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21-01-2011, 17.32.20 | #42 |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
forse non verrà preso in considerazione.....
ma penso che una delle prove supreme dell'imperfezione ( o cattiveria, a scelta..) di dio, consista in quel meraviglioso argomento del determinismo. Se dio fosse stato onnisciente avrebbe dovuto già sapere fin dal principio, ancor prima della creazione, come sarebbe finito il cosmo, quindi nella ribellione, morte, malattia...caduta degli angeli e poi del'uomo. Allora perchè creare qualcosa? Avrebbe già dovuto saperlo fin dal principio. Invece probabilmente non lo sapeva. Quindi non è onnisciente, ergo non è un dio. Oppure già lo sapeva ma ha creato tutto solo per il gusto della cattiveria, del renderci burattini. e se collegate con la predestinazione calvinista, capite bene come noi non siamo altro che marionette adibite al suo divertimento (come direbbe Cioran "per distarre il creatore"...) |
21-01-2011, 20.32.06 | #43 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
Citazione:
....che pensi? I pensieri piu' strani ti si rivoltolano nel cervello...il terrore!...e poi...magari è uno scherzo e si sono tutti nascosti...una festa a sorpresa!...oppure tutti sono andati a sciare e a te non ti hanno portato...ma poi guardi la strada ed è vuota e nemmeno il digitale terrestre funziona! Cosa resta da pensare? Ma la cosa più ovvia! Cos'altro pensare, infatti, se non che non è vero che Dio è cattivo... semplicemente non si era accorto del mal funzionamento è ha ritirato tutti i modelli...c'èra un difetto sfuggito al vecchio Controllo Qualità: un chip carogna storceva il DNA e lasciava fltrare il dolore, la morte, la disperazione,.... ed ora, in officina, bisogna rimediare...una bazzecola ...per tutti i sei miliardi del pianeta ...compresi i cinesi! ...fortuna che qualcuno ancora si diverte e non conta...ma solo uno...magari due, se prendiamo anche Mosca. Dice...ma non poteva accorgersi prima, benedetto Dio, del chip difettoso?... Ma prima quando? cinque miliardi di anni del pianeta è come essere ancora in prova per lui...ed è così coi 3 miliardi di pianeti da tenere sotto controllo in tutte le galassie!...e fortuna che col nuovo TQC (Total Quality Control) i difetti ontologici sono statisticamente ridotti allo 0,0001% Quindi, coraggio, che l'abbiam scampata bella...il chip maledetto è stato individuato e appena il nuovo è introdotto nel DNA, tutti ritorneranno belli, felici, con gli occhi azzurri...e, soprattutto, alieni dalla disperazione e dalla morte...non più in prova...ma omologati in eterno...niente fantocci o burattini per il divertimento di un sadico Dio, ma Dei noi stessi...figli di un Dio buono e amorevole, onnisciente che tutto ha previsto, ma non predeterminato...infinitamente ! Non è un bel sogno? Ma piano ...qui c'è qualcosa che non và...io sono ancora quì...solo!...niente richiamo in officina niente chip nuovo! a me mi hanno dimenticato! .... e, a meno che non salti fuori un altro post nel sito...tanti altri post a confermare che ci siamo ancora...ti hanno dimenticata pure a te... nonostante la tua fatalità! Tutto resta come prima, quindi...il nostro cosmo finisce!...CHIUDE! La nuova umanità, dicono, sarà delocalizzata in un altro pianeta...dove tutto sarà bello, ontologico e non finirà mai....con un Dio buono, perfettissimo, evidente in sè...che non cerca distrazioni e confort da noi fantocci e che non gioca a dadi...lui! |
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22-01-2011, 22.53.03 | #44 |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,706
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
Cerchiamo di rispondere con il la matematica spicciola:
l'incognita x è dio altre variabili sono "addendi" quindi se io dico che x è la somma di w+y+z non sto dicendo che w è x e nemmeno che la somma di w+z sia x Ammettendo quindi che un addendo sia l'uomo (e la sua logica corrispondente), è fuorviante dire che x (la somma degli addendi) debba risultare già in uno dei suoi addenti. A me sembra che si voglia (non volendolo e in modo incosciente) asserire che se dio è perfezione non può essere scomposto in parti, cioè, come suggerisco io, in addendi. Per cui la perfezione di dio dovrebbe essere "evidente" in ogni sua parte. Forse in questo modo l'analisi filosofica potrebbe averne beneficio? Chiedo all'autore... |
