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04-01-2012, 22.13.26 | #42 |
Ospite abituale
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Riferimento: L' uomo non pensa
Debbo dire che anch'io ho pensato in un certo senso al pensiero che pensa.
Però, quel che intendo sarebbe più che altro che l'essere umano è affascinato dalla lingua, dalle sue produzioni. E' una questione di fascino. A mio giudizio, cioè, il pensiero che pensa sarebbe come un fenomeno, ovvero deriverebbe da un salto statisticamente necessario dovuto alla spinta di una massa critica di comportamenti linguistici che non sapevano di pensare. E' forse da quel momento che il pensiero collettivo, manifesto nel linguaggio collettivo, serbatoio anche della sapienza collettiva .... è forse da quel momento che il pensiero che pensa ci ha ammaliato, sfruttando il fascino della memoria. Si pensi che ciascuno di noi è dotato di una sapienza individuale, e il pensiero che pensa rappresenta anche la sapienza collettiva. Aggiungiamo che la nostra vita si snoda tra gli eventi e quanti eventi linguistici entrano ed escono dalla nostra mente? L'evento dominante umano sarebbe il linguaggio e tutte le sue cose annesse. L'evento lingua determina un bel pò la nostra esistenza. In questo senso accetto l'idea di un pensiero che pensa ... ma la nuova idea parte da un punto che apre un varco. Prima la memoria o prima il pensiero dice Tempo11. E se invece di essere uno dopo l'altro fossimo indivisibilmente un 2? Una massa e una via di fuga. Ciao |
05-01-2012, 01.46.51 | #43 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uomo non pensa
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Ultima modifica di Tempo2011 : 05-01-2012 alle ore 12.26.40. |
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05-01-2012, 08.33.15 | #44 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' uomo non pensa
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Sì se s’intende che il DNA ha dei codici che si replicano e quindi una trasmissione di memoria(deposito d'informazioni). La memoria è una premessa per il pensiero, ma non è ancora il pensiero. Quest’ultimo implica un’azione , un’istruzione del "pescare" nella memoria, volontaria(cosciente) o involontaria . Il pensiero che pensa deve avere un senso , inteso come scopo o necessità. |
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05-01-2012, 13.00.58 | #45 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uomo non pensa
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05-01-2012, 18.20.21 | #46 |
Ospite abituale
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Riferimento: L' uomo non pensa
Secondo me vi state soffermando troppo su quello che coscientemente avvertite come pensiero tralasciando tutto ciò che lo influenza e che dunque si deve considerare per trarre una buona definizione di pensiero...
però sta di fatto che se dovesse sparire completamente la memoria il pensiero non esisterebbe più, e questo ci dovrebbe far riflettere ulteriormente. Se la memoria è un magazzino in cui vengono posti elementi (che possono essere anche in relazione tra loro), allora essa è semplicemente modificazione; infatti stò dicendo che modifico l'interno di un magazzino e quando lo consulterò non è neanche detto che gli oggetti all'interno siano esattamente nelle stesse condizioni di quando ce li ho messi (anzi, ciò è impossibile). Ma per modificare ci vuole interazione e l'interazione secondo me è, molto semplicemente, pensiero, nel senso più ampio (senza stare a guardare l'uso specifico che ne facciamo o la forma specifica in cui lo avvertiamo). Credo che il pensiero, dunque, crei la memoria, che è un pensare, un interagire, con la parte dell'essere con cui ho interagito già in passato e che detiene determinazioni causate da quell'interazione passata. O forse memoria e pensiero sono dipendenti tra loro come spazio e tempo, forse la modificazione è una necessità dell'interazione e contrario... Si, io credo che l'universo sia una grande memoria e allo stesso tempo un grande pensare... La triade semiotica può essere vista come il semplice fatto che: date delle premesse ci saranno specifiche conseguenze o situazioni; se la somma degli angoli di un poligono è 180 gradi allora è un triangolo; se il vaso per terra è rotto allora proabilmente è caduto. Che io sia cosciente o meno dell'esistenza di queste relazione la triade semiotica, da un certo punto di vista, non è che la legge della causa-effetto o della necessità. Allora, possiamo affermare che il pensiero ha una sua autonomia nello scegliere il materiale necessario a risolvere i problemi che gli si presentano? Probabilmente si Io credo proprio di no, quando pensi, a meno che non concentri questa riflessione su ciò che avverti più vividamente di te, sei influenzato da tutto il cervello, non ci sono aree del cervello, o funzioni del cervello, che lavorano ASSOLUTAMENTE da sole. Se deciderai di inquadrare il problema in un certo modo, non lo avrai certo fatto a caso, ma inconsciamente tramite l'influenza di tutto ciò che sei (emozioni comprese). Oppure la risposta potrebbe essere si, una volta ammesso che il pensiero è tutt'uno con la memoria (e con le altre facoltà), e ve lo ripeto, secondo i neuroscienziati le cose stanno proprio così... poi fate voi... Ultima modifica di Aggressor : 05-01-2012 alle ore 21.29.28. |
