ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
05-02-2011, 15.21.59 | #33 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 22-08-2010
Messaggi: 107
|
Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
Non confondiamo il piano logico con quello esistenziale. La domanda è: il dolore serve ? Da un punto di vista biologico, serve e non serve, proprio perché il dolore nelle sue manifestazioni non è stato preordinato o preorganizzato in vista di un fine universale, ma è piuttosto il riorganizzarsi aleatorio, evolutivo ed adattativo dei nostri codici genetici in funzione di segnali non calibrati in modo sincrono, in funzione della circostanza. Questo è il dolore in termini oggettivi e relativi. Ma se parli di dolore in termini assoluti, come puoi intravvedere una finalità se non in funzione di una concezione teologico/esistenziale ? Non esiste certamente una giustificazione razionale. Ma ... |
|
06-02-2011, 12.38.49 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
|
Riferimento: Serve il dolore?
Se tu sei, per fare un'esempio, un appassionato delle arrampicate e quindi per te la montagna rappresenta tutta la tua vita e fai un incidente automobilistico a seguito del quale ti amputano le gambe, cosa fai?
O pensi di farla finita o cerchi di dare alla tua vita un senso diverso cui prima non avevi mai pensato. Il dolore può servire in quanto obbliga ad una scelta, ma di fatto a fronte di circostanze simili gli individui reagiscono in modo differente. Il dolore serve ma non può determinare in sè il giudizio. Il giudizio invece può determinare il senso che diamo al dolore, una mamma in preda ai dolori del parto ben sopporterà tali pene se ritiene che tutta la sua attenzione sia da concentrare sul momento in cui per la prima volta potrà vedere il viso della sua piccola creatura. |
06-02-2011, 20.47.30 | #35 |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
|
Riferimento: Serve il dolore?
c'è una frase di Severino...nel "muro di pietra".....la cito più o meno a memoria, mantenendone il senso, perchè ora non ho sottomano la mia agenda dove l'avevo segnata.spero non sia considerata una bestemmia da parte vostra...
"L'essere del dolore non può avere riscatto.L'essere già stato del dolore è tale che non può essere riscattato neppure da un'eternità di gioia". infatti Severino diceva che per riscattare la sofferenza era necessario che l'essere stato del dolore non fosse mai stato, quindi cancellato, e questo è impossibile. più personalmente, se posso buttarla sul personale senza risultare, con disprezzo da certi utenti, solipsista (come se fossi una lebbrosa contagiosa col mio essere rinchiusa in me e non andare oltre a me) anche se un'ipotetico dio mi dasse un'eternità di gioia, come cancellare ciò che ho patito QUI E ORA sulla terra? la trovo molto bella la frase di Severino. Forse piace solo a me come frase...mi ha dato molto come pensatore anche se per forza di cose essendo autodidatta sono limitata e posso compenetrarlo poco. |
07-02-2011, 21.11.21 | #36 | |
Ospite
Data registrazione: 05-02-2011
Messaggi: 27
|
Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
A me quella frase dice una cosa sola: che tutti gli esseri viventi sono destinati ad essere infelici per l'eternità (e per chi non ci crede, essere infelici fino alla morte). Ma... c'è un ma: per essere una verità assiomatica, non prevede il fatto che ALMENO ipoteticamente un'eternità di gioia sia possibile? Si: ma solo se non si è provata sofferenza. Questo è impossibile, in quanto anche nelle piccole cose di tutti i giorni è possibile riscontrare sofferenza (delusioni, dispiaceri...). Essendo totalmente impossibile la gioia, dunque, è anche totalmente impossibile la sofferenza. Ma non è una corrispondenza biunivoca. Per cui, oltre le parole ad effetto, il concetto di fondo è finto. E' romantico, in un certo senso, ti da quell'aria da "bello e dannato", ma sotto sotto nasconde il desiderio di essere felici. Ma la felicità non si manifesta in un modo che vale per tutti. La felicità a volte arriva, o c'è, solo che siamo talmente presi dall'essere infelici che non riusciamo a vederla. Il dolore è necessario, il dolore serve. Le lacrime sincere sono redenzione. Il dolore è il lato oscuro della luna, solo che c'è chi lo osserva dall'altra faccia. Se non c'è dolore, non ci può essere gioia. E il dolore, per esistere, ha come condizione primaria l'esistenza della gioia. E non è che il dolore arriva, ti colpisce e resta lì. E' destinato a farti compagnia, ma anche la gioia ha lo stesso destino. Altrimenti non esistono né gioia, né dolore; questo però, snatura l'essenza stessa dell'uomo, che può provare sentimenti. Sennò non sarebbe né triste, né felice, né nichilista, né niente. |
|
10-02-2011, 17.27.30 | #37 | |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
|
Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
come Cioran potrei risponderti che noi rammentiamo solo ciò che è doloroso, solo il dolore, e quindi è quasi inutile sentire altre emozioni.difatti io non rammento nè gioia nè felicità, ma ciò che mi è capitato nel 2003 lo ricordo in tutti i suoi particolari. |
|
11-02-2011, 10.06.39 | #38 | |
Ospite