23-01-2011, 20.02.32 | #45 | ||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
Citazione:
Dunque… mi svegliai ed ero solo su questa terra …nessuno che scriveva più sul forum, ecc…ecc…!!!???? Ma sì!.... era proprio un sogno!...oppure…. stiamo a vedere! …ma …siamo seri! ...e rifugiamoci nell’analisi: Citazione:
Citazione:
Noi sì che non sapevamo niente, invece, e non sappiamo, ma l’indagine scientifica ce lo và spiegando man mano…se vogliamo ancora ascoltare e capire. Personalmente non capisco questo attribuire a cattiveria e sadismo di Dio, imperfezione persino, ogni malo evento accada sulla terra e a noi medesimi in toto o personalmente: la terra stessa e quindi la vita, è nata in conseguenza di eventi chimico/fisici logicamente interconnessi e tutto si è svolto e procede nell’ambito di una più vasta logica dell’universo fino alla morte…forse anche la morte cosmica…anche se con qualche scossone e sciami di sub-particelle renitenti. Comunque io non sarei molto propenso a credere nell’intervento di un essere supremo, dotato di volontà e giudizio, evidente ed esistente in sé, ma se lo ipotizzassi non gli attribuirei un compito da baby-sitter e caratteri di guardone. Come già dissi altrove, potrei pensare invece che un Dio, rigoroso e dotato di estrema capacità di sintesi, abbia inventato "la logica", ma non la solita logica etica per il bene o per il male, che forse sarebbe possibile ed anche in contrasto col principio di entropia, ma una logica “necessaria” alla funzione di un cosmo dotato di energia ..logicamente durevole nell’ambito del principio antropico… finchè l’energia stessa fosse bastevole o sufficientemente densa. Quindi il bene e il male non esistono come entità a se stanti volontariamente interagenti provocanti eventi in contrapposizione: gli eventi accadono nel micro e nel macro universo, fisico, personale e sociale in conseguenza e conformità alla calcolazione logica e funzionale del programma implementato… pur nell’ambito di un certo range antropico. Puo’ essere che forse una tale logica sia troppo indifferente ai nostri eventi nonostante i gradi di libertà ammessi… e, forse, è in questo senso che il nostro “essere umani”, quindi “antropocentricentricamen te orientati”, ci fa dire, a volte, che l’Entità Creatrice è cattiva, subdola e sadica…o, a volte, buona.: ma credo siano parametri indifferenti e insignificanti sul piano della logica dell’Universo…ove è supponibile che proprio per esigenza di perfezione, forse non raggiunta, ma sempre perseguita, il tutto sia relativo al tutto e non alla parte. Certo che le religioni dicono che, del Dio, tutti noi siamo figli, tutti nella sua mente…ed è questo che ci mette in crisi…ci dà aspettative: se siamo tutti nella sua mente Egli dovrebbe prescindere un poco dalla rigida logica e con, qualche eccezione o miracolo, sopperire piuttosto a noi...nella sua bontà infinita…onnipotente! Ma non è vero niente..è un quì quò qua di una teologia sviluppata per millenni da noi stessi che nulla potevamo sapere e giudicare: la verità vera è che il Dio bonario a volte e a volte incazzato delle Religioni, non è il Dio rigoroso e imprescindibile dell’Universo: è solo il fratello minore! Finisce che noi chiediamo, preghiamo e ci raccomandiamo al Dio delle religioni, ma sbagliamo: chi veramente è onnipotente è il Dio dell’Universo che, pur essendo lui il vero reggitore, creatore onnisciente… le religioni antropologiche non contemplano…anzi rifuggono! Citazione:
Certo che sapeva che tutto sarebbe finito e finirà secondo logica…ma intanto ci siamo! Un universo esiste…ed è in cammino… dinamicamente si evolve...si espande..fino a morirne! O vorremmo essere immortali? Non potremmo migliorare senza rinascere! non c'è evoluzione senza morte! E poi chi dice che un altro universo non si rigenererà? Tanto più che non è escluso si tratti di universi/multiversi autocreati… anche in assenza di volontà creatrice… che non sarebbe necessaria al loro autocrearsi ed evolvere: parola di Hawking! Comunque… non si dice, forse, anche fra noi umani, che al progetto non è tanto necessario il punto di arrivo quanto è importante il viaggio? Ed il viaggio che sia avventuroso!..se no a che serve? E poi a che servirebbe un enorme spazio vuoto se non ci fosse un Universo ad occuparlo?…magari piu’ universi continuamente ricreantisi e ricreati in evoluzione?...i vuoti vanno riempiti! Citazione:
Citazione:
