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Islam e ragione

di Nomask Cesarscoin

per Riflessioni.it - gennaio 2006

  • Capitolo 09 - Allah Imbecca la Ragione

CAPITOLI
01 Le Credenziali
02 Corruzione Nauseante
03 Amputare le Mani al Ladro
04 Controllo della Moralità
05 Guardie di Allah
06 Fiutare la Satanicità
07 Ricercare la Verità
08 Smascherare le Truffe
09 Allah Imbecca la Ragione

10 La coscienza Controlla le Azioni
11 Un Angelo accanto ad ogni Cervello
12 Lo Spirito dei Libri Sacri
13 Eretici e Ortodossi
14 La Verità Scolpita nei Cuori
15 L’Uomo è Nano
16 Inutili Stragi
17 Equilibrare le Tendenze
18 Credere
19 Due “Capricci” di Gesù

Il Corano e la tradizione coranica trattano problemi dei loro tempi e se trovano qualcosa di irrazionale e irragionevole lo condannano. Solo la mente può decidere anche sulla soluzione dei problemi non previsti da Maometto.
Allah tace tutta la verità. Rivela la soluzione dei problemi dei tempi di Maometto. Allah è la saggezza di Maometto. Allah vuol parlare solo attraverso la riflessione delle menti. E' solo e sempre la ragione l'unico corrispondente speciale del cielo di Allah. La mente di Maometto perciò non può anticipare le metamorfosi così radicali di questi ultimi secoli. Se fosse stato davvero Allah, avrebbe consegnato una versione autentica del Corano, almeno in inglese moderno, per non costringere i bambini a imparare il suo volere in arabo, una lingua non spontanea a un bambino o adulto di altri climi e culture. Anzi Allah l'avrebbe tradotto senz'altro nelle lingue mondiali più diffuse.
Maometto ha una mente logica e delle sue conclusioni se ne può fare anche l'applicazione per i problemi moderni. Ma non è così facile capire il Corano oggi. Solo la ragione è autorizzata a dire la sua parola decisiva al momento. Il Corano proibisce di bere il vino, ritenuto dannoso per la dignità umana, e poi coerentemente, secondo lo spirito del Corano, i musulmani per analogia dichiarano illeciti e irragionevoli tutti gli squisiti superalcolici prodotti oggi come pure proibiscono la droga.
In questo caso la ragione interpreta adeguatamente il carisma coranico. Allah parla attraverso la ragione e riscrive nuovi Corani per salvare meglio la dignità dell'uomo contemporaneo. Maometto concretizza nel Corano il suo pensiero sincero. Lo ricava dalle sue situazioni storiche. Egli sceglie fior da fiore e li ripulisce di tutto quello che sembra appassito o puzzolente. Se tutti usassero così correttamente e schiettamente la ragione, Allah rivelerebbe in ogni tempo la cosa migliore da fare. Dunque i buoni musulmani si basano anche sul Corano, pregno di una sintesi stupenda di saggezza - perciò rivelata da Allah - scaturita da una seria osservazione della società, per capire e vivere onestamente oggi.
Allah oggi imbecca la ragione degli uomini servendosi di Bibbia, Vangeli, Carte dei diritti umani e delle altre manifestazioni di ragionevolezza. Il bravo musulmano medita tutto e usa tutto per cercare di salvare tutti. Il nuovo Maometto non reprime le "ingiustizie coraniche" che non fanno effettivamente danno a nessuno. Se qualcuno vuole ubriacarsi, compie una cosa contro il Corano, perché ora è più chiaro che a Maometto lo sfacelo che l'alcol causa nell'organismo e questo è il castigo di Allah. Il buon musulmano non aggiunge alle malattie fisiche e mentali la sua dose di tortura per punire il peccatore dopotutto un povero ignorante da aiutare come si può.
L'originalità del Corano è nella sua elementarità o banalità, se questa parola non suonasse irrispettosa.
All'inizio il Corano distrugge la rete intricatissima di riti e miti e idoli e disordini morali di quella regione dove sorge. Ma poi gli islamici costringono il Corano a crescere innaturalmente. Ne fanno un albero mostruoso. Invece di farlo sviluppare in un flusso vitale, lo trasformano in un massiccio cancro maligno che si diffonde in tutte le parti del corpo e lo paralizza come il tetano. Lo immischiano in mille faccende privatissime e personali e politiche come un'aria mefitica che rende tutto irrespirabile. I cristiani, gli ebrei, ecc. sono tentati di fare lo stesso e lo fanno in tutti gli spazi che trovano. La chiesa, la moschea, la sinagoga, la pagoda devono attirare dando qualcosa di buono. Invece molti ci vanno perché non ne possono fare a meno. Difatti vengono perseguitati se non sono praticanti.
Allah crea la persona libera e responsabile. Non si ingerisce nello spazio vitale dell'individuo. Non determina anche il gusto. Non gli sceglie anche lo stile e la foggia del vestito. Non spegne la vivacità, perciò la vita meravigliosa delle nuove generazioni. Se Allah avesse voluto uno standard anche esteriore per l'uomo, credono i musulmani che Allah non lo avrebbe creato in serie? L'avrebbe creato vestito come gli altri animali. Invece lo fa nudo e vuole stimolargli la creatività e perciò l'uomo (o la donna) strappa prima la foglia di fico e poi fonda tutte le case di moda. L'uomo dimostra la sua genialità, raggio della luce divina, nel confezionarsi la stoffa e gli abiti per protezione e ornamento del corpo. Così l'uomo dimostra praticamente che in qualche modo è veramente creatura del fantastico creatore. Ogni artefice mette qualcosa di sé nella sua opera. L'iniziativa umana manifesta in qualche modo che possiede una traccia della grinta del suo creatore. Oppure, se Allah avesse voluto gli uomini in uniforme e senza iniziativa, li avrebbe potuto formare senza cervello libero e razionale, cioè come robot. Il cervello è l'origine di tutti i guai dell'uomo sulla terra.
Ma qui sorge un problema. Se l'uomo fosse stato un robot vivo, chi avrebbe potuto creare i robot meccanici? Forse Allah avrebbe dovuto ingaggiare anche gli angeli per questo lavoro, oltre a dar loro il compito di pilotare gli astri. A proposito gli astri non sono robot? Ma allora perché li fa condurre da angeli? Viene un dubbio blasfemo. Allah non sa fare robot completamente autogestiti. L'automazione la impara dagli uomini questi ultimi tempi. Egli crea gli uomini e gli uomini creano i robot. Ma se Allah sa fare una cosa più complicata come l'uomo, può fare anche una macchina tutta minerale e chimica? O forse Allah ha gli stessi limiti umani? L'uomo per esempio può produrre un razzo, ma non può spararsi in corsa come un razzo senza rimetterci la vita. Egli vince la legge di gravitazione solo se si chiude dentro un razzo con molta precauzione e si lancia in orbita. Sempre domande puerili.
L'uomo è socievole. Si comporta con una certa uniformità. Gli piace pregare e digiunare assieme per esempio. Quest'istinto comunitario ha senz'altro un valore. Aiuta a vivere in una armonia anche esteriore e a collaborare. Ma un Maometto moderno non obbliga ad osservare tutte le prescrizioni veterotestamentarie o coraniche, spesso galatei e liturgie inutili e crudeli.
Un santo fondatore cristiano di un ordine religioso del secolo diciannovesimo sente una ripugnanza eccezionale contro il fumo. Nelle regole per i suoi seguaci proibisce tassativamente il tabacco. Ma è santo e figlio del suo tempo. La scienza ancora crede che il tabacco può essere una medicina per la salute delle persone. Allora da uomo intelligente e buono il santo sospetta che la sua avversione inflessibile contro il fumo può essere satanica, se lo vieta anche per uno a cui può salvare la vita fisica. Perciò nelle sue regole per tutti aggiunge che il tabacco è sempre satanico, ma se aiuta qualcuno è arcangelico. (Egli come Maometto si scambia confidenze con un arcangelo. E' l'arcangelo S. Michele).
Solo la ragione può riconoscere se il tabacco è satanico o arcangelico. E la ragione attinge forza dall'osservazione o dalla scienza, cioè in quel caso la ragione consulta il medico che si suppone abbia osservato bene gli effetti di questa sostanza. Il medico - anche se sbaglia come nel prescrivere il fumo per curare, almeno che non sia una cura psicologica - rappresenta Allah e ne rivela la volontà.
Ora il santo sarebbe implacabile contro il fumo. Invece i suoi ne cancellano la proibizione addirittura dalle regole per renderle più adatte ai tempi, più attuali, osano affermare, quando invece le norme originali anticiparono la scienza moderna in questo punto. Un venerando consesso generale toglie l'ordine contro il fumo e così con la sigaretta o la pipa in bocca i seguaci del santo solennemente vanno in cerca del vero carisma del fondatore, cioè si chiedono come il santo organizzerebbe il suo istituto oggi e allo stesso tempo negano a lui uno dei "capricci" o carismi a cui tiene tanto anche quando egli crede che qualche volta sfogare la voglia del fumo può essere necessario alla salute. Ora, che Allah rivela chiaramente il male alla salute e alla borsa dei suoi seguaci che vuole molto poveri, griderebbe le sue idee sul fumo senza ammettere scuse per il fumatore. Conoscendo i danni dell'alcol e del caffè, per esempio, e la sua “fissazione" sul sacrificio, sarebbe stato interessante sentirlo parlare certamente con parole più radicali di un Savonarola.
Ma così va spesso la sincerità e scientificità e la ricerca della volontà di Dio o Allah nel mondo.

 

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