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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
03-04-2011, 19.04.17 | #5 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Kant e l'a priori
Citazione:
Mi spiace dello scarso contributo che potrò dare a proposito di Kant: ricordo ben poco e poco mi entusiasma: preferisco Lorenz (piu’ leggero da digerire) di cui riporto da WIKIPEDIA: "Nella filosofia moderna con Konrad Lorenz, grazie alle sue ricerche etologiche,l'a-priori diventa sinonimo di innato nell'individuo, di categorie mentali che a-posteriori derivano filogeneticamente dall'interazione evolutiva della specie con l'ambiente: «...qualcosa che sta agli elementi della realtà extrasoggettiva come lo zoccolo d'un cavallo sta alla steppa o la pinna d'un pesce all'acqua.» [1].In sostanza il termine "a priori" sta a significare qualcosa che avviene all'inizio del processo conoscitivo(Kant) ovvero prima dell'esperienza." In sostanza per Kant l’a-priori avveniva prima dell'esperienza (sic!), ma forse diceva bene e razzolava male, cioè non aveva idea (e non poteva!) di come aprioristicamente ed evolutivamente si sia formato il nostro sistema pensante a livello di genoma: esiste fra sistema pensante e spazio/tempo (e tutto quanto l'universo) la stessa correlazione che esiste fra lo zoccolo del cavallo e la steppa: la steppa ha modellato lo zoccolo del cavallo! Infatti, se ho ben capito, Lorenz intende la modellazione che lo spazio/tempo (come ogni altra entità del'universo sensibile) ha operato, sul nostro cervello (sullo psicosoma nostro e di ogni specie) a livello aprioristico, nel nostro farci,….prima o contemporaneamente, indipendentemente dalla coscienza. E' roba a livello antropico, insomma: noi siamo così, la intendiamo così, perchè il sistema antropico (di cui anche lo spazio/tempo è costituente apriori) nel quale siamo apparsi ed evoluti, è così....per tutti quanti i viventi intendo... tanto che anche la mia gatta (senza nulla sapere di postulati, assiomi, o convenzioni varie relative al calendario giuliano o all'ora legale) ha un senso preciso dello spazio/tempo: a quei determinati istanti ed in quel determinato luogo, inderogabilmente, deve essere rifornita dei croccantini cui ha diritto...pena le più strazianti scene e miagoli di felino abbandonato e derelitto consunto dalla fame. In definitiva la sensazione di spazio/tempo, o come altrimenti vogliamo definirlo, è entità integrante del nostro sistema nervoso e quindi inferisce sui nostri pensieri come lo fanno i neuroni, gli assoni ...o qualunque altra diavoleria vi sia implicata. Anzi, or mi sovviene, inferisce sui nostri cicli vitali…di cui la “coscienza” può solo prendere atto. Citazione:
Mi pare, però, ci sia ben altro da dimostrare o da scoprire: scoprire, ad es., che il tempo non esiste! che è solo una nostra illusoria sensazione, come il sole che orbita intorno alla terra o come le sua luce, bianca, …al limite |
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04-04-2011, 08.53.46 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Kant e l'a priori
Citazione:
Alessio chiedeva se l'a priori si possa ritenere un "postulato". Se fosse da ritenere un postulato, come ci arriva Kant a postulare all'a priori? Così, un giorno si è alzato e ha scritto: postulo l'a priori!?! Oppure ci arriva tramite un ragionamento o, sarebbe meglio, sia un concetto "evidente"? Per esempio perchè il tempo e lo spazio per Kant sono categorie a priori? Sarebbe interessante capire il lavoro del filosofo (a questo punto Kant), cioè se scrive tramite un tipo di ragionamento o secondo la "fantasia" (in questo caso saremmo tutti bravi). |
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05-04-2011, 20.01.12 | #7 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Kant e l'a priori
Citazione:
Approfitto della spiegazione e ringrazio. Noumeno nel significato di "cosa in se" "inconoscibile" dietro al "fenomeno" noto, mi pare un pò concetto ambiguo: da un lato mi sà di metafisica dall'altro mi pare una ovvietà: tutte le cose hanno un significato o consistenza in sè...mi pare...conoscibile o non conoscibile che sia! Citazione:
Il Noumeno, però, come "concetto limite" o tendente asintoticamente alla possibile conoscenza, anche se mai ci arriva, mi piace di più...anzi direi che che è proprio così! Ma mi chiedo, o chiedo alla gentilezza di Giorgiosan, il tendere al limite indefinitamente è farina del sacco di Kant o di chi obietta...dei suoi critici, cioè? Citazione:
Inconoscibile...potrebbe essere, secondo Kant. Ma ora, pur rispettando il significato Kantiano,...mi parrebbe più proficuo e più vicino ad un linguaggio "scientifico" dire "che il noumeno, oltre il fenomeno, è la cosa in sè che ancora non conosciamo". Volgarmente, tentando una conciliazione, io userei l'espressione: "tutti i problemi hanno una soluzione, nessuna soluzione è perfetta, tutte le soluzioni si possono migliorare...sempre". Ed è vero: io, ad es., non sapevo che questa mia espressione, che utilizzo spesso nelle mie esternazioni operative incitanti alla speranza, fosse anche Kantiana! Ora lo sò! E' UNA ILLUMINAZIONE! e la mia stima dell'uomo Kant e della filosofia in genere, è effettivamente incrementata. Citazione:
Il concetto di "tendenza al limite" è fondamentale nella Analisi Matematica e nella esplicazione tecnica e scientifica...persino nella conformazione dei manufatti che mai sono "perfetti, come pensati": ogni affermazione o "trovato" pur vero in sè... o al momento, non puo' che evolvere verso un possibile miglioramento...se non precipita nell'inopinato caos. Tralascio il seguito, pur interessante, natura premit, spero di riprendere. Ultima modifica di ulysse : 06-04-2011 alle ore 19.18.18. |
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07-04-2011, 12.25.16 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-04-2011
Messaggi: 63
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Riferimento: Kant e l'a priori
Premetto che non sono esperto di filosofia, ma un semplice appassionato. Provo a risponderti in base a quanto ho capito leggendo tra internet e libri.
Kant arriva a formulare l'a priori partendo dagli studi gnoseologici e direi anche in un certo senso epistemologici che compie sui giudizi analitici aristotelici: i sillogismi. Per Kant i sillogismi sono giudizi certamente veri ma privi di informazione, perchè nei sillogismi il predicato è già contenuto nel soggetto, quindi l'operazione logica che unisce predicato e soggetto risulta tautologica e praticamente inutile. Da quì l'intuizione di postulare (e quindi sì, per me è un postulato) un operazione logica, un "Modus ponens", che permettesse di aggiungere informazioni al predicato non ancora presenti nel soggetto. In un certo senso, se ho capito bene quanto letto tra libri e internet insomma, Kant ha scoperto cio' che i matematici antichi avevano scoperto molto prima di lui;... |
07-04-2011, 14.11.39 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Kant e l'a priori
Citazione:
I postulati in Kant, (parliamo di ragion pratica) partono tutti dal principio fondamentale della moralità, che non è un postulato, ma una legge (Kant) ed è questa legge che esige tali postulati, che sono cioè le conseguenze necessarie di questa legge. Ora le legge (morale ) rappresenterebbe quindi l'”elemento” di cui ci si può domandare come Kant lo abbia ricavato, dobbiamo spostare sulla legge il nostro problema assiomatico. Vediamo cosa dice Kant della legge morale: "c’è una legge morale con valore universale e questa asserzione è immediatamente evidente".. è un "fatto della ragione e quindi non può essere ricavata dall’esperienza ma è “a priori”. Ci spostiamo quindi sull’ a priori: Kant usa il termine nel senso di “indipendente dall’esperienza” ed afferma che è la ragione la fonte di tutti gli elementi a priori della conoscenza...(per lui e per il razionalismo). Spostiamo quindi l’attenzione sulla ragione:, ma qui dovremo fermare la nostra risalita ... perché nell’ambito morale la ragion pura funziona incondizionatamente, in quanto è essa l’organo della legge morale….( imperativo categorico)...dovremo fermarci perché la ragione è il cuore del sistema kantiano e non si può certo esaurire questo tema nelle poche o molte pagine di un post. Sinteticamente si può dire che, in Kant: la ragione è sinonimo di intelletto e si audetermina, essa è la facoltà di pensare l’incondizionato andando oltre i confini dell’esperienza, inoltre la ragion pura “racchiude" i principi che consentono di conoscere qualche cosa esclusivamente "a priori". (La ragion pura è teoretica quando riguarda la conoscenza, è pratica quando è considerata come fonte delle leggi della vita morale) Ultima modifica di Giorgiosan : 07-04-2011 alle ore 21.50.38. |
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07-04-2011, 18.20.25 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Kant e l'a priori
Citazione:
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