Noi tuttavia e invece sembra non possiamo sfuggire alla millenaria visione antropocentrica…o anche presuntiva. Troppi “se” si frappongono al realizzarsi della nostra ipotesi: se un creatore c’è, se sceglie di occuparsi di noi, se veramente siamo marionette in grado di distrarlo e di soddisfare la sua infinita cattiveria e sadismo, se non ci sono altri mondi con marionette più divertenti, ecc…. Probabilmente (nonostante l’infinita bontà/cattiveria) siamo troppo insignificanti per sollevare un qualche interesse …che un neurone divino si attivi per noi. Senza contare che tutta la nostra costruzione scientifica, evoluzionismo in testa, pone le cose in altro modo: nessun Dio, nessuna forza o volontà “super” interferisce con l’esserci ed evolversi delle specie viventi…dell’HSS in particolare. Invece della Genesi (millenni di anni fà)…o magari anche insieme, si potrebbero leggere di Darwin: l’origine delle specie (1859)…o quell’altro...ancora di Darwin…l’origine dell’uomo e la selezione sessuale del 1872….ecc… Ultima modifica di ulysse : 24-01-2011 alle ore 14.14.26. |
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26-01-2011, 08.58.50 | #46 |
Nuovo ospite
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
non è stato dio a creare l'uomo ma l'uomo a creare dio.
la solita domanda (Dio è perfetto ma ha creato il "male") viene risposta dai credenti come un test. e cioè che l'uomo puo accedere al suddetto paradiso solo se le supera. infatti la differenza (per loro) dagli angeli che sono stati creati direttamente nel paradiso e l'uomo, è che l'uomo ha il libero arbitrio e quindi se riuscisse ad andare in paradiso sarebbe superiore agli angeli. (contraddizione...). altro fatto interessante è che sono gli uomini a determinare chi ci va o no... unj altro punto (che in effetti adoro) è che la visione di dio o comunque di qualsiasi entita sovvranaturale è di una visione umana (esempio: gli alieni vengono sempre rappresentati con 2 game, 2 braccia e 2 occhi... una visione un po troppo umana...) immaginate solamente che in altri mondi (o come piace dire a me) in altre dimensioni, potrebbero esistere colori che qui non esistono o che comunque non percipiamo... il fatto è che tutte le visioni di dio sono umane. provate a fare una prova (che io ho attuato): provate a mettervi una benda sugli occhi per un intera giornata, capirete che la visione di dio (cioè a immagine somiglianza dell'uomo) è evidentemente una visione umana. |
26-01-2011, 20.58.04 | #47 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
Citazione:
Citazione:
Magari! Solo che nè il male nè il bene "esistono in sè" come entità autonome: non credo che dio li abbia inventati o creati accedendo volontariamente così alla imperfezione. Sono io, invece, (comunque i miei compartecipi d'avventura) che faccio di volta in volta, a responsabilità mia, qualcosa di male o di bene...o anche niente...a piacimento o per costrizione o per pura incapacità d'altro: sono cose che capitano in conseguenza del grande calcolo per logica d'universo entro i gradi di libertà ammessi dal principio antropico. Quanto agli angeli chi ha detto che non possiedono il cosiddetto libero arbitrio?...solo che hanno scelto la parte o la mansione fin dall'origine...o qualcuno gliel'ha assegnata: io faccio l'angelo tu fai il diavolo!...poi magari ci scambiamo! In ognio caso, anche se antropologicamernte pensati, cì hanno, oltre alle ali, anche i "superpoteri"...altro che libero arbitrio! Citazione:
Pole esse, ma chi mi assicura... se poi l'evidenza non c'è? magari uno và lì e non trova nessuno! Citazione:
Si frappone sempre la questione della "evidenza in sè"...veramente oggi sarebbbe piu' efficace dire .."evidenza in TV"! Però solo ultimamente gli extra (vedi matrix) appaiono antropomorfi: in passato ci fu, fra gli altri, il grande baccello, gli ultracorpi, il blob e strani esseri informi...magari solo energetici... che però si impossessavano dei nostri corpi e il regista si trovava più a suo agio con le riprese. Citazione:
Citazione:
P.S.. Quando sarò grande farò il teologo! Ultima modifica di ulysse : 27-01-2011 alle ore 11.50.56. |
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03-02-2011, 18.24.46 | #48 |
Ospite abituale
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Riferimento: la perfezione nella riflessione filosofica
Scrivo specialmente per Il-Dubbio che aveva manifestato interesse per una panoramica sulla storia del concetto di perfezione..
