La Riflessione Indice
Islam e ragione
di Nomask Cesarscoin
per Riflessioni.it - gennaio 2006
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Capitolo 12 - Lo Spirito dei Libri Sacri
CAPITOLI |
10 La coscienza Controlla le Azioni |
Allah, Maometto e il Corano, come le altre religioni, devono essere l'anima, il pensiero, la spiritualità della gente. Non devono fornire la spada, il fucile, la bomba, l'arma al potente. Non devono essere esca alla violenza, al fanatismo che massacra tutta la popolazione delle città conquistate, come spesso hanno fatto dai tempi biblici. Le religioni non fondano ordini guerrieri. Non seguono politiche di fratricidio o nepotismo per assicurare successioni interessate. Ma fondano ordini religiosi dediti allo sviluppo culturale e soprattutto assistenziali e alla preparazione di uomini più sensibili e rispettosi della dignità umana. Preparano missionari pronti a sacrificarsi per i bisognosi e non prepotenti che impoveriscono le persone più deboli e abbandonate.
Le religioni promuovono la coscienza della necessità del soccorso reciproco e non per combattersi. Insegnano a crescere fino alla scoperta di verità umanamente accettabili da tutti, su cui poggiare l’edificio antisismico della pace e fratellanza universale. Non promuovono miscugli stregoneschi di insegnamenti islamici induisti cristiani ebraici atei per accontentare l'ecumenismo senza chiarezza e verità. Scoprono la verità senza paure e illusione.
Le religioni, se scoprono che sbagliano, non hanno vergogna di confessare gli errori. E’ umano sbagliare. Riconoscono il peccato. Accettano la giusta correzione con gratitudine. Vi vedono la possibilità di liberarsi dall’errore e di non commetterlo più e di rimpiazzarlo con le verità utili a sviluppi ulteriori in salute mentale e fisica. Soprattutto le religioni non usano le prepotenze e gli errori dei padri per vendicarsi e combattersi con ferocia oggi. Questo è davvero solo satanica. Non elevano un minareto più alto della cupola di S. Pietro per umiliare il vaticano e il vaticano non teme e non si sente offeso dall’infantilismo campanilistico del minareto nel volere apparire magari più grande e forte di quello che è. E’ una vanità di immaturità.
Il rinascimento deve molto alla cultura islamica. Assorbe da essa molte dottrine e specialmente la scienza della navigazione che mette le fondamenta per la conquista del Nuovo Mondo. L’occidente intelligente non si è sentito mai colonizzato per aver ricevuto nozioni e mezzi di progresso. Cambia perfino i sacri numeri romani con cifre arabiche molto più pratiche. Ora neppure l’Islam deve sentirsi umiliato se deve imparare dall'occidente. Anzi ne deve essere grato e critico costruttivo. Le religioni devono incoraggiare l'interpretazione di valori di tutte le parti ed aiutare a utilizzare ogni raggio di luce delle altre culture. Non sono isolazioniste e neutrali e neppure sincretiste o scettiche o eclettiche, ma direttori di una grande orchestra con miriadi di strumenti da armonizzare e dirigere.
Il fondamentalismo islamico deve incontrarsi e concentrarsi nello spirito del Corano e di Maometto. Deve evitare la mentalità gretta e provinciale dei tempi e uscire dalle sacche di tenebre impenetrabili e barbare che distruggono in tutte le parti. 1300 anni non devono passare invano per i musulmani. L'irragionevolezza dei secoli non è autenticamente coranica o musulmana. Neppure per i cristiani sono passati invano 2000 anni. Essi pure capiscono che il ritorno alle sorgenti evangeliche incrementa l'amore reciproco. Anche gli ebrei dimostrano l'antica genialità, se riconoscono che il vero ebreo può usare la Kippà, ma non la fa pesare come cappa di piombo sui palestinesi. E gli induisti in India sono saggi secondo il vero spirito religioso, se non rivendicano strati di fondamenta di moschee a danno di tante vite umane. I giapponesi sono pratici anche religiosamente, se non si allarmano per la sopravvivenza di riti imperiali e adottano un cristianesimo convinto ed efficiente come la loro geniale assimilazione delle idee tecniche occidentali con cui hanno conquistato il mercato dei maestri. Qui, nella stanzetta dove vengono scritte queste parole, su cinque prodotti fra radio e registratori quattro sono nipponici.
