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05-07-2011, 10.12.39 | #42 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
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Anche nel campo religioso, tenendo in considerazione l’ipotesi da me espressa, la creazione dell’uomo dovrebbe essere considerata un evento artificiale. Non ricordo bene quale filosofo l’abbia dichiarato (mi sembra sia stato Kant), il quale affermava che, se l’universo si muoveva e perché qualcuno gli doveva aver dato un calcio. Ultima modifica di Tempo2011 : 06-07-2011 alle ore 09.55.46. |
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05-07-2011, 17.17.32 | #43 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
Se si legge Monod, Il Caso e la Necessità, si scopre che alla base della teoria dell’evoluzione non c’è soltanto il caso, ma anche la necessità. Il caso, la variazione genetica, deve essere conservato dalla necessità, la replicazione cellulare, un processo ordinatissimo.
Faccio l’ipotesi che una struttura uscente dal disordine, dal caos, sia quella più stabile, che più si conserva e dura. Per quanto riguarda la coscienza, la mente, c’è una bellissima teoria di Edelman, la teoria della selezione dei gruppi neuronali, che la spiega proprio rifacendosi ai meccanismi selettivi introdotti da Darwin. Per quanto riguarda l’ipotesi del costruttore, invece di falsificare la teoria evoluzionistica, la conferma. Pensiamo alla famosa analogia di Bailey del progettista e dell’orologio. L’orologio non è il risultato di un progettista o di un costruttore, ma di una storia, di una evoluzione creatrice. Ai nostri polsi rispetto ai tempi di Bailey portiamo orologi di plastica e digitali, usciti da fabbriche che ne producono milioni, alcuni dei quali, casualmente guasti, rotti. L’orologio è quindi il frutto, il risultato di un’evoluzione, di una storia della misurazione del tempo, dei materiali, di innovazioni tecnologiche. Di questa storia fanno parte integrante gli errori, le prove, i processi andati a vuoto, le sperimentazioni fallite, il caos. |
05-07-2011, 20.31.02 | #44 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
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E’ lapalissiano che un tale istinto non può mancare nei sopravviventi, che saremmo noi tutti, compresi i nostri fratelli e vicini, lontani e lontanissimi cugini del mondo animale e vegetale. Come potrebbe essere, l'istinto, acquisito dopo la nascita o insegnato (da chi?)...se nei primi pseudoviventi mancava ogni capacità cognitiva? oppure Insorgere in momenti avanzati della evoluzione, che non averbbe potuto esserci se già al primo esemplare vivente mancava la tensione alla rirproduzione? Si dimentica che senza RNA la prima protocellula non poteva riprodursi...cioè copiarsi...mancavo lo strumento e la voglia. L'istinto di sopravvivenza, quindi, non è conscio: è insito nel gene di ogni specie e sopravvive spingendo la specie a riprodursi. Quindi facciamo piazza pulita di tutte le ipotesi di astrazione intellettuale cui dovrebbero far fronte anche i viventi privi di capacità pensante per potersi riprodurre e conservarsi. Altra cosa sono le strategie che l’individuo, e la specie stessa nella sua globalità, mettono in atto per sopperire alla missione dettata dal gene: la prima protocellula, ad esempio, non metteva in atto alcuna strategia cosciente se non il meccanismo di duplicazione o mitosi o meiosi. Era il minimo che potesse fare perché la vita si trasmettesse moltiplicandosi. Comunque se un tale meccanismo non avesse funzionato fin dall’origine, noi oggi non ci saremmo: in sostanza la tensione al vivere e trasmettersi è intrinseco della vita..impulso ineludibile, o "MISSION", che negli animali superiori si manifesta con “l’innamoramento” …il come perseguirla una tale "MISSION", si può anche imparare…forse…dai più evoluti e attrezzati...ma al primo esplodere della vita doveva essere un tutt'uno: un montaggio completo...non c'era nessuno a riavviare il motore. E noi siamo una evoluzione di quel primo esplodere! Con l’avanzare della evoluzione, appunto, sono sopraggiunte anche le strategie, dalle più semplici…aspettare che il cibo passi di lì e dargli una zampata…alla più estreme e complesse. Noi umani, ad esempio, abbiamo inventato i viaggi interstellari (o vorremmo inventarli) per sopravvivere e conservare la specie quando la terra diverrà inabitabile o sarà spinta fuori orbita da un asteroide. Per il momento dobbiamo accontentarci di Star-Trek. A questo punto mi pare fuori luogo e superfluo chiedersi se l’istinto di sopravvivenza sia già presente alla nascita o si acquisisca con l’esperienza e sia inculcato dai genitori o dalla società. L’osservazione che il bambino si mantiene lontano dal fuoco perchè ha sperimentato che brucia và così interpretata: l’istinto di conservazione preme perche l'individuo eviti i pericoli...non sà quali, ovvviamente, il bambino impara che il fuoco è un pericolo e quindi, per pressione dell'istinto, se ne mantiene lontano. Ripeto comunque,(ridondante?), che quello della “conservazione” è istinto insito nel gene, la cui tensione è il sopravvivere verso l’immortalità…propria del gene…non del bambino.. L’individuo, infatti, può anche morire dopo aver compiuto la missione (riproduzione), ma il gene non muore…: se muore, in genere per le più diverse cause ambientali, la specie è finita...la specie è estinta, addio! Sebbene… non è che tutti gli individui viventi siano dotati di istinto di