ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
27-05-2008, 18.49.50 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
|
Riferimento: Perché tanto accanimento verso il relativismo?
Citazione:
|
|
27-05-2008, 21.42.25 | #6 |
Ospite
Data registrazione: 25-05-2008
Messaggi: 5
|
Riferimento: Perché tanto accanimento verso il relativismo?
Il relativismo ci rende un pizzico di libertà, forse per questo è tanto avversato.
Inoltre le religioni nate nell'area mediorientale, che sono filosoficamente quasi-uguali, esprimono un completo assolutismo. Purtroppo anche la scienza "ufficiale" si comporta in questo modo e di fatto si oppone a qualunque modifica di paradigma. E pensare che, dopo il teorema di Goedel (1936), è sparita la certezza anche dalla matematica, cioè da un sistema astratto. Si sta benissimo anche senza certezze, e senza verità assolute. Ma chiunque abbia un "potere" si oppone ad ogni forma di relativismo. Lo lasciano ai filosofi, pensando forse che non possono nuocere... Comunque, una ventina di anni orsono, era uscito un libro di uno scienziato, addirittura riconosciuto con il Premio Nobel (Ilya Prigogine), intitolato "La fine delle certezze". Ma i poteri stanno tranquilli: quei libri li leggono in pochi. |
27-05-2008, 22.03.51 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-05-2007
Messaggi: 107
|
Riferimento: Perché tanto accanimento verso il relativismo?
Perché nega l'assoluto cioè dio, o Dio, che dir si voglia.
Ciò in effetti può essere vero, ma anche le ideologie totalitarie del secolo scorso hanno negato dio sostituendolo con altri miti:il progresso ,la razza, lo stato, il proletariato e chi più ne ha più ne metta. Le ideologie che negano la trascendenza per poi assolutizzare l'umano sono ben più pericolose del relativismo, anche perchè il relativista, sperimentando la limitatezza delle opinioni umane, sarà sicuramente vaccinato da ogni tentazione di fanatismo ed intolleranza; a me non risulta che Protagora, Gorgia da Lentini, lo scettico Pirrone abbiano partecipato a crociate o commesso i crimini di Hitler, Stalin e via discorrendo. Anzi, il relativismo può anche diventare un punto di partenza per raggiungere di volta in volta un punto di vista più obiettivo e vero; sperimentando la limitatezza delle varie opinioni umane si può giungere a superare gli errori contenuti nelle singole idee, come appunto sosteneva Protagora quando diceva che il sapere umano è perfettibile, anche se non si giunge mai ad una verità assoluta. Eppoi, in fin dei conti, sarebbe veramente auspicabile conoscere questa tanto desiderata verità assoluta? Io dico di no, perchè una volta raggiunta la Verità, il dialogo muore, non ha più senso interrogarsi, nè conoscere, tanto si sa già tutto, non si ha nemmeno più il piacere di scoprire realtà nuove. La Verità coincide con la ricerca continua di se stessa. Per quanto riguarda le critiche continue al relativismo, io penso che tale posizione venga osteggiata anche perchè attacca uno dei vizi più radicati nell'uomo:la presunzione! |
27-05-2008, 22.19.12 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
|
Riferimento: Perché tanto accanimento verso il relativismo?
secondo me innanzitutto queste persone (quelle che hai citato tu) non hanno capito cosa i relativisti vogliono dire, e forse non lo possono neanche capire.
Relativista per loro è chiunque neghi le cose in cui loro credono veramente. Di conseguenza il relativista per loro è colui che pensa "tutto va bene". E' ovvio che questo non è il senso filosofico del relativismo, nel senso post-moderno del termine. Ad ogni modo, io concordo con chi ha detto che odiano il relativismo proprio perchè sono assolutisti. La differenza sostanziale infatti tra un realtivista (come me) e uno che non lo è, è che io posso vivere tranquillamente sapendo che c'è gente che crede in qualcos'altro, e loro non possono: hanno bisogno per credere in ciò in cui credono, che lo credano anche tutti gli altri, e per questo si accaniscono. Semplice ma vero (senza contraddizione) |
28-05-2008, 08.12.43 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
|
Riferimento: Perché tanto accanimento verso il relativismo?
Sì, il dilemma assolutismo-relativismo che qui ancora una volta vogliamo dibattere, può richiamare gli interessi sospetti da una parte delle religioni, o meglio delle chiese, dall’altra dei politici – in quanto l’affermazione che una verità assoluta esiste è per gli uni e per gli altri equivalente a un'auto-celebrazione urbi et orbi del loro potere.
Però non è detto che il problema non sia un vero problema, che ha accompagnato la storia della filosofia e che mi sembra sintetizzabile in questa formula: tutti siamo convinti che una verità assoluta c’è e non può non esserci, ma è tale perché non la conosciamo e possiamo soltanto cercarla attraverso un continuo e ineliminabile relativismo. Che alla fine è quello che salva la verità perché, se fosse possibile esprimerla, diventerebbe ipso facto relativa e fallirebbe la sua funzione trascinante, cioè il suo stesso significato. L’errore, o meglio il sopruso, viene nel momento che uno dice: l’assoluto è quello in cui credo io, è l’assoluto che ho in pugno e non quello che voi cercate e non sapete trovare: ed è un errore che rappresenta una tentazione in verità non solo dei religiosi ma anche dei filosofi e forse degli scienziati - perché qual è quello scienziato che nel momento in cui concepisce la sua teoria non pensa o sente d’aver raggiunto la verità, disposto eventualmente ad affermare, nei simposi ai quali partecipa con i colleghi, che la discussione è aperta, e tutti potranno presentare un’altra teoria? Certo, l’assolutismo dei politici è più dannoso (sempre sul limite di trasformarsi in totalitarismo) – e quello dei religiosi non lo è meno (con l’aggravante che spesso si associa a quello politico) - però si può, anzi si deve riconoscere che l’assoluto è una luce che rimane scintillante laggiù, al termine del nostro umano cammino, anzi (e qui direte che pretendo troppo) al termine del cammino dell’universo, perché solo alla fine del viaggio un Ulisse (o magari un Nessuno) potrà dire: l’assoluto è questo! Dunque, per riassumere tutto in una parabola: beato colui che crede nell’assoluto e nella speranza che qualcuno lo possa alla fine raggiungere – infelice colui che crede che l’assoluto è ciò in cui egli stesso crede. E il giudizio può fermarsi qui, senza bisogno di indirizzare il primo in un paradiso e l'altro all’inferno. |
28-05-2008, 08.13.10 | #10 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
|
Riferimento: Perché tanto accanimento verso il relativismo?
Citazione:
Dunque qual è il senso? Io credo che agli antirelativisti sia semplicemente capitata a questo giro una mano da giocare e se la stiano giocando al meglio. La filosofia è entrata in un vicolo cieco, s’interroga sulla verità e non ne sa definire i contorni, e allora tutto diventa sfumato, fino a confondersi una cosa con l’altra, everything goes dice Feyerabend e se tutto, ma proprio tutto va bene e nulla è più vero di qualsiasi altra cosa allora non sono relativista nemmeno io. Il pensiero debole non è in grado di poter contrastare quello forte, la filosofia non può ad esempio negare validità al creazionismo, perché se la verità non si può raggiungere allora creazionismo ed evoluzionismo sono pari. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché e in che modo il relativismo può segnare un confine tra questi e un perché uno solo dei due possa essere insegnato nelle scuole. Ma anche l’etica, la morale è diversa per ognuno di noi, ma non è possibile reputarle tutte giuste, ci deve essere ad un certo punto un limite invalicabile, oltre il quale non si può andare, assoluto dunque. |
|