Con questo spirito le religioni incoraggiano il sano sviluppo e animano il mondo che l'uomo trasforma con gli stupendi mezzi moderni, donati da Dio o Allah all'umanità, tramite il lavoro dei cervelli intelligenti. Le religioni non assassinano l'infedele né frantumano le anfore di vino, con cui si ubriacano gli infedeli. Se le religioni spronano alla repressione delle bizzarrie, dimostrano solo che nella sostanza dei fatti sono più infedeli e blasfemi dell'ubriacone.
La volontà di Allah la compie chi è buono e misericordioso. Il buon religioso vendica Allah e corregge l'uomo, ma non con la violenza. Il buon cristiano o musulmano inorridisce davanti ai grovigli rivoltanti di pratiche arcane, di misticismi segreti, di culti della personalità, di messe nere, di spiritismi. Ma non li combatte con le armi. Li attacca solo con la pazienza la bontà e la parola chiara e sincera e l'esposizione di veri basici principi semplici. Il religioso si oppone alle interpretazioni letterali dei libri sacri strappandoli dal contesto di millenni fa.
Il religioso ignorante trascura, senza accorgersene, lo spirito dei libri sacri e trasforma tutto in parole sataniche e annulla la rivelazione di Allah. Ogni parola del vecchio Corano è ispirata da Allah quando viene scritta. In quel momento storico Maometto e i suoi collaboratori non possono immaginare nulla di più razionale e perciò in quel caso Allah approva ogni azione che procede dall'amore alla verità o alla concretezza utile alla salvezza della gente. Maometto e i suoi scrivani affrontano problemi concreti del momento e perciò pesano coscienziosamente parola per parola prima di redigerla definitivamente nel Corano. Allah parla tramite persone come Maometto che si calano nei problemi della gente e li vogliono risolvere a costo della tranquillità personale.
Ora il lettore onesto deve ricreare un Corano totalmente diverso perché sia spiritualmente identico al primo. Le menti devono meditare con la stessa pensosa serietà le cose attuali e sforzarsi di risolverle. Fondamentalisti armati di irrazionalità e spada o pistole tradiscono Allah e Maometto in nome della fedeltà al Corano e Maometto.
Le religioni, dopo aver raggiunto una base comune di razionalità divina, possono organizzarsi a proprio modo per rendersi più utili all'umanità e per sostenere lo sviluppo del benessere spirituale, culturale e materiale. Esse predicano la responsabilità personale, il pacifismo, il disarmo e un ordine internazionale teologico e solidale. Ma la fantasia è il serpente tentatore. Essa è la prima a servizio dell'uomo. E' intuizione, luce. Ma dimentica di essere l'ultima nella graduatoria dei valori umani. Deve essere onorata, ma deve essere svergognata e denunciata per abuso di potere se presume travalicare ed asservire l'uomo. E' una santa quando serve. Ma diventa una prostituta, se viene adorata. E' sterile se domina e madre di prole sana, se serve. La fantasia immagina ipotesi eretiche o ortodosse, assurde e inconsistenti o solidamente piantate a terra. Pronuncia bestemmie e preghiere. Ma è sempre innocente, se non tiranneggia come padrona assoluta.
Solo la vita vissuta rivela la verità o la menzogna delle supposizioni della fantasia. La fantasia non fonda la verità. Essa viaggia fuori della realtà. Cerca Dio dentro nelle cose, dentro uno scritto definito divino soggettivamente. Cerca le credenziali oggettive di parola superiore e garantita. La fantasia è introspettiva. Ella si avvolge attorno ad ogni cosa e poi se la guarda con comodo, con eccitazione. Si impossessa di tutto. Invoca Dio racchiuso nelle menti, nelle anime, nei corpi. Investiga i motivi della tristezza, della gioia, dell'amore, dell'odio. Ella sbaglia solo quando pensa di aver trovato Dio e invece ha costruito un Dio che può essere non valido per il fratello.
Certamente Dio è dentro nelle cose - questa è fantasia ortodossa anche - ma conoscere tracce di Dio, non è lo stesso che conoscere Dio. Il divino e l'umano non si identificano. Onestamente non si conoscono neppure le tracce di Dio. Se ne ha solo una sensazione o una intuizione.
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