sopravivenza/conservazione: alcuni tendono ad esserne privi ed anche alcune specie lo perdono dopo avere compiuto la loro missione: in certe specie, infatti, gli individui maschi si lasciano morire dopo la fecondazione delle femmine…o divengono pasto succulento delle medesime….ma sempre "conservazione" è!...della specie: le femmine sacrificano i maschi perché devono accumulare energia per la prole! L'evoluzione è risparmiosa: Ubi maior minus cessat! Credo sia anche da notare che nelle parole “sopravvivenza”, “conservazione”, è implicito il significato di trasmissione e mantenimento del DNA immutato per la specie…entro un certo range: il DNA non puo' essere caotico. Errori di duplicazione del DNA oltre detto range può significare “mutazione” positiva, (magari silente) o, piu spesso, programma genetico distorto o sconnesso con conseguenze disastrose. Ho già trattato questo argomento in un post precedente, ma spero questa volta di essere stato piu chiaro e orientato al lettore: ! Ultima modifica di ulysse : 06-07-2011 alle ore 12.46.06. |
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05-07-2011, 20.32.38 | #45 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
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Pertanto, secondo me, le direzioni da prendere sono due: o 'istinto di conservazione si è instaurato molto tempo dopo la prima forma di vita o, altrimenti, come mi sembra più logico, già era in essa come la memoria fisica. In tal senso, per poter continuare a ragionare, sarebbe sufficiente domandarsi: come è possibile tutto questo? Oppure: è possibile che il metodo casuale sia stato scelto come sistema costruttivo? Ultima modifica di Tempo2011 : 06-07-2011 alle ore 14.36.41. |
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05-07-2011, 23.23.49 | #46 | |
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
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1)La necessità non presuppone una volontarietà? Una mela per cadere per terra deve staccarsi dall'albero. Se cadere per terra fosse necessario, la mela volontariamente si staccherebbe dall'albero? 2)La selezione dei gruppi neurali, ammesso sia giusta, non risolverebbe la mente e la coscienza. 3) Che la storia sia piena di errori non vuol dire nulla. Anche noi uomini li commettiamo pensando di fare cose giuste. Poi, comunque sia, anche l'universo è nato con un piccolo difetto, e cioè proprio quello di lottare per non morire sapendo che comunque morirà. Non so se sia un difetto dovuto al caso o un errore del costruttore, oppure un atto volontario. L'intero universo ha comunque adottato lo spirito di sopravvivenza; lotta senza sosta per continuare a vivere; essendo però una lotta a perdere e non esistendo il miglior modo per vivere, ogni piccolo cambiamento risulta essere un errore anche se dovesse dare benefici momentanei. Come detto però, l'errore o le sperimentazioni fallite, non rappresentano necessariamente il frutto del caso. Forse più della necessità, ma questa include anche la volontarietà. Dubito, però, che un evoluzionista aggiunga, come processo naturale, la "volontarietà". |
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06-07-2011, 10.13.11 | #47 | |
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Ultima modifica di Tempo2011 : 06-07-2011 alle ore 20.42.42. |
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06-07-2011, 10.49.51 | #48 | |
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
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In questa discussione largamente empirica, stiamo facendo delle riflessioni sul fatto se, dietro la casualità vi sia un progetto che noi definiamo intelligente. In pratica, la casualità come scelta di metodo costruttivo. Porto un esempio: davanti ad un attacco di penicillina tutti i batteri muoiono meno alcuni che sono differenti dagli altri. Bene! Queste differenziazioni su una stessa razza, non potrebbe far parte di una scelta sperimentale costruttiva intelligente? Mi risulta che noi facciamo ugualmente nei nostri esperimenti. Per quanto concerne l’orientamento verso il lettore, secondo me, dovrebbe attuare ancora qualche piccolo sforzo di sintesi che, nel web, non ha mai guastato. |
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06-07-2011, 13.13.45 | #49 | |
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
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La parola "evoluzione", e relativo concetto, E' UNIVERSALE! Non è piu' limitata alle mutazioni del vivente: Darwin, invero,preferiva "mutazione". Si parla di evoluzione per tutte le linee mutevoli di un certo argomento o teoria...che sia o no concreto o astratto: ma cosa non muta?... cosa non evolve nell'universo? Mai ci bagnamo nello stesso fiume: infatti: Si evolvono i pensieri, evolvono le civiltà, evolvono i prodotti con relative applicazioni tecnologiche, evolve il sapere, la scienza...forse anche la filosofia...cresce l'entropia,...evolve l'universo! Non è detto che tutta questa evoluzione sia in meglio, a volte è in peggio, ma globalmente e algebricamente il trend è verso il meglio...anche se ancora non abbiamo bene definito rigorosamente cosa sia meglio, ma, anche a naso, una certa idea ce l'abbiamo...credo. Ultima modifica di ulysse : 06-07-2011 alle ore 20.13.59. |
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06-07-2011, 20.53.41 | #50 | |||||
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Riferimento: L'esistenza di un costruttore e l'istinto di conservazione.
