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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
27-01-2013, 23.00.06 | #1 |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
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modelli filosofia e politica-economica
Sono in fase di apprendimento, ma visto la vastità della materia che si è schiusa davanti a me mi sono preso una pausa filosofica, per riequilibrare i giudizi cioè la critica.
1.Nel mio modo di vedere la politica economica si divide in due parti, i luoghi utopici e quelli aderenti a modelli preesistenti. 2.Di questo vedere poi si può parlare con modelli matematico-statistici, sociologici ma anche geopolitici, strategici, persino epistemici. 3.Lo si può fare partendo dall'humus culturale a cui si appartiene o meno. A me interessano entrambe le vie del primo. Del secondo la mia argomentazione è a un livello filosofico. Del terzo apprezzo i contributi di entrambi. 1.Il dibattito teorico che vedo molto presente in internet è lo scontro hayek-keynes. Ma la recente(luglio 2012)firma del patto di stabilità stabilisce di fatto la volontà a continuare sul piano monetario, di fatto rendendo utopico quello scontro, e riproponendo nuove possibilità solo all'interno della terza scuola economica, o in forme ibride. 2. recentemente ho ascoltato il professor mazzetti (ex comunista?) sull'oppurtinità di un ritorno a Keynes. http://www.youtube.com/watch?v=pm8wS4mAoLw veramente brillante. La domanda a cui i liberali non rispondono è il problema (rimosso) della domanda : per queste teorie il prodotto avrà sicuramente uno sbocco, e se non lo avesse ricorrono ad espedienti di natura finanziaria o svalutativa del lavoro umano. Come nota mazzetti è una strutturazione che predilige la carenza endemica piuttosto che una miglioria a livello sociale. Anzi il sociale non rientra proprio nelle sue categorie! E' corretta anche l'analisi sull'immobilismo di 2 generazioni che si fonda su una sostanziale prevaricazione del diritto privato su quello pubblico, con una manipolazione delle identità avvenuta tramite la coltivazione del mito del self-made man (favorita anche dalla pubblicità dice giustamente mazzetti) [ndr:e di cui io stesso ho subito indelebilmente il marchio quando presupponevo che il sistema garantisse lo stato democratico, quando non lo è mai stato tra l'altro] con il riprovevole difetto che esso era possibile solo all'interno del sistema endogeno presentato come se questo fosse asettico e sicuro. 3.L'annotazione interessante è che egli vede il capitalismo come un effettivo garante di possibilità di comunitarismo (proviene dalla sinistra defunta) , ma ovviamente a digiuno di filosofia non è in grado di capire il discorso della tecnica che va ben oltre la denuncia di qualsiasi individualismo. 4.Non capisco perciò dove siano le critiche di "sviluppo infinito" che Paul,Mauro e Albert alludevano nei precedenti post(??): d'altronde che sia l'esatto opposto mi era già evidente quando si passa dall'economia reale a quella di mercato a quella finanziaria (che a quanto ricavato finora da crapanzano a f.tedesco ricorre clamorose smentite endogene) senza mai una critica al disegno complessivo. Potete argomentare qualcosa al merito di tutto quanto scritto sopra? (desidero imparare) altri video visti http://www.youtube.com/watch?v=Pi72yeKaDvg http://www.youtube.com/watch?v=S1NaH_BzMoM |