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23-06-2005, 12.00.17 | #92 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-05-2005
Messaggi: 575
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Dubbio
Citazione:
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23-06-2005, 12.17.56 | #93 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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Mmh dubito...
fammi, per favore, un esempio di dubbio buono ed uno dubbio cattivo e giustifica l'aggettivo che gli appiccichi in relazione alla funzionalità del dubbio stesso in seno ad un obiettivo religioso comune.
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25-06-2005, 12.12.53 | #94 |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-11-2003
Messaggi: 218
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Fideismo e seconda fase dell'umanità
Vi è analogia tra il fideismo e la seconda fase dell'umanità espressa dal Vico in una sua famosa "degnità":
"Gli uomini dapprima sentono senza avvertire, di poi avvertono con animo perturbato e commosso, infine riflettono con mente pura". Nei corsi di teosofia ricorre, all'uopo, l'esempio del fulmine. Gli uomini, nella prima fase della storia, fuggono, folli di paura, a causa del fulmine. Nessuna spiegazione, nessuna ipotesi è per essi possibile, riguardo a questa forza misteriosa che illumina e uccide. Nella seconda fase si supera il semplice e puro terrore che impedisce la riflessione e si comincia a pensare. Ma è ancora troppo presto, la mente non è ancora "rodata" e può agire solo per brevissimi istanti, subito sopraffatta dalla stanchezza. Il rimedio è la fantasia. Su ciò che non è noto si "inventa" qualcosa, e poi lo si diffonde come verità. Ecco che si comincia dire che "Giove scaglia i fulmini", o cose equivalenti. Questa è la stagione dei fideismi. Nella terza fase gli uomini sono ormai in grado di utilizzare la loro mente con padronanza, senza interruzioni. La riflessione diviene possibile ed ecco che si scopre che il fulmine è un fenomeno perfettamente naturale, dovuto semplicemente ad una differenza di potenziale elettrico tra l'atmosfera ed il suolo. Spariscono spontaneamente i terrori della prima fase e i fideismi della seconda. L'uomo è adulto. La maggior parte dei filosofi ha commesso, e commette, l'errore di credere che l'umanità sia un blocco culturalmente unico. Ma la realtà si dimostra ben diversa e a tutt'oggi convivono, non senza qualche difficoltà, uomini della prima fase, della seconda e della terza. La "discussione" tra gli appartenenti alle diverse fasi è utopia. Ognuno di essi, infatti, chiama "discussione" qualcosa che non corrisponde alla "discussione" degli altri. Qualsiasi procedura coinvolgente due o più persone deve contenere convenzioni atte a mantenere utile il livello di comunicazione e sinergia. Mancando tali convenzioni tutto è finzione, la comunicazione reale è assente e tutto si risolve in inutili sequenze di conflitti e di ostinate e antepredicative difese delle proprie posizioni. La storia, oltre alle masse in perenne urto reciproco, contiene anche esempi continui di uomini che hanno superato questo blocco, grazie al fatto di aver finalmente compreso tale meccanismo occulto. Essi hanno imparato a non coltivare utopie. Lasciano ad ogni uomo il diritto di vivere, esperire e pensare secondo la sua fase, senza sperare di trasformare un uomo di prima fase in uno di seconda, nè uno di seconda in uno di terza. Ognuno deve acquisire la propria evoluzione in maniera autonoma, perchè eventuali tentativi di eterodirezione andrebbero a minare la costruzione progressiva dell'io storico, ovvero dell'identità stessa dell'individuo. Al più è possibile lasciare "in giro" segnali, elementi, spunti di riflessione che ognuno, secondo le sue capacità, possibilità, e soprattutto secondo le sue preferenze del momento, sarà libero di scorgere o di non scorgere, di rifiutare o di accettare. Il tutto senza alcuno spirito di imposizione, polemica o conflitto. Questi uomini, edotti e pacificati riguardo al senso e agli scopi della vita, smettono ogni tentativo di trasformazione coatta dei propri simili, avendo compreso che coercire e uccidere è sostanzialmente la medesima cosa. Si limitano pertanto a riunirsi tra loro, a ritrovarsi per condividere pacificamente, fraternamente, ogni conoscenza, ogni esperienza, ogni progetto. Costituiscono da molto tempo una comunità planetaria che si pone spontaneamente al di là di ogni confine-barriera di tipo territoriale, culturale, razziale, linguistico. Studiano tutte le ideologie, tutte le dottrine, tutte le teorie, ricordando che la verità resta sempre al di sopra di ognuna di esse. Edificano lentamente, ma senza sosta, una nuova civiltà di cui formano i cittadini sottraendo i propri figli ai meccanismi e alle tradizioni di questo o quel popolo, di questa o quella regione, e riservando per essi l'amore per gli orizzonti liberi, per il pensare esteso, per la visione dall'alto, per la consapevolezza universale. Essi sanno che non vi è differenza tra un sistema solare ed una cellula umana: tutto, nell'universo, procede secondo le medesime leggi, e concorre ad un'unica armonia. Gli uomini afferenti a fasi precedenti non riescono a scorgere tali ordini di grandezza, e non possono quindi rilevare l'armonia cosmica che è base di ogni vita e di ogni fenomeno. La loro esistenza trascorre in una dimensione più limitata, dominata dalle loro piccole vicende personali, dalla quotidianità, dall'impossibilità di affrontare in maniera seria e tranquilla l'evento, per essi "misterioso" e spaventoso, della morte. Nella comunità planetaria, invece, gli uomini utilizzano con serenità termini come "ordine", gerarchia", "disciplina", avendo chiaro dinanzi a propri occhi come essi esprimano semplicemente dei rapporti naturali che consentono la vita di tutti nell'autonomia di ognuno. Ma agli uomini delle fasi precedenti tali termini risultano incomprensibili, ed essi, udendoli, pensano meccanicamente a cose che nel loro mondo sono denominate con lo stesso nome, ma che non corrispondono a ciò a cui si riferisce la comunità planetaria. Ecco perchè gli uomini della comunità parlano poco all'esterno, e se lo fanno usano prudenza. Gli esterni, infatti, credono automaticamente di dover solo collegare i termini delle frasi udite per coglierne il senso, e non sospettano che devono prima imparare il significato dei termini stessi. Questo accade perchè essi, gli esterni, incapaci di vedere secondo dimensione universale, semplificano tutto fideisticamente, credendo che il cosmo intero sia come il loro piccolo borgo, e che il senso che essi attribuiscono a certe parole valga per tutti gli esseri che popolano l'universo. Ma ogni essere è figlio del Cosmo e per tutti, prima o poi, arriva il Giorno della Luce. esperantiano |
26-06-2005, 04.30.17 | #96 |
Utente bannato
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Messaggi: 1,879
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Caro Esperantiano, sono daccordo su tutto meno che per tutti venga, prima o poi, "il giorno della luce". A meno che tu intenda dire che per tutti, prima o poi, arriva il momento di ritrovarsi coincidenti con la luce, perchè tornati nella realtà-verità e liberi dalle proprie limitatezze e perciò liberati dalle errate opinioni (ma da morti, però).
La fortuna di riuscire a comprendere le linee generali della trama della Verità, non è, sfortunatamente, cosa alla portata di chiunque. Questo è un fatto che mi pare evidente. La confusione tra il concetto di "verità" e quello di "consolazione" è molto diffuso tra le persone di fede. Non solo nelle loro opinioni religiose si ritrova questa confusione, ma anche nelle loro opinioni legate alla vita quotidiana: Una persona di fede crede in ciò che la consola, innanzitutto. Crede perchè ha bisogno di credere, perciò crede qualcosa a qualunque costo, la "fa" vera nella propria sfera mentale... se soddisfa il bisogno. Le persone di fede possono essere buonissime ed avere ogni genere di pregio... ma sicuramente non hanno quello dell'obbiettività. I loro pareri, in ogni circostanza, sono da stimare con saggia riserva e sempre recitando in sè la frase: "Questa è persona di fede, perciò, attenzione!...". |
26-06-2005, 05.00.02 | #97 | |
Ospite
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Messaggi: 8
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Re: Re: La Fede!
Citazione:
La frase di Agostino che hai citato mi ricorda molto quella di Anselmo (spero sia lui) "Credo ut intelligam" ovvero "Credo per comprendere"... Tuttavia penso che fede e conoscenza siano incompatibili. In una res cogitans fa presto ad insinuarsi il germe del dubbio, che infiammato dal desiderio di sapere spezza la solidità della fede, allontando il cristiano dalla semplicità delle origini. Basti vedere il degrado che la chiesa ha subito dalle sue origini fino ad oggi, e questo per colpa di coloro che dimenticando il messaggio originale di Cristo hanno voluto primeggiare, intellettualmente prima, politicamente poi, sugli altri cristiani. |
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26-06-2005, 10.46.42 | #98 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Sì, il tuo intervento è pienamente condivisibile. D'altronde, nella stessa cultura teosofica, quel giorno diventa sicuro per tutti solo in concomintanza con l'ipotesi della reincarnazione. Volendo prescindere da questa, ed evitando di operare generalizzazioni di sorta, si può affermare che moltissime persone, considerando lo status mentale in cui si trovano, non perverranno ad un più elevato livello di consapevolezza. Quindi non giungerà per esse il giorno in questione (almeno non in questa vita...). esperantiano |
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26-06-2005, 10.50.46 | #99 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 218
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Re: Re: Re: La Fede!
Citazione:
Effettivamente fede e conoscenza sono incompatibili. Per avere conoscenza occorre essere privi di fede. Per aver fede occorre essere privi di conoscenza. esperantiano |
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