05-01-2012, 21.20.58 | #47 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uomo non pensa
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Ma avrei una mia versione! A scanso di ogni equivoci direi subito che l’espressione “l’uomo non pensa" mi perplime assai! Sarà un derivato della logica, ma la logica, anche la piu' rigorosa, senza un raffronto sperimentale non vale gran chè. Direi piuttosto, decisamente, che “l’uomo pensa”…e, a giudicare da questo forum, forse il problema non è che l’uomo non pensi, ma che “pensi troppo”! Del resto, basta guardarsi intorno e vediamo che il nostro mondo è formato, quasi saturato, da cose, strumenti, aggeggi, ambienti, concetti, che l'uomo ha pensato, progettato e costruito, utilizzando il proprio ingegno e processo pensante, in cui è insita la volontà, l’ identità, la coscienza dell’uomo medesimo. Direi che in assenza dell'uomo, comunque del vivente, non esiste pensiero Se so di essere un umano e non un gatto è perché io, soggetto pensante, elaboro e formulo l’oggetto “pensiero” in cui appare enunciato che non sono un gatto. Può persino essere che lo stesso, ma all'inverso, elabori fra sè e sè la mia gatta..,per quanto sia mia convinzione che lei pensi di essere un umano fra gli umani: un suo pensiero..non un pensiero del suo pensiero. Se oggi ancora sussiste questo dilemma o dualismo, è perché troppi, nei loro studi, si sono affidati a Cartesio, scambiando la verità storica con la verità attuale, affascinati, forse, dalla suddivisione dell’universo, propugnata da Cartesio, in res cogitans e res extensa…fascino che resta dominante. Ciò ha provocato che mentre la scienza fisica (res extensa) ha proseguito il suo sviluppo, l'indagine sulla "res cogitans" è rimasta al palo ed ancor oggi sembra siano una minoranza coloro che ammettono che il processo di formulazione del pensiero abbia una origine biologica…e comunque un tale pensiero fatica ad affermarsi. Ma anche, il dualismo cartesiano ha provocato che se oggi c’è un qualcosa di quasi sconosciuto nell’universo, questo è il nostro organo pensante. Infatti direi che è abbastanza azzardato affermare che questo o quello è prevalente nella valutazione delle varie funzioni, modalità, capacità e attività elaboranti il pensiero. Addirittura è ancora dubbia la denominazione delle diverse entità e concetti che pensiamo intervengano nel processo globale: psiche, anima, mente, pensiero, memoria, identità, coscienza, subconscio, cervello, organo cerebrale, organi sensori, ecc…. Sappiamo definirli nelle loro interazioni, funzioni e scopi? Credo solo approssimativamente! Citazione:
Infatti, nonostante gli oltre mille esopianeti scoperti, fino ad ora, nella galassia, nulla sappiamo circa eventuali indigeni. Quanto alla “immensa memoria” direi che ai primordi dell’universo, ai primordi della vita stessa, non c’era niente di pensato: erano emerse dal big-bang con la materia le leggi fisiche dell’universo…dalle quali poi è insorta anche la prima vita sulla terra, vita che niente aveva di pensiero o di memoria, ma che era solo funzione. Il montaggio elettrochimico degli elementi che poi hanno dato origine alla vita non è stato, ovviamente, cosciente o volontario, né conseguente a memoria (niente c’era da memorizzare), né conseguente a pensiero (niente c’era da “pensare” come oggetto o scopo di pensiero). Il montaggio, gli infiniti montaggi, sono ipoteticamente avvenuti in milioni di anni per effetto delle leggi fisiche dell’universo e dei caratteri dei singoli elementi di materia fino a dare luogo, per selezioni infinite, al meccanismo o funzione di replicazione o duplicazione (in particolari montaggi) instaurando una sorta di primitivo DNA in specie di protocellule e via via, di cellule…ecc… Anzi c’è di più: sembra che i primi montaggi e catene di aminoacidi, assieme all’acqua H2O (ghiaccio) a formare i mari, siano caduti sulla terra col bombardamento dei meteoriti durante i primi milioni di anni di formazione del sistema solare e del pianeta Terra. In particolare, le catene di aminoacidi presenti nei meteoriti erano forse già prossime a possibilità di ulteriori montaggi e duplicazione nei mari terresti, ove lo sviluppo delle catene di atomi con l’evoluzione (meccanismo di selezione naturale) è proseguita per un miliardo di anni, o anche due, fino ai pluricellulari ed alle prime cellule specializzate di tipo neuronico. Solo a questo punto si può cominciare a parlare di interazione DNA/memoria/pensiero. Dovrei, forse dire come e perché sia avvenuto quanto sopra ho descritto? Ovviamente non lo so! ….se lo sapessi saprei o sapremmo ricreare la vita! Ma quella descritta è, grosso modo, l’ipotesi corrente che mi appare più in voga…per ora...in relazione agli inizzi della cosa che chimiamo "vivente"! …..basta leggere Focus! Ultima modifica di ulysse : 06-01-2012 alle ore 18.37.42. |
