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28-01-2013, 22.41.44 | #33 |
Ospite abituale
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Riferimento: Kant: chi sei?
@ and1972rea
Provo a farti una domanda provocatoria: se, come dice lo stesso Kant, gli oggetti sono conoscibili soltanto come "fenomeni", perchè mai riferirsi solo e sempre agli studi come se essi fossero la "cosa in sè"? Kant, che a quanto pare era assillato dalla preoccupazione di non essere ben compreso (e ci può stare, visto che ciò che scriveva era un "fenomeno" per l'interpretante che leggeva), credo sarebbe ben felice di essere "interpretato" secondo schemi che ricalcano la sua stessa visione, non credi? Comunque (devo essermi espresso male), io mi riferivo AL noumeno allo stesso modo con cui mi riferisco AL fenomeno. In realtà, come ci sono I fenomeni, così ci sono I noumeni (anche se, più correttamente, si dovrebbe parlare di "cose in sè", visto che il termine "noumeno" si riferisce all'atto della conoscenza intellettuale pura). Perchè mai le cose in sè dovrebbero essere soltanto delle necessità logiche? Io trovo piuttosto che il problema non sia di "ex-sistentia" (cioè dell'"esserci" delle cose fuori dal soggetto interpretante), ma di conoscenza. Dicevo appunto che il merito di Kant non è tanto quello di darci una risposta a questi interrogativi, quanto quello di indicarci l'incoerenza delle due visioni che stanno ai margini opposti della sua. Il Realismo (ingenuo) infatti predica la conoscenza "oggettiva"; un'oggettività che risulta quindi indipendente dall'interpretazione del soggetto. Dall'altro lato, l'Idealismo predica la tesi di un "io infinito" come condizione di ogni realtà, cioè di un soggetto che diventa, esso, "produttore" dell'oggetto (di fatto è questa la conclusione cui porta la celebre affermazione di Hegel: "il reale è razionale e il razionale è reale"). L'"io" di Kant, come soggetto del pensiero, non assume mai questi contorni. La realtà è assunta come un qualcosa di diverso e di distinto dalla razionalità (l'Essere non coincide con il Dover-Essere), pur se da da quest'ultima "filtrata", per così dire, dal soggetto in un modo che impedisce quella conoscenza "oggettiva" che, ad esempio in Marx, rappresenta un "rovesciamento materialista" dell'idealismo hegeliano. un saluto |
29-01-2013, 17.12.51 | #34 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Kant: chi sei?
noumeno.
Citazione:
Ti ripeto che il Kant di Heidegger, non è il Kant di Cassirer, né il Kant di Husserl, ecc. ecc. Introduci la semiotica per “spiegare” il noumeno, per dargli una qualche giustificazione … immagino pensando a “Kant e l'ornitorinco” ?! In Kant non c’è alcuna problematica semiotica, anzi in lui si riabilita la nozione di concetto come forma a priori! Tullio de Mauro, a proposito del disinteresse di Kant per la linguistica parla di “silenzio di Kant”. Questa commistione rende poco intellegibile il tuo pensiero su Kant . (Consiglio non richiesto e che non vuole essere polemico. Come fare a raggiungere il pensiero di Kant? Mettendo fra parentesi tutto il pensiero successivo, situandolo nell’ambiente in cui il suo pensiero è seduto, cioè il suo sitz im leben, individuare le sue intenzioni, vale a dire le motivazioni che lo hanno determinato a dire quello che ha detto, la sua fede religiosa, la sua fede politica, le sue convinzioni scientifiche e, ovviamente, leggere direttamente le sue opere.) Ultima modifica di Giorgiosan : 30-01-2013 alle ore 01.16.58. |
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29-01-2013, 18.39.32 | #35 |
Ospite
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Riferimento: Kant: chi sei?
filosofo che ha fatto concretamente la storia della filosofia in qualche modo supera l empasseo tra razionalismo aprioristico e empirismo sensibile analizza concetti come lo spazio e il tempo ponendo il soggetto inteso come individuo a plasmare la realta anche in senso morale mi piace la lettura che lo avvicina a nietzsche anche se storicamente lui e qualcuno che non mi sentirei dire illuminista nel senso dei filosofi francesi che non mi dicono molto
il concetto di categorie la riflessione filosofico-estetica sulla distizione tra bello naturale e bello artistico per me che amo l arte sono eccezionale. |
30-01-2013, 00.14.41 | #36 | |
Moderatore
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Riferimento: Kant: chi sei?
Citazione:
...kantianamente parlando, non riesco davvero a pensare a degli oggetti conoscibili come fenomeni , ma soltanto a dei fenomeni conoscibili come tali; riguardo agli oggetti , semplicemente, Kant non mi ha mai saputo dire nulla se non che essi sussistono grazie alla mia sola certezza morale, l'unica a potermi confortare sul fatto che , se non sogno , sono desto in un qualche tipo inconoscibile e misterioso di realta'. Un saluto |
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30-01-2013, 00.42.31 | #37 |
Ospite abituale
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Riferimento: Kant: chi sei?
[quote=Gioile.