Data registrazione: 05-02-2011
Messaggi: 27
|
Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
Ma vedi, la psiche è farfallona, a volte, anzi... diciamo pure spesso. Il dolore non è un labirinto dal quale non si può uscire. E' una condizione dalla quale si può fuggire (e la fuga implica la propria volontà: se ci continui a stare, in quella condizione, dipende solo da te), e se qualcuno ci riesce, è la dimostrazione della non-impossibilità della cosa. O sbaglio? Io non posso sapere cosa ti è capitato nel 2003, e non trovo neanche giusto parlarne, ma per quanto catastrofiche siano le circostanze della vita, finché essa continua a scorrere, solo tu hai la forza di capovolgerle. O di vivere sotto un'ottica diversa. Tu puoi fare tuo quello "scorrere": se la vita ti prende a calci, prendila a calci tu. Facile a dirsi, mi si obietterà, ma ripeto, se qualcuno ce la fa, dimostra che si può fare. |
|
11-02-2011, 21.00.58 | #39 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
|
Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
L’ADSL è inefficiente e arrivo sempre tardi! Non credo sia questione di gusti ed anche non saprei cosa significhi “riduttivo”. Credo che si parli di dolore in senso lato sia sul piano biologico che sul piano psichico. Effettivamente dissi che non esiste un “profondo” poiché ci si riferisce ad un danno concreto e oggettivo che l’organismo subisce o autoproduce. Certo che la sensazione del danno viene rielaborata in dolore dal sistema nervoso centrale fino ad influire sul pensiero e sulla visione in modo più o meno razionale o coinvolgente. E’ vero che la cosa diventa sempre più soggettiva, personale e coinvolgente, ma non vedo cosa c’entri il cosiddetto “profondo” o cosa significhi. C’è qualcosa cui possiamo attribuire il ruolo di profondo in noi? magari rispetto a qualcosa di meno profondo o di superficiale? Bisognerebbe definirlo! Personalmente, parlerei piuttosto di danni, biologici o psichici più o meno invasivi e coinvolgenti, cui conseguono reazioni più meno efficaci e violente…razionali o scomposte che siano. Magari le senzazioni dolorose o di sofferenza possono permanere nel tempo anche a lungo… spesso oltre il necessario per quello che richiederebbe la sola funzione di avvertimento e indirizzamento. Se il danno è evidente e permanente si comprende che la sofferenza possa influire sul comportamento, sulla VISION anche negativamente….a volte anche per il solo ricordo. Direi che la questione si gioca sullo sforzo o perseguimento dell’essere il più possibile oggettivi sia per chi ne parla che per il soggetto colpito che deve tenere la sensazione dolorosa sotto controllo….e magari rielaborarla in "vantaggio" caratteriale, comportamentale o relazionarle….cosa che non sempre riesce senza aiuto specialistico…per quanto, si dice, il dolore ti tempra…certo che sarebbe anche bene e meglio non intervenisse e non coltivarlo…cosa non rara, il non coltivarlo, specie nelle sofferenze psichiche.…o che dal biologico si trasformano in permanente psichismo. Citazione:
Citazione:
E, veramente, la mia finalità in questa discussione consiste nel sostenere e nell’ evidenziare la essenzialità, per fini di sopravvivenza, della percezione dolorosa che ogni individuo prova (e lo prova dall'origine della specie) in conseguenza di un danno subito sia di ordine biologico che di ordine psichico...affettivo, relazionale. Chi non è in grado di percepire le senzazioni dolorose conseguenti a danni psicosomatici ,ha vita grama e magari non sopravvive. Ovvio che se il danno non interviene non cè dolore e tanto meglio!....per quanto a volte il dolore possa essere anche ...tanto da apparire oggettivo. Ma non per questo credo che si possa dire che proviene dal profondo…a meno che non si dica che “profondo” significa questo. Nel caso di sofferenze percepite e in assenza di danni oggettivi al nostro essere, direi piuttosto che si tratta di disfunzione psicosomatica...che richiede cure. Comunque ognuno rielabora le sensazioni dolorose (ma anche quelle piacevoli) in funzione del suo psichismo…e a volte è lo psichismo stesso che le produce. In ogni caso non vedo proporzionnalità o correlzioni fra dolore e piacere: certo che se si è in preda o succubi del dolore non c'è piacere...e viceversa.. Citazione:
Ma non saprei cosa significhi “dolore in termini assoluti”…cosa è assoluto? Neppure intravedo alcuna finalità di ordine teologico/esistenziale. La finalità del dolore, quando e consequenziale, è quella di segnalare al vivente che qualcosa di fisico, psichico, affettivo, sociale, relazionale, ecc… non è nel verso giusto, quindi o provvedi e cambi direzione o la paghi…magari con maggior dolore e infelicità….al limite fino alla morte. Che questo sia razionalmente giustificato o meno, giusto o non giusto non saprei, anzi non credo che il giusto/non giusto rientri nel paradigma evolutivo del vivere: si tratta semplicemente di una delle soluzioni al problema dell’esistere cui ci ha portato l’evoluzione della specie fino ad ora. Ultima modifica di ulysse : 12-02-2011 alle ore 11.19.20. |
||||
12-02-2011, 20.33.53 | #40 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
|
Riferimento: Serve il dolore?
