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16-02-2011, 16.51.35 | #52 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Serve il dolore?
"Quindi lo sforzo, l'impegno, di chi è menomato dalla sofferenza dovrebbe essere nel senso di non restare isolato, di paretecipare comunque...di procurarsene i mezzi di ordine strumentale e culturale e mantenerli"
Il problema sorge quando non c'è adattamento, fino a quando è un qualcosa che rimane circoscritto all'adattamento il dolore è motivabile e sopportabile. Quando il disadattamento si presenta come fatto compiuto non rimane che prenderne atto. Disadattamento significa non assimilare a sè l'ambiente, che è poi anche la differenza fra esseri organici ed inorganici. L'essere inorganico non ha bisogno di assimilare a sè l'ambiente, ma l'essere vivente se non lo fa soffre. L'essere vivente quando soffre cerca sempre di fare uno sforzo per adattarsi, ma ci sono casi in cui il disadattamento non può che essere accettato così come accade per tutto ciò che è innegabile. Ma pur nel disadattamento l'essere vivente non è mai completamente disadattato, altrimenti morirebbe. E' solo che vede taluni suoi bisogni frustrati. Io penso che la vita di tutti noi, coi vari problemi di diversa entità e natura che abbiamo, sia un alternarsi di adattamento e disadattamento, non si è mai completamente adattati ne si è mai completamente disadattati. Nei periodo in cui ci sentiamo adattati dovremmo cercare di assimilare il più possibile l'universo a noi, quando ci sentiamo disadattati invece abbiamo due alternative. La prima è quella di essere stoici, rifugiarci nell'apatia finchè non succede qualcosa, dipendente o non dalla nostra volontà, che ci riconduca in una condizione di sufficiente adattamento. Questo perchè quando ci si sente disadattati si provano le sensazioni ed i sentimenti sbagliati, quindi tanto vale separarsi da essi. La seconda è quella di (chiedo scusa per il gioco di parole) decidere consapevolmente di essere inconsapevoli, ciò che viene chiamato ipnosi, il controllo di un comportamento volto ad un obbiettivo. |
19-02-2011, 16.28.50 | #53 | |
Ospite
Data registrazione: 30-08-2010
Messaggi: 16
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Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
CIAO! Ben detto..:"Si potrebbe dire che il dolore è necessario sino al rendersi conto che non è più necessario come compagno di viaggio". Sono d'accordo con te. Purtroppo non sempre si è consapevoli di ciò, che il dolore è solo un viatico per altri gradini della crescita personale. A volte ciò è dovuto all'atrocità del dolore stesso, come quando perdi una persona cara e ci pensi dopo anni. Razionalmente sai che il lutto è una fase umana che serve a crescere ma in pratica non ne esci, perchè, forse, è comodo nuotare nel dolore, come se si avesse paura che, una volta accettando tale dolore e tuffandosi in altre acque, si potrebbe essere di nuovo inghiottiti da altri vortici neri. Il dolore a volte ci è comodo, in tal senso. |
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19-02-2011, 20.48.33 | #54 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
Ovviamente non c’è ragione perché una donna non possa vincere o gestire i propri handicap quanto un uomo. C’è di mezzo il mito della bellezza femminile? …dell’apparire estetico? Capisco il problema: esso,poi, è senz’altro aggravato dal fatto che lo standard di bellezza femminile che la cultura mediatica ci mostra oggi supera di molto quello della ragazza che si incontra di solito all'happy hour o in palestra.... Ma c’è anche molto fumo oltre l’arrosto. Intendo dire che le signore dello spettacolo, o della moda, hanno a disposizione mezzi e attrezzature estetiche che vanno anche molto oltre le nostre normali risorse economiche e psichiche fino ai continui e susseguenti ritocchi con l’avanzare della età…comunque non si perdono in rimpianti e ingaggiano la loro battaglia...fino alla fine... Questo però non deve scoraggiare le altre signore e ragazze (ed in effetti non le scoraggia) che si trovano oggi ad usufruire e aprofittare degli stessi trucchi e ammennicoli che il mercato dell’estetica fornisce…anche qui arrivando alla chirurgia nei casi critici. Sembra invece che la contessa di Castiglione, che pure, fra l'altro, s'era fatta anche Napoleone