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23-10-2008, 11.20.11 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Parliamo di razzismo.
Il tuo diagramma tassonomico, VanLag, ha, in rapporto alla nostra discussione, un unico difetto: che non si sa se il razzismo stia nella fase A o nella fase E. Lo schema da te tracciato può sembrare infatti esauriente, in quanto s’innesta in ciò che è natura e sale in una diversificazione che, sia pure ridotta per esigenze di spazio, sembra irradiarsi nelle varianti più alte della specie homo in un abbandono deciso delle radici. Così ci sarà qualcuno che riterrà benedetto dall’alto il diagramma che hai costruito, vedendovi una conferma di quello che gli è stato insegnato, cioè che, in quanto cattolico, egli è sulla cima rispetto anche alle altre fedi, tanto che riterrebbe blasfemo capovolgere l’albero, cioè ritenere - come sembra che tu ritenga - che aprirsi senza preclusioni all’umanità e alla vita sia una medicina contro il razzismo e non uno sfregio inferto alla propria fede. Ma allora dove si trova il razzismo? Alla fase A o alla fase E?
(Ho detto questo volendo rispettare il tuo schema. Perché naturalmente per me la cima dell’albero non sta in ciò che dice una religione, ma in ciò che le supera tutte; e allora è forse lì la punta dell’albero, in quell’armonioso stormire che celebra senza campane a festa l'unità di tutte le chiese). |
23-10-2008, 19.41.03 | #35 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
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Riferimento: Parliamo di razzismo.
Citazione:
Speculazioni anche interessanti e divertenti che però lasciano il tempo che trovano e soprattutto esulano dal discorso sul razzismo. Il razzismo ramifica mano a mano si scende nella piramide perché si dimenticano i valori condivisi del livello più alto e si specializzano valori la cui onestà intellettuale è spesso dubbia. Non dimentichiamo, ad esempio, che entrambi i leaders del conflitto tra Iraq ed America dichiaravano con la massima placidità alla nazione che “Dio era con loro”. Secondo me, se Dio fosse esistito, li avrebbe fulminati all’istante entrambi, ma questo è un parere del tutto personale ed opinabile, mentre mi sembra difficilmente opinabile il fatto che scendendo nella piramide e specializzando i valori, si crea una esclusività che trascende facilmente nelll’odio del diverso. Per un mondo senza odio di razza bisogna avere la capacità di tenere tra i valori più alti “l’amore dell’intelligenza” che affratella gli uomini nell’universalità della ragione, ma alla ragione è stata sovrapposta la fede, che è il valore di uno dei livelli più bassi e quella fede, invece di aiutare l’uomo ha creato i problemi. La mia fede è più giusta della tua, la mia fede contro la tua… ed è odio ed è guerra ed è malessere ….. |
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24-10-2008, 09.14.23 | #36 |
Ospite abituale
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Riferimento: Parliamo di razzismo.
Ho paura, VanLag, che se ci mettiamo a tracciare diagrammi non sappiamo più come orientarli: forse basta una sola linea, purché scopriamo quale è il suo senso, cioè alla fine dove stia la verità. E con questo sono tornato al principio base della mia filosofia: noi tutti siamo spinti o forse obbligati a cercare, senza sapere in anticipo quale è la meta del nostro cammino. Non resta allora che aprirci a tutto, sperando che la verità rifulga per forza propria o ci mandi un messaggio: il che sembra effettivamente l’opposto del razzismo, solo che con questo siamo solo all’inizio dell’impresa, perché quella parola “razzismo” che hai tirato in ballo è in verità solo il simbolo di tutto ciò che ostacola questo cammino, cioè di ciò che pone dei limiti alla nostra ricerca, e allora l’impegno diviene ben più arduo che dimenticare il colore di pelle o l’impronunciabile nome pieno di consonanti che vanno contro alla fluidità della nostra lingua: perché si tratta di superare differenze di politica, di religione, di tradizione e di idee…con la necessità di smantellare chiese, caserme, università e biblioteche, mandare agli inceneritori bibbie e divine commedie…..No, il sacrificio potrebbe sembrare troppo alto anche all’attuale ministro dell’istruzione, finché….finché che cosa resterebbe dell’umanità? Dunque per andare oltre il razzismo bisognerebbe dimenticare millenni di storia, ma quale è l’alternativa? Cioè si può andare oltre ogni limite dell’umanità senza sacrificarla su un’ara in onore di un dio che non c’è? Mentre se razzismo è soltanto un simbolo, qualcosa ne può rimanere nel nostro DNA, che può spingere a unificarci senza precludere quella diversificazione che per la scienza è la via maestra dell’evoluzione. Superare sì, ma con juicio, come direbbe il governatore Ferrer davanti ai marosi della rivoluzione. E senza neppure cedere alle fluenti rime dello schilleriano Inno alla gioia e alle sue un po' troppo mielate parole “Siate uniti, milioni, il mio bacio a tutto il mondo!” Perché forse la diversità è il fermento della vita e non il suo peccato mortale.