Citazione:
La frase è affascinante, ma deve essere intesa come esternazione poetico/teologica altrimenti diventa affermazione falsa, pericolosa e dannosa. “Frase Falsa” perché il dolore non deve essere riscattato, difficile da dimenticare forse, ma in ogni caso deve essere superato con ogni possibile adattamento od artificio psicosomatico e medicale…ma soprattutto con lo sforzo per l’interesse alla vita ed al suo esplicarsi. Infatti la sofferenza, di cui qulcuno più di altri è vittima, non è una punizione o una ingiustizia da riscattare, ma solo un evento più o meno grave e invasivo che occorre ad un organismo vivente nell’ambito della dialettica causa/effetto. “Frase Pericolosa e dannosa” perchè chi si trova in situazione di sofferenza, trova, in una tale frase, proprio perchè affascinante, la giustificazione alla propria sofferenza nonché la giustificazione alla propria incapacità di gioire. Magari anche la giustificazione del proprio rintanarsi masochistico in emulazione alla posizione fetale che non vuole aprirsi alla vita. Certo che per me, per noi che abbiamo tutto e siamo immortali…per ora, è facile ipotizzare e legiferare. Nella incomparabile fortuna della mancanza delle peggiori esperienze, siamo spesso incapaci di comprendere, non ne abbiamo la sensibilità …soprattutto siamo leggeri e superficiali…non entriamo nell’intimo sentire di chi devastato dalla sofferenza,…non la sa sfuggire… in eterno! Ma, almeno, cerchiamo di osservare e capire. Vive e abita in località prossima alla mia, Alex Zanardi, l’ex pilota infortunato diversi anni addietro con perdita degli arti inferiori. Lo abbiamo visto in piedi, col solo supporto di un bastone, condurre una trasmissione televisiva. Ma oltre a questo scrive libri, partecipa ad eventi sociali, tiene conferenze, ecc…. L’ho incontrato in un supermercato: era accompagnato, ma sempre autonomo col suo bastone. Mi sono sentito piccolo, incapace e impotente: Come era possibile? L’idea che mi ha attraversato la mente è che veramente il processo evolutivo è stato sovrabbondante con noi: bastavano gli organi di senso e di vista.…con un cervello ovviamente…e pochi ammennicoli riproduttivi…se proprio uno ci tiene! Il resto è superfluo! Tengo un quadretto con la figura di Stephen Hawking. La foto lo mostra nella sua carrozzetta (specie di modulo spaziale) dotata fra l’altro,di computer, di sintetizzatore vocale e di un apparecchio particolare che gli permette di comunicare col movimento degli occhi: nient’altro puo’ muovere!. Eppure ha appena pubblicato, in Inghilterra, un nuovo libro sullo stato dell’universo e teoria della sua evoluzione. Inoltre è universalmente riconosciuto come una delle menti più brillanti della nostra epoca. Egli è oramai un’icona del mondo scientifico non solo per l’audacia delle sue idee, ma anche per la chiarezza e lo humour con cui le esprime. Certo esistono anche altri casi, ma si tratta di cime eccelse, veri miracoli della forza, costanza e razionalità umana cui certo non si arriva comunemente e di fronte ai quali non possiamo che sentitrci specie inferiore. Tuttavia tenerli ad esempio e speranza, stelle polari e campioni di insospettate capacità dell’umano…si può! Ultima modifica di ulysse : 13-02-2011 alle ore 13.48.50. |
|