III... pur di contribuire all'Unità d'Italia...priva di ogni supporto che l'attuale industria estetica fornisce e della stessa chirurgia, all'avvicinarsi della vecchiaia abbia fatto oscurare tutti gli specchi di casa in segno di lutto, o forse, per non vedersi più..., ma lungi da noi l'idea del seguirne l'esempio! Capisco anche che chi si trova in partenza gravato da un qualche handicap sia tentato alla rinuncia rifugiandosi nella propria interiorità. E’ una tentazione che in, qualche modo, ha colpito o colpisce un pò tutti anche senza incidenti di sorta: se si è, o se se ne hanno le fisime, brufolosi, obesi, col culo basso, coi fianchi larghi per eccessiva cellulite, con tette a scomparsa o pendenti, ecc…e che dire dei maschietti pelati…spesso pure esposti al pubblico ludibrio? Per tutti, comunque, le soluzioni principe sono due: 1)- Fregarsene ed esibire ed ostentare con orgoglio e strafottenza il proprio handicap come segno di distintinzione. 2)- Se l’handicap è veramente debilitante ricorrere (non è mai tropo tardi) agli esperti senza tanto rimuginio o lamento o meditazioni esistenzialiste. Per esperti intendo psicoterapeuti, chirurghi, ecc….La questione pecuniaria dovrebbe essere in qualche modo risolvibile. Quindi le armi ci sono per tutti: ingaggiamo battaglia! Facciamo di tutto, ma non stiamo seduti sul letto a…. trascinarci...a tu per tu con pensatori…e consolatori! Citazione:
Citazione:
Ciaociao |
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20-02-2011, 18.39.25 | #55 |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
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Riferimento: Serve il dolore?
cito le tue frasi:
Capisco anche che chi si trova in partenza gravato da un qualche handicap sia tentato alla rinuncia rifugiandosi nella propria interiorità. E’ una tentazione che in, qualche modo, ha colpito o colpisce un pò tutti anche senza incidenti di sorta: se si è, o se se ne hanno le fisime, brufolosi, obesi, col culo basso, coi fianchi larghi per eccessiva cellulite, con tette a scomparsa o pendenti, ecc…e che dire dei maschietti pelati…spesso pure esposti al pubblico ludibrio? infatti.il corpo è una prigione.ma parlo così perchè sono solo una di 24 anni. Per tutti, comunque, le soluzioni principe sono due: 1)- Fregarsene ed esibire ed ostentare con orgoglio e strafottenza il proprio handicap come segno di distintinzione. 2)- Se l’handicap è veramente debilitante ricorrere (non è mai tropo tardi) agli esperti senza tanto rimuginio o lamento o meditazioni esistenzialiste. Per esperti intendo psicoterapeuti, chirurghi, ecc….La questione pecuniaria dovrebbe essere in qualche modo risolvibile. io non voglio essere distinta dalla massa. la chirurgia non risolve tutto. nessun psicoterapeuta mi restituisce la mia parte mancante.argomento chiuso, per favore. scusate la "polemica" ma non capisco perchè dobbiate citare cose che con una dissertazione filosofica c'entrano poco. il mio dolore lo analizzo da un punto di vista "esistenzialista"..che male c'è? se volevo parlare di psicologia o pseudo aiuti andavo su altri forum, ma mi pare, mi sembra, che data la mia giovane età qua dentro io sia considerata una specie di bambina o peggio, una che non è in grado di sostenere una discussione filosofica -che poi, io neanche mi permetto di buttarmi in discussioni inerenti i classici greci o di metafisica, ontologia, fenomenologia ecc.- non essendo in grado.mi pare di essere trattata con sufficienza. no, gradirei un parere chiaro e sincero.se do fastidio o scateno irritazione e non mi considerate al vostro livello ditemelo chiaramente e "levo le tende".avrei gradito qualcuno che con entusiasmo parlasse di quegli autori che amo, o mi desse intrepretazioni differenti...io mi sono iscritta per questo ma non mi sento molto considerata..........mah... |
22-02-2011, 02.01.06 | #57 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 13-02-2009
Messaggi: 1
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Riferimento: Serve il dolore?
L'esistenza del dolore poggia su precise ragioni, quanto meno su quella di spingere gli uomini a serrarsi, a colláborare, a lavorare uniti per cancellarlo dalla tetra. Realizzandosi ciò, l'importante tappa raggiunta non sarebbe tanto l'assenza di dolore, quanto l'unione fraterna degli esseri.
Guai a chi passivamente subisse il dolore! Lo svuoterebbe di gran parte del suo significato. Perciò, fratelli che soffrite, imprecate, maledite, cercate, chiedetevi perché. Cosí facendo fate quello che il dolore deve farvi fare! Ma non identificatevi con il vostro dolore. Voi siete molto di piú. Non lasciate che il dolore occupi tutti voi stessi e la vostra vita, divenga l'unico scopo di essa e vi paralizzi. Pensate che non vi è mandato per mettervi alla prova o che so io, ma che voi stessi l'avete richiamato, anche se al momento non ricordate e non capite perché. Forse, se pensate che voi stessi siete la ragione del vostro soffrire, vi sarà piú facile reagire, ritrovare la serenità. Ma soprattutto ricordate che al di fuori della dualità basilare di cui il dolore .è un elemento, ciò che sembra crudeltà è supremo, reale Amore che attraverso alle lezioni della vita cosí ci parla: « Figlio mio, non ostinarti a cercare la felicità dove non l'ho posta. Essa non è nel possesso dei beni materiali, nell'appagamento dei sensi, nell'esaltazione del tuo io o nella condiscendenza che tu puoi avere da parte dei tuoi simili. Io solo sono la vera beatitudine. Il mondo dei fenomeni in cui ti muovi ed agisci non deve essere lo scopo della tua vita, ma solo un mezzo che ti conduce a me, perché io solo sono la tua vera esistenza, la tua vera essenza. Per quanto tu sia debole, insufficiente e misero, per quanto abbietto tu sia giudicato o tu sia, ricordati: io ti amo, perché io solo sono il vero amore. Cercami e non sarai deluso. Trovami e non conoscerai mai piú il dolore ». |
04-04-2011, 00.16.05 | #58 |
Ospite
Data registrazione: 31-03-2011
Messaggi: 10
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Riferimento: Serve il dolore?
Se non si è religiosi, e per fortuna - sottolineo mia -, io non lo sono, il dolore è semplicemente uno status 'momentaneo', e, come tante cose (forse tutte), non ha un "senso", ma esso viene stabilito dal nostro 'agire', 'sentire', 'pensare' e così via... eliminato il Creatore, si elimina anche il senso del dolore, rimane il 'crudo fatto': "si soffre" (quello che viene aggiunto è un pen-siero, presente e siero che 'cura', la mia scomposizione non ha nulla di etimologico... ovviamente, ma solo di 'visivo).
saluti, |
14-04-2011, 17.58.59 | #59 |
Ospite
Data registrazione: 11-04-2011
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Riferimento: Serve il dolore?
Credo che il dolore emancipa il corpo e la nostra mente. Non esiste esperienza, se prima non c'e' dolore, non esiste il coraggio di rialzarsi se non si soffre. E' brutto da dire, ma mi rendo conto che e' vero.
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14-04-2011, 19.54.03 | #60 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
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Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
Effettivamente il topic ha dato per lo piu spazio al significato spirituale e teologico del dolore...il dolore come imposizione divina. Infatti Adamo ed Eva escono dal paradiso e sono condannati alla vita: siamo nati per soffrire! Oppure il dolore ed il sacrificio come riscatto dal peccato: senza riscatto e sacrificio non vai in paradiso! E' il frutto di una formazione teistica, puritana e cattolica cui sono stati e ancora sono sottoposti e plagiati i popoli a prevalente cultura cristana...per fortuna a influenza decrescente...sembra. Non credo che le altre religioni abbiano infuso nelle popolazioni un così tetro senso della vita, infatti nessuna ha come simbolo fondante un "Povero, Tragico Cristo Crocifisso"! Tuttavia, come esplicato in un mio post precedente, il dolore fisico, l'insofferenza nervosa, l'instabilità emotiva, la sensazione di vuoto, di deprivazione o di disperazione, ecc... hanno un senso ed uno scopo umano al di fuori di ogni metafisica e teologia: ci avvertono semplicemente che, biologicamente e psichicamente, qualcosa si è rotto o non funziona nel nostro organismo. Dobbiamo quindi correre ai ripari medici e specialistici per il corpo e per la psiche...e non tenerceli da conto per accedere al paradiso: se ti fa male un dente...non resta che curarlo o levarlo...c'è il dentista per questo...il prete non ci ha a che fare! Chi è incapace di provare dolore fisico o disagio psichico non è un amorale arido, freddo e insensibile, è semplicemente malato e può guarire...per lo piu'...a parte i casi sfortunati e tragici in cui il dolore permane e prevale fino a che muori. |
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