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Credo anche che l’infinito del cervello sia un infinito di diversi ordini superiori, per cui non resta che procedere sulla via intrapresa: osare per conto nostro, con la nostra mente che certo il cielo non ci avrebbe aiutato… come non ci aveva aiutato nei tremila anni in cui ci eravamo a lui affidati senza nulla capire. Citazione:
Perche dovremmo ipotizzare un altro miracolo per spiegare il miracolo? Che poi quest’altro miracolo, del costruttore costruito, chi lo spiega? Forse un altro miracolo? ...O forse c'è che a qualcuno piacciono le matriosche? Del resto quali indizi concreti avremmo che un “tale qualcuno” ci sia se non immaginarie ipotesi proprio su ciò che non sappiamo spiegare...perchè non sappimo spiegare? Forse la madonne che piangono…sarebbero l’indizio? E’ serio pensare la nostra esistenza e magari l’esistenza dell’immenso fenomeno dell’universo, basati su così labili indizi e ipotesi quali solo il nostro immaginario personale e collettivo può esplicare? Molti sono i dubbi e le problematiche del mio vivere, ma questo è uno di quei dubbi che, proprio per non sembrare dogmatico e assolutista, metterei, nel mio elenco di dubbi, agli ultimi posti..che so… per dire un numero…oltre i milleseicentocinquanta! Citazione:
Intanto è la scienza che abbiamo che sostiene questo di mondo …non vaghe immaginazioni…sul ma se fosse...il trascendente che semina, ecc… Certo non è proibito immaginare…ma perché perdersi a immaginare cose ed essere dell’extramondo…quando tanto c’è da immaginare e intuire e capire e progettare in questo mondo! Certe cose le lascerei a Star-Trek! Citazione:
Ecco, appunto, “la grande pentola”, ove tutto è andato in contrario: dal caos disperso degli atomi, all’aggregazione, all’ordine, alla informazione…alla vita! Ma non è stato e non è contro l’entropia…l’energia del sole ha sopperito… i campi di energia...come ora del resto! Citazione:
Non voglio, comunque stigmatizzare chi abbia la fede in Dio…dogmatica: in fondo la fede ha prodotto la Cappella Sistina! Ma era un piccolo mondo di servi, mercanti e signorotti ignoranti, non privo, nemmeno quello, di violenza, miserie morali, tradimenti e guerre…e fame: vedi il mondo del Valentino esaltato da Machiavelli. Quello di oggi (fede nella scienza! fede in noi! ...non nel trascendente) è un Grande Mondo…non foss’altro per i sette miliardi di terrestri che riesce a sostenere: ancora ci sono la guerra e la fame, ma abbiamo la scuola diffusa (sia pur maltrattata) e la scienza: non sappiamo tutto, ma molto sappiamo del macro universo…del micro e nano siamo un pò in forse…che sia metafisico?...ma sempre materia è!....se non atomi …particelle di atomi…sub particelle...ecc... Ed è tutta farina del nostro sacco: ” io speriamo che me la cavo! non ci sono sponsor super umani!.. …e ce la caviamo in fondo…finchè non c’inghiotte il baratro! Ma la scienza ci salverà…se non disperiamo!...abbi fede! È una fede relativa insomma, nell'uomo, quale raccomandava Einstein…non ci sono dogmi per cui bruciare e salvare qualcuno…solo teorie…e poi, cosa inenarrabile, abbiamo la democrazia, possiamo votare contro il governo e contro il nucleare e discutiamo della dignità da riconoscere alle donne…e a tutti… invero! Nella Grecia antica applicavano la democrazia e cercavano l’uomo, ma della dignità e rispetto dovuto a tutti…anche se utopia…ne parlavano..nei loro simposi? o erano solo discorsi da ubriachi? Ultima modifica di ulysse : 07-07-2011 alle ore 13.38.27. |
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