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15-01-2005, 08.34.14 | #83 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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Un commento a questa tua frase: "Il problema non è l'ideologia, ma la scelta di una ideologia rispetto ad un'altra, scelta che riposa su assunti culturali, psicologici, sociali, ecc.".
Giusto ! Ma che possibilità di scelta ci sono in una società ove prevalgono gli interessi personali e non c' é alcuna tradizione di interessi del Paese ? Che possibilità di scelta ci sono in una società che ha la mentalità descritta in "Italia Desnuda" e "Definizione" ? il link per vederli é: http://angrema.blogspot.com www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “società”). Ci sno due categorie di realismo, semplificando per capirci: - il realismo di quei popoli ove c' é la cultura dei fatti, della costruzione, e della verità (ad es. alcuni popoli anglosassoni e tanti popoli della U.E.). Allora ci sono poche incertezze nei dialoghi fra persone; - il realismo dei popoli latino-americani e dell' Italia (ove il diritto é carta straccia e ove il doppio linguaggio e il furbismo sono la regola), che é un realismo inesistente e rassegnato in campo sociale, diverso in ambito privato, ma al di fuori dellla legge spesso. La cultura della distruzione, quella dei posti ove non ci sono leggi ma battaglie personali, é un altro fattore. Quando il secondo realismo impera, le capacità di scelta della giusta persona da votare (quelle sicura) sono bassissime. Ecco un modo di spiegare le scelte fallimentari al voto. La mentalità ! E un modo per capire, secondo me, che il problema chiave italiano é.... la mentalità latino-americana... Antonio Greco |
15-01-2005, 18.14.16 | #85 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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Ciao Tornelius, questo forum (come anche troppe conversazioni) tende a spezzettarsi in dialoghi a due, cosa che io vorrei combattere. Per questo tengo a ribadire che non avevo intenzione (se pure così è sembrato) di parlare DI te, ma di parlare CON te, sperando al contempo di riuscire a coinvolgere anche altri in un dibattito che ritengo tanto più proficuo quanto maggiore è il numero delle persone coinvolte.
Riguardo a Popper e la sua società aperta, visto che evidentemente ti interessa come argomento, e visto che di questo quasi misconosciuto filosofo che ha rivoluzionato l'epistemologia io apprezzo parecchie posizioni, che credo possano contribuire non poco all'avanzamento del nostro livello culturale, andiamo ad approfondire. Anzi, continuiamo a fare chiarezza. Intanto, mi chiedevo se qualcuno ha letto direttamente le opere di Popper, così da poter valutare con maggiore capacità critica quanto io andrò scrivendo sulla base di quanto ricordo. Poi, e più in dettaglio, volevo precisare che la società aperta di Popper non ha nulla a che fare con progetti utopici tipo la Repubblica platonica, il leviatano hobbesiano. Non è un piano di interventi per proporre un particolare modello politico. È una critica al totalitarismo ed alle filosofie che lo sostengono, le cui radici egli traccia indietro fino a Platone, passando poi per Hegel e Marx. Inoltre, Tornelius, le affermazioni contenute nell'opera di Popper ti troverebbero sicuramente d'accordo, visto che egli propone l'adozione di metodi di "ingegneria sociale" esclusivamente e strettamente gradualistici, consapevole del fatto che più vasto è l'intervento, più ampio il margine per commettere errori, più estesi i possibili danni e dunque difficili e lunghe le correzioni da introdurre. Riguardo l'importanza della storia, mi trovo perfettamente concorde: dopotutto la cultura è memoria. Purché con il pretesto di difendere la storia non si rischi di prolungare situazioni di sofferenza. PS: la mosca ha memoria, ma i suoi modelli mentali consentono solo un certo tipo di strategie tutte basate sulla sua percezione del mondo. Allo stesso modo, i nostri comportamenti dipendono dalle stesse cose: schemi mentali determinati dalle caratteristiche fisiche del cervello, strategie volte a guadagnare piacere e fuggire dolori, percezioni che forniscono dati di input e verifiche del nostro output. |
15-01-2005, 20.12.36 | #86 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-01-2005
Messaggi: 134
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Mi fa piacere di essere arrivati ad un chiarimento, però devo deluderti in quanto di Popper non ne so molto. La mia cultura "popperiana" si limita allo studio universitario dell'epistemologia; percarità, l'epistemologia contemporanea si basa quasi esclusivamente sulle innovazioni metodologiche che la riflessione di Popper ha portato, però si tratta sempre di uno studio non approfondito bensì di livello scolastico. Quindi al di là del rapporto induzione/deduzione, delle critiche ad alcuni filosofi antichi, della storiella del tacchino induttivista e delle nuove metodologie apportate alle varie discipline del sapere non posso andare. Un saluto!
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15-01-2005, 23.05.25 | #87 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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Il piacere è reciproco, anche perché l'ultimo scambio di post ha messo in evidenza come sia possibile che la carenza di cultura possa creare situazioni di conflitto.
Certo non voglio dire che qui lo si è cercato, né che si sia sviluppato. Ma basta l'uso di certe opinioni in un modo che non corrisponde a come l'altro le intende per creare, come minimo, qualche difficoltà di comprensione. Il fatto che ci troviamo in un forum dove la norma è il ragionare pacatamente serve a prevenire scivolamenti in più bassi comportamenti. Se il contesto fosse stato diverso, magari, si sarebbe arrivati a più dure contrapposizioni. Per questo l'invito che dovremmo rivolgere, non solo agli amici con cui incrociamo le nostre discussioni sul forum, ma anche a chi incontriamo fuori da questo luogo virtuale, è di fare molta attenzione a ciò che diciamo e a come lo diciamo. L'uso coerente e competente del linguaggio e delle nostre opinioni può servire a diffondere l'interesse per la cultura più di tante dotte lezioni. Ciao a tutti Giovanni |
20-01-2005, 00.24.38 | #88 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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Volevo tornare nuovamente entro i più stretti confini del tema in discussione.
In questi giorni di pausa, non solo su questo furum, si sono agitate le solita parole contro il decadimento culturale in atto nel nostro paese. Da più parti viene indicata nella valorizzazione delle competenze culturali, in specie relativamente ai campi collegati alle tecnologie informatiche, il nuovo obiettivo per un futuro di sviluppo e prosperità. Accademici e studiosi vedono il nuovo secolo come il secolo della formazione, in cui diventerà prioritario procedere ad una seconda alfabetizzzazione, che dia qualcosa più delle competenze di lettura e scrittura e far di conto, che aiuti a sviluppare la consapevolezza di come funziona il mondo intorno a noi, per poterne comprendere, insieme alle dinamiche, anche le tecniche per rimediare e sopravvivere ai nostri stessi errori. In quest'ottica, più che un proliferare di discussioni slegate tra loro, sarebbe forse auspicabile anche una integrazione tra i thread, con un rimando reciproco, ove necessario, per far sì che proposte interessanti (ad esempio) per questo, non vengano dimenticate in un altro e viceversa. Solo cominciando a pensare in questa ottica di apertura, forse, riusciremo ad aprire di più le nostre e le altrui menti. Ciao Giovanni |
23-01-2005, 22.15.08 | #89 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-08-2004
Messaggi: 464
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Sarà l'ultimo post?
Dopo tanta promozione culturale, pare che i pro-motori siano a corto di benzina.
E questo particolare promotore si sente pure un po' solo: non esiste cultura che sia strettamente individuale, essa DEVE essere trasmissibile E trasmessa, deve poter essere conosciuta, criticata, ricordata. Se no... |