Spetterebbe a Kant l’onere della prova filosofica dell’esistenza dei noumeni ma essendo un umano non la può dare, lo dice lui stesso, e pone un tale intelletto intuitivo e l’intuizione intellettuale che ne consegue in Dio: esse potrebbero appartenere solo all’Essere supremo. (Cfr Critica del Giudizio, ed. Laterza pp. 27 .[/QUOTE] Nella logica trascendentale (KrV) Kant dice, con estrema chiarezza, che l'intuizione intellettuale sarebbe essa stessa, immediatamente, "creatrice". Creatrice di Realtà, ovviamente, cioè creazione concreta di pensiero e materia. E' questo lo stesso punto sul quale si impuntò il discorso dell'Idealismo successivo: per rispondere, brevissime, anche a Mauro, relativamente alla "trascendentalità". E' infatti ritenuto un fatto noto che l'intero sviluppo del pensiero kantiano, da Fichte a Hegel, sia nato da uno stimolo profondo che non era quello che Kant si sarebbe immaginato. Ricordo lettere di Kant scritte a Schelling (secondo me il più fedele dei suoi discepoli) nelle quali, alle soglie del nuovo secolo, purtroppo la mente straordinaria di Kant si stava dissolvendo, donandoci le sue ultime faville. Nella pena che si prova leggendole vi sono raccomandazioni e approvazioni importanti. Il "sistema" di Schelling viene profondamente approvato: questo è un punto critico ed importante dell'ultimissimo Kant. Ma il noumenon è noumenon, non esistono noumeni. Non esistono tracce logiche per intendere il noumenon; questa idea è assurda. Dunque non è immaginabile alcuna possibile categorizzazione del noumeno, meno che mai. Quanto alla fede di Kant, perdonatemi. Ma come potete pensare che essa non assomigli al modo in cui egli la esprime nella sistematica perfetta del suo pensiero? Non esiste un "Credo" esplicitato, come preghiera ed attestazione dell'aver fede, nella religione e nel pensiero luterano. Volete dunque che Kant si dica credente nel modo cattolico? Impossibile... Oppure volete che Kant, non dicendosi credente nel senso cattolico, voglia dirsi ateo? Molto, molto presuntuoso... Lasciate al sentire ed alla fede protestante la libertà del suo credere, che non è meno devoto di quello cattolico. Magari meno esplicito e, anche, appariscente. Ma altrettanto autentico e vero. |
30-01-2013, 18.38.28 | #38 |
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Riferimento: Kant: chi sei?
Ancora due citazioni per persuadere della religiosità di Kant e della sua fede cristiana:
Nell’ Opus postumum scrive che Dio farà in modo che si realizzi il suo regno anche sulla terra, però anche l'uomo deve fare la sua parte «Ma non è permesso all'uomo di restare inattivo e di lasciar fare alla Provvidenza [...]. Il compito degli uomini di buona volontà è "Che venga il regno di Dio e sia fatta la sua volontà sulla terra.» O.P., Laterza 1984, pp. 107-109 In una lettera al suo grande amico Stäudlin nel maggio del 1793 afferma che tutto il suo lavoro speculativo è rivolto alla riforma della filosofia in funzione della religione, perché il fondamento della propria formazione culturale è «principalmente nelle cose di religione» (O. P. Akademie-Ausgabe, Prima Edizione, vol. VIII, p. 41) |
30-01-2013, 22.21.00 | #39 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Kant: chi sei?
Citazione:
Il dizionario etimologico che mi segnali (www.etimo.it) così definisce il verbo "credere": " prestar fede, tener per vero, esser persuaso di qualcosa etc". Alla voce riferita a "sperare" trovo questa definizione: "intender coll'animo verso un bene futuro, stare in aspettazione di qualche cosa desiderata". I due verbi non mi sembrano assolutamente sinonimi (neanche per la nostra lingua, che sarei comunque prontissimo ad abbandonare laddove mi dicesse che lo sono). Il verbo "credere" si fonda su un calcolo di probabilità (come è con ogni evidenza, e te ne facevo un esempio circa la differenza fra il credere e lo sperare in una vincita al supernenalotto). "Sperare" ha invece una radice etimologica completamente differente, visto che "spes" significa: "tendenza, aspirazione". "Gelidità" interpretative a parte: che ne diresti se io ti confidassi che tutti i giorni prego Dio di concerdermi la Fede? Hai mai letto "La Confessione" di Tolstoj? Ecco, io mi identifico praticamente in tutto quel che Tolstoj afferma in quel meraviglioso libro. Come Pascal, io non spero nel "Dio dei filosofi" (ma vi credo). Esso è gelido; non riesce a dare "senso" alla vita: non è a quello che io rivolgo le mie suppliche. Ciò di cui ho bisogno è di un Dio "altro" dall'uomo, di un "salvatore"; ma non lo trovo. Nella tua sciocca saccenza pretenderesti di dirmi, tu, in cosa io credo? Ebbene sappi che il tremendo peso che io mi porto dentro si chiama "credere nel Nulla"; credere nella morte irrevocabile mia e di tutto ciò che mi circonda, perchè io vedo il Nulla ovunque, come vedo la crudeltà del mondo sotto ogni filo d'erba. Io "sento" che Nietzsche aveva ragione, ed è un sentire terribile (sei la seconda persona cui dico queste cose, dopo il parroco del mio paese). Ti saluto, ma sei tu, "teologo laico", a non sapere cos'è l'umiltà. |
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31-01-2013, 01.30.23 | #40 | |
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Riferimento: Kant: chi sei?
Citazione:
per parlare della c.r.pura la dovrei leggere alla fonte, comunque dalle tracce raccolte finora anche per me il noumenon non è categorizzabile, mi sembra che però è proprio quello che lo contraddistingue dall'idealismo che invece non lo considera proprio, e per il quale mauro prefersice il maestro di kalingrad agli altri.(giusto mauro?) di schelling non so nulla non viene citato mai da nessuno, cosa intendi leibnicht per "punto fondamentale dell'ultimo kant"? sul protestantesimo vorrei farti notare che lo hai azzardato tu come paragone( ), per me la vere fede che ha è quella che dici tu ORA: la sua stessa filosofia trascendentale. interessante che pensiate anche voi (pure io e mauro credo) che kant non sia interessato tanto al segno, però per esempio peirce leggeva kant e le sue categorie come l'inauguratore della semiotica. sapete dirmi qualcosa al riguardo? |
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