soggetto a cui si ci possa riferire logicamente. Per chi avesse un' idea del sillogismo, specifico che il filosofo afferma che il Cogito ergo sum di Cartesio non è possibile ritenerlo un sillogismo, e cioè come un qualcosa di accettabile a livello logico, perché manca un passaggio: IO Penso - IO sono. Manca cioè il termine intermedio che dovrebbe suonare: - Un essere pensante è -. Che si è ben lungi dall' averlo dimostrato. Ripeto, perché è bene farlo, che chi ha un profondo e radicato bisogno Metafisico e se soprattutto Cristiano, di fede Cattolica, si troverà in grossa difficoltà a digerire quanto Nietzsche afferma. E nella maggioranza dei casi si scaglierà contro il suo pensiero, cercando di mistificarlo. Tutto ciò è comprensibile e appartiene di diritto all' Umano Troppo Umano. Sul prossimo post riprenderò la trattazione del caso- Socrate. Ringrazio tutti della cortese attenzione. Garbino Vento di Tempesta. |
09-06-2014, 09.55.08 | #58 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista
Citazione:
Mi limito a dire: Nietzsche è talmente ambiguo che ognuno lo interpreta alla sua maniera. Per ambiguo intendo dire che non essendo un "vero " filosofo" che procede razionalmente per logica, bensì fa dello psichismo (e noi, plurale maiestatico, cosa conosciamo veramente e fin quanto dello psichismo e dello spiritualismo) da lasciare ad ognuno una propria interpretazione. Trovo che per una analisi la più rispondente ad una realtà degli scritti di Nietzsche, bisogna distinguere scritto ed interpretazione, proprio come si fa con la esegesi e la ermeneutica biblica, diversamente Nietzsche può diventare : salvatore del mondo incompreso, nazi-fascista, folle, e quant'altro. La cosa interessante nello scritto di Hillman, non è la psicologia in sè e per sè, bensì quanto un concetto psichico diventi cultura e quindi influisca sul modo di approcciare le problematiche umane e di risolverle; nel suo caso quanto l'apollineo abbia influito sulla nostra storia. In altre parole parallelamente :quanto la cultura ellenistica ha influito sui Padri della Chiesa tanto da reinterpretare il messaggio del Cristo, nella fattispecie il platonismo e successivamente il neoplatonismo. I "demoni" sono sicuramente reali per chi ha problemi psichici seri, dove realtà e simbolo si mischiano nella dimensione dell'irrealtà |
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13-06-2014, 15.15.04 | #59 |
Garbino Vento di Tempesta
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista
X Ch1naski.
Nietzsche ritiene che Socrate abbia fatto diversi errori di valutazione nell' elaborazione del suo pensiero ( qui naturalmente si fa riferimento a ciò che comunemente viene attribuito filosoficamente a Socrate ). Come abbiamo detto, il paradigma: ragione, virtù, istinto - e che l' uomo persegua sempre il proprio bene e che se sbaglia sbaglia per ignoranza. Tanto da ritenere che l' errore più grave è sempre quello commesso da colui che ignora perché chi sa di fare del male sapendolo, a suo avviso, è meno colpevole. Nietzsche, in un aforisma di UTU (102) dirà che Socrate ( ma anche Platone ) aveva ragione nell' affermare che l' uomo persegue sempre il suo bene, ma per una ragione diversa da quella addotta da Socrate che non prende assolutamente in esame il tipo malvagio, che compie il male proprio perché nel farlo trova compensazione e beneficio. Nietzsche in pratica afferma che si è in errore quando si pensa che vivano soltanto persone rivolte al bene e che il malvagio soffra per il male che compie e che lo compie per ignoranza. Il malvagio si comporta così proprio perché vuole comportarsi così. Devo sinceramente confessare che Socrate mi aveva convinto, ma che Nietzsche mi ha convinto ancora di più. Quello che intendo dire è che fermo restando la grandezza di Socrate, in questo argomento, a mio avviso, ha torto. Quindi l' attacco a Socrate ( e a Platone ) è abbastanza redistribuito nella sua opera. Appare già nella Nascita della tragedia, continua in UTU, anche con un aforisma che lo ritiene un suicida, e continuerà sia in Aurora che nella Gaia Scienza, fino a giungere al suo culmine nel capitolo a lui dedicato nel " Crepuscolo degli idoli", che tratteremo la prossima volta. Grazie della cortese attenzione. Garbino Vento di Tempesta. |
17-06-2014, 11.57.21 | #60 |
Garbino Vento di Tempesta
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista
X Ch1naski
Nel precedente intervento ho commesso un errore madornale e molto palese in merito al paradigma socratico ragione-virtù-istinto, che correggo in ragione-virtù (istinto per Nietzsche)-felicità (grande salute o pienezza di sé in Nietzsche). E' stato un errore di distrazione dovuto anche al fatto che ne avevo già parlato in un intervento precedente. L' importanza dell' intervento era comunque indirizzata all' argomentazione sul bene che si pone in antitesi a diversi assiomi della sociologia degli ultimi anni del secolo scorso che a mio avviso ha determinato parecchi errori di valutazione sull' uomo e sulla sua ricuperabilità a priori. E questo perché anche se è vero che a volte è il tipo di educazione ( o le esperienze se vogliamo ) ricevuta nel corso della propria crescita a determinare patologie e disadattamento, è anche vero che non è sempre così. Ma torniamo al caso Socrate e intraprendiamo il viaggio nel capitolo a lui dedicato nel Crepuscolo degli Idoli proprio con il titolo Il Problema di Socrate. In questo capitolo la critica a Socrate diviene sistematica e già dal primo paragrafo affronta uno dei temi più scottanti riguardante il giudizio della vita da parte dei saggi: Essa non vale nulla. Cosa che ritiene essere stata affermata anche da Socrate e riportata nel famoso dialogo platonico che narra la sua vicenda giudiziaria e il rifiuto di fuggire dopo la condanna. E ciò, a parere di Nietzsche, ha determinato anche quel consensum sapientium che a livello popolare ha determinato il pregiudizio che qui ci dovesse essere qualcosa di vero. Ma, il sommo, invece pone la questione in tutto altro modo. Un vivente che afferma che la vita non vale nulla, già di per sé nasconde tutt' altro: Qui deve esserci qualcosa di malato.. Perciò la saggezza comparirebbe sulla terra proprio come un corvo che decreta la pochezza della vita, nascondendo a sé stessa di essere malata, decadente. Una vita in decadenza che ha smarrito la sua energia e forza e di riflesso giudica la vita di poco valore. Questo è un punto cruciale di tutta la filosofia di Nietzsche, e che si ricollega a quella volontà di potenza che dove è scarsa trasforma il proprio recondito fisiologico ad un intrecciarsi di spinte istintive contrastanti che portano caos nell' ambito del comportamento e generano stati d' animo poco piacevoli. Nel secondo paragrafo invece confessa che tale idea gli è venuta proprio nei riguardi del duo Socrate-Platone, che fin dall' inizio ( in Nascita della tragedia ) già stima come anti-greci e decadents. Ma il concetto che segue è ancor più interessante, e cioè che la stima del valore della vita non può essere effettuato da un vivente, che è parte in causa, e meno che mai ( ironicamente ) da un morto per altri motivi. E quando ciò avviene essi, tali giudizi, sono da ritenere come sintomi del vivente che li esprime. Mi fermo qui. Le critiche a Nietzsche sul caso Socrate possono essere comprese e giustificate se scollegate a tutto il suo pensiero. Mentre invece in questa prospettiva, a mio avviso, vanno riprese in considerazione. Anche se poi naturalmente ciascuno può pensarla come vuole. Ringrazio della cortese attenzione. Garbino Vento di Tempesta. |