Cominciamo dal punto di vista metafisico: perfezione indica la pienezza, che un ente possiede secondo la propria natura o essenza. La perfezione è assoluta se l’ente considerato è assoluto, è relativa, se l’ente è inferiore . Il concetto di perfezione come assolutezza o compiutezza assoluta è fondamentale in Parmenide. Sul piano etico la perfezione, sulla base metafisica della perfezione intesa come compiutezza, pone l’accento sul fine da raggiungere, termine dell’operare morale. L’accentuazione del fine da raggiungere, cioè la compiutezza, implica un armonico sviluppo che permette l’esercizio di una moralità fino ad operare costantemente e virtuosamente per avvicinarsi al modello di riferimento. (Cristo invita i suoi seguaci ad essere perfetti come è perfetto il Padre loro). Nell’Antico Testamento non ricorre il termine perfezione riferito a Dio ma è presente una serie di attributi che equivalgono al concetto di perfezione inteso come assolutezza. Tommaso d’Aquino assume il termine perfetto nella stessa accezione di Aristotele; si articolano tre diversi punti di vista: quello della struttura essenziale, quello delle proprietà, e quello del conseguimento del fine. Il conseguimento del fine è concepito come l’ultima perfezione del divenire dell’essere umano, vale a dire che Tommaso fa coincidere perfezione e bontà come pienezza dell’essere e dell’operare. Nella filosofia moderna per Spinoza la perfezione come compiutezza o assolutezza viene accantonata: perfetta è qualunque cosa comunque sia, o meglio, il concetto di perfezione è attribuito alla realitas, ad ogni ente reale ( anche Cartesio ha una posizione simile) Ecco le parole di Spinoza: “Per realitatem et perfectionem idem intelligo”, ovvero perfectionis sive realitatis. E’ questo l’assioma di Spinoza con il quale si distingue chiaramente da quanti l’anno preceduto nella riflessione sulla perfezione ed anche Hume è debitore per questo, quando afferma “Tutti i mali derivano dall'ordine dell'universo, che è assolutamente perfetto” Leibniz intende la perfezione come una “qualità semplice positiva ed assoluta, ossia che esprima senza limiti ciò che esprime”. Per lui “la perfezione non è che la grandezza della realtà positiva precisamente considerata”. Wolff trattò, in modo sistematico il concetto di perfezione sul piano metafisico e morale Sulla scorta di Liebniz identifica perfezione e realitas, intendendo per realitas tutto ciò che è inerente ad un ente, non ciò che per le nostre percezioni confuse sembri inerire. (Detto ciò egli dimostra l’esistenza di Dio partendo dal concetto di Dio come ens perfectissimum che si dice di quell'ente in cui si trovano tutte le realtà compossibili in grado assolutamente sommo. (Il concetto di realtà compossibili è importante per scartare in quanto prive di senso, certe fasullità che vengono spacciate come "logiche" del tipo: può Dio creare un sasso indistruttibile? Se sì, non lo può distruggere dopo averlo creato, se invece non lo può creare si conclude comunque all'impossibilità dell'onnipotenza ) Intendendo come realitas anche l’ esistenza ( cosa che è difficile negare) egli crede di poter affermare l’esistenza necessaria di Dio. E siamo anche qui alla prova ontologica. Kant invece afferma che l’esistenza non può essere considerata come una perfezione e quindi non può costituire uno dei predicati essenziali di un ente. Egli però dichiara il valore morale della perfezione come santità, quale postulato, ovviamente, della ragion pura pratica. Mi fermo a Kant in questa molto sintetica panoramica storica, perché altrimenti il post risulterà “illeggibile”. Poi presenterò una sintesi del pensiero postkantiano. Quanto detto qui è alquanto “contratto” ed è probabilissimo che abbia saltato dei passaggi concettuali che renderebbero più chiara la storia del concetto..ma si può rimediare. (Ho anche evitato di chiarire il pensiero platonico e aristotelico per non essere noiosamente prolisso ma se a qualcuno interessa lo farò in seguito.) Ultima modifica di Giorgiosan : 04-02-2011 alle ore 09.24.26. |
04-02-2011, 21.02.01 | #49 | |||||||||
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
Citazione:
Il ricorso all’analogia tra enti matematici come quelli rientranti nella dimostrazione del teorema di Pitagora ed un ente come quello rispetto al quale Aristippo di Cirene ha assai sensatamente posto una questione di non-evidenza e dunque d’imperfezione, riposa su un fondamento estremamente problematico. L’analogia può in modo piuttosto limitato avere validità logico- formale ma non materiale, data la essenziale differenza tra gli enti matematici e l’ente che Lei vorrebbe porre come non essente nella nella mera facoltà immaginativa umana. In che senso è vera la serie di enti geometrici come quelli rientranti nel teorema di Pitagora? Ed in che senso lo sarebbe l’ente tematizzato dal promotore del thread? In che senso tanto gli enti aritmetici quanto quelli geometrici sono reali al di fuori della testa di chi li pensa ed immagina? Possiamo davvero metterci alla ricerca del teorema di Pitagora al di fuori di una determinata rete neurale? Lo troviamo forse al di là della nostra struttura sensoriale? Certo che no. Come stanno invece le cose rispetto a Dio? Possiamo rispetto a tale ente pretendere qualcosa come la sua evidenza in ordine all’esser-reale al di là e al di fuori ( evidenza in sé) della organizzazione material-neurale di chi lo pensa ed immagina? Altrettanto certo che no. Che tale ente sia evidente in sé, va dimostrato. Citazione:
Non è per nulla chiaro. Che lo sia, risulterà a Lei Signor Leporello e ad interlocutori di Sua conoscenza. Che non la si veda dipenderà dalla Sua ignoranza o da quella di interlocutori di Sua conoscenza. Citazione:
Ecco per venire fuori dall’ignoranza sarebbe necessario, scrivo sarebbe necessario costruire un discorso dimostrativo. Trattasi di un discorso che il popolo di Riflessioni attende da tempo. Citazione:
Perchè non permette al popolo di Riflessioni di tirare il fiato dimostrando l'evidenza in sé dell'ente in questione? Citazione:
Qui è davvero necessario evitare confusioni. Nel mio discorso non ho ancora posto il problema della totalità della realtà non evidente che può o meno rendersi tale nel procedere dell'umana conoscenza. Il problema da me posto è ancora e sempre quello della non evidenza dell'esser-divino del monoteismo occidentale. Citazione:
Ecco, bene, la proposizione "Dio è esistente", vale a dire la proposizione che dimostrerebbe una della perfezioni dello stesso "Dio", sarà evidente quando ne sarà fornita una dimostrazione effettiva. Non Le resta che presentare tale dimostrazione effettiva di effettiva esistenza dimostrando nel contempo la confusione che a Suo avviso caratterizzerebbe il ragionamento del promotore del thread. Franco |
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04-02-2011, 21.13.17 | #50 | |||||
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Riferimento: Prova a posteriori della imperfezione di dio
Citazione:
Non so se la forma logica corretta del mio esperimento sia quella di un condizionale P-->Q. Ma in tal caso, quel condizionale potrebbe continuare ad essere vero anche se P fosse falsa e Q vera.. Anzi, sarebbe vero anche se P e Q fossero entrambe false.. Per dimostrare che il condizionale è falso dovresti mostrare che è possibile che P sia vera mentre Q sia falsa. Ma, ripeto, non so se l'esperimento abbia quella forma logica. Volevo indagare tramite esso il nostro modo di usare il termine "evidente" e ho scoperto che lo usiamo abbastanza bene sia nei casi in cui ad essere capace di evidenza è il soggetto conoscente, sia nei casi in cui è l'oggetto conosciuto a risultare evidente, per caratteristiche proprie. Citazione:
Ma io sarei comunque libero di sbagliare, e di non credere all'esistenza di dio. Io adesso dico "io non penso". In quello scenario immaginario direi "dio non esiste". Citazione:
Ma mettiamo che tu abbia ragione: la conoscenza toglie una parte della nostra libertà. Ma questo è addirittura desiderabile.. Infatti la parte di libertà che ci verrebbe tolta è quella che ci consentirebbe, altrimenti, di sbagliare, di avere credenze errate. Quindi la conoscenza ci toglie la possibilità di errare. La mancanza di libertà, in questo caso, è una perfezione, mentre la presenza di quel tipo di libertà, costituisce una imperfezione. Citazione:
Citazione:
Se dio non è evidente in ogni sua parte, allora noi possiamo immaginare che ci sia un'altra entità, "dYo" che è invece evidente in ogni sua parte. In questo caso, quindi, dio non sarebbe perfetto, in quanto dYo sarebbe meglio di dio. |
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