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05-01-2012, 21.49.45 | #48 | |
Ospite
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Riferimento: L' uomo non pensa
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Detto questo,c'è da fare una premessa di cui i filosofi i quali credevano che l'uomo non pensasse non hanno tenuto conto. L'uomo in se è un animale,è poi la cultura e la razione che lo rende uomo. Tanto che in antropologia si definisce la natura come ciò di cui siamo fatti,la nostra anatomia,le nostre caratteristiche innate, mentre la cultura viene definita come i vestiti con i quali ci abbigliamo. Tenendo conto del fatto che l'ambiente modella l'uomo in tutto,in quanto l'uomo non nasce come puro ma sin da piccolo viene condizionato da cultura ,società,genitori ecc..... ES. mangiamo con la forchetta ed è cosi che ci nutriamo ogni giorno e spesso e volentieri non lo mettiamo in dubbio perchè è qualcosa di appreso quando non avevamo ancora la capacità per selezionare ciò che andava assimilato e cosa no. Ci viene insegnato che la cosa giusta sia essere monogami ,ma in realtà questa è una convinzione che viene dalla religione. quando i romani erano pagani non avevano alcuna difficoltà ad avere rapporti omosessuali o poligami. Detto questo,per quanto riguarda la prima osservazione ,la trovo giusta di base,ma errata nello sviluppo. Da quello che tu hai detto, è il pensiero a ragionare e non l'uomo, perchè se incontrassimo altri esseri viventi penserebbe anche lui e quindi non sarebbe più l'uomo a pensare. Io creo che tutto ciò sia errato perchè il fatto che sia anche un altro essere a pensare,non scredita il pensiero umano. Con un sillogismo aristotelico ti dimostro come potrei avere ragione. Allora ,quello che tu dici si potrebbe tradurre così: Gli esseri viventi non pensano(si agli animali che l'uomo),l'uomo è un essere vivente,l'uomo non pensa. Ora però,tu hai posto l eventualità che ci possa essere un'altra forma di essere vivente oltre all'uomo,per cui o l' essere vivente B dovrebbe anche esso non pensare. per quanto riguarda la seconda affermazione credo che sia inesatta perchè si è vero che l'omo si accresce per via delle stimolazioni esterne,però è anche vero che l'uomo si è evoluto anche grazie a modifiche anatomiche (a differenza degli altri esseri viventi) ci sn studi che dimostrano che l 'uomo ha delle caratteristiche che gli permettono potenzialmente di parlare,di svilupparsi ecc...( l'abbassamento dell'ugola,il pollice opponibile ecc...) ricordiamoci che l'uomo non è passato da stadio in stadio a causa dell'era glaciale,ma perchè ha usato utensili,acceso il fuoco ecc.... Se dobbiamo essere specifici ,allora è meglio tornare alla defnizione antropologica di natura e cultura |
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06-01-2012, 02.36.43 | #49 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' uomo non pensa
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Anno dopo anno scivola sul limite del baratro dell'ignoranza totale la possibilità stessa del dialogo, dell'uso dialettico della ragione, dell'educazione al pensare che, per tante generazioni, fu un privilegio sperato. Oggi, dopo due neppure compiute, ecco il risultato: giovani intelligenti, molto intelligenti, eppure del tutto scemi. Perchè il "maitre a penser" è ora un ragazzotto di quarant'anni, allevato a latte biologico e critiche pensate ad hoc, in ogni campo o settore. Possiamo provare a immaginare qualcosa di più vero e sensato nel medio evo che stiamo vivendo? Oppure preferiamo che qualcun altro, tra mille o diecimila anni, scriva di noi cosa pensiamo, cosa crediamo? |
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06-01-2012, 05.40.40 | #50 | |||||
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Riferimento: L' uomo non pensa
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Sono d'accordo su: emozioni comprese, salvo ritornare al fatto che le stesse sono state create dalla memoria, insieme a tutto il resto. In ogni modo, dopo le precisazioni sopra riportate, non vedo incongruenze se separiamo, in uno spazio temporale, la nascita della memoria con quella del pensiero. Per altro affermi che la neuro scienza ha scoperto che: memoria e pensiero sono nati insieme; hai qualche riferimento da riportare, poiché l'evento m’interessa? Ultima modifica di Tempo2011 : 06-01-2012 alle ore 21.00.59. |
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