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24-10-2008, 21.54.13 | #37 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Parliamo di razzismo.
Citazione:
Se non sentiamo il bisogno di imporre i nostri valori non ci da nessun fastidio che un altro parli un idioma che non comprendiamo, che preghi stendendo un tappetino rivolto alla Mecca o che mangi cerne di serpente …. Il guasto non è nelle diversità che ha prodotto la storia ma è nella tendenza all’uniformità che si è insidiata nel cuore e nelle menti di alcune di queste “diversità” e questa tendenza all’uniformità nasce dalle religioni e dalle filosofie di queste “diversità”, (qui per "diversità" intendo alcune categorie del gruppo sottostante gli esseri umani). |
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25-10-2008, 01.27.58 | #38 |
Ospite abituale
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Riferimento: Parliamo di razzismo.
Salve a tutti.
Non c'è alcun razzismo in Italia. Gli italiani non sono un popolo razzista. Siamo apprezzati in tutti i paesi più poveri del mondo per la nostra umanità, per tutto il bene che facciamo. Il problema è la strumentalizzazione che, per motivi purtroppo politici, pochi fanno. Nel caso, ci sono stati pochi e circoscritti episodi, quindi pochi singoli episodi (considerando la grandezza del paese... il fenomeno risulta ancora più ridotto), di (momentanea) intolleranza, cosa MOLTO diversa dal razzismo. |
25-10-2008, 08.31.10 | #39 |
Ospite abituale
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Riferimento: Parliamo di razzismo.
Già, VanLag, però non è sempre facile mettere in pratica ciò che un idealista come te potrebbe considerare ovvio se non naturale….Lasciamo stare casi politicamente ardui come quelli della Palestina, della Georgia o del Tibet; esaminiamo il caso dell’antropologo o dell’etnologo mandato a visitare i superstiti dell’ultima tribù paleolitica ancora esistente in una foresta africana o dell’Amazzonia: che fare? Denudarsi e dipingersi il volto per non screditare le usanze locali e adattarsi comunque a quell’armonioso modo di vivere, o far capire che esiste qualcosa di diverso al di là dei monti e dei mari, qualcosa che una volta si chiamava “la civiltà” e ora dovrebbe scandire il mea culpa, accusandoci di aver obbedito a un cieco e vorace colonialismo, che dovrebbe farci vergognare del nostro passato e lasciare intatta quella tribù perché l’evoluzione compia il suo corso fino alla fine: o in qualche modo porgere loro la mano, distribuire qualche compressa di chinino oltre che qualche zolfanello per accendere il fuoco? Insomma, dopo che abbiamo accertato che non ci siamo solo noi europei su questo pianeta, far capire agli altri che neppure loro son soli. Alla fine, educare o non educare? Forse, al di là di ogni strategia antirazzistica, è questo il problema: comprendere, certo, ma anche aiutare, in nome di quella che Lessing chiamava – con un residuo di bieco euro-centrismo? – “educazione del genere umano”.
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