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18-01-2009, 20.06.28 | #4 | |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
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Riferimento: Una domanda filosofica ai filosofi: come filosoficamente utilizzate la scienza?
Citazione:
Personalmente mi sorprendo della bellezza in qualsiasi forma essa mi si presenti agli occhi che sia la natura nel suo prorompente splendore non mediato da filtri razionali, una melodia, che sia un concetto astratto o una emozione condivisa, che sia un'altra persona che osservo o mi parla. A volte è difficile non far sì che la vita diventi solo un rumore di fondo. Ho appreso i limiti della scienza proprio per l'amore che nutro per essa ed ho appreso quelli della filosofia proprio per l'amore che nutro per la conoscenza. Accidenti, a volte è difficile in una discussione arrivare al punto focale presi come siamo da battibecchi che per lo più servono solo ad ingrassare il nostro senso di identità; stavolta sei arrivato subito. La filosofia può aiutare ad andare “oltre”, ma anch'essa non possiede punto di approdo ovvero non possiede quell'assoluto a cui sostanzialmente mira, come nascostamente anche certa scienza, vedi ad esempio la meta-fisica “teoria del tutto”. Bisogna farne esperienza, è vero, sennò non si comprende nemmeno ciò di cui stiamo parlando, l'esperienza del limite. Questa discussione l'avevo aperta spinto dalla tua (In difesa di et cetera...), quella dove siete finiti a parlare di caso, causalità e casualità. Lì qualcuno argomentava che siccome il principio di causalità è rotto, sembra, da alcuni fatti quantistici, allora esso non valga in generale. Ma questa affermazione da una parte assume in modo non critico che i concetti filosofi e scientifico-tecnici siano proprio gli stessi (e non lo sono per la maggior parte, anche se li chiamiamo con lo stesso nome), dall'altra non tiene conto del carattere principale dei modelli scientifici, ovvero il loro essere ipotetici, fallibili e potenzialmente temporanei, non definitivi. Ciò, dunque, costituisce una confusione di piani, quello del discorso scientifico, che formalmente aspira ad una sola descrizione fenomenica (e non definitiva per natura) e quello filosofico, il cui obiettivo è proprio, ancorché non possa raggiungerlo, quello di una spiegazione atemporale, definitiva, come unico fine possibile, pena la perdita della sua natura. Sarebbe come costruire argomentazioni filosofiche sull'impetus, il calorico o l'etere e tanti altri concetti abbandonati nel corso della scienza; anche alcuni di quelli odierni potrebbero entrare a far parte del cimitero, non troppo in là nel tempo; ma è il loro carattere stesso, indipendentemente dall'ampio consenso che si può avere su certi concetti, che li distingue da credenze filosofiche. Ciò che mi chiedevo è come possa fare un filosofo, essendo cosciente di questa distinzione profonda di fini, non gettare al vento, non prescindere nel suo speculare dai fatti della scienza. Se poi, ed hai toccato il punto, si rende conto che neanche la mera speculazione filosofica possa fornire risposte ai suoi bisogni di conoscenza, allora è chiaro che riduca pragmaticamente le sue speculazioni a critica e “demitizzazione” della scienza e della filosofia stessa. Intendi, dunque, la filosofia solo come esercizio critico, pars destruens? Grazie del tuo bel intervento; raro, devo dire. Un saluto |
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19-01-2009, 19.58.43 | #5 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una domanda filosofica ai filosofi: come filosoficamente utilizzate la scienza?
Citazione:
No, anche come forma di comunicazione. Condivido le tue analisi e le tue opinioni. Ti stimo anch'io. Una stretta di mano. |
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21-01-2009, 12.01.23 | #6 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una domanda filosofica ai filosofi: come filosoficamente utilizzate la scienza?
Citazione:
Da persona (razionale come tutti) penso che ognuno con la propria originale ed unica esperienza concettuale, col proprio intuito, coi propri sentimenti valuti ogni argomento. La risultante è unica ed originale. Ciao Marius |
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21-01-2009, 20.03.03 | #7 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una domanda filosofica ai filosofi: come filosoficamente utilizzate la scienza?
Citazione:
Latitando i filosofi (ma chi è un filosofo ?) cerco di farne (impropriamente) le veci. Parlare di metafisica è, secondo me, un errore.....Per me esiste solo la natura - physis la cui ontologica imperscrutabilità è la traccia da investigare anche con i mezzi della filosofia. Tornando alla teoria del caos contrapposta a quella dell'ordine causale, il teologo Mancuso lascia addirittura intonso il principio indeterministico ponendolo quale condizione necessaria per l'esplicarsi di una natura differenziata da un creatore e, in definitiva, per il sussistere di un libero arbitrio.....Lasciando alla fede il compito di attribuire qualità a un simile ente o principio primo, ritengo estremamente interessante l'approccio logico alla necessità di un "intelligent design" o, eventualmente, una sua confutazione che non si basi sull'esistenza di eventi incausati che, a mio parere, non è dimostrata anche e soprattutto in meccanica quantistica. |
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23-01-2009, 09.56.43 | #8 | |||
like nonsoche in rain...
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Riferimento: Una domanda filosofica ai filosofi: come filosoficamente utilizzate la scienza?
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Poiché potrebbe pure essere che il considerare la meta come irraggiungibile sia solo anch'essa una nostra razionale finzione, un confortante bastione di protezione contro l'insopportabile indicibilità del mistero. |
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23-01-2009, 15.10.58 | #9 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una domanda filosofica ai filosofi: come filosoficamente utilizzate la scienza?
Citazione:
La filosofia è quella forma di sapere che come tutte le scienze si riduce ad una forma di mediazione conoscitiva discorsiva, se si intende “ragione” come la capacità di ideare o esplicitare discorsi al fine di comunicare Il discorso (logos) ha come unico fine la comunicazione. Ogni scienza compresa la filosofia è il discorso su ciò che si è esperito. La filosofia ha il vantaggio di potersi occupare, a modo suo, di tutte le altre scienze, e per questo la considero un discorso privilegiato per la comunicazione. La conoscenza è la riflessione sull’esperienza, come memoria storica, interpretata alla luce dell’esperienza personale. Ogni esperienza personale è unica (unica è già compresa in personale), ogni interpretazione è unica. Quei sentimenti eroici che sono identificabili con romanticismo e in qualche modo entrano nel circolo ermeneutica della conoscenza, sono una forma di energia spirituale che credo indispensabile per la conoscenza, ma è eroe chi vive ciò che sa o crede di sapere, lo mette in pratica. Seguire la propria coscienza comporta un eroismo. Spero di averti risposto. Per me dialogare è, spesso, un happening perché il discorso sceglie percorsi quasi sempre diversi per significare, immagino, la stessa intenzione. Se non l’ho fatto o non mi hai capito me lo dirai, se vuoi. Ciao nexus6 |
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23-01-2009, 17.29.10 | #10 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Una domanda filosofica ai filosofi: come filosoficamente utilizzate la scienza?
Citazione:
Accidenti mi devo essere espresso veramente male....Intendevo esattamente il contrario...Proprio perchè ritengo insufficiente il metodo scientifico per indagare la natura - physis proponevo un'analisi filosofica... Citazione:
Il termine "errore" era riferito al teorema che imporrebbe il metodo scientifico per l'analisi della natura fisica e l'indagine filosofica per la sfera metafisica...Non è così come si è visto....Le leggi della natura sono ontologicamente imperscrutabili e non c'è bisogno di pensare a qualcosa "oltre" per trovare un mistero da svelare....La metafisica è già qui e noi ne